Capitolo XV: Passione e tenerezza
Capitolo XV: Passione e tenerezza
"Oh Steve... aloha au la'oe...", bisbigliò Leilani, sopraffatta, buttandogli le braccia al collo. Steve parlava l'hawaiano abbastanza bene, così non ebbe alcuna difficoltà a comprendere quelle parole: ti amo. Le parole per una risposta appropriata gli salirono alle labbra, pescate da qualche meandro della sua memoria:
"Leilani, nau ko'u aloha, no kau a kau..."
Il mio amore è tuo, per l'eternità... La donna rise tra le lacrime: la pronuncia di Steve lasciava alquanto a desiderare, ma il fatto che si sforzasse a parlare la lingua nativa la commosse quasi di più che le intense parole. Si tolse l'auricolare ormai superfluo e si ritrasse per guardare il suo uomo negli occhi, ora di un brillante colore verde smeraldo.
"O ku'u aloha no'oe", disse sottovoce, sorridendo. Sei davvero il mio amore.
L'espressione di Steve si rischiarò infine completamente.
"Dunque mi credi?", chiese, con evidente sollievo. Leilani arricciò le labbra, fingendo di pensarci:
"Beh, diciamo che sono propensa a dar credito alla tua versione dei fatti..."
Steve la strinse forte a sé; sorpresa, la donna ricambiò l'abbraccio.
"Cosa posso fare per spazzar via ogni dubbio, amore mio?", le bisbigliò in un orecchio. Il suo alito caldo le fece correre un brivido altrettanto caldo lungo la spina dorsale.
"Baciami", lo esortò. Steve non se lo fece ripetere e cominciò subito, posando le labbra sulla curva del suo collo, risalendo fin sotto l'orecchio, sfiorandone il lobo, poi seguendo la linea della mascella fino ad arrivare alle labbra di Leilani, già schiuse nell'attesa del suo bacio. Con la punta della lingua le sfiorò l'angolo della bocca, le mordicchiò delicatamente prima il labbro superiore, poi quella inferiore. Leilani emise un piccolo gemito di frustrazione, ed allora, finalmente, Steve spinse la lingua nella sua bocca in un bacio profondo ed appassionato. Leilani emise un altro piccolo gemito, stavolta di appagamento, e lo ricambiò con altrettanta passione.
Si baciarono e ribaciarono per un tempo lunghissimo; non appena uno staccava le labbra, l'altro lo cercava di nuovo, e ricominciavano. Ben presto entrambi furono accaldati e a corto di fiato.
Steve finalmente riuscì ad allontanare il viso per parlare:
"Credo che dovremmo trasferirci in camera da letto..."
Leilani aveva sentito già da un pezzo la sua durezza maschile premerle contro il ventre, cosa che aveva contribuito non poco ad infiammarla, e la proposta le piacque; ma era stata in giro tutto il pomeriggio ed era rientrata stanca e sudaticcia. Quando aveva udito Steve alla propria porta, inizialmente aveva deciso di ignorarlo ed era andata a prepararsi un bagno, ma poi aveva cambiato idea e si era risolta ad ascoltarlo.
"Ho in mente un'altra cosa, bel marinaio...", mormorò. Steve deglutì: ogni volta che lei lo chiamava così, gli faceva un effetto devastante.
"D'accordo, fammi strada, mia principessa", rispose. Fu la volta di Leilani di deglutire: chiunque altro l'avrebbe irritata, a chiamarla così, tranne Steve, che lo usava per esprimerle la propria devozione. Lo prese per mano e lo condusse fino alla stanza da bagno. La vasca era colma di acqua profumata con essenze di piante e fiori dalle proprietà rilassanti, e sulla superficie galleggiavano petali e fiori interi di bianchi frangipani e di ibisco rosa.
Steve guardò la vasca e sorrise: non era affatto una cattiva idea fare il bagno assieme, era una cosa molto sexy ed allo stesso tempo romantica; quel pensiero gli fece venire un'idea.
