Capitolo V: Inviti
Capitolo V: Inviti
Una decina di giorni dopo – era un lunedì mattina – Leilani diede un annuncio ai suoi colleghi che, rapidamente, stavano diventando nuovi, cari amici:
"Finalmente ho finito di sistemare casa! Mi piacerebbe fare una festa per inaugurarla, che ne dite?"
"Certo!", accettò subito Danny, "Quando?"
"Se siete tutti liberi, pensavo a domenica prossima", propose la giovane donna.
"Questo fine settimana ho Grace...", fece il detective. Leilani aveva avuto modo di conoscere la figlia di Danny un paio di settimane prima, quando aveva incrociato il collega con la figlia sulla spiaggia di Waikiki; avevano simpatizzato subito, si erano messe a chiacchierare, ed era finita che erano andati a prendere un gelato tutti e tre insieme. Così, non ci pensò due volte a dire:
"Porta anche lei! Ci saranno anche i miei genitori, e mia madre adora i bambini."
Danny s'illuminò:
"Grazie, allora contaci tutti e due."
"Conta anche me", disse subito Chin. Kono si strinse nelle spalle:
"Io avrei un impegno, ma lo posso rimandare senza problemi."
"Grazie, sei gentile", le sorrise Leilani, volgendosi poi all'ultimo del gruppo, "E tu, Steve?"
"Ma certo", accettò lui annuendo, costringendosi a non mostrare tutto il proprio entusiasmo, ancora una volta compreso nel ruolo del capo, "Dove hai trovato casa?"
"A Kailua, vicino a Kalaheo Park."
Le sopracciglia di Steve volarono in alto:
"Anch'io sto a Kailua, nella zona del Beach Park!"
"Sul serio?", trasecolò Leilani, "Allora abitiamo a meno di dieci minuti di distanza!", scosse la testa, "Beh, dopotutto Oahu non è poi così enorme, Los Angeles è molto più grande... Allora siamo d'accordo?"
Tutti annuirono.
"Se però arriva un caso...", osservò Steve in tono di avvertimento: se succedeva, il programma saltava.
"Allora rimanderemo, è ovvio", concluse Leilani per lui, "Non preoccuparti, so bene che il nostro lavoro è così."
"Bene", annuì Steve, "Ho solo voluto puntualizzare, per ogni evenienza."
La domenica mattina, Leilani si mise all'opera di buon'ora a cucinare piatti della tipica cucina hawaiana moderna. Verso le undici squillò il telefono e Leilani rispose:
"Rivelli."
"Ciao Leilani, sono Sheila."
"Sheila, tesoro!", la salutò la giovane donna, con piacere, "Come stai?"
"Magnificamente", rispose la sua vecchia amica dei tempi del liceo, "E tu? Come procede la nuova casa?"
"La inauguro oggi coi miei e con i colleghi di lavoro", rispose Leilani, "Sto cucinando."
"Ah! E a me, non mi inviti?!"
Leilani rise al tono offeso, che sapeva finto, di Sheila.
"Ho intenzione di fare un'altra festa con i miei amici più cari, te e Nahele in testa, ovviamente."
"Ah ecco, volevo ben dire!", rise l'altra, "Ma, a proposito di Nahele... abbiamo fissato la data del matrimonio."
"Bene!", esultò Leilani, "Finalmente... Allora, quando?"
"Il 7 aprile prossimo."
"Tra circa due mesi e mezzo", contò Leilani, "Matrimonio tradizionale hawaiano o un matrimonio formale?"
"Un misto tra i due", rispose la sua amica, il sorriso evidente nella voce, "Ho sempre sognato l'abito bianco e non potrei rinunciarci, ma l'acconciatura sarà hawaiana e sarò senza scarpe, perché intendiamo celebrare la cerimonia sulla spiaggia, al Sunset Beach Park. Sei invitata, naturalmente, e porta pure un cavaliere."
Leilani fece una smorfia:
"Sarà difficile, tutti gli amici che avevo qui un tempo si sono sposati o hanno almeno la fidanzata, figurati..."
"Beh, pensaci e fammi sapere, non c'è fretta", dichiarò Sheila, "Ora ti lascio alla cucina, buona domenica!"
"Altrettanto, Sheila, e salutami Nahele."
Nahele Raymonds era il fidanzato storico di Sheila, hawaiano originario di Molokai. I due si erano presi, mollati e ripresi un numero imprecisato di volte, ma quando due anni prima Sheila aveva avuto un brutto incidente in macchina ed era finita in coma, Nahele si era precipitato al suo capezzale – anche se al momento erano sfidanzati – e non si era più mosso di lì, vegliandola quasi ininterrottamente, parlandole e cantando e suonando la chitarra e leggendole i suoi romanzi preferiti per giorni e settimane; le ripeteva incessantemente che lei era la sua lady e che lui era il suo uomo e che doveva tornare da lui. Dopo quasi tre mesi, la donna si era risvegliata, e da allora non si erano più lasciati. E adesso, dopo aver finalmente capito che il sentimento che li univa era più forte di qualsiasi differenza di carattere, e dopo una lunga riabilitazione affrontata insieme e che aveva avuto pieno successo, si erano decisi al grande passo. Leilani era davvero molto contenta per i suoi due amici di gioventù.
Mentre la carne finiva di cucinare nella pentola di coccio, la giovane donna preparò la tavola sul terrazzo ombreggiato da un grande gazebo, cospargendolo di petali di fiori colorati. La cucina hawaiana non prevedeva alcolici come vino o birra, solo acqua e succhi di frutta tropicale, ma per incontrare i gusti di tutti Leilani aveva messo in frigo anche queste due bevande.
Finito con la tavola, tornò in cucina e completò la preparazione del cibo, poi sistemò un CD di musica hawaiana nel lettore: aveva sistemato all'esterno due piccole ma potenti casse collegate allo stereo, in modo da far sentire la musica anche sul terrazzo mentre pasteggiavano.
Chissà se a Steve piacerà la mia casa...!
Come le venne in mente l'attraente capo della Five-0, la giovane donna sospirò: non era una buona idea perdere la testa per un tipo come quello, un maschio alfa, super fico e consapevole di esserlo, uno che sapeva di poter avere qualsiasi donna su cui avesse posato gli occhi semplicemente schioccando le dita. Non che lui se ne approfittasse, a quanto le era stato dato finora di vedere: non lo aveva mai visto provarci con nessuna. Al contrario di Danny, pensò, e le venne da sorridere: sembrava che il biondo detective originario del New Jersey ci provasse con tutte, anche con lei. Leilani reagiva scherzosamente, e lui ci stava, così spesso in ufficio era tutto uno scambio di frizzi e lazzi che divertivano l'intera squadra. A volte le capitava di scherzare anche con Chin, che rispondeva a tono, anche se meno espansivamente di Danny, e perfino con Steve, che però pareva proprio volersene stare molto sulle sue. Forse era perché riteneva che il capo dovesse mantenere le distanze. A lei dispiaceva: non era mai stata molto ligia alle convenzioni, ma evidentemente Steve lo era.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top