11.
Louis aprì la porta della sua cabina e fece cenno a Harry di entrare.
Lui gli passò davanti e battè le ciglia nervosamente, guardandosi intorno nell'ambiente lussuoso: rivestimenti in legno, quadri alle pareti, mobili antichi, un grande letto matrimoniale.
Udendo lo scatto secco della serratura, trasalì e si voltò d'impulso, come per fronteggiare un pericolo.
Louis Tomlinson, appoggiato di spalle alla porta chiusa, gli bloccava l'unica via d'uscita.
Non che lui volesse scappare, dato che ormai era determinato ad esporgli e a fargli approvare il suo progetto, a qualunque costo.
Louis incurvò le labbra in un lieve sorriso di scherno.
" Hai perso il coraggio, Harry Styles?" chiese.
" Perché dovrei, Louis Tomlinson?" ribattè il riccio sostenendo fiero il suo sguardo. " Io non ho nulla da nascondere. Tu, piuttosto?"
Louis scoppiò in una risata sommessa che gli fece correre un brivido lungo la schiena.
" Mio caro Harry, qualunque segreto io abbia sono fatti miei e tali devono restare."
Si allontanò dalla porta per andare a un tavolino accanto al letto.
Aprì un pacchetto di sigarette, ne prese una e la accese, poi gli indicò con la mano due poltrone.
" Siediti, parlami di te, sono curioso di conoscere la straordinaria catena di coincidenze che ti ha portato fino a me..."
Harry esitò, quasi certo che l'aria di fredda derisione che gli leggeva in viso fosse solo un mezzo per mascherare i suoi veri sentimenti.
Avrebbe preferito non mostrarsi arrendevole, ma poi rammentò a se stesso che non poteva vanificare, per puro orgoglio, tutti gli sforzi compiuti per giungere fino a lui.
Quindi decise di assecondarlo e appoggiò la giacca e la pochette su una poltrona, prima di accomodarsi sull'altra.
Sentiva lo sguardo di Louis su di sè, una sensazione che lo rendeva tremendamente consapevole del potere che il suo corpo aveva su di lui.
Cercando di tenere a freno i suoi nervi tesi, si costrinse ad alzare il viso verso di lui, mostrandosi il più calmo ed indifferente possibile.
Louis lo stava osservando con gli occhi socchiusi.
Era possibile intuire che cosa stesse pensando: il suo volto era privo di qualsiasi espressione.
" Le balenottere sono tornate ad Haven Bay " esordì nel tentativo di attirare subito il suo interesse.
Scorgendo un lampo di sorpresa nel suo sguardo, proseguì fiducioso:
" Senz'altro le ricorderai. I vecchi dicono che si radunavano sempre a Haven Bay quando eri un ragazzo, ma poi si erano quasi estinte e gli avvistamenti erano diventati sempre più rari..."
Louis si accigliò, segno che evidentemente non gli piaceva quello che stava ascoltando, ma non lo interruppe.
" Alcuni anni fa sono riapparse, sempre più numerose " incalzò Harry. " Forse perché la baia è riparata dai venti, chissà. Esistono molte teorie al riguardo. Le acque sono calde e tranquille e, comunque sia, continuano a tornare. Mio nipote Alan ne ha contate quasi 500 l'anno scorso! E la gente ora ha imparato a conoscerle e sa che fantastiche creature sono!"
Trasse un profondo respiro.
" Potremmo attirare molto turisti desiderosi di vederle, creando le infrastrutture necessarie e facendo un'adeguata pubblicità. Sono sicuro che accorrerebbero a frotte, risollevando l'economia del villaggio. È solo una questione di..."
" Soldi, no?" ironizzò Louis.
Harry chinò gli occhi e si preparò a continuare a combattere.
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