"Vai prima tu, io arrivo subito", le disse, girandosi e tornando in soggiorno. Leilani ne fu sorpresa, ma non più di tanto; raccolse i capelli in uno stretto nodo, si spogliò e scivolò in acqua. Giudicò il livello troppo alto per due persone, e fece scorrer via una parte del liquido tiepido. Poi prese un frangipani e se lo infilò dietro l'orecchio, prima di rilassarsi contro il bordo della vasca, la testa appoggiata ad un asciugamano.
Poco dopo Steve era di ritorno con un vassoio sui cui aveva appoggiato una dozzina di tea light accese nei relativi bicchierini di vetro colorato, che le aveva regalato dopo che lei aveva espresso apprezzamento per quelli che lui aveva usato durante la loro prima cena da soli, il giorno in cui si erano confessati il reciproco amore. Ne accomodò alcune sulla mensola davanti allo specchio, in modo da aumentare la luminosità, le altre sul ripiano che contornava i tre lati della nicchia in cui era inserita la vasca, tra lozioni, spugne e saponette; infine spense la luce, lasciando solo il morbido chiarore delle candele.
Leilani gli rivolse un sorriso di approvazione: Steve la stupiva sempre con i suoi atteggiamenti romantici, che facevano un sorprendente contrasto col suo carattere piuttosto burbero.
Mentre Steve si liberava in fretta dei vestiti, rimanendo nudo in tutta la sua gloria maschile, il suo sorriso lentamente si spense: la vista del suo fisico statuario le mozzò il fiato, e si chiese se si sarebbe mai abituata a tanta grazia. Ne dubitava.
Girandosi, Steve colse il suo sguardo bramoso e si sentì rimescolare. Essere guardato a quel modo da Leilani gli faceva sempre quell'effetto. Inghiottì nel tentativo di inumidire la bocca improvvisamente prosciugata di ogni traccia di saliva.
"Smettila subito di guardarmi così", gracchiò. Gli occhi di Leilani, che stavano discendendo lungo il suo corpo ammirandone ogni centimetro quadrato, tornarono di colpo nei suoi:
"P...perché?", chiese, inciampando sulla prima lettera della parola.
"Perché se continui così, come entro in vasca è bella che fatta."
Le labbra di Leilani si curvarono in un sorrisetto sfrontato; per soprammercato, sporse la punta della lingua e se la passò lentamente sulle labbra. Steve sentì il sangue che gli ribolliva nelle vene.
"Ti faccio notare che sono a digiuno di te da domenica scorsa", disse lei a bassa voce. Steve non ebbe bisogno d'altri incitamenti: l'attimo dopo era inginocchiato nella vasca, tra le gambe di Leilani, si chinò in avanti e la baciò. Lei sollevò le braccia fuori dall'acqua e gli circondò la vita, ricambiando il suo bacio con tutto l'ardore derivante da una settimana di astinenza e da un pomeriggio di sconforto, nonché dalla gioia di veder confermato più che mai l'amore del suo uomo.
Steve si staccò dalle sue labbra e la guardò; i suoi occhi erano del profondissimo blu degli zaffiri, un colore che esprimeva tutto il suo desiderio per lei. Leilani si sentì andare a fuoco.
"Siediti", gli disse, con voce roca. Steve obbedì, mettendosi seduto al centro della vasca, mentre Leilani si muoveva e si metteva cavalcioni sopra le sue gambe. Il movimento congiunto di entrambi fece traboccare un po' d'acqua dall'orlo della vasca, ma i due amanti non se ne preoccuparono minimamente.
