27.


Harry salì con cautela sulla banchina, calcolando la mossa successiva.

I suoi occhi erano fissi sul sentiero che conduceva dalla spiaggia privata alla villa.

Notò l'uomo solo quando stava per mettere in atto il piano che aveva in mente e si fermò appena in tempo.

Era disteso bocconi sulla spiaggia a prendere il sole, quindi non poteva essere un sorvegliante.

Sembrava addormentato e aveva il viso rivolto dall'altra parte.

Harry lo tenne sotto controllo per scorgere un qualche movimento, ma l'uomo rimase immobile.

Evidentemente voleva prendere un'abbronzatura integrale dato che era completamente nudo.

In quelle condizioni un confronto tra loro sarebbe stato piuttosto imbarazzante.

Si stava chiedendo come oltrepassarlo senza farsi notare, quando ebbe l'inquietante sospetto che quell'uomo fosse Louis in persona.

I capelli color miele, la statura, il fisico muscoloso al punto giusto...

Se era davvero lui e il sospetto diventava sempre più forte, sarebbe stata una perdita di tempo salire fino alla villa.

Trasse un profondo respiro.

Con il cuore in gola si incamminò lentamente sulla battigia sperando di non svegliarlo prima di averlo potuto vedere in faccia.

Era proprio lui.

Non c'erano dubbi: i suoi lineamenti erano inconfondibili.

Harry rimase impietrito per qualche momento a studiare il modo migliore per affrontare la situazione.

Il cuore gli batteva impazzito.

Per qualche strana ragione la nudità di quel corpo lo metteva profondamente a disagio ora che sapeva di chi si trattava.

I muscoli di Louis sotto la pelle abbronzata erano rilassati, ma pronti a tendersi di fronte a qualsiasi pericolo.

Probabilmente non gli sarebbe piaciuto farsi cogliere nudo al sole, non da lui, eppure Harry ormai non poteva tirarsi indietro, anzi doveva cercare di volgere quella situazione a suo vantaggio, ovviamente con la necessaria cautela.

Vide un paio di pantaloncini posati sulla sabbia ai suoi piedi, li prese piano piano, poi sedette a pochi passi da Louis, in una posizione dove lui poteva vederlo subito, aprendo gli occhi.

Quando si sentì abbastanza calmo da procedere, raccolse un sassolino e glielo lanciò nell'incavo della schiena.

Solo quando il terzo sassolino rotolò dalla sua spalla sfiorandogli la guancia, Louis si accigliò irritato.

Il quarto riuscì finalmente a fargli aprire gli occhi.

" Salve" gli disse Harry con la massima dolcezza nel tentativo di attirare la sua attenzione senza indurlo a movimenti bruschi.

Lui non si mosse.

Si limitò a fissarlo per qualche attimo con uno sguardo opaco, poi lo riconobbe.

Il suo viso si irrigidì, rilassandosi subito dopo in un sorrisetto sardonico.

" Sei un ragazzo pieno di risorse, Harry Styles."

La sua voce sensuale suscitò in lui un' improvvisa inopportuna eccitazione, ma almeno non si era mostrato ostile nei suoi confronti.

" Mi spiace averti svegliato, ma devo parlarti " annunciò in tono di scusa.

" Bene, ci risiamo" scherzò Louis piegando le braccia per alzarsi sui gomiti.

Scrutò Harry da capo a piedi notando tutti i dettagli.

I capelli ricci troppo lunghi raccolti  sul capo in un modo disinvolto, un'ampia camicetta bianca annodata in vita, gli shorts comodi dello stesso colore, le lunghe gambe abbronzate, le scarpe da tennis ai piedi.

" Sta cominciando a diventare un'abitudine " disse infine con una punta di rimprovero.

Harry cercò di staccare lo sguardo dai muscoli ora ben delineati delle sue braccia, delle spalle, della schiena, delle natiche sode.

" Hai bisogno di un asciugamano o di qualche indumento, posso dartelo se sarai gentile con me."

Louis gli sorrise con aria maliziosamente divertita.

Non era per il sole che Harry sentiva scottare la pelle.

Quell'incontro non era iniziato come sperava.

Profondamente a disagio, si ripeté che almeno Louis non sembrava arrabbiato con lui.

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