Capitolo XVI: Eroe di mestiere

Capitolo XVI: Eroe di mestiere

La domenica della settimana seguente, Kono si esibiva col surf a Makapuu, nell'ambito di una raccolta di fondi per un centro contro la violenza sulle donne, promossa nientemeno che dalla governatrice Patricia Jameson in persona.

Dato che Kono partecipava all'esibizione, la governatrice aveva invitato l'intera squadra a presenziare all'evento mondano; poiché era un fine settimana in cui Grace stava dal padre, Danny aveva dapprima declinato l'invito, ma quando la governatrice gli aveva detto di portare pure sua figlia – ci sarebbe stato un piccolo parco giochi con sorveglianti professionisti a disposizione dei bambini – cambiò idea, sapendo che Grace sarebbe stata entusiasta di vedere Kono in azione.

"Domenica pomeriggio porto Grace a Makapuu, ad una festa di beneficenza offerta dalla governatrice Jameson", annunciò Danny a Rachel mentre, nell'elegante atrio della villa di Stan Edwards, aspettava che la bambina tornasse con il suo computer portatile, che aveva dimenticato in camera, "Kono si esibisce col surf, a Grace piacerà molto poterla vedere."

"Sì, lo so che le piace Kono, in special modo sul surf", sorrise Rachel, mascherando il leggero disagio che provava. Da quando Leilani le aveva detto che secondo lei Danny la pensava ancora, ed essendo consapevole che anche lei pensava ancora all'ex marito, si sentiva sempre un po' in imbarazzo, di fronte a lui, "Viene anche il resto della tua squadra?"

"Sì, tutti quanti", rispose Danny, "Ci saranno un sacco di VIP, è un'iniziativa molto importante."

"Wow, mi piacerebbe venire...", Rachel disse prima di pensare. Danny la scrutò, incerto: voleva venire perché c'era un mucchio di personaggi famosi, oppure perché voleva stare con lui? Dopo tutto, Leilani gli aveva detto che Rachel provava nostalgia per loro due... No, non voleva illudersi, non avrebbe sopportato una delusione.

"Non credo che ci sarebbero problemi", rispose con prudenza, "il biglietto d'invito collettivo ricevuto da Steve recita Membri della Squadra Speciale Five-0 e loro famigliari, il che include benissimo anche te... Piuttosto, non pensi che Stan potrebbe obiettare al fatto che esci col tuo ex marito?"

"Se uscissi sola con te, ne avrebbe il diritto", replicò Rachel, facendo spallucce, "ma c'è anche Grace, e si tratta di un evento pubblico, e di pomeriggio... Insomma, non ritengo che ci sia proprio niente da obiettare."

"Allora va bene. Passo a prenderti io?"

"No, sono più di strada io, e poi possiamo usare la mia macchina che è più comoda, in tre. Che ne dici?"

Danny valutò la proposta per un istante: l'orgoglio lo voleva far protestare che la sua macchina andava benissimo, ma obiettivamente la Camaro, essendo un coupé sportivo, non era così confortevole come la Mercedes di Rachel.

"D'accordo. Allora ti aspettiamo dopodomani alle due meno un quarto, la festa inizia alle due e mezzo e ci occorre una mezz'oretta per arrivare."

"Abito da cocktail?", s'informò la donna.

"Sì, ma per i bambini va bene una tenuta informale, così possono giocare quanto vogliono senza paura di sporcarsi."

In quella arrivò Grace col suo portatile color rosa confetto.

"Domenica il papà ci porta ad una festa sulla spiaggia", le disse Rachel sorridendo, "dove potremo vedere Kono che si esibisce col surf."

"Ci porta tutte e due?", trasecolò la bambina, "Che bello! Finalmente esco con mamma e papà!"

"Sì, viene a prenderci la mamma con l'auto e poi ci andiamo tutti insieme", confermò Danny, sorridendo dell'entusiasmo della figlia. Involontariamente, lui e Rachel si scambiarono un'occhiata; nello sguardo di entrambi c'era una luce nuova. Ma nessuno dei due osò immaginare che cosa significasse.

