30.
Harry osservò Louis con timore misto a speranza e disse:
" Non ti voglio chiedere niente che possa crearti noie, devi credermi. Mi serve solo il Liberty in prestito per un giorno. Ecco tutto " spiegò dolcemente.
Un sorrisetto divertito affiorò sulle labbra di Louis.
" Che cosa hai in mente stavolta?"
Harry spiegò il problema dei turisti giapponesi.
" Le ho provate tutte per risolverlo " dichiarò ansioso. " Se puoi suggerirmi un'altra soluzione, tenterò, ma, capisci, è troppo importante per noi non annullare la prenotazione."
" Insomma sono l'ultima spiaggia " sottolineò Louis sorridendo con ironia.
" Esatto" ammise Harry. " Pensavo che se in questi giorni non hai intenzione di usare lo yacht...pagheremo il noleggio, se vuoi e accetteremo qualunque condizione."
Louis scosse il capo.
" Non voglio nulla da Haven Bay, tanto meno denaro. Dimmi soltanto per quando hai bisogno dello yacht."
" Domenica prossima. Ci serve per le dieci del mattino quando dovrebbero arrivare i pullman."
" Sarà lì puntuale " promise Louis senza la minima esitazione. Poi sorrise sardonico al suo sospiro di sollievo. " Non puoi gestire un'attività turistica basandosi sulla speranza, Harry. Devi avere le spalle coperte per ogni evenienza. Per queste cose ci vuole molto di più che una buona pubblicità, credimi."
" Ci stiamo organizzando " si affrettò a replicare lui. " Ma questa richiesta ci ha preso in contropiede. È stato molto generoso da parte tua, Louis. Ti sono grato per l'aiuto. Se c'è qualcosa che posso fare per te..."
La sua voce si affievolì davanti all'espressione maliziosa dei suoi occhi.
Harry arrossì.
" Lo so che non dicevi sul serio " mormorò Louis con un sorriso divertito.
" Sì, ma non...in quel..." balbettò Harry.
" Lascia stare."
Louis liquidò l'argomento con un gesto, come irritato con se stesso.
Abbassò lo sguardo e si mise a tracciare ghirigori sulla sabbia mentre Harry cercava di riacquistare il controllo.
" Ti ho sottovalutato" gli disse dopo qualche attimo, alzando gli occhi con un'espressione di obiettiva ammirazione. " Il documentario che hai realizzato era ottimo in tutti sensi."
" Il merito è soprattutto di Zachary " sì schermì Harry. " Le riprese con il mare mosso sono state una sua idea."
" Ma non sei stato tu a fare le interviste? " ribattè Louis con un sorrisetto divertito.
" Sono stato fortunato, mi trovavo al posto giusto al momento giusto."
" Certo, capisco " convenne lui. " Passavi di lì per caso."
" Più o meno." Harry ridacchiò.
" Come è successo che Zachary è diventato tuo fratello?" chiese Louis, d'un tratto di nuovo incuriosito.
" Molti anni fa mamma e papà si trovavano a New Orleans, negli Stati Uniti. Zachary era un mago degli scacchi e gente senza scrupoli lo usava per un giro di scommesse e lo picchiava se non vinceva. Aveva solo sette anni e..." all'improvviso si interruppe e lanciò un'occhiata all'armata a Louis. " Scusa, non avrei dovuto raccontartelo. Zachary non vuole che si sappia."
Louis lo fissò con una punta di malinconia nello sguardo.
" Harry, so benissimo che cosa significa avere un passato doloroso e non volerne parlare."
Gli credette subito, aveva parlato con il cuore e Harry per un attimo desiderò intensamente che gli rivelasse le tremende ferite mai rimarginate, ma era perfettamente chiaro che Louis non aveva alcuna intenzione di farlo.
Il suo viso cambiò espressione e divenne più rilassato.
" E la tua adozione come è avvenuta? Da dove vieni?"
Harry rise, lieto di riscuotere il suo interesse.
"Da un cesto trovato alle isole Figi. Mi avevano abbandonato."
" Non ti dispiace?"
" Perché dovrebbe?" Appartengo alla famiglia più bella del mondo."
Louis aggrottò le sopracciglia con aria interrogativa.
" Non ti chiedi mai chi siano i tuoi veri genitori? "
" Sì, naturalmente, ma non mi importa poi molto. Il genere umano è un' unica grande famiglia, se ci pensi."
" Preferisco non pensarci " replicò Louis con ironia. " Da quanti altri fratelli e sorelle è composta la tua famiglia?"
" Undici. Siamo una specie di multinazionale."
" I tuoi genitori devono aver avuto un gran da fare" fu il commento asciutto di Louis.
" Ci hanno insegnato sin da piccoli a badare l'uno all'altro e dovevamo anche aiutare nelle faccende. L'unione fa la forza, dicevano. Uniti si può ottenere qualunque cosa, mentre da soli non si è nessuno e avere tanto da fare non è poi così brutto."
" No, affatto."
Gli rivolse un ampio sorriso che lo rese ancora più bello.
" Sai, sembra proprio una bella famiglia."
" La migliore che esista" dichiarò Harry con fervore.
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