29.
" Perché non mi hai raccontato tutta la storia su Carol e Alan?" Louis chiese a Harry, senza voltare il capo.
Aveva visto il documentario, constatò Harry con piacere.
" Non ti interessava, Louis" gli ricordò dolcemente.
Lui si chinò in avanti, prese una manciata di sabbia e la fece scorrere lentamente tra le dita.
Harry si chiese se ora gli interessasse, se provava una certa compassione per sua sorella e suo nipote.
Anche loro erano dei sopravvissuti come lui, solo che portavano ferite molto più profonde ed evidenti di quelle di Louis.
" Che cosa è successo alle gambe di Alan?"
Era una domanda casuale, che non rivelava nulla dei suoi veri sentimenti, ma almeno non c'era ombra di cinismo nella sua voce.
" È stata una mina antiuomo in Vietnam. Lui aveva solo due anni. Da quelle parti, chi resta mutilato in quel modo viene chiamato granchio, per il modo in cui è costretto a camminare. Carol lo ha portato in un ospedale da campo dell'esercito dove mio fratello si trovava temporaneamente. Il padre di Alan era un soldato australiano, ma nessuno li voleva tenere, nè i vietnamiti nè gli australiani. L'intera famiglia di Carol era stata sterminata in un raid contro il villaggio sbagliato. Erano completamente soli e disperati fino alla comparsa di Zachary."
" Come sono diventati tuoi parenti?" volle sapere lui.
" Zachary pagò una somma enorme per farli imbarcare quando Alan fu in condizioni di sopportare il viaggio e i nostri genitori richiesero l'adozione prima che arrivassero a Darwin. Eravamo ben organizzati. Carol e Alan avevano bisogno di molto amore."
Fece una pausa, incerto se affrontare o meno quell'argomento con Louis, ma aveva bisogno di conquistare la sua comprensione così trasse un profondo respiro e proseguì.
" Ad Alan vennero messe le gambe artificiali. Fu necessario cambiarle di frequente durante la crescita. Carol voleva stabilirsi in un villaggio di pescatori, che le ricordasse il paese natale, ma soprattutto desiderava che Alan non venisse mai trattato da invalido. Era importante che suo figlio avesse una vita normale e completa e questo è più facile in un piccolo centro che non in città. I problemi nacquero in seguito. Che tipo di futuro poteva avere Alan ad Haven Bay? Bisognava fare qualcosa."
Louis scosse la testa lentamente.
Harry frenò la lingua in attesa di un commento, ma non arrivò.
Si pentì di essere andato così oltre.
Dopo quello che gli sembrò un'eternità, Louis si distese sulla sabbia appoggiato su un fianco e lo guardò.
Harry si ritrovò a fissare i tatuaggi del suo torace perché non aveva il coraggio di incontrare i suoi occhi, almeno non prima che lui parlasse facendogli capire che cosa pensava.
Louis allungò un braccio e fece scorrere le dita sul dorso della mano destra di Harry.
" Hai cambiato posto all'anello " notò, toccando il prezioso gioiello come per valutarlo.
" Sì e avrei dovuto farlo molto tempo fa. Mi dispiace che ti abbia causato tanti problemi."
Il tocco delle sue dita era come una scossa elettrica che gli saliva lungo il braccio.
Louis alzò lo sguardo e lo scrutò negli occhi.
" È un anello di fidanzamento? "
" No, lo portavo all'anulare sinistro per ricordare una sciocchezza che ho commesso. Quando me l'hanno regalato credevo che significasse una promessa d'amore."
" E invece era una semplice ricompensa " suggerì Louis con una punta di ironia.
" Qualcosa del genere."
Louis annuì e tornò ad osservare l'anello, poi ritrasse la mano riluttante, almeno in apparenza.
Harry rimase immobile, confuso.
Lui giocherellò con una piccola conchiglia sulla sabbia poi alzò lo sguardo e il suo volto nascondeva qualsiasi emozione.
" Allora, dimmi che favore vuoi da me " lo esortò brusco.
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