Capitolo VII: Danza hawaiana

Capitolo VII: Danza hawaiana

A momenti Leilani si strozzò con un boccone: per la miseria, quell'uomo era una statua greca!

Deglutì e, per darsi un tono, cercò qualcosa di spiritoso da dire.

"Finalmente posso vedere bene quei tatuaggi", proferì, involontariamente strascicando un po' le parole perché aveva la bocca completamente secca.

Kono li aveva già visti in altre occasioni, ad esempio quando si erano tuffati assieme nelle acque del porto di Honolulu per ispezionare un furgone che era stato precipitato dal molo nel tentativo di farne perdere le tracce, per cui non li degnò di una seconda occhiata; mentre Kalei ne fu incuriosita:

"Che cosa rappresentano, Steve?"

"Oh...", cominciò il comandante di Marina, non particolarmente sorpreso dalla domanda perché nella cultura hawaiana i tatuaggi sono molto importanti e ricchi di significato, "Questo", indicò la spalla destra, dove si vedeva un volto di donna circondato da eleganti forme serpentine, "è un omaggio al disegnatore svizzero Hans Giger, che ammiro molto; è l'autore dell'alieno del famoso film Alien – sapete, quello con Sigourney Weaver. Quest'altro invece", e indicò la spalla sinistra, dov'era tratteggiato un fiore di loto ed un uomo in meditazione, "simboleggia l'io interiore."

"Interessante", commentò Kalei, indicando il tatuaggio floreale che ornava la parte alta del suo braccio destro, "Questi sono ohi'a lehua, i fiori sacri a Pele, la dea mia patrona."

"Chi è Pele?", domandò Grace, confermando la sua natura curiosa. Kalei le sorrise:

"È la dea hawaiana dei vulcani, del fuoco, della collera e della passione", spiegò, "allo stesso tempo distruttrice e creatrice: distrugge, perché la lava annienta tutto ciò che le si para davanti; ma anche crea, perché dopo il suo passaggio c'è nuova terra fertile che ben presto viene colonizzata da piante e da animali. Ad esempio, lo sai che il vulcano Kilauea erutta ininterrottamente del 1983 e da allora ha accresciuto l'isola di Hawaii di ben 70 acri?"

Grace sgranò gli occhi e dimenticò di mangiare, tanto era affascinata alle parole della donna anziana.

"E dove abita, Pele?", volle sapere.

"Proprio nel Kilauea", rispose Kalei, "anche se spesso gira per le isole, a volte come una bellissima giovane donna, altre volte come una vecchia megera incartapecorita. Quando la si incontra bisogna mostrarle il dovuto rispetto, altrimenti si rischia la sua collera, e non è piacevole aver a che fare con l'ira di Pele... Una delle cose che la fa più arrabbiare è quando qualcuno ruba i cristalli verdi che vengono chiamati Lacrime di Pele; si dice che la disgrazia si abbatterà sul ladro, fino a quando non deciderà di restituire il maltolto. Quei cristalli possono essere custoditi solo da persone speciali come i kahuna, che possono donarli a chi ritengono degno di tale onore, oppure li usano per curare determinati disturbi o per allontanare gli influssi negativi."

"Ma come si riconosce Pele?", incalzò Grace, del tutto rapita dal racconto.

"Non sempre è facile, perché a volte le piace non farsi riconoscere", rispose Kalei, "ma si arrabbia lo stesso se non le si mostra deferenza. Quindi, per non sbagliare, tu sii sempre educata con le donne che incontri; ma se ti trattano male, allora saprai che non possono essere Pele, che contraccambia sempre il rispetto col rispetto, e quindi potrai rispondere a tono."

Ormai anche quella portata era stata consumata, ed a quel punto l'anziana principessa hawaiana si rivolse alla figlia:

"Mia cara, hai offerto una festa nel nostro stile tipico, ma manca ancora una cosa per renderla davvero perfetta..."

Leilani aggrottò la fronte, d'un subito preoccupata: qual era la critica che sua madre le stava rivolgendo? Non le sembrava d'aver dimenticato niente, aveva curato non solo il menù – a cui faceva difetto ancora il dolce – ma anche le stoviglie, la decorazione del tavolo, i lei, la musica...

