Chapter 6-Wish you weren't there

Cico oggi si era svegliato con una sensazione strana che continuava a martellare la sua nuca,come una sorta di sesto senso. Qualcosa sarebbe successo oggi,ma non sapeva se potesse essere positivo o negativo...

Gli altri avevano voluto organizzarsi per andare a mangiare qualcosa fuori,fare colazione in uno dei bar vicino a scuola,prima di incamminarsi tutti quanti verso il loro istituto. Ma aveva preferito saltare perché non gli piaceva questa sensazione,lo rendeva irrequieto. E quando era irrequieto preferiva non mangiare,il processo digestivo era più pesante del solito e non voleva rigugitare tutto. Quindi aveva optato di prendere un caffè,per fare il pieno di energia,prima di tornare all'inferno che gli avrebbe annientato la voglia di vivere per i prossimi 9 mesi. Ah la vita,sempre pronta a buttarti giù.

Sul loro gruppo WhatsApp aveva letto velocemente i messaggi degli altri. A quanto pare Lyon,che era anche colui che aveva messo in mezzo questa idea,Anna,Mario e Stefano avevano accettato. Giorgio aveva preferito evitare perché non voleva arrivare in ritardo a scuola,abbitava a 50 minuti di distanza dopotutto. Fra di loro era il più lontano dall'istituto,ci voleva almeno un ora di autobus per arrivare,se tutto andava bene ed il traffico non decideva di tormentarti.

Alex non aveva ancora risposto a nessun messaggio,e molto probabilmente il suo amico azzurro stava ancora dormendo. Si sarebbe svegliato 20 minuti prima dell'inizio della scuola,mentre si sbracciava e correva impanicato nella sua stravagante dimora per prepararsi il più in fretta possibile e sarebbe arrivato in ritardo,nonostante i suoi sforzi. Era tipico di Alex ritardare in quasi ogni occasione,poteva contare sulle dita di una sola mano quelle a cui erano arrivate in orario,e credete,non erano tante.

Uscì dal gruppo,ignorando i vari messaggi che continuavano a mandare cercando di capire dove si trovavano e a che ora arrivavano sul posto,e fece scivolare il dito sullo schermo,scorrendo i vari contatti.

La sua attenzione si fermò su un contatto particolare. Davanti a lui degli occhi gialli che riflettevano il luccichio della luna lo osservavano,a compagnato da un sorriso mozzafiato mentre dietro al ragazzo c'era un paesaggio naturalistico.

"Avrà scattato questa foto durante un servizio fotografico..."
Bisbigliò guardando meglio il volto del violetto. La pelle era più bianca del solito e sugli occhi c'era del leggero ombretto blu,chiaro richiamo all'ambiente notturno in cui era. Era seduto in mezzo ai fiori sorridente,mentre dietro di lui c'era un bosco,sopra di lui la luna risplendeva di una luce propria.

Il nome 'Stre <3 💜🐱' definiva il proprietario del numero. Aprì la sua chat per la 20esima volta nell'arco della giornata,cercando di capire o meno se scrivergli. Anche se gli aveva dato il suo numero,il viola non gli aveva ancora scritto,dalla sua parte c'era solo radio silenzio. Magari doveva fare lui il primo passo.

Iniziò a digitare un messaggio.
|Hey,che fai?
Lo guardò per un paio di secondi prima di inviarlo,tentennando.

"No...troppo scontato...proviamo con altro"
Bisbiglio mentre cancellava velocemente il messaggio.

|Ciao Stre,sono Cico! Come stai?
"No,nemmeno questo mi convince..."
Cancellò di nuovo il messaggio per poi continuare a provare altre combinazioni. Rimanendo deluso dal risultato,decise di non scrivere niente perché niente gli sembrava adatto.

Sbuffò al pensiero di passare un altra giornata senza la voce gentile e la presenza calmante del suo migliore amico. Scalciò con i piedi una pietrina che gli era davanti mentre si rimetteva il telefono in tasca e continuava la sua camminata.

Si era alzato con largo anticipo,molto probabilmente per la sensazione di agitazione che stava provando,e quindi ore aveva tutto il tempo del mondo per arrivare a scuola. La sua mente sorvolava fra le nuvole mentre pensava al viola che aveva ormai potuto riabbracciare ed avere nella sua vita.

Era passato così tanto tempo da quando si erano visti di persona,e nonostante era un suo fan accanito–cosa non si fa per raccogliere informazioni su una delle persone più importanti della propria vita–era come se fosse stato al cospetto di una persona totalmente diversa. Non sapeva cosa farsene di quel pensiero. È vero che ormai erano entrambi cambiati,ed il suo gattino non era più quello di un tempo ma...ma rimaneva lo stesso l'amaro in gola di non essere potuto stare al suo fianco durante questa crescita,la loro crescita.

Non rimpiangeva di aver fatto amicizia con Lyon e gli altri,tutt'altro,erano parte integrante della sua vita ed ognuno di loro era molto importante per lui,avevano tutti un posto nel suo cuore. Ma....ma Stre era Stre e lui era un discorso diverso. Era sempre stato tutto diverso con lui...

