49.
Dopo il terribile urto, lentamente e maestosamente il Southern Across sì raddrizzò scricchiolando sui flutti, mentre dai fori delle fiancate uscivano potenti getti d'acqua.
Harry si alzò in piedi stordito, la timoniera era ancora lì anche se con qualche vetro rotto.
Vide Garret tirarsi su a fatica con qualche graffio sul viso dal pallore innaturale.
Notò vagamente che l'antenna della radio era spezzata e la parte superiore era sparita.
Il portello del boccaporto si aprì.
Uno dei ragazzi sbirciò per assicurarsi che Garret e Harry fossero ancora lì e l'anziano pescatore gli fece cenno di tornare giù.
Harry si avvicinò lentamente a Garret reggendosi alla corda con le mani tremanti.
"Stai bene?" gli gridò il vecchio.
" Sì."
Harry vide che il viso gli sanguinava.
" Vado a prendere qualcosa per disinfettarti la ferita " si offrì.
" Adesso ci sono cose più serie a cui pensare " replicò Garret con tono cupo.
" Che cosa vuoi che faccia? "
" Abbiamo perso una pala dell'elica."
"Che cosa significa?"
" Se usiamo il motore a qualunque velocità finiremo tutti in mare."
"E se non lo usiamo?"
" Allora saranno le onde a farci finire in acqua."
" Beh, io so solo che se non faccio qualcosa per il tuo taglio tu finirai dissanguato."
Non voleva nemmeno pensare alle sinistre previsioni di Garret.
Non ancora.
Una cosa alla volta, decise, mentre scendeva di corsa sotto coperta per prendere la valigetta del pronto soccorso.
I ragazzi e il naufrago erano pieni di graffi e di lividi, ma senza ossa rotte e Harry fece del suo meglio per placare le loro paure, rassicurando che Garret era ancora in grado di governare la barca, poi tornò dal pescatore con il necessario per medicarlo.
" È una perdita di tempo" brontolò lui.
Harry insistette e finalmente riuscì a frenare l'emorragia.
Il vecchio intanto lo fissava negli occhi, ma Harry aveva la strana sensazione che vedesse altri occhi...occhi dello stesso colore...verde.
"La radio funziona ancora?" gli domandò.
Garret scosse il capo.
"È inservibile e l'antenna non c'è più."
Harry si accasciò sul sedile tremante.
Ormai aveva fatto tutto il possibile.
Garret rimase stoicamente al timone cercando di evitare l'ondata fatale finché poteva.
Moriremo tutti, pensò ancora Harry, eppure non riusciva ad accettare l'ineluttabilità di quel fatto.
Si chiese se Louis e Paul avessero avuto la stessa sensazione, quella notte di vent'anni prima.
"Se fosse possibile, ora manderesti un S.O.S, Garret?" chiese incuriosito.
Lui scosse lentamente il capo.
"Non lo so. Detesto mettere in pericolo la vita degli altri. Per me stesso, non lo farei mai, forse per qualcun altro."
Harry riflettè a lungo su quella risposta ricordando la sua rabbia per le vite spezzate nella burrasca di vent'anni prima.
Eppure era appena andato in soccorso di un naufrago, rischiando la vita di tre persone contro i suoi stessi principi.
"Esiste una lontana possibilità che la guardia costiera vengo a soccorrerci" disse il vecchio in tono brusco. "Puoi pregare per questo, se vuoi, anche se i rilevamenti radar in queste condizioni sono quasi impossibili."
Gli stava offrendo un esile filo di speranza, ma Harry intuiva che lui non ne nutriva alcuna.
Li avrebbe tenuti a galla il più possibile, combattendo fino all'ultimo contro il mare che era stato la sua vita e quasi certamente sarebbe stato la sua tomba.
"Mi dispiace per averti contraddetto" dichiarò di impulso Harry. "I ragazzi avrebbero desistito se io non li avessi appoggiati, ma..."
"Sì, capisco" lo interruppe Garrett stancamente. "Sai, per tutti questi anni mi sono pentito di non essere andato con loro quella notte di tempesta, anche se era un suicidio. Fu l'orgoglio, non la paura a fermarmi, ma è duro vivere ricordando e pensando che avresti potuto fare qualcosa."
" Chi era Paul Macauley per te? " gli chiese Harry, ancora ansioso di sapere, anche se probabilmente ormai non gli serviva più a nulla. "Chi era?"
" Era mio nipote ed era tutta la mia famiglia."
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