OOO

La domenica pomeriggio vide quindi la Five-0 al gran completo presenziare all'evento mondano dell'anno, come lo avevano definito i media, sulla splendida spiaggia di Makapuu; erano presenti grossi papaveri della politica e della finanza hawaiane, nonché una famosa attrice hollywoodiana nata a Honolulu che, in un elegante abito rosso fiamma, era pronta a firmare autografi a pagamento a chiunque gliene facesse richiesta, il cui ricavato sarebbe ovviamente andato al centro sponsorizzato dalla governatrice. C'erano molti giornalisti, fotografi, reporter di enti televisivi locali e nazionali, tra cui la CNN.

I membri della squadra speciale, arricchiti di Rachel e Grace, erano tutti adeguatamente abbigliati, gli uomini in completi scuri di lino o di cotone leggero, ma senza cravatta – perfino Danny, convinto soltanto dalla presenza della giacca – e le donne in abito corto da cocktail, anche se al momento Kono era in maglietta e costume da bagno, dovendo ancora eseguire il suo numero.

La giovane poliziotta era terribilmente agitata.

"Non mi sono mai esibita davanti a così tante persone famose", osservò in un tono in cui era riconoscibile una traccia di sgomento. Aveva gareggiato nel campionato professionisti per tre anni prima dell'incidente che le aveva compromesso il ginocchio, ma non le era mai capitato un pubblico così pieno di VIP.

"E nessuno di loro è capace nemmeno di reggersi in piedi su una tavola da surf", la consolò Leilani, "Vai e stendili!"

"Fai presto a dirlo, mica lo devi fare tu...", bofonchiò la ragazza, strattonando nervosamente la maglietta, tanto forte da minacciare di strapparla. L'altra capì che era davvero sull'orlo del panico e non se la prese per la sua apparente villania.

"Una volta ho partecipato a una gara di beneficenza a Indianapolis", le confidò allora, "Oltre all'élite cittadina, a star dello spettacolo e a svariati campioni di automobilismo del passato come Mario Andretti e Jacques Villeneuve, erano presenti il governatore dell'Indiana e il vicepresidente degli Stati Uniti. Direi che parlo con cognizione di causa, ti pare?"

Kono si morse il labbro inferiore ed assunse un'espressione contrita:

"Scusa!", proruppe, "Il fatto è che me la sto facendo sotto... Non sono abituata a essere osservata da tante celebrità... Ci sono i veri campioni del surf... C'è perfino Grant Hidona!"

Era il primatista statunitense di surf, papabile per il titolo mondiale alle gare che si sarebbero tenute in Australia di lì a poche settimane.

"Guarda che non hanno proprio niente più di te", le fece osservare Chin, saggiamente, "Se non ti fossi rotta il ginocchio, adesso saresti anche tu tra di loro."

"Ha ragione", rincarò la dose Danny, "e anche Leilani", si voltò verso Leilani, intrigato, "Il vicepresidente degli Stati Uniti, eh?"

"Già", confermò la giovane donna, stringendosi nelle spalle.

"E non eri nervosa?", la interrogò Kono. Leilani annuì:

"Da matti!"

"Come hai fatto?", volle sapere l'altra. Al ricordo, Leilani sorrise divertita:

"Qualcuno mi ha detto che non sapevano neppure come allacciare le cinture di un'auto da gara."

Steve sorrise, orgoglioso della sua donna: Leilani sapeva tirar fuori il meglio da ciascuno di loro semplicemente ricordando ad ognuno quel che realmente valeva.

"Forza Kono", la incoraggiò Rachel, intervenendo inaspettatamente a sostenere la giovane, "Quando avrai finito, saranno tutti a bocca aperta."

Rincuorata, Kono annuì. Poco dopo vennero a chiamarla per cominciare la sua esibizione che, come avevano previsto i suoi colleghi, fu impeccabile e strappò molti applausi al pubblico. Grace gridò di entusiasmo, tra i sorrisi degli adulti.

Mentre usciva dall'acqua cristallina, Kono fu bersagliata dagli scatti dei fotoreporter ed i cameraman zumarono sulla sua amabile figura, che venne proiettata sui due schermi giganti presenti sulla spiaggia.