"Cosa vuole un animale da macello come te da nostro figlio? Fama? Popolarità? Soldi? Eccoli,prendili. Ma sta lontano da nostro figlio siamo intesi?! Non possiamo farci vedere in giro con persone così povere!"

La voce rabbiosa della madre di Stre gli tornò in mente e si fermò sul posto.
Non aveva capito al tempo del perché  li avesse definiti poveri,quando la loro situazione economica era decente. Certo,non erano ricchi,ma nemmeno poveri,erano nella norma. Solo dopo comprese che la donna non voleva avere nulla a che fare con lui perché odiava la gente normale. A quanto pare 'se non hai vestiti che se venduti sfamerebbero un popolo che sta soffrendo la fame e un titolo da idiota non le piaci',o così gli aveva detto Stre più volte.

Non era stata sua madre il problema però,ma suo padre,Dominique De Lucis. Con le connessioni nel mondo industriale,aveva chiesto un paio di favori quà e là fino a che non ha fatto andare in banca rotta la piccola agenzia in cui suo padre lavorava. Suo padre fu licenziato e dovette trovare lavoro da un altra parte. Ci riuscì in 2 mesi,ma nel mentre aveva dovuto sostenere sua sorella maggiore la famiglia,che si trovò un paio di lavori part time che pagassero abbastanza bene. Dovettero poi trasferirsi in Sardegna e da quel momento in poi aveva perso contatti con Stre.

I suoi genitori avevano mosso mari e monti per separarli,era come se si impegnasseró di più a rendere loro figlio miserabile e infelice,che tutto l'opposto. 2 psicopatici da rinchiudere in un manicomio in pratica.

Il telefono suono e Cico lo tirò fuori dalla tasca posteriore. Aggrottó le sopracciglia notando il mittente della chiamata.
"Alex? Pensavo stesse ancora dormendo..."
Scosse le spalle e decise di rispondere venendo salutato dalla voce allegra dell'azzurrino.

"Yo! Come va?"
"Fino ad un paio di secondi fa bene"
"Hey!"
"Scherzo scherzo,cosa ti serve?"
"Allora. Ho appena visto il gruppo,e gli altri volevano andare a fare colazione fuori,ma mi sono appena svegliato e loro sono già là. Non penso di farcela in tempo,ho già chiesto ha Giorgio pure ma ha detto che lo vediamo direttamente in classe. Quindi,mio caro amico,sai che ti adoro tanto tanto tanto?"
"Vai al dritto Alex"
"So che hai già declinato,ma mi accompagni a fare colazione? Ti pregoooo,pago tutto io e se non hai fame fa niente,ti compri qualcosa per dopo a scuola. Daiiii"
"Va bene,va bene. Vestiti che sto nei paragi di casa tua,ti aspetto giù"
Chiuse la chiamata velocemente mentre si dirigeva verso la via dell'amico.

Erano 15 minuti di camminata ma per com'era Alex,anche quelli non sarebbe bastati per prepararsi.
Non aveva tanta voglia di mangiare,ma cibo gratis era cibo gratis e quel caffè non si sarebbe pagato da solo.

E fú così che decise di accettare l'invito che successivamente lo avrebbe fatto capitolare in classe,in ritardo,il primo giorno.

Ora che si trovava davanti ai suoi nuovi compagni,dopo la figura fresca appena fatta,decise di andare dritto a sedersi senza concentrarsi sugli studenti. Quest'anno c'erano facce nuove, nonostante questo aveva riconosciuto Anna e Lyon nelle ultime file,Mario e Stefano nella fila dietro di loro e Giorgio che era in quella centrale,affianco ad un altro ragazzo. I suoi amici c'erano tutti,l'importante era questo.

Si sedette con lo zaino sul banco mettendoci sopra la testa,pensando a cosa stesse facendo il violetto,quando un urlo,da parte di Alex,lo fece solbazzare. Furono le parole che pronunciò però a farlo fermare sul colpo,come se fosse freddato.

"STRE?!"

Si girò di colpo verso Alex,per poi percorrere il suo sguardo che lo portò verso...la persona che stava seduta affianco a Giorgio. Storse il naso appena vidde il suo abbigliamento. Capellino grigio e mascherina nera,felpa bianca con jeans cargo a vita bassa neri e delle scarpe bianche. Per quanto stiloso fosse era così....non Stre. Dov'erano finiti i colori sfavillanti? Quel viola e rosa che tanto amava,contornate da spruzzi di porpora e indaco in un misto di vivacità?

Per un paio di secondi si chiese se Alex non avesse perso l'unico neurone funzionante nel suo cervello,per riuscire a scambiare una persona qualunque per suo cugino.
Però non c'erano dubbi,il ragazzo davanti a loro era Strecatto in carne ed ossa,la pelle pallida come la luna e gli occhi gialli luminosi che li scrutavano erano il suo marchio di fabbrica. Era riconoscibile ed inriconoscibile allo stesso modo.

