Capitolo III: Problemi reali e complicazioni potenziali
Capitolo III: Problemi reali e complicazioni potenziali
Due giorni più tardi cominciò ad arrivare ogni sorta di materiale elettronico, quasi tutto di due o perfino tre generazioni più avanzato di quanto si trovava in commercio normalmente. Per quasi quindici giorni fu un continuo viavai di facchini e di tecnici installatori, che crearono non poco disturbo al resto della squadra. Un pomeriggio particolarmente turbolento, Steve ne ebbe abbastanza e si recò a grandi passi nell'ufficio di Leilani, il volto adombrato da una nube temporalesca. Vedendolo passare, Kono scambiò un'occhiata preoccupata con Danny e Chin, che stavano lavorando con lei nel grande ufficio centrale, ma non potevano farci niente: conoscevano il carattere irascibile del loro capo, e prima o poi anche Leilani era destinata a farne esperienza. Evidentemente, il momento era arrivato.
"Si può sapere per quanto tempo andrà avanti questo casino?", abbaiò Steve dalla soglia dell'ufficio di Leilani, spaventando a morte i due tecnici che stavano lottando per mettere in linea l'ultimo computer. Leilani si voltò di scatto e lo fulminò con un'occhiataccia, per niente intimidita, e Steve pensò che, dopotutto, forse non era stata una buona idea assumere un atteggiamento tanto aggressivo. Se ne chiese il motivo: la donna non era neanche lontanamente alta o robusta come lui, e per quanto ne sapeva, l'addestramento base dell'FBI nelle arti marziali non era in alcun modo paragonabile a quello di un Navy SEAL.
"Continuate", disse Leilani in tono pacato, rivolta ai due tecnici, poi si fece sulla porta e scostò Steve senza tanti complimenti, marciando a passi decisi verso il suo ufficio, dove entrò e chiuse le tapparelle con un gesto brusco. Sbalordito, Steve la seguì, e non appena varcò la soglia lei sbatté chiusa la porta.
"Questo casino non fa molto piacere neppure a me", esordì, in tono di voce normale ma con un sottofondo pericoloso, tanto che a Steve si rizzarono i peli delle braccia, "ma è necessario. Mi spiace se dà fastidio, sfortunatamente però è inevitabile. Comunque, se tutto va bene, domani sarò operativa."
"Ah... d'accordo", brontolò Steve, cercando di calmarsi, "Scusa se ho alzato la voce, ma non riesco più a concentrarmi, con tutto questo rumore."
"Scuse accettate", dichiarò Leilani, sempre con quel tono da far aggricciare la pelle, "ma vedi di non sbraitare più con me quando ci sono altre persone presenti. Se vuoi rimproverarmi, fallo in privato, e allora potrai urlare quanto ti pare. D'accordo?"
Il discorso poteva essere preso per una sfida alla sua autorità. Steve aprì bocca per farle una lavata di capo, perché non ammetteva un simile comportamento da nessun subalterno, ma poi lei si produsse in qualcosa di inaspettato: sorrise ed assunse un'aria contrita.
Steve richiuse la bocca.
"D'accordo", bofonchiò, accigliandosi, "Devi sapere che ho un caratteraccio e urlo con tutti, quando qualcosa non va come voglio io."
"Io so urlare più forte nelle stesse circostanze, credimi", ridacchiò lei. Il cipiglio di Steve svanì d'incanto e si ritrovò a ridacchiare anche lui.
"Oh, va bene, va bene", sbottò, "Seppelliamo l'ascia di guerra e andiamo a berci un caffè."
"Ottima idea", approvò la donna, aprendo la porta e precedendolo.
Chin, Danny e Kono guardarono sconcertati i due che si dirigevano verso il cucinino. Da come era loro sembrato che si imbarcasse la faccenda, si erano aspettati grida e strepiti, e invece niente di tutto questo, e per di più adesso i due contendenti se ne stavano andando tranquillamente a prendere un caffè insieme. I tre si scambiarono occhiate sbalordite.
"Mai visto niente di simile", borbottò Chin, stringendosi nelle spalle, "La gentile donzella che rabbonisce il leone incazzato in quattro e quattr'otto."
Kono ridacchiò:
"Mai sottovalutare il fascino femminile, cugino...!"
Questo le guadagnò sguardi sorpresi da parte dei due uomini.
"Non lo sottovaluto affatto", affermò Chin, "ma non ho mai visto Steve farsi abbindolare da una bella donna, non certo quand'è furioso. E prima era davvero furioso."
Il sorriso di Kono si allargò: a volte, l'incapacità maschile di vedere l'evidenza era proprio divertente. Quando non era irritante, beninteso.
"Diciamo che Leilani è una donna particolarmente affascinante", si limitò però a dire, preferendo sorvolare sui propri sospetti. Ossia, che Steve fosse attratto dal nuovo acquisto del loro team. Molto attratto. Quanto a Leilani, non avrebbe saputo dire: dopotutto la conosceva da appena due settimane. Era una persona molto estroversa, che rideva e scherzava con tutti, spesso flirtando imparzialmente con ciascuno dei tre uomini della squadra, senza far alcuna differenza. Se si sentiva davvero attratta da uno di loro, lo nascondeva bene.
"Concordo", affermò Danny con enfasi. Kono sollevò un sopracciglio, poi si affrettò ad impegnarsi nuovamente nel lavoro che stavano svolgendo – una statistica sul crimine negli ultimi cinque anni rapportata al territorio delle Hawaii – per non dare a vedere la sua sorpresa: all'improvviso aveva infatti capito che anche Danny era molto attratto da Leilani. Strinse le labbra: se fosse nata una rivalità tra lui e Steve, potevano venirne problemi a non finire, per la squadra. Desiderò poterne parlare con Leilani ma, primo, non era sicura al cento percento – dopotutto, poteva anche trattarsi solo di una sua impressione – e secondo, non aveva ancora abbastanza confidenza con lei. Suo malgrado, Kono dovette concludere che al momento non poteva fare niente.
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