"È bellissima", Chin udì dire ad un tizio poco lontano, "meriterebbe di fare l'attrice, o quanto meno la fotomodella."

Il poliziotto si sentì più che mai orgoglioso della giovane cugina.

Tra gli applausi del pubblico, Kono tornò dai suoi colleghi ed amici.

"Allora, come sono andata?", domandò. Leilani accennò ai presenti che ancora battevano le mani:

"Tu che ne dici?"

Kono sorrise, lusingata. Grace le si avvicinò e lei si chinò a ricevere il suo abbraccio:

"Sei stata fantastica, Kono!"

"Grazie, Gracie, sono contenta d'esserti piaciuta", rispose la surfista: l'apprezzamento della sua piccola amica le era più caro di quello di qualsiasi VIP presente.

"Su, dammi la tavola e vai a cambiarti", la esortò Chin, prendendole il surf dalle mani ed indicandole le ampie cabine a disposizione degli atleti che si esibivano.

"Ti aiuto", si offrì Leilani.

"Anch'io", disse Rachel, "Grace, vuoi andare a giocare?", e, poiché la bambina annuiva, si rivolse a Danny, "La porti tu?"

"Ma certo", rispose il detective, prendendo la mano della figlia, "Forza Grace, andiamo al parco giochi."

Venti minuti dopo, Kono tornò abbigliata con un elegante abito nero e rosso, truccata di tutto punto; aveva raccolto i capelli ancora umidi sulla testa ed era molto affascinante, ed attirò parecchi sguardi maschili, come del resto anche Rachel e Leilani.

Steve non aveva occhi che per la sua donna, avvolta in un aderente vestito color ametista che le lasciava la parte alta del dorso scoperta. Giuntagli a fianco, Leilani gli mise un braccio sotto il suo e lo strinse. Lui si chinò in avanti e le mormorò all'orecchio:

"Quand'è che finisce questa festa? Ho voglia di portarti a cena e poi a casa..."

"Durerà ancora almeno un paio d'ore", lo frenò lei ridendo, ma sentiva la sua stessa impazienza: sembrava che non riuscissero mai ad averne abbastanza l'uno dell'altra; Steve le sfiorò il lobo dell'orecchio con le labbra e le ginocchia le divennero molli, "Uhm, la cena possiamo anche ordinarla a domicilio..."

Steve sogghignò e si scostò.

"Buona idea", approvò.

Rachel si stava guardando intorno.

"Se cerchi Danny, è ancora al parco giochi", le disse Chin, indicando. La giovane donna guardò ed effettivamente scorse la sagoma atletica dell'ex marito all'inizio del molo, dove era stato allestito il piccolo parco giochi per intrattenere i bambini degli ospiti.

"Torno subito", disse, rivolta agli altri. Leilani nascose attentamente il proprio compiacimento: quando aveva saputo che anche Rachel sarebbe venuta alla festa, aveva pensato che l'esca che aveva lanciato ai due ex coniugi, ancora innamorati l'uno dell'altra anche se non volevano ammetterlo, stava funzionando.

Ma Steve oramai la conosceva troppo bene.

"Cos'è quell'aria furbetta?", indagò sottovoce. Leilani gli sorrise:

"Spero che quei due si decidano a tornare insieme", spiegò, "si amano ancora, e prima o poi dovranno riconoscerlo."

Non raccontò delle rivelazioni ricevute dall'uno e dall'altra separatamente: come tempo addietro aveva detto a Rachel, non era sua abitudine divulgare a terzi le confidenze degli amici, neanche a Steve. Tuttavia, poteva dirgli quello che pensava, e che sperava, come aveva appena fatto.

"Me lo auguro anch'io", dichiarò Steve, guardando Rachel che raggiungeva l'ex marito, "Danny è un brav'uomo e merita di essere felice."

Frattanto, Rachel era arrivata a fianco di Danny, che si voltò per guardarla e sorriderle. Lei ricambiò il sorriso, poi distolse lo sguardo per dirigerlo su Grace, che stava dondolandosi sull'altalena ridendo spensierata; c'era un'altra dozzina di bambini, attentamente sorvegliati da cinque babysitter professionisti.