Vedendola accigliarsi, Steve pensò che era proprio irresistibile. Poi, ritenendo che il pensiero fosse sconveniente nei confronti di una subalterna, lo scacciò, senza accorgersi che si stava accigliando anche lui. Se n'accorse invece Kono, notando che l'espressione dei due era identica, praticamente speculare, come l'aspetto femminile e maschile di una stessa entità. Quella constatazione la colpì fortemente, ma durò solo lo spazio di qualche attimo, perché quasi subito i tratti del volto di Leilani tornarono a distendersi mentre la comprensione la illuminava:

"Parli della danza, mamma?"

Kalei annuì sorridendo.

"Dovete sapere che la mia Leilani è una bravissima danzatrice di ha'a", rivelò ai suoi colleghi, "Non la hula per i turisti", specificò, "ma proprio la danza sacra hawaiana, quella da cui la hula è derivata e di cui, per così dire, rappresenta il lato commerciale."

"E che differenza c'è?", domandò Danny, incuriosito.

"La ha'a esisteva prima che gli europei trovassero le Hawaii, nel 1820", spiegò Kalei, "Veniva eseguita da uomini e donne in onore di Pele, ma anche delle sue sorelle Laka, dea della foresta, e Hi'iaka, dea delle nuvole, e di altre divinità femminili e maschili. Chi danza la ha'a narra una storia, un mito, una leggenda. Può essere un racconto di guerra, d'amore, d'amicizia, ma ha sempre un significato, sebbene sia importante anche l'aspetto del divertimento. Per imparare la ha'a occorrono anni di studio serio ed impegnato, perché ogni gesto, ogni movimento dev'essere perfetto per assumere il suo vero significato. Alla fine dell'esecuzione, i danzatori lasciano le loro lei sull'altare della divinità, come offerta."

"Se la danza moderna, la hula, è bella", aggiunse Chin, "la danza antica lascia un battito nel cuore e un sussurro nell'anima. Anch'io, da ragazzo, ho studiato per due anni la ha'a", rivelò.

Tutti gli occhi si puntarono su Leilani, che ricambiò gli sguardi. Quello azzurro di Danny era colmo di aspettativa, quello bruno di Grace di meraviglia, mentre quello di Steve era... indecifrabile. Kono e Chin invece sembravano semplicemente intrigati.

"Non era in programma", ammise la padrona di casa, "ma dato che mia madre vi ha spifferato la cosa, se insistete..."

Lasciò la frase in sospeso, e Danny esclamò:

"Certo che insistiamo! Vero ragazzi?"

"Sì, sì!", gridò Grace. Gli altri annuirono con entusiasmo, anche Steve. Leilani allargò le braccia in un gesto di resa:

"Va bene, d'accordo allora. Mamma, dato che è tutta colpa tua, adesso intratterrai tu gli ospiti finché mi preparo e cerco la musica adatta."

"Ma certo!", rise Kalei, per niente imbarazzata per aver spiattellato un talento della figlia di cui andava fiera – lei stessa era un'ottima danzatrice di ha'a, ma Leilani la superava, e di molto.

Leilani si prese un momento per riflettere, poi parve prendere una decisione e disse:

"Bene. Allora, dato che prima hai parlato di Pele, narrerò la storia di Pele, Hi'iaka e Lohiau; a te il compito di raccontarla."

Mentre la padrona di casa abbandonava momentaneamente il convivio, Kalei narrò quindi la vicenda che di lì a poco sarebbe stata rappresentata in forma di danza:

