Chapter 5-The start of a normal guy
Quando Stre si svegliò nella sua villa,una settimana dopo il fatitico e atteso incontro con Cico,poteva registrare solo una cosa:ansia.
Oggi sarebbe iniziato il suo primo giorno di scuola,in un liceo pubblico.
Ancora stentava a crederci realmente.
Lui,in un liceo pubblico,circondato da altri ragazzi della sua età. Era un miracolo che si realizzava.
Ma come ogni miracolo prima o poi sarebbe finito. Già sapeva cosa gli aspettava una volta varcata quella porta,e già sapeva che sarebbe stata un altra clausola alla sua libertà,ma ormai non gli faceva più ne caldo ne freddo.
Passò la mattinata facendo la sua solita routine mattiniera –questa volta decise di mettere qualcosa di diverso dal suo solito rosa. Voleva tastare il terreno per capire quanti e chi potevano essere contro di lui– e come colazione prese del thè caldo e una brioche.
Essendo agitato a causa della situazione,aveva optato per qualcosa di minimale,in grado di mantenerlo sazio fino all'ora di pranzo. Questo perché ogni volta che si agitava o era ansioso –e mangiava qualcosa– si sentiva sempre il rigurgito salire per la gola,che lui ricacciava dentro. Quindi si,mangiare in questo momento poteva essere un arma a doppia lama.
Una volta finito prese il suo materiale scolastico,uno zaino con dentro quaderni,libri e notebook da mettere in spalla e una piccola tracolla dove inserire il suo tablet touchscreen.
Fuori la villa una piccola limousine nera si distingueva da tutte le altre auto colorate sulle strada. Era la più piccola che la sua famiglia possedeva,proprio perché non veniva usata spesso. Se per piccola intendevano 10 metri,ma chi era lui per poter ribattere contro i suoi genitori.
Di certo a lui sarebbe andata lo stesso comodo.
Entrò al suo interno e si sedette sui suoi soffici posti.
"Signorino"
L'autista salutò abbassando il finestrino oscurato e sistemando lo specchietto in modo tale che Strecatto fosse nella sua visuale. Un piccolo sorriso emergeva sul suo viso.
"Giorno Gordon"
Streccatto saluto di rimando con un sorriso. A differenza dei suoi genitori,era riuscito a farsi amico tutte le persone che lavoravano per loro. I servitori erano le uniche persone con cui poteva normalemente parlare,quindi non aveva ristretto il suo comportamento ad un avvertimento di sua madre.
"Destinazione di oggi?"
Gordon chiese. Gordon era un uomo dai capelli biondi e gli occhi neri nel pieno della sua mezza età. Lavorava per i De Lucis da un paio d'anni ed era sempre stato al suo servizio.
"Il liceo Nether che si trova in via Craft.Vieni a prendermi per le 14:30"
Streccatto gli riferì il nome della scuola e l'orario in cui sarebbe uscito.
"Ricevuto"
E il finestrino oscuro si alzo di nuovo e Strecatto rimase solo per il resto del tragitto.
Non ci volle molto per arrivare alla destinazione predestinata,una ventina di minuti o più.
Chissà come sarebbe stato l'istituto,se fosse grigio e bianco o pieno di colori vivaci. I suoi professori poi,era curioso di vedere cosa avrebbe dovuto imparare,con chi e le varie materie da studiare. I suoi compagni e la sua classe. Se avrebbe trovato amicizie o ostilità. Sarebbe stata una nuova avventura,la sua prima avventura fuori dalla gabbia dorata in cui viveva. Si sentiva come un bambino.
"Signorino,siamo arrivati a destinazione"
Gordon lo avviso e Streccatto annuii prima di salutarlo.
Scese velocemente dall'auto prendendo le sue borse. Inspiro profondamente l'aria fresca di prima mattina e aprì lentamente gli occhi.