Steve sollevò le mani e le chiuse a coppa attorno ai piccoli, adorabili seni di Leilani, poi abbassò il viso e prese un capezzolo tra le labbra. Leilani gettò la testa all'indietro ed emise un sospiro di piacere; passò le proprie mani sul petto di Steve in una carezza sensuale, facendole poi scendere in acqua, giù lungo l'addome muscoloso fino a chiuderle attorno al suo turgore virile. Ovviamente lui l'aveva sentita arrivare, ma ciò non di meno sobbalzò al suo tocco eccitante ed un'esclamazione deliziata gli sfuggì dalla gola. Decise di contraccambiare ed immerse una mano fino a raggiungere il fiore della femminilità di Leilani, accarezzandone delicatamente i morbidi petali; nell'acqua non poteva controllare se fossero roridi di passione, pronti ad accoglierlo, ma il loro calore ed il gemito strozzato che udì non gli lasciarono molti dubbi.
"Prendimi, Steve...", mormorò Leilani con voce rotta di emozione, "Non aspettare, amami, amami subito, ho bisogno di te... Nou no ka i'ini..."
Ti desidero... Erano state lunghe ore di incertezza e di sconforto, per Leilani, e adesso voleva cancellarle con l'affermazione fisica del loro amore. A Steve piaceva indugiare nei preliminari, ma comprese che in quel momento non era il caso; pertanto, fece come lei gli chiedeva: la sollevò leggermente e poi l'abbassò su di sé, posizionandola con attenzione, ed infine scivolò dentro di lei finché non furono completamente congiunti. Leilani emise un singhiozzo, che esprimeva tanto piacere quanto sollievo e commozione; quel suono fece venire le lacrime agli occhi di Steve, che solo allora si rese pienamente conto di quanto male lei fosse stata in quelle ore in cui aveva creduto di esser stata tradita. La strinse forte e la baciò intensamente, cercando di farle sentire tutta la forza e la profondità del suo amore per lei. Ancora stentava a credere che al mondo potesse esistere un sentimento così travolgente come quello che provava per Leilani.
Poi cominciò a muoversi dentro di lei. A causa della posizione, non poteva fare molto; Leilani se ne rese subito conto ed iniziò a sua volta a muoversi, conducendo la loro danza dell'amore con tutta l'abilità di cui era capace. Staccò le labbra da quelle di Steve e lo fissò con occhi ardenti, e lui ricambiò il suo sguardo con uno tanto rovente di passione da toglierle il fiato. Tornarono a baciarsi, abbeverandosi, ubriacandosi l'uno dell'altra. Il piacere cominciò a serpeggiare nei loro grembi, crescendo, intensificandosi, montando come l'onda della marea, fino a deflagrare in un'esplosione che li proiettò oltre le stelle in luoghi sospesi al di fuori del tempo e dello spazio, piacere insieme spirituale e fisico, carne ed anima indissolubilmente fusi assieme, cuori che comunicavano battendo all'unisono. Poi adagio discesero dalle cime vertiginose a cui erano pervenuti, in una lenta spirale che li riportò nel mondo normale. Entrambi avevano chiuso gli occhi, sopraffatti dalla straordinaria forza del piacere reciproco; ora tornarono ad aprirli, e ciascuno trovò nello sguardo dell'altro la conferma che quanto era appena accaduto non era frutto della propria immaginazione, ma era vero e reale.
"O Lani... mia Lani...", bisbigliò Steve, la voce zeppa d'emozione.
"Steve, ko'u aloha...", sussurrò lei di rimando. Amore mio...Steve pensò che quelle parole, in quella lingua e sulle labbra di Leilani, erano la cosa più bella del mondo.
Si strinsero l'uno all'altra, cullandosi dolcemente, esprimendo con la tenerezza quello che prima avevano espresso con la passione. Entrambi sentivano la testa girare.
Quando finalmente le vertigini si acquietarono ed i loro respiri affannosi furono tornati alla normalità, si separarono. Leilani, che era stata per tutto il tempo con le gambe ripiegate ai lati di quelle di Steve, tornando a sedersi contro il bordo della vasca fece una smorfia:
"Accidenti, mi si è addormentato un piede!"