"La nostra bambina è proprio bella, vero?", disse piano Rachel, senza osare guardare Danny. Il detective sorrise ancor di più.

"La più bella della festa, sì", confermò. Rimasero qualche minuto a contemplare Grace che giocava, poi Danny prese coraggio a due mani e porse il braccio a Rachel:

"Facciamo un giro, ti va?"

Rachel reagì prima ancora di pensare ed infilò il proprio braccio sotto quello di Danny:

"Volentieri..."

Galvanizzato dalla reazione dell'ex moglie, il detective si avviò, superando il piccolo parco giochi e dirigendosi verso l'estremità del pontile. Con i tacchi, Rachel era più alta di lui di diversi centimetri, ma Danny c'era abituato e non ci fece caso.

"Ti ho già detto che sei incantevole?", Danny chiese a Rachel, cercando di usare un tono galante ma neutro, per non far pensare alla donna che c'erano dei sottintesi.

"Ehm, no", rispose lei, presa in contropiede.

"Sei incantevole", disse allora Danny, sorridendole nel suo caratteristico modo irresistibilmente simpatico. Rachel non riuscì a non sorridere di rimando.

"Anche tu sei molto attraente, vestito in questo modo", dichiarò vivacemente. A dire il vero, Danny era attraente vestito in qualsiasi modo. E lo era ancor più senza niente addosso... Accorgendosi di dove erano andati a parare i suoi pensieri, Rachel arrossì e guardò altrove.

Accorgendosi del suo imbarazzo, Danny non insistette e si limitò a continuare a camminare. Passeggiarono pigramente fino in fondo all'imbarcadero, dove rimasero qualche minuto a contemplare lo sconfinato orizzonte oceanico. Mentre tornavano indietro, un altro surfista mise la propria tavola in acqua e cominciò ad allontanarsi dalla riva per iniziare la sua esibizione; si trattava di Grant Hidona, il campione. Il suo era l'ultimo numero di surf della categoria adulti, poi si sarebbero esibiti i giovanissimi, le promesse del futuro.

Ormai Rachel e Danny erano a una decina di metri dal piccolo parco giochi, quando un bambino di forse sette anni sfuggì alla vigilanza dei custodi, corse verso il parapetto di legno del molo e si mise a saltellare gridando eccitato:

"È il mio papà, è il mio papà!"

Era chiaro che si stava riferendo al campione di surf. Uno dei sorveglianti del parco giochi si mosse rapidamente per andare a recuperare il bambino: la balaustra non era chiusa da reti, ed il ragazzino avrebbe potuto facilmente infilarsi tra le assi di legno e cadere in acqua.

Istintivamente, anche Danny si mosse, lasciando Rachel per accelerare il passo; ma il peggio accadde nel giro di un istante: il bimbo si avvicinò al parapetto, inciampò e cadde a capofitto nel foro tra due assi verticali ed una orizzontale.

"NO!", urlò Danny, lanciandosi di corsa. Precedendo il babysitter, che pure si era gettato di corsa, arrivò dove era caduto il piccolo, si liberò della giacca e delle scarpe e, superando la balaustra d'un balzo, si buttò in acqua, in quel punto abbastanza alta. Dalla riva si alzarono delle urla, mentre un bagnino, nella tipica tenuta rosso-arancio, arrivava a spron battuto sulla battigia e si gettava a sua volta in acqua.

Rachel si mise a correre, per quanto le permettevano i tacchi alti: era addestrata in primo soccorso e forse poteva essere utile.

Frattanto Danny si era tuffato sott'acqua nel punto in cui aveva visto scomparire il bambino. In quel punto c'era una corrente abbastanza forte e dovette guardare in giro prima di individuarlo, qualche metro più in là. Si mosse freneticamente per raggiungerlo, lo afferrò e tornò in superficie con lui. Si accorse subito che era svenuto, così si mise a nuotare con tutte le sue forze verso riva. Il bagnino li raggiunse; vedendo che Danny stava agendo come un professionista, invece di subentrargli si limitò a prestargli assistenza, afferrando a sua volta il piccolo e nuotando in sincrono con il detective. Raggiunsero la riva in pochissimo tempo; Danny sollevò il ragazzino tra le braccia e lo portò in un punto asciutto, dove lo adagiò supino a terra.