Davanti a lui si trovava un mondo completamente nuovo:
C'erano ragazzi compresi fra la fascia di età di 14 e 18 anni,certi sembravano anche più grandi ma non voleva giudicare,che interagivano fra di loro. Alcuni parlavano ammassati fra loro in qualche angolino,altri invece erano alloggiati ai muretti del contorno scolastico. C'era chi usciva da un bar vicino con lo zaino in spalla,mentre parlava con i suoi amici,o il proprio partner significativo,sorseggiando un caffè. C'erano altri frequetanti anche poggiati a dei muri ombrosi,vicino ad un vicolo,mentre fumavano e guardavano annoiati l'edificio davanti a loro. Alcuni avevano il viso pieno di gioia mentre si rincorrevano a vicenda–sono del primo anno,si annotò mentalmente mentre osservava la loro statura ed il loro fare da spiriti liberi.
L'edificio in sé non era male. Era di un classico bianco,tendente al giallo per via dell'invecchiamento della struttura,di almeno 5 piani–sperava avessero degli ascensori,anche se poco probabile,non voleva farsi tutte quelle rampe di scale...
Era anche bella granze,con affianco una palestra enorme quasi del tutto nuova e dei laboratori esterni. Era contornata da un cortile con una vegetazione un po' appassita,ma almeno non del tutto morta.
Dalle foto che aveva potuto analizzare,quando aveva dovuto scegliere la scuola,sul cortire anteriore ci dovrebbe essere una caffetteria aperta,con anche dei tavoli posizionati qua e là,dove poter comprare qualcosa da mangiare durante gli intervalli. All'interno invece c'era la mensa anche,ma quella era un opzione che non aveva scegnato nella sua iscrizione. I frequentati potevano scegliere che servizi usare o meno,e lui aveva deciso di non farne uso. I luoghi affollati pieni di gente lo rendevano alquanto nervoso ed irrequieto. Soprattutto nei riguardi di nuove conoscenze...
Nel complesso,era ottima,dopotutto sua madre aveva minuziosamente analizzato che tutto fosse perfetto nei minimi dettagli. Da quello che aveva potuto comprendere,durante la sua frettolosa spiegazione,non era nemmeno una scuola che tutti quanti si potevano permettere. Era bella cara,visto la presenza di tutti questi servizi funzionanti,che non erano a quanto pare comuni. Aveva pensato alla funzionalità del posto come prima cosa,nonostante la sua scelta di 'accumunarsi con gente inferiore,plebei,animali in gabbia' come li definiva lei. Non avrebbe mai capito il suo astio per le persone comuni.....e ci aveva rinunciato da un bel pò.
Girò il capo più volte nel cercare di vedere se poteva trovare Cico da qualche parte nella folla,ma per sua sfortuna,così non fù. Sistemò meglio il suo capello,in modo tale che potesse ricoprire meglio i suoi capelli,e si appartò in un luogo un po' meno...vivo per evitare di essere riconosciuto. Indossava una mascherina nera,che a quanto pare era comune fra le persone della sua età visto che alcune ragazze,con un abbigliamento mostruosamente dark,le avevano.
"Almeno non si faranno domande,l'ultima cosa che voglio è attirare l'attenzione prima che si sparga la voce che studierò qui."
Un po' di pace non fa mai male dopotutto,soprattutto perché era poca quella che aveva nella sua vita.
Fra i suoi genitori che avevano il fiato sul suo collo,il resto del mondo che lo aveva sotto i riflettori ed i fan che fra un paio di giorni,come minimo,lo soffocheranno,era raro poter vivere tranquillamente.
Sperava che almeno qui potesse farsi degli amici veri.
Nella sua scuola privata tutti andavano d'accordo con tutti...fino a che c'erano in ballo i soldi. Ogni cosa veniva amministrata in base alle loro disponibilità economiche. Cadevi di un rango più basso? Venivi trattato come un cane e bullizzato come se non ci fosse un domani. Le persone non erano realmente tue amiche,ti sfruttavano per favori,prestiti o popolarità. I soldi lì erano alla base di ogni interazione sociale,e se non ne avevi abbastanza facevi una brutta fine.