"Hi'iaka era la sorella favorita di Pele, che la trasportò da Tahiti alle Hawaii in forma di uovo e la covò fino a quando non nacque. Un giorno, Pele si recò ad una festa a Kaua'i dove incontrò un giovane capotribù di nome Lohiau, del quale si innamorò. Quando tornò a casa, Pele si rese conto di volerlo come compagno e decise di mandargli un messaggio affinché andasse da lei. Hi'iaka si offrì volontaria per il pericoloso viaggio, a patto che Pele proteggesse il suo bosco sacro di alberi lehua e la sua amica Hopoe, che vi dimorava. Pele acconsentì, ma pretese che Hi'iaka ritornasse con Lohiau entro quaranta giorni, e soprattutto che non si azzardasse ad innamorarsi di lui o anche solo ad abbracciarlo – Pele è molto gelosa, dovete sapere. Il viaggio di Hi'iaka fu molto pericoloso e pieno d'avventure, come tempeste, incendi, battaglie con i kupua, i demoni delle foreste isolane. Quando alla fine riuscì a raggiungere Kaua'i, Hi'iaka trovò Lohiau morto di desiderio per Pele. Poiché era una dea, fu capace di rianimarlo con canti e preghiere, ma non riuscì a tornare da Pele entro i quaranta giorni pattuiti. Pele, temendo che Hi'iaka l'avesse tradita tenendo per sé il bel capotribù, si adirò terribilmente e non solo distrusse la foresta sacra della sorella, ma uccise anche la sua amica Hopoe, tramutandola in pietra. Quando Hi'iaka tornò e vide la sua amica morta e il suo bosco devastato, si vendicò di Pele abbracciando Lohiau. In rappresaglia, Pele inviò ondate di lava contro la coppia: Hi'iaka non subì alcun danno, ma Lohiau venne ucciso dalla lava. Nuovamente, Hi'iaka lo rianimò, in tal modo riportandolo in vita per la seconda volta. Pele si pentì delle sue azioni contro la foresta e l'amica della sorella, e decise di lasciare a Lohiau la scelta. Lohiau, durante il lungo e pericoloso viaggio da Kaua'i, era giunto ad amare e ad ammirare immensamente Hi'iaka per il suo coraggio, la sua lealtà, la sua gentilezza e la sua bellezza, e così fu lei che scelse per moglie, riportandola a Kaua'i con lui."

Jake, Kono e Chin conoscevano bene la leggenda, mentre Steve solo in modo vago; Danny e Grace, invece, non la conoscevano affatto e ne rimasero incantati, specialmente la bambina, che era rimasta ad ascoltare Kalei con occhi sgranati e sguardo intento.

"Che bella storia...", mormorò alla fine, "E Leilani ce la racconterà danzando?"

"Proprio così", confermò l'anziana principessa hawaiana, "Non avrà compagni e dovrà far tutto da sola, ma l'ho già vista farlo e se la caverà."

"Io posso fare Lohiau", disse Chin all'improvviso, "Non sono molto bravo, ma posso farle da spalla."

"Fantastico!", approvò Kalei, "In tal caso, io sarò Pele."

In quella tornò Leilani; si era adornata polsi e caviglie con delle piccole ghirlande, ricavate da due lei che aveva preparato in più per gli ospiti, oltre a quelle che già indossava prima attorno alle tempie e al collo. In mano teneva un telecomando.

Kalei le disse dell'offerta di Chin per interpretare Lohiau, mentre lei poteva fare Pele.

"Benissimo!", Leilani fu lieta d'accettare, "Sarà molto più bello, rappresentato in tre. Steve", chiamò, porgendogli il telecomando, "quando ti faccio cenno, puoi far partire il CD?"

"Ma certo", assentì lui.

Spostarono il tavolo e le sedie per far largo ai danzatori; Chin si tolse i sandali, poi raggiunse Leilani e Kalei nello spazio libero. Seguendo le istruzioni di Leilani, si posizionarono, ed a quel punto la giovane donna fece segno a Steve di par partire lo stereo.

La musica sorprese Danny e Grace, abituati a chitarre e ukulele, al cui suono si ballava la hula; ma al tempo della ha'a questi strumenti non esistevano, c'erano solo tamburi e sonagli, quelli che si sentivano ora, che creavano una musica più primitiva, di grande suggestione. Compresero subito quel che Chin aveva voluto dire con la frase lascia un battito nel cuore e un sussurro nell'anima.

Kalei iniziò a muoversi con grazia, descrivendo il viaggio di Pele verso Kaua'i, dove avvenne l'incontro con il bel capotribù Lohiau. Chin danzò con lei, i movimenti maschili assai più energici di quelli femminili. Poi Pele se ne andò e Lohiau si disperò; tornata a casa, Pele espresse il suo desiderio per il giovane, ed infine entrò in scena Leilani. Steve vide subito la differenza rispetto allo stile di Kalei: se la madre era brava, la figlia era eccezionale, non solo nella tecnica, ma anche nell'espressività; danzava perfino coi capelli... quei lunghissimi capelli lucidi e morbidi come fili di seta nera... non l'aveva mai vista prima coi capelli sciolti...chissà come sarebbe stato infilarci le mani...