"Non respira!", ansimò, rivolto al bagnino, cominciando a comprimere il piccolo petto con attenzione: un massaggio cardiaco troppo energico poteva provocare danni anche gravi.

Vedendo che l'altro sapeva quel che faceva, il bagnino si inginocchiò accanto a lui e, quando Danny fece una pausa, chiuse il naso del bimbo, gli aprì la bocca e vi soffiò dentro, praticandogli la respirazione artificiale.

Mentre il detective e l'assistente di spiaggia si alternavano nel soccorso al piccolo annegato, attorno a loro si raccolse una folla; Steve arrivò di gran carriera.

"Five-0, fate largo!", gridò, scostando la giacca per mettere in mostra il distintivo agganciato alla cintura. Istintivamente la gente si ritrasse, lasciandogli spazio; contemporaneamente arrivarono anche alcune guardie di sicurezza, mentre più indietro sopraggiungevano gli altri membri della Five-0.

"Chiamate il 911!", Steve esortò con urgenza uno della sorveglianza, che gli gridò di rimando:

"Già fatto!"

Arrivò correndo una donna piangente:

"Il mio bambino!"

Steve la vide barcollare, ma fortunatamente Chin, che le era proprio accanto, l'afferrò al volo prima che si accasciasse.

"Bobby, Bobby!", chiamò la madre disperata. Il campione di surf stava risalendo di corsa dalla battigia gridando il nome del figlio e Steve lo intercettò affinché non si buttasse su di lui, intralciando le operazioni di soccorso portate avanti da Danny e dal competente bagnino.

"Forza Bobby, respira!", lo esortò Danny con voce tesa, "Respira, piccolo!"

Interruppe la compressione ed il bagnino si chinò per soffiare nella bocca del ragazzino. Una, due volte. Poi Bobby tossì e sputò acqua, ed i due soccorritori si affrettarono a girarlo di fianco perché espellesse tutta l'acqua dai polmoni.

Dalla folla si sollevò un grido di giubilo, mentre in lontananza si udiva l'ululato delle sirene dell'ambulanza che si avvicinava. I genitori del bambino si gettarono in ginocchio accanto al figlio chiamandolo per nome; il piccolo tossiva ancora, ma aprì gli occhi e li guardò.

"Bambino mio!", la madre esultò. Danny ed il bagnino si scambiarono uno sguardo di sollievo; il bagnino gli porse la mano:

"Vince Clayton", si presentò, "Bel lavoro."

"Danny Williams", ricambiò il detective, "Grazie, anche lei."

Giunsero i soccorritori del 911 con una barella ed altre attrezzature mediche. Danny e Clayton si scostarono per lasciarli lavorare.

"Cos'è successo?", li interrogò il capo dei paramedici. Mentre Clayton spiegava l'accaduto, qualcuno porse a Danny una salvietta di spugna. Voltandosi, il poliziotto vide che si trattava di Steve.

"Grazie, vecchio mio", disse, prendendola ed asciugandosi i capelli sgocciolanti.

"Non c'è di che", rispose l'amico, dandogli una pacca sulla spalle, "Sei stato grande."

"Avresti fatto esattamente lo stesso", si schermì Danny, scuotendo la testa, poi sentendosi tirare una manica si girò e vide Rachel, "Ehi..."

La giovane donna lo abbracciò di slancio, indifferente al fatto che fosse bagnato fradicio. Steve scambiò uno sguardo saputo con Leilani e fece un passo indietro per lasciar loro un minimo di privacy.

"So che sei un eroe di mestiere", Rachel mormorò all'orecchio di Danny, "ma questo non toglie niente al coraggio, all'abnegazione e alla generosità del tuo gesto di oggi."

"Oh andiamo...", tentò di minimizzare lui, "Ho giurato di servire e di proteggere questa comunità, non stavo facendo altro che il mio lavoro..."

"Pensala come ti pare", gli disse vivacemente Rachel, scostandosi, "ma potevi lasciar fare ai bagnini, invece ti sei buttato in acqua senza pensarci due volte: questo va al di là del semplice adempimento del proprio dovere. Punto."