Stre storse il naso ed un brivido gli percorse il corpo metre si faceva largo fra la folla di liceali. Ripensare a quei momenti non era mai bello. Non gli era mai successo niente di niente,ma aveva visto ed assistito innomerevoli volte ad atti del genere,venivano professati alle ore del giorno senza pudore dopotutto. I professori,referenti ed il preside non intervenivano mai,rimanevano zitti e lasciavano la povera vittima a soffrire qualsiasi cosa avessero in mente le altre persone. Era un trattamento crudele.
L'ambiente tossico in generale di quella scuola non gli era mai piaciuto. Purtroppo però erano così tutte le scuole private che aveva frequentato:tutti figli di papà ricchi con un futuro brillante ad un passo dal braccio ottenuto solo per nepotismo. Molti erano così sicuri di ereditare le fortune dei loro genitori che nemmeno studiavano,passavano le loro classi pagando i professori,pensando di essere superiori. Risultato? Erano così stupidi da non capire le differenze basilari del mondo. Che cosa triste.
Scosse la testa sconsolato ripensando a quei momenti. Per quelle persone non ci potrà mai essere salvezza intellettuale.
Era felice di poter esserne finalmente fuori. Molto probabilmente in questo momento i suoi vecchi compagni lo stavano deridendo,per aver scelto una scuola normale che una privata. Ma privata o pubblica non aveva importanza per lui. Si costruiva il proprio futuro con le proprie mani e speranze,sogni e lacrime. Non perché una scuola è più promettente di un altra. È la volontà dell'alunno quella che cambia il futuro,non dell'aestetica dell'istituto.
La campanella suonò,riproducendo un rumore tintennante ed i cancelli si aprirono. Gli studenti entrarono in massa,ma lui rimase in disparte nel suo angoletto,aspettando che l'affluenza diminuisse. Non voleva essere schiacciato il suo primo giorno di scuola dopotutto.
Pochi minuti dopo,quando ormai erano rimasti solo un paio di studenti fuori la scuola,che se la stavano prendendo pure un po' troppo comoda,prese un respiro profondo ed attraversò il confine.
I fermò per un paio di secondi sul luscio della porta a guardare le interiora. Erano color crema,anche queste rovinate dal logoramento del tempo,ma tutto sommato decenti. Un paio di quadri quà è là,premi vinti dalla scuola negli anni passati messi in vetrina nei corridoi,grandi finestre da dove entrava la luce del sole,professori vicino all'entrata con in mano registri e borse che parlavano,prima di salutarsi e andare per la propria via.
Era.....ok.
"Forza e coraggio Stre,puoi farcela,è solo il tuo primo giorno qui. Andrà tutto bene"
Si fece forza mentre stringeva la spallina destra dello zaino ed entrò.
La prima cosa che fece era andare in segreteria,cosa non facile da fare visto che non sapeva che strada prendere e a chi chiedere informazioni. Ma dopo 5 minuti nello girare senza meta disorientato,chiese alla prima persona che passava–un professore a quanto pare.
"Mi scusi,potrebbe dirmi dove si trova la segreteria?"
Chiese mentre si giondolava su una gamba all'altra nervosamente.
"Mhm? Oh si,procedi per il corridoio e poi gira a destra,ci sono le scale sali al piano di sopra e poi tutto a sinistra fino in fondo. Si trova al primo piano affianco all'aula di arte."
L'uomo gli disse mentre indicava la via con il suo indice.
"Sei uno studente nuovo?"
Chiese poi osservandolo da capo a piede e notando il suo stato ansioso.
"Si,mi sono trasferito qui dal Nord Italia,grazie mille delle indicazioni"
Stre lo ringraziò.
"Mhm...capisco. Non preoccuparti,sono sicuro che avrai un bel primo giorno. Questa scuola è di solito molto accogliente."
Gli disse mentre gli dava una pacca sulla spalla sorridengoli.
"L-la ringrazio molto"
Stre rispose,preso alla sprovvista dalla gestura mentre gli faceva un piccolo sorriso. Si congedò successivamente e seguette le sue istruzioni arrivando in sgreteria.
Una volta dato il suo nominativo,il luogo da cui veniva,la sua precedente scuola ed i corsi che aveva scelto,i segretari riuscirono a trovare la sua registrazione e gli dietero il suo orario con tutte le altre informazioni che doveva sapere.
