39.


" Non sono mai stato un burattino. Hai semplicemente scelto la persona sbagliata, Louis" rispose in tono accorato Harry.

Subito però il suo innato amor proprio prese il sopravvento, conferendo più forza alla sua voce.

" Posso anche fallire, ma non voglio essere il capro espiatorio di un fallimento, nè ora né mai."

Louis annui, tuttavia nei suoi occhi c'era ancora la stessa espressione diffidente quando gli si avvicinò.

Harry trattenne il fiato, ansioso di scoprire che cosa stesse per succedere.

Louis allungò una mano e gli prese con dolcezza il mento, sollevandolo un poco, poi lo scrutò intensamente negli occhi come per leggergli nell'animo.

"Le tue ambizioni sono davvero così importanti, Harry? La tua sete di successo è tanto forte da..."

" No!" esclamò lui in tono di angosciosa protesta. " Ma non capisci, Louis? Voglio solo fare qualcosa per te!"

" Per me?" ripetè lui come se quelle parole gli fossero totalmente estranee, poi con un moto di frustrazione liquidò l'argomento. " Sai benissimo che cosa voglio da te, Harry. Questo è solo un altro dei tuoi abili trucchi."

" Non è vero! Tu mi hai dato la possibilità di trasmettere il documentario su Haven Bay, mi hai prestato lo yacht quando ne avevo bisogno e mi hai protetto dalla curiosità di Nerida. Per non parlare della Bentley e di tutto il resto. Non posso fare quello che mi chiedi, Louis. Non è giusto per me, ma voglio fare qualcos'altro per te, quindi ti prego lasciami tentare. È il minimo che possa fare per ricambiarti, ma non mi impegnerò al massimo. Te lo prometto con tutto il cuore."

Louis scrutò i limpidi occhi verdi di Harry per qualche momento.

" È in gioco una posta molto alta" asserì pacato. " Si tratta della vita di molte persone. Questa faccenda non riguarda solo me e te."

Harry deglutì, aveva la gola completamente secca.

" Allora vale la pena almeno di tentare, non credi?"

Sulle labbra di Louis affiorò un sorrisetto ironico.

" Ci sono molte altre cose per cui vale la pena di tentare, ma altre volte il gioco non vale la candela e si finisce per rimetterci."

Evidentemente per lui quello era un caso senza speranza, pensò Harry.

Si chiese se non fosse andato troppo oltre ignorando le conseguenze di un eventuale fallimento.

" Sei un uomo molto costoso, Harry Styles" sottolineò Louis. " Spero che capirai se non ti darò una buona uscita quando gli indici caleranno sotto zero."

Harry lo fissò interdetto per un secondo, assalito dai dubbi, poi d' un tratto si rese conto che gli stava dicendo di andare avanti e sentì riaccendersi il suo naturale ottimismo.

"Sono sicuro che riusciremo ad alzarli, Louis" promise serio. " E se dovessi cacciarmi nei guai chiederò aiuto a qualcuno."

" A Zachary?" Scoppiò in una risata sommessa.

"Tu e la tua famiglia" scherzò affettuosamente Louis.

Si avviò verso la porta.

" Ti ho lasciato lo stipendio di un mese sulla scrivania, ti do carta bianca e non interferirò nelle tue decisioni, ora però aspetta qui cinque minuti. Voglio tornare nella sala riunioni da solo per fare il mio discorso alle truppe. Servirà a rafforzare il tuo prestigio e a far capire che l'alternativa è sostenerti oppure uscire dal gioco, poi li lascerò a te."

" Non starai qui con me nel corso del prossimo mese?"

" È meglio che stia alla larga, altrimenti la gente potrebbe pensare che ti manovro da dietro le quinte e così perderesti ogni autorità. Vuoi fare qualcosa per me? Bene, fai pure e io spero per il bene di entrambi che tu abbia successo."

"Ma se non sarai qui come potrò contattarti?"

Lui sorrise.

" Sei sempre stato tu a farlo dal primo momento che ci siamo incontrati. Stavolta sarò io a contattarti, Harry. Quando lo riterrò necessario."

E con quelle parole enigmatiche lasciò l'ufficio.

Harry rimase a fissare la porta chiusa dicendosi che doveva esultare di gioia.

Aveva vinto la battaglia, no?

Era libero di gestire la Q2RV come voleva!

Eppure non si sentiva affatto libero e non ci teneva nemmeno ad esserlo!

Più di ogni altra cosa desiderava che Louis l'amasse tanto da voler condividere ogni cosa insieme a lui.

Guardò l'orologio.

Louis gli aveva detto di aspettare cinque minuti.

Passeggiò per l'ufficio notando vagamente quanto fosse spazioso e confortevole e al tempo stesso funzionale.

Aprì una porta e scoprì che portava ad una bella camera da letto con un bagno annesso.

Comoda, se mi toccherà restare qui ventiquattr'ore su ventiquattro, pensò, ma era anche comoda per una scena a luci rosse, se era questo che Louis aveva in mente quando l'aveva assunto.

Ricordò lo stipendio di un mese che gli aveva lasciato sulla scrivania, lo stipendio che non avrebbe mai pensato di guadagnare vista la sua carica puramente nominale.

Corse alla scrivania, aprì la busta ed estrasse un assegno con una cifra astronomica, che sarebbe stata semplicemente immorale per l'incarico di prestanome che Louis avrebbe voluto assegnargli.

Aveva fatto benissimo a cambiare le condizioni dell'accordo altrimenti avrebbe perso del tutto la stima di se stesso, ma perché lui alla fine si era mostrato così accondiscendente?

Che avesse deciso di lasciarlo stare e di rinunciare a lui?

Controllò l'orologio, i cinque minuti erano passati.

Si avviò alla sala riunioni ed entrando notò che Louis se ne era già andato, ma sarebbe tornato da lui si disse.

In caso contrario era fermamente intenzionato a cercarlo e a far breccia in qualche modo nella sua anima e ad aiutarlo a vedere la vita sotto una luce migliore.

Non lo avrebbe lasciato mai.

Non c'erano sedie vuote intorno al tavolo, solo quella di Louis e la sua.

Quando sorrise ai presenti, stavolta fu ricambiato.

Sembravano tutti ansiosi di far parte della stessa squadra e di impegnarsi al massimo per raggiungere il successo.

Harry non sedette al posto che occupava prima, prese il posto di Louis.

Per il momento avrebbe condiviso almeno quello, se non altro.

Se la storia vi piace, ricordatevi di votarla. Grazie 💙

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top