Prontamente Steve le prese entrambi i piedi:
"Quale?"
Lei mosse quello destro, e lui cominciò a massaggiarlo abilmente. In breve ripristinò la circolazione e Leilani sospirò di sollievo. Poi le cadde l'occhio su una delle saponette poste sul ripiano attorno alla vasca e ridacchiò:
"Normalmente ci si fa il bagno per lavarsi", osservò, lanciando a Steve uno sguardo divertito, "mentre finora abbiamo fatto tutt'altro..."
Afferrò la saponetta e la lanciò all'ex Navy SEAL, che l'afferrò al volo e l'annusò. Aveva un profumo vagamente floreale, ma non eccessivamente dolce.
"Olio di monoi?", domandò, riferendosi al famoso cosmetico tipicamente polinesiano, prodotto con i fiori di tiarè e la polpa di cocco, dalle note proprietà idratanti. Leilani annuì, confermando, e ne prese una per sé.
Finito il bagno, si asciugarono con grandi teli di spugna e cominciarono a rivestirsi. Steve era pensoso.
"Che ne diresti se ti portassi a cena?", domandò all'improvviso. Leilani guardò l'orologio sulla mensola della vasca.
"Sono quasi le otto", gli fece notare, "di sabato sera", aggiunse, con intenzione, "Non sarà facile trovar posto, senza prenotazione."
Steve ebbe un sorrisetto:
"Tu lascia fare a me. Ti basta un'ora per prepararti e venire fino a casa mia?"
"Stai scherzando", disse lei, facendogli una linguaccia: Steve sapeva benissimo che era piuttosto veloce, "Che tenuta devo mettere?"
"Romantica", rispose lui, pescando l'iPhone dalla tasca dei pantaloni e cominciando a cercare un numero sulla rubrica, "e dato che la tua roba è a casa mia, poi dormiremo là, okay?"
"Sembra un buon piano", sorrise Leilani, lasciando perdere la camicetta per andare in camera a scegliere un altro tipo d'abbigliamento. Qualche minuto dopo, Steve si affacciò sulla porta proprio mentre lei si stava allacciando il reggiseno di un completino di pizzo color avorio discretamente sexy.
"Uhm...", bofonchiò, "Se non avessi già prenotato rinuncerei alla cena."
"Ah no, oramai sei in ballo e devi ballare!", lo prese in giro lei ridendo, "Allora, dove si va?"
"Al Baci Bistro del mio vecchio amico Giovanni Esposito", rispose Steve, cercando d'ignorare il canto di sirena che Leilani in deshabillé rappresentava sempre per lui, "Un posto per me lo trova sempre, anche se ha il pienone."
Il locale, un romantico ristorante italiano, era situato al numero 30 di Aulike Street, a pochi minuti dalla casa di Steve; il proprietario, oriundo napoletano, vent'anni prima era stato tirato fuori da una brutta situazione da Jack McGarrett, e da allora i due erano sempre stati amici. Giovanni era venuto al funerale di Jack ed aveva pianto senza vergogna sulla sua tomba, dichiarando d'aver perso non un amico, ma un fratello. Quando Steve lo aveva chiamato per domandargli un tavolo per due perché voleva portare a cena la donna della sua vita, era stato felicissimo di esaudire la sua richiesta ed aveva dichiarato che avrebbe loro offerto il miglior spumante della sua riserva personale.
"Capisco", disse Leilani sorridendo, "Ora asciugati la bava, marinaio, e vai a casa a cambiarti. Sarò da te tra quaranta minuti al massimo."
Steve non poté fare a meno di sogghignare: che lei lo canzonasse perché le sbavava dietro non lo oltraggiava minimamente, dato che sapeva benissimo che la cosa era reciproca.