La ringraziò e si diresse verso la sua prima classe: Aula 14,primo piano,sezione E,inglese.
Inglese come prima materia non era male dai...aveva una buona padronanaza di quella lingua,la parlava fluentemente e si esercitava costantemente. Un po' per lavoro,un po' per la scuola ed un po' perché gli piaceva. Le sue basi erano solide e dall'insegnante privato che suo padre gli aveva pagato,era ad un livello molto,ma molto avanzato.
Siccome si trovava sullo stesso piano della segreteria,era solo questione di un paio di secondi e qualche girata di corridoio prima che si trovasse davanti alla fatitica porta.
Esitò per un istante ad aprire a bussare chiedendosi se fosse realmente l'aula giusta e ricontrollando per essere sicuri,non voleva fare una figuraccia il suo primo giorno ed entrare nell'aula sbagliata. Non sarebbe stata una buona prima impressione,o almeno non una che voleva dare.
Prese un respiro a pieni polmoni contando fino a 10 per rilassare i muscoli e la tensione del suo corpo.
"-6...7...8...9...10.......mi sento meglio. Andiamo Stre, questo è solo l'inizio della tua nuova e normale vita. Da oggi sei un ragazzo come tutti gli altri,niente snob che provano ad usarti,niente genitori che ti odiano,niente fotografi e manager che ti mettono pressione....niente lavori. Normale. Puoi farcela,è ciò che desideravi fin da sempre dopotutto. Per te stesso e per Cico. Non puoi deluderlo prima ancora che tu ci abbia iniziato....puoi farcela,bussa a quella porta e sarà tutto finito."
Bisbigliò sottovoce mentre costringeva la sua mano tremante a bussare.
1...2...3....4....5 secondi...
"Avanti"
Una voce maschile,stranamente familliare,gli permise l'ingresso alla sua classe.
Aprì lentamente la porta,venendo inondato dalla luce che entrava dalle finestre,comprendosi di poco gli occhi,per riuscire a vedere nonostante tutto.
A Milano pioveva quasi sempre durante questa stagione,non era ancora abitutato ad un sole così forte...avrebbe dovuto iniziare a farci l'abbitudine. Piccoli passi peró.
"Oh,ma che sorpresa,non pensavo di rivederti"
Il violetto si girò verso la voce. Alla cattedra c'era il professore che lo aveva aiutato prima. Capelli corvini ed occhi color carbonio,corporatura magra ma ben slanciata e vestito con giacca e cravatta. Ora che ci faceva caso aveva un accento strano....che sia un nativo inglese? In quel caso le lezioni sarebbero state migliori di quanto pensasse.
"Buongiorno professore"
Stre lo salutò di nuovo,questa volta come studente della sua classe.
Parlando di classe....siccome aveva passato i primi 15 minuti a vagare per la struttura,erano ormai tutti in classe,fatta eccezione per alcuni posti vuoti. In totale erano 19 posti,3 dei quali vuoti....chissà chi mancava. C'erano più ragazzi che ragazze,11 e 8 rispettivamente,ed avevano più o meno quasi tutti lo sguardo su di lui incuriosito.
Guardandoli bene,poté notare 2 ragazzi in fondo all'aula,una ragazza dai capelli castani con le punte viola scuro,ed un ragazzo castano familliare...
Il ragazzo in questione notando il suo sguardo su di lui gli sorrise e lo salutò con la mano.
Una campanella si illuminò nella testa di Strecatto,riconoscendo meglio il ragazzo davanti a lui. Era Lyon,l'amico che Cico gli aveva presentato l'ultima volta che si erano visti.
Possibile che Cico frequentasse anche questa classe? Erano nella stessa scuola? Potevano vedersi giornalmente? Qual'era il suo orario? Avevano altre materie in comune? Potevano essere vicini di banco? Troppe domande senza risposta,accidendi.
"Ragazzi,da quest'anno in poi avremmo un nuovo studente. Presentati alla classe,prego"
Il professore chiese,facendogli un sorriso rassicurante incoraggiandolo.