Steve si riscosse con un sussulto da quei pensieri sconvenienti e tornò a concentrarsi sulla danza. Hi'iaka dunque partì alla volta di Kaua'i, incontrando e superando molti ostacoli; Steve fu particolarmente impressionato dalla sua lotta contro un kupua, perché di colpo le movenze aggraziate della danza si trasformarono in micidiali mosse di combattimento. Sconfitto il demone, Hi'iaka riprese il viaggio, fino a giungere alla bellissima isola di Kaua'i, dove trovò Lohiau morto di struggimento per Pele. Lo rianimò e lo portò con sé dalla sorella, ma era in ritardo, e quando trovò il proprio bosco sacro distrutto e la sua cara amica Hopoe trasformata in pietra, la sua ira fu terribile, e Leilani l'espresse con grande vigore. Poi venne l'abbraccio con Lohiau e la reazione furibonda di Pele. Chin cadde, simulando intensamente la propria morte nella lava, ma Hi'iaka lo richiamò in vita e Pele, pentita, gli concesse la facoltà di scegliere tra di lei e la sorella. Lohiau, oramai innamorato di Hi'iaka, le chiese di sposarlo e lei accettò, ed infine i due si congedarono da Pele per tornare a Kaua'i. Leilani concluse da sola la danza, mimando la gioia di una vita condivisa con il compagno della propria vita.

Alla fine, Steve, Danny, Grace, Kono e Jake applaudirono ammirati.

"Sei bravissima!", le gridò Grace, balzando in piedi e saltellando, "Voglio imparare anch'io!!!"

"Ehm, Grace, non so se sia possibile per una haole imparare la ha'a...", fece Danny, titubante.

"Certo che sì", ribatté Leilani, con lieve affanno. Un leggero velo di sudore le ricopriva il volto, le spalle e le braccia, e Steve non riuscì ad evitare di raffigurarsi un motivo ben diverso dalla danza per cui potesse essere sudata, e in un flash vide loro due a letto insieme... La sfacciataggine di quel pensiero lo obbligò a distogliere lo sguardo, sicuro che se lei lo avesse guardato negli occhi, avrebbe capito quanto intensamente in quel momento lui la voleva. Meno male che i bermuda larghi mimetizzavano la tensione all'inguine che si era improvvisamente manifestata...

Leilani non si accorse di niente, concentrata su Grace che, alla notizia che avrebbe potuto imparare la ha'a, aveva esultato; se n'accorse invece Kalei, che vide gli occhi di Steve incupirsi di desiderio fino ad assumere una tonalità di blu molto profonda. La sua espressione quasi di panico, mentre distoglieva quegli occhi ardenti come i lapilli di Pele da sua figlia, disse alla donna più anziana che non si trattava solo di desiderio fisico: quell'uomo era sul punto di innamorarsi di Leilani, ma per qualche motivo temeva quel sentimento, o lo disapprovava. Kalei ne fu sconcertata: per gli hawaiani, non c'era niente nella vita di più bello o rilevante dell'amore, e per loro abbandonarsi a quel sentimento era naturale come respirare; se accadeva di non essere contraccambiati, ebbene pazienza, amare era importante quanto essere amati e non c'era niente di male in un amore non corrisposto, anche se significava sofferenza. Aver paura o disapprovare l'amore quindi era qualcosa di totalmente alieno alla mentalità hawaiana. Ma capire uno haole a volte era davvero impossibile, e lei ci aveva rinunciato molti anni fa, limitandosi ad accettare Jake e gli altri così com'erano.

"Vado a rinfrescarmi", annunciò Leilani, "Mamma, Chin, se avete bisogno anche voi, il bagno degli ospiti è a vostra disposizione."

Kalei, che non aveva fatto grandi sforzi, declinò, mentre Chin disse che avrebbe approfittato dell'offerta, così lui e Leilani si eclissarono per alcuni minuti.

Chin tornò quasi subito ed aiutò gli altri a rimettere al suo posto il tavolo e le sedie, spostati per fare spazio alla danza. Quando si sedette nuovamente, Danny, che già si era complimentato con Kalei, fece altrettanto col collega.