Si stava avvicinando la governatrice Jameson, che si fermò a pochi passi dalla coppia. Scorgendola, i due si separarono, e la governatrice guardò Danny:

"Detective Williams, la ringrazio per il suo gesto", disse nel tono fermo di una politica consumata, ma con un sottofondo emozionato che non le era abituale, "Bobby è il nipote di una mia cara amica."

"Come ho appena detto", dichiarò Danny, "non ho fatto altro che il mio dovere, signora."

"Certamente", confermò la Jameson, guardando con un sorriso Rachel che stava facendo una smorfia, "come vuole, detective. Ma io e la signora qui presente siamo d'altro avviso, vero, mia cara?"

"Proprio così, Governatrice", confermò Rachel con enfasi, annuendo convinta.

"E anch'io", intervenne Steve, guadagnandosi un'occhiataccia dall'amico.

In quella, giunse il padre del bambino, che si rivolse a Danny:

"Sono Grant Hidona", si presentò, porgendogli la mano, "Volevo ringraziarla per aver salvato la vita di mio figlio Bobby. A chi ho l'onore di stringere la mano?"

"Detective Danny Williams", rispose il poliziotto, "Come stavo cercando di dire alla governatrice Jameson, ho solo fatto il mio dovere di servitore della comunità."

Solo allora Hidona parve notare il distintivo alla cintura di Danny.

"Essere un poliziotto non significa automaticamente essere un eroe", replicò, scuotendogli la mano con maggior forza, "Mia moglie ed io le saremo eternamente grati. Cosa posso fare per sdebitarmi?"

Danny comprese che non era il caso di insistere a sminuire il proprio comportamento, anche se ai suoi occhi non c'era niente di eroico in esso.

"Mi tenga informato sulla salute di Bobby", disse quindi, con semplicità.

"Ma certo! Mi dica solo come contattarla."

"Tramite me, Grant", intervenne la governatrice Jameson, "Penserò personalmente a dargli i tuoi messaggi."

"Grazie, Governatrice", disse Hidona, poi guardò verso i paramedici, che avevano caricato Bobby sulla barella e stavano cominciando ad allontanarsi in direzione dell'ambulanza, "Adesso devo andare."

Mentre il campione di surf si allontanava, la Jameson si scusò:

"Devo andare a rassicurare gli ospiti", disse, "Tutto è bene quel che finisce bene, ma ora è giusto che i giovani futuri campioni del surf abbiano il loro momento di gloria."

Frattanto che parlavano, alcuni cronisti si erano raccolti a poca distanza; dopo che la governatrice si fu congedata, il più intraprendente si fece avanti col microfono teso:

"Signore, cosa ci può dire di quanto è accaduto?"

Poco o per niente avvezzo ai riflettori della ribalta, Danny lo guardò per un istante senza capire, poi scosse la testa in segno di diniego:

"Devo andare a cambiarmi", disse semplicemente, ignorando la domanda, e si voltò, tallonato da Rachel. Il giornalista non voleva demordere e fece per seguirlo, ma Steve, Leilani, Kono e Chin gli sbarrarono il passo, impedendoglielo.

Dopo aver recuperato le scarpe e la giacca, Danny si rivolse a Rachel:

"Chiamo un taxi e mi faccio portare a casa. Tu rimani qui con Grace, la festa durerà ancora un paio d'ore..."

"Niente da fare, ti riaccompagno io", disse la donna in tono deciso, "E poi, anch'io sono bagnata, e ho le scarpe piene di sabbia: non posso certo rimanere qui in queste condizioni, ti sembra? Prendiamo Grace e vi porto a casa tua."

Danny non obiettò, così chiamarono la figlia, che venne da loro di corsa.

"Ho visto tutto, papà!", esclamò Grace, abbracciando il padre, "Hai salvato quel bambino, sei un eroe!"

"Beh veramente...", cominciò Danny, ma vedendo l'occhiataccia di Rachel cambiò tattica, "Grazie, scimmietta."

Si incamminarono, tenendo per mano la figlia in mezzo a loro come una qualsiasi famigliola. Leilani li vide da lontano e diede di gomito a Steve. Anche lui guardò e sorrise.

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