Strecatto si girò verso i ragazzi e sorrise prima di parlare.
"Buongiorno,il mio nome è Strecatto,potete chiamarmi anche Stre,e da oggi frequenterò con voi le lezioni. Molto piacere di conoscervi"
Disse osservando le loro reazioni.
Alcuni gli sorrisero,altri lo guardavano interessati,un altra parte della classe era disinteressata. Almeno aveva un po' di attenzione in meno....
"Molto bene......mhm...puoi sederti vicino a Giorgio. Giorgio,alza la mano così capisce dove."
Il professore disse,notando un posto libero. Il ragazzo era l'unico senza ancora un compagno di banco,un po' di compagnia non faceva mai male.
Un ragazzo dai capelli castani,un castano molto più chiaro di quello di Lyon,occhi azzurri ed una felpa grigia alzò la mano. Era seduto nella terza fila,al lato sinistro,appoggiato al muro della classe. Accanto a lui c'era una finestra.
Stre si incamminò verso il suo posto,notando che il suo futuro compagno di banco l'osservava intensamente,come se stesse risolvendo un puzzle. Strano...
Posato il materiale sul banco si sedette ed il ragazzo accanto a lui gli porse la mano,presentandosi.
"Piacere,Giorgio,anche se già lo sai"
"Stre,anche se l'ho appena detto"
I 2 si strinsero la mano ridacchiando prima di rivolgere il loro sguardo verso il professore che aveva ripreso parola.
"Bene,dovremmo esserci tutti. Oggi vol-"
"ASPETTATE!"
il discorso del professore si fermò sentendo una voce che strillava dal corridoio. 10 secondi dopo in classe capitolarono 2 ragazzi,uno sopra all'altro caduti malamente a terra.
"Ti ho detto di non correre così veloce!"
"Non è colpa mia se non sai tenere il passo! E poi è colpa tua se siamo in ritardo"
"Ti avevo detto che se volevi,potevi pure non aspettarmi!"
"Mi avevi offerto cibo gratis! Come potevo rifiutare?!"
La classe scoppiò a ridere sentendoli litigare,mentre si rimettevano in piedi,spolverandosi la polvere di dosso.
Il professore li guardo esasperato,ma sorridendo sotto i baffi. Ah,i suoi studenti,dei casinisti fino all'osso del collo,ma persone sempre pronte a mettersi in gioco per gli altri.
"Arrivare in ritardo il primo giorno? Non proprio istruttivo"
Li riprese,mentre li guardava urlarsi contro insulti e rinfacciarsi azioni passate.
"Ha iniziato lui!"
Si puntarono l'un l'altro mentre scaricavano la colpa sul proprio amico.
Il professore d'inglese scosse la testa e gli disse di andare a sedersi senza creare altro casino negli ultimi posti mancanti,che erano davanti a tutto,in prima fila...al centro.
La loro giornata iniziava benissimo. Ed era solo la prima ora,ne dovevano passare altre 3 ancora....
Stre seguì il movimento di entrambi i ragazzi. Si sentiva congelato sul posto.
Già dall'urlo,prima di tutta questa parata,aveva riconosciuto la fonte. E come dimenticarla la voce del suo...migliore amico. Era stato così felice di aver concepito il pensiero che sarebbero stati nella stessa classe. Aveva così tanto da dirgli e raccontargli. Negli ultimi giorni non aveva potuto nemmeno chiarmalo perché era impegnato con il trascolo. Voleva rimediare alla sua assenza di contatto ora che si era rifatto vivo,volendo ridiventare parte integrante,attiva,della sua vita.
L'altro ragazzo però....la sua voce,il suo modo di fare,i suoi vestiti così orribilmente scordinati da qualsiasi senso di moda,i suoi capelli azzurri opposti ai suoi violetti....l'orecchino sinistro che è esattamente uguale a quello destro che stava indossando in quel momento....
Lui ed il ragazzo dai capelli azzurrini ebbero un contatto visivo che fermò il secondo dal sederti al suo posto.
"Alex...."
"STRE?!"
Questa giornata era stranamente diventata più soffocante di ciò che avrebbe mai potuto immaginare.
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