Osservò l'interazione fra i due familliari,ricordando le parole di Alex di un paio di giorni fà,buttando giù della bile dal nervosismo–Fa che non succeda qualcosa di brutto,vi prego,l'ho appena ritrovato non voglio perderlo.

I due si guardarono per un paio di secondi,tensione nell'aria che diventava sempre più fitta e pesante e gli occhi di tutti quanti addosso.

Strecatto provó a parlargli ma richiuse di scatto la bocca vedendo l'occhiataccia che suo cugino ci aveva riservato,il suo sguardo era di fatto pieno di astio e rancore che se potesse seppellirlo,saperebbe già sotto 20 metri di terra.

Alex strinse i palmi della mano sudati,mentre il suo corpo rimaneva rigidamente in piedi con sguardo fisso sulla figura dell'ultima persona che voleva vedere.

"Risparmiatelo"
Il suo tono tagliente come una falce,e gelido come il ghiaccio fece abbassare il capo del violetto,sentendo un rigurgito di vergogna e senso di colpa risalire dentro le sue cavità orali.

Alex si sedette al suo posto non parlando con nessuno o dando spiegazioni,i suoi compagni di classe,quello che lo conoscevano già,si erano ristretti dal fare domande. Alex non era una persona fredda,tutto l'opposto,era vivace,solare,casinista e vederlo comportarsi così li aveva spiazzati. Non volevano però invadere la privacy personale quindi non gli avevano fatto domande.
Il professore sentendo l'aria pesante che girava nella classe decise di far cambiare argomento,portando l'attenzione degli alunni su di se,iniziando la lezione.

I suoi amici guardarono i due ragazzi preoccupati,non pensando che la situazione potesse essere così grave che Alex non riuscisse nemmeno a stare in sua presenza. Ma invece eccoli lì.
Chissà cosa poteva essere successo fra loro di così tanto problematico...

Cico strinse i palmi delle mani mentre guardava Alex con la sua visione periferica,il ragazzo in questione stava usando il telefono ignorando gli sguardi degli altri. Nonostante questi non siano affari suoi,e per quanto ne sapesse Alex poteva essere giustificato al 100% nel comportarsi così,non accettava il suo atteggiamento nei confronti di Strecatto. Non aveva fatto niente per meritarsi tutto questo.

Era la sua prima volta che comunicava con persone qualunque,senza secondi fini o tornaconti,ed era questo che succedeva il suo primo giorno? Suo cugino che lo lincia con lo sguardo appena messo piede in aula?
Storse il naso annoiato.

Voleva che fosse un esperienza piacevole per Stre,adesso che era lontano dal controllo della sua famiglia e poteva fare ciò che voleva,ma a quanto pare non era affatto così....

"Alex"
Cico richiamò la sua attenzione,mentre prendeva gli appunti di ciò che stava spiegando il professore,senza guardarlo.

"Mhm?"
Alex disse mentre lo guardò con la coda dell'occhio,continuando a scrollare con il dito i vari social media che aveva,in cerca di qualcosa di interessante che potesse distrarlo.

"Non parlare più con quel tono a Stre"
Cico gli disse secco continuando a prendere appunti.

Gli occhi di Alex si spalancarono per la sorpresa e lui si girò verso il suo compagno di banco.
"Cosa? Amico,fai realmente sul serio?"
Chiese incredulo guardandolo di traverso.

"Non sai manco cosa ho dovuto passare per colpa loro. Non sono nemmeno affari tuoi il modo in cui mi rivolgo con i miei parenti!"
Gli sbottò contro infastidito.
Chi si credeva di essere per potergli dire o meno cosa fare e come fare le sue cose? La sua relazione familliare era fragile,ed avere davanti a lui il motivo per la quale lo era,non aiutava la sua crescita personale,e di sicuro non aiutava a superare il problema.

"Sono affari miei quando Stre è coinvolto"
Cico gli rispose a sua volta,assottigliando gli occhi lanciandogli uno sguardo freddo. Alex fermò una profanità sulla punta della sua lingua,evitando di far arrabbiare di più il rosso. Quello,ma anche perché c'era qualcosa di strano nel suo sguardo,di buio e....pericoloso?
Non sapeva come descriverlo,ma non gli piaceva.

Alex roteò gli occhi e borbottò sottovoce a se stesso,per evitare che l'altro lo sentisse. Ogni volta che suo cugino era tirato in ballo,diventava stranamente protettivo. Se non era amore quello,non sapeva cos'altro fosse. Sperando che erano entrambi consapevoli di ciò....

"Cosa?"
"Niente"
"Meglio così"

Il resto della lezione la passarono in silenzio,gli eventi di prima pesavano ancora nell'aria dalla loro parte. Se da un lato Cico era felice di poter avere finalmente il suo migliore amico con se,dall'altro Alex sperava che non fosse lì,con loro,nella loro stessa scuola. O che almeno non fossero in clssse insieme,così avrebbe evitato di rivederlo.

Il mondo è davvero crudele.

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