"Okay, mia principessa, a dopo", si congedò. Sul viso di Leilani fiorì un sorriso luminoso, lo stesso sorriso che lo aveva colpito dritto al cuore la prima volta che l'aveva vista, sulla soglia dell'ufficio della Five-0.
Cinquanta minuti più tardi giunsero al Baci Bistro a bordo del pickup di Steve. Leilani vestiva un'ampia gonna bianca a balze, in leggera mussolina di cotone, con un aderente top rosso decorato da strass argentati, e sandali dal tacco alto; i capelli erano sciolti sulle spalle e ornati di un grande fiore bianco. Steve invece indossava un completo di lino di colore scuro con una camicia celeste, ma era senza cravatta, come suo solito.
Giovanni Esposito li accolse festosamente e baciò la mano di Leilani con galanteria d'altri tempi; era un uomo imponente, dai capelli scuri brizzolati e con un bel paio di baffi da sparviero, ancora affascinante nonostante i sessant'anni suonati. Li fece accomodare e portò loro immediatamente un secchiello col ghiaccio contenente un prestigioso spumante secco italiano, da usare come aperitivo ed a tutto pasto, se sceglievano il menù di pesce. Sia Steve che Leilani adoravano il pesce, così non ci furono molte esitazioni nelle loro ordinazioni: un antipasto di gamberetti marinati alla griglia per entrambi, linguine alle vongole per Leilani e bucatini alle cozze per Steve, e per secondo pesce spada fresco di giornata cotto alla griglia, con contorno di insalata mista. Poiché le porzioni di Giovanni erano particolarmente abbondanti, rinunciarono al dessert, ma bevvero un ottimo caffè espresso. Alla fine, il padrone di casa offrì loro del limoncello fatto in casa e si complimentò con Steve per la sua bellissima fidanzata; lo disse in italiano, ma il significato delle sue parole era ugualmente comprensibile. Leilani aspettò di vedere se Steve lo correggeva – tecnicamente, non erano fidanzati, dato che tra loro non era ancora mai stato discusso l'argomento matrimonio – ma lui non lo fece, e lei si adeguò, pur chiedendosene il motivo.
Mentre stavano uscendo, incrociarono un venditore ambulante di lei che stava entrando; Steve ne acquistò una di fiori e foglie di gelsomino, che offrì a Leilani, la quale l'accettò sorridendo: tra innamorati, era una tacita dichiarazione d'amore.
Quando tornarono a casa di Steve, era quasi mezzanotte; il cielo era terso e magnifico, trapuntato di stelle, un poco offuscate dallo splendore di una superba luna piena.
"Non ho un filo di sonno", disse il padrone di casa, sorridendo a Leilani, "Che ne dici se ci mettiamo un po' in giardino a guardar le stelle?"
"Bella idea", approvò la giovane donna. Steve andò a prendere un plaid, poi passando dal terrazzo andarono in giardino, dove si posizionarono in un angolo riparato dalla fresca brezza notturna che spirava dall'oceano. Si tolsero le scarpe e si sdraiarono a contemplare la volta stellata, la testa di Leilani nell'incavo del braccio di Steve.
Leilani guardò la luna che rifulgeva in cielo, quasi allo zenit.
"C'è una danza sacra in onore di Mahina, la Dea della luna", disse a Steve, "Un tempo, le sacerdotesse usavano eseguirla ad ogni plenilunio."
"E tu la conosci?", domandò lui, accarezzandole il braccio.
"Sì, e qualche volta la faccio, nel giardino di casa."
Steve girò la testa e le baciò i capelli.
"Vorresti farla ora, qui? Adoro vederti danzare..."
Leilani lo sapeva bene: da quando stavano insieme, aveva danzato la ha'a per lui diverse volte, sia a casa propria che a casa sua. Sorrise: le piaceva danzare per lui.
