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«Che ne dite di pranzare in spiaggia? Tanto non fa così freddo oggi.» propose entusiasta Ethan entrando in cucina, dove Mackenzie e Rebecca stava preprando il pranzo.
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata poi si sorrisero a vicenda, «Perché no. Tu e Ben andate in cantina a prendere il tavolo bianco che usavamo di solito mentre noi finiamo di preparare tutto.» disse Rebecca, dando ordini al fratello che annuì ripetitivamente poi gridò il nome dell'altro ragazzo che arrivò in poco minuti e a cui venne spiegato quello che dovevano fare.
Pochi secondi dopo e i due ragazzi erano già scomparsi dalla cucina mentre le due ragazza ridacchiavano, parlando di quanto fosse sbiancato Benjamin quando Ethan gli aveva spiegato che dovevano scendere in cantina.
«Ha il terrore delle cantine perché dice che è lì dove succedono sempre cose mostruose. È fissato su questa cosa per via dei film d'orrore.» le raccontò Rebecca, affettando una carota e alzando gli occhi al cielo per la stupidità di quella cosa. Però, pensò, adorava lo stesso Benjamin. Era un bravo ragazzo quindi una cosa come quella non era importante.
Mackenzie scoppiò a ridere, tagliando malamente un pomodoro che schizzò il suo succo contro al grembiule della bionda che rise anche lei, pulendosi poi con un pezzo di carta.
«Tutti tu li trovi quelli con qualche stramberia.» commentò la ragazza dai capelli lilla, scuotendo il capo per poi tornare a tagliare i pomodori da aggiungere all'insalata che stava preparando.
Rebecca gonfiò le guance mentre metteva quattro bistecche di pollo sulla pista già calda, che incominciarono a sfrigolare, «Non è vero e poi Ben è un ragazzo d'oro».
«Steve era fissato coi i suoi muscoli, tanto da dar loro dei nomi. Luke era fissato con la casa delle bambole e, ancora adesso mi sogno quella dannata stanza tutta rosa piena di bambole, vestiti, oggetti per le barbie. Per non parlare del fatto che l'intera casa delle bambole era grande quanto la camera stessa, oddio.» fece un verso schifato, beccandosi una sberla su un braccio da Rebcca, «Nyle era fissato con la tua biancheria intima. Vuoi che continuo?» le domandò con tono di sfida.
La bionda scosse violentemente la testa, sentendo le guance diventare bollenti, «Oh mio dio, ma con che gente mi facevi uscire?» strillò inorridita.
Mackenzie inarcò un sopracciglio sbigottita, smettendo di tagliare i pomodori, «Come prego? Ora la colpa è mia se tu in fatto di ragazzi hai gusti pessimi? O meglio, ha il radar per quelli strambi?!» esclamò lei con un tono di voce offeso.
«Ehi! Okay, la colpa è mia però tu potresti fermarmi dall'accettare di uscire con loro quando ti rendi conto del fatto che sono strambi.» replicò lei, incrociando le braccia al petto e sfidando con lo sguardo la sua migliore amica che appoggiò con forza il coltello sul tavolo e le puntò contro in dito, «Io te lo dicevo ogni santa volta, ma tu dicevi che non dovevo intromettermi nella tua vita amorosa, stronza».
«Sono un caso perso.» mormorò Rebecca demoralizzata, passandosi una mano tra i capelli biondi e unti. Doveva assolutamente farsi una doccia più tardi.
«Sì, lo sei».
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