"Però, un abbraccio così dalla nostra Leilani lo vorrei anch'io!", commentò poi scherzosamente, riferendosi all'amplesso tra Hi'iaka e Lohiau visto nella danza. Anch'io, pensò Steve, ma fu ben attento a non dirlo. Ovviamente, per rispetto a Grace avevano parlato di abbraccio, ma in realtà i due personaggi mitologici avevano fatto l'amore.

Al commento di Danny, Kono lanciò involontariamente un'occhiata a Steve e gli vide l'espressione di pietra che assumeva quando non voleva lasciar trapelare le proprie emozioni. Accidenti, la cosa si stava facendo seria: entrambi – sia lui che Danny – erano chiaramente attratti da Leilani, e che lei fosse una loro collega peggiorava ulteriormente la faccenda. Se i due fossero diventati rivali in amore, anche a dispetto di Leilani che sembrava non aver particolare inclinazione per nessuno dei due, la squadra poteva uscirne distrutta. Kono era preoccupata, ma non poteva farci assolutamente niente.

"Allora impara anche tu la ha'a!", rise Chin in risposta alla battuta di Danny, del tutto ignaro delle tensioni sentimentali esistenti nel team.

"Figurati, per il ballo sono proprio negato...", si lamentò il detective con un sospiro, "Al ballo annuale della polizia faccio sempre da tappezzeria..."

Poco dopo Leilani era di ritorno, senza i bracciali e le cavigliere. Portava un vassoio con piatto da portata, otto piattini abbinati e forchette da dolce.

"Kulolo", annunciò, posandolo sul tavolo, "un dessert a base di farina di cocco e di latte di cocco con zucchero di canna", spiegò, sempre a beneficio di Danny e Grace. Il dolce era squadrato ed assomigliava vagamente al brownie statunitense; Leilani tagliò otto fette e le distribuì ai commensali. Dopo il primo assaggio, Grace ne prese un secondo e poi un terzo, con entusiasmo crescente.

"È più buono del gelato al cioccolato!", dichiarò poi con decisione. Danny diede mostra di grande sorpresa:

"Ma se il gelato al cioccolato è da sempre il tuo dolce preferito!", trasecolò.

"No, d'ora in avanti è questo... kolo."

"Kulolo", la corresse Leilani sorridendo, "Grazie, sono molto lusingata."

"È davvero eccellente", dichiarò Steve, "E tieni conto che non vado particolarmente matto per le cose dolci."

Se la reazione di Grace l'aveva lusingata, quella di Steve le annodò la lingua.

"Ah... grazie, sono senza parole", ammise, nascondendo abilmente il proprio turbamento con un sorriso disinvolto.

Finito il pranzo, Danny e Grace vollero a tutti i costi aiutare Leilani a sparecchiare, e alle sue proteste intervennero anche gli altri cinque commensali, che decisero di dare una mano nonostante la sua opposizione. Fu così che in quattro e quattr'otto tutto fu rigovernato e messo via, con la padrona di casa che non poté far altro che dirigere le operazioni, tra grandi risate e battute divertenti. Alla fine servì a tutti gli adulti del caffè shakerato freddo, ovviamente della migliore qualità hawaiana, che fu il perfetto coronamento di un pasto da tutti giudicato squisito.

I genitori di Leilani furono i primi a congedarsi, seguiti da Chin e Kono, poi da Steve, Danny e Grace.

"Grazie per il bellissimo pomeriggio", disse Danny sorridendole, "Spero ci siano altre occasioni."

"Sì, sì!", strillò Grace, "Ancora kulolo, eh, Leilani?"

La donna rise:

"Ma certo! Ti preparerò kulolo ogni volta che verrai a trovarmi, va bene?"

"Okay!"

Si salutarono sul portico, mentre Steve indugiava.

"È stato davvero un gran bel pomeriggio", dichiarò, "È bello vedere che la nostra squadra, più che un team di lavoro, è quasi una famiglia, non trovi?"

"Sono d'accordo", assentì Leilani, "Anche a Los Angeles eravamo un gruppo ben affiatato. Non sarei mai andata via, se non fosse stato per l'opportunità di tornare nelle mie isole."