"Ma certo", accettò, sciogliendosi dal suo abbraccio. Si alzò e si tolse il top e il reggiseno; con solo la lei a ornarle il busto, si allontanò di qualche passo, per poi voltarsi verso il suo uomo; Steve si sollevò a sedere, gli occhi sgranati: la luce lunare l'avvolgeva nel suo tenue fulgore argentato e la faceva assomigliare ad una creatura fatata.
Senza musica, Leilani cominciò ad eseguire la danza sacra con movenze al contempo leggiadre e sensuali, intrecciando passi a mano a mano sempre più complessi senza apparentemente alcuno sforzo. Steve la guardò incantato, seguendo ogni mossa con occhi colmi d'ammirazione. In quel momento, gli appariva più di una semplice donna mortale, per quanto di lignaggio regale: era più simile ad una dea... a Pele, o a Hi'iaka, la cui storia Leilani aveva narrato in danza la prima volta che l'aveva vista eseguire la ha'a. Se non lo fosse già stato, si sarebbe perdutamente innamorato di lei in quel preciso istante.
La danza terminò con Leilani che sollevava le braccia verso l'astro notturno in un gesto di reverenza. Istintivamente, Steve alzò gli occhi per guardare la luna: per un attimo, gli sembrò quasi viva, come se la dea Mahina si stesse compiacendo dell'omaggio della donna.
Fu solo un istante, poi passò. Un po' stordito, Steve guardò nuovamente Leilani, che stava tornando a sedersi accanto a lui.
"È stato magnifico", disse sottovoce, sopraffatto, "Sembravi una dea. E non certo nel senso che do alla parola quando lavoriamo", precisò.
Leilani gli sorrise:
"L'avevo capito, ku'u lei."
Mio amato.
"E kipa mai, ku'u aloha", replicò Steve, aprendole le braccia. Vieni da me, amore mio.
Il sorriso di Leilani si allargò: lo adorava, quando si sforzava di parlare l'hawaiano, e doveva ammettere che ultimamente il suo accento era molto migliorato. Gli si strinse addosso di slancio; si baciarono, dapprima con tenerezza, poi via via con fervore crescente. Ricaddero sulla coperta, e ben presto i vestiti volarono tutt'attorno mentre, colti da una frenesia improvvisa, si affrettavano al congiungimento fisico, l'espressione massima del congiungimento delle anime che è consentita agli esseri umani. Sotto la magica luce diffusa da Mahina, si amarono con passione ed assieme con tenerezza, carne e sentimento indistinguibili l'uno dall'altro poiché, semplicemente, erano le due facce della stessa medaglia.
Al momento del culmine, Leilani spalancò gli occhi e vide la luna proprio sopra di loro; una commozione incredibile la colse, amplificando il piacere, e lacrime di gratitudine debordarono dalle sue palpebre, rigandole le tempie mentre un grido le sfuggiva dalla gola. Steve rabbrividì violentemente, riversando la propria essenza dentro di lei mentre con un lungo, basso gemito faceva eco al grido di Leilani.
Quando il tumulto dei loro corpi e dei loro cuori si fu un poco calmato, Steve sentì del bagnato sulla guancia e comprese che Leilani aveva pianto. Le baciò la traccia lasciata dalle lacrime, asciugandola con le labbra, poi le baciò gli occhi dalle ciglia ancora umide.
"Amore mio... perché piangi?", le domandò in un sussurro, d'un subito turbato. Lei lo strinse forte.
"Troppa felicità", rispose in tono altrettanto basso, "Sento il cuore traboccare. Pensavo che fosse una frase da soap opera, scontata e melensa... ma mi devo ricredere..."
Lui ricambiò l'abbraccio.
"Pure io la pensavo così, ma ho cambiato idea...", confessò. Leilani cercò la sua bocca e lo baciò con abbandono. Steve la ricambiò senza riserve.
Fu solo dopo un bel pezzo che si separarono e, senza preoccuparsi troppo di rivestirsi, raccattarono gli abiti e la coperta ed andarono a dormire.
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