Steve annuì a sua volta:

"Hai ragione, non c'è niente come casa propria. Io ho girato tutto il mondo per il mio lavoro, ma tornavo sempre a casa volentieri...", si interruppe, ricordando che quella casa, adesso, era vuota: sua madre Doris era morta da diversi anni, mentre suo padre era stato ucciso poco più di diciotto mesi prima. Nessuno lo aspettava più, a casa, se non occasionalmente sua sorella Mary Ann, quando veniva a trovarlo... A volte, la sera quando rientrava e udiva solo il suono delle onde che si frangevano pigramente sulla spiaggia a poche decine di metri dalla casa, sentiva il peso schiacciante della solitudine, specialmente da quando Catherine era uscita dalla sua vita...

Si rese improvvisamente conto che erano settimane che non pensava più a Catherine, ed il pensiero gli fece aggrottare la fronte. Già, perché i suoi pensieri erano colmi di un'altra presenza... quella della donna che gli stava di fronte in quel preciso istante.

Leilani lo vide aggrondarsi e si inquietò, come il primo giorno di lavoro; tuttavia aveva imparato, nel corso degli ormai quasi tre mesi che lavorava per la Five-0, che Steve assumeva spesso quell'espressione corrucciata non perché era arrabbiato, ma perché era preoccupato o anche solo pensieroso, così scacciò subito l'apprensione che l'aveva colta.

"Ma a proposito di casa", continuò Steve, mentre la sua fronte tornava ad appianarsi, "ormai ho finito le riparazioni, e la tua festa oggi mi ha fatto venir voglia di farne una anch'io. Non sono bravo con la cucina tradizionale hawaiana, ma me la cavo egregiamente col barbecue."

Le riparazioni alla sua casa, le aveva raccontato Danny, si erano rese necessarie dopo una furibonda sparatoria tra la squadra e gli sgherri venuti ad uccidere un ex generale di un Paese del sud-est asiatico che aveva chiesto asilo politico agli Stati Uniti; Steve aveva dato ospitalità al generale, a sua moglie e a suo figlio, un bambino di otto anni, e si era ritrovato in giardino i sicari mandati ad ammazzarlo. Ne era nato un violento conflitto a fuoco che aveva provocato non pochi danni alla sua casa, ma fortunatamente sia i membri della Five-0 che i loro protetti ne erano usciti indenni. La vicenda era accaduta un paio di mesi prima dell'arrivo di Leilani nella Five-0.

"D'accordo, sono curiosa di provare le tue bistecche", dichiarò Leilani. Sapessi quali tue bistecche mi piacerebbe provare... Quel pensiero impudente si affacciò alla sua mente senza che potesse far niente per reprimerlo, ma riuscì a non muovere alcun muscolo della faccia. Se l'avesse fatto, lui avrebbe sicuramente capito tutto.

"Ci vediamo domani in ufficio", si congedò Steve. Leilani si limitò ad annuire con un sorriso franco che nascondeva perfettamente la sua agitazione. Con un ultimo cenno di saluto, l'uomo scese le scale del portico, salì sul pickup e partì; lei rimase a guardare finché non scomparve in fondo al vialetto.

Secondo la mentalità hawaiana, non ci sarebbe stato assolutamente niente di male se gli avesse fatto capire di essere disponibile per lui, ma c'erano due problemi: primo, per quanto nato e cresciuto nelle isole, Steve rimaneva uno haole, e gli haole avevano idee parecchio più complicate su amore e sesso rispetto agli hawaiani; secondo, aveva appena capito di essersi innamorata. Quel che provava per il bel comandante di Marina non era solo attrazione fisica; oh certo, quella c'era, e pure in buona dose, ma non era tutto. Nei mesi trascorsi da quando aveva iniziato a lavorare per la sua task force, lo aveva visto in ogni salsa possibile: agitato, rilassato, formale, scherzoso, in azione, a riposo, rigido, accomodante, serio, sorridente, spietato, amabile, furioso, disteso, esausto, concentrato, svagato, arrogante, simpatico...Non mancava mai di rispetto ai suoi colleghi, neppure quando era irritato perché qualcosa non andava come voleva; e sotto la corazza dura ed insensibile dell'uomo d'azione, celava gelosamente un cuore tenero e generoso.

Era proprio il cavaliere senza macchia e senza paura della favole.

E lei era una principessa, no?

Ma va là, si disse seccata, che idiozia sarebbe, questa? Torna coi piedi per terra!

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