VII

"Harry! Se non esci di lì chiamo il 911!" Niall sbuffa e afferra le caviglie di Harry alla fine del letto. Harry cerca di spingerlo via, ma Niall non ha intenzione di lasciarlo andare.

"Non m'importa." Mormora nella felpa di Louis, che in qualche modo è diventata una sorta di cuscino.

"Ma guarda! Il sole è sorto, gli uomini indossano i pantaloncini e ci sono cuccioli ovunque! Devi uscire e accertartene." Insiste Niall, e tira via la coperta sotto cui Harry si stava nascondendo. Quest'ultimo grugnisce, dicendo parole incomprensibili soffocate dalla felpa.

Tuttavia, Niall non è il tipo di persona che si arrende.

Quel genio diciannovenne Irlandese è sempre stato il primo della classe, pur essendone il pagliaccio, è entrato in uno dei più rinomati istituti scientifici a diciassette, ha vinto una medaglia come miglior ginnasta al liceo anche se non riusciva nemmeno a tenere il suo peso nelle mani per fare una ruota quattro mesi prima del concorso -voleva fare colpo su una ragazza che usciva solo con gli atleti- e una volta aveva aspettato quattro ore al telefono il servizio clienti, solo per lamentarsi dell'attesa per il servizio clienti.

Quindi per lui cos'è tirare fuori Harry dal letto dopo giorni di isolamento? Un gioco da ragazzi.

Si arrampica sul letto e si distende sulla schiena dell'amico.  Fa ginnastica tutte le mattine nella sua camera, quindi al momento è appiccicoso ed accaldato, ha la faccia ancora rossa e i capelli castani sudati. Sa quanto Harry odi il contatto con le persone sudate -a meno che non sei 175 cm di impertinenza- e potrebbe uccidere se qualcuno osasse buttarsi su di lui di peso -a meno che, appunto, non sei una persona di 175 cm di impertinenza.

"Se non ti togli entro cinque secondi dovrai scappare Mullingar." Lo avvisa Harry.

"Perfetto! Dovrei farti mettere un paio di pantaloncini? O questa tutina che indossi per qualunque cosa?"

"Bene." Harry sospira e Niall si alza, velocemente seguito dal suo amico. La prende come una vittoria, ed incomincia ad incoraggiarlo gioiosamente, finché Harry non si toglie il pigiama, rimanendo completamente nudo, prima di sdraiarsi di nuovo sul letto. "Prova a stenderti di nuovo su di me, ora."

"Sei malato." Dice Niall con disgusto, lanciando il cuscino che trova a terra sulla testa di Harry. "Maaaaaaaalato!" Continua a dire finché non esce dalla stanza.

Harry non è riuscito a motivarsi a fare nulla. Le sue giornate consistono nell'alzarsi, e aspettare che passi il giorno per poi dormire di nuovo. Esce dal letto solo per riempire la sua ciotola di orsetti gommosi e prendere dell'acqua. Ha dato a Niall la ricetta esatta del piatto speciale di Tommo, e il suo amico glielo porta una volta al giorno, con qualcosa di verde da un lato per non lasciare che il suo sangue diventi zucchero e gelatina.

Il weekend in hotel comincerà il giorno dopo. Lui e Niall prenderanno il treno per Manchester per incontrare la sua famiglia nella vecchia casa, prima di viaggiare tutti insieme fino alla campagna.

Harry, però, deve ancora finire di fare le valigie, e deve anche sistemarsi la faccia che non ha rasato -ha solo dei baffi leggeri e pochi peli sul mento, ma comunque- e gli occhi da zombie per non spaventare tutti gli ospiti.

Non è nemmeno sicuro di volerci ancora andare. Non è sicuro di riuscire a sedersi, e guardarli tutti mentre festeggiano il suo dolore.

Quindi si ritrova a trascorrere la giornata a letto, alzandosi solo nel bel mezzo della notte per fare quello che aveva programmato, dato che non riesce a dormire sapendo che lo rivedrà di nuovo, e dovrà fingere che quell'uomo non ha il suo cuore nelle sue mani.

L'Holbeck Ghyll Country House è più grande di quanto Harry si immaginasse.

Hanno attraversato in macchina un viale pieno di fiori selvatici e abeti giganteschi, e lui aveva messo la testa fuori dal finestrino lasciando che l'aria fresca gli accarezzasse le guance, mentre l'odore delle foglie e del lago calmava il battito incessante del suo cuore.

L'hotel era sontuoso, e si poteva respirare l'atmosfera rustica della tradizione inglese. La tenuta dominava il lago Windermere, e la vista di trecentosessanta gradi somigliava ad un dipinto.

Des e Jay avevano prenotato l'Imperial Wedding Suite per loro per dopo il matrimonio -fino ad allora avrebbero dormito in due normali camere singole- una camera doppia per Gemma ed Harry, ed una doppia per Lottie e Louis. Un po' di ospiti avevano prenotato una camera per godersi il weekend senza farsi due lunghi viaggi in macchina in un giorno, rendendo impossibile non imbattersi in qualche parente durante la giornata.

Come voleva la tradizione della famiglia di Jay, lo sposo e la sposa non potevano vedersi per tutto il giorno prima del matrimonio, finché non si sarebbero incontrati all'altare. Des aveva programmato un torneo di golf con i suoi quattro fratelli e chiunque volesse unirsi o anche solo guardare, e l'hotel aveva offerto a Jay e ai suoi ospiti una giornata di spa prima del grande giorno.

Quando Gemma ed Harry entrano in stanza, profuma come la nuova Yankee candle di Harry 'Vanilla Bourbon'. Le finestre si affacciano sui fiori e sugli alberi, e i letti implorano di essere usati, con quelle montagne di cuscini e quei piumoni spessi al di sotto del copriletto floreale verde e rosa. C'è un salotto con una tv, e una piccola panca ai piedi del letto, e il tutto dona un'aria davvero chic e vintage.

"Mio!" Strilla Gemma quando salta sul letto vicino alla finestra.

"Quando hai il primo massaggio?" Chiede Harry, non prestando nemmeno attenzione a sua sorella per il letto per cui normalmente avrebbero discusso.

"Tra più o meno..." Comincia Gemma, ma controlla l'orologio per non dire cose sbagliate. "Cazzo! Quindici minuti!" Si alza in piedi velocemente, cambiando gli stivali con un paio di infradito a fantasia, ed esce correndo dalla stanza, prima che Harry possa dirle di divertirsi.

Non ne hanno ancora parlato. Gemma ha trascorso il viaggio a guardarlo mentre lui era silenzioso e lei parlava con Niall. Non riesce a guardarlo senza compatirlo o essere preoccupata, quindi Harry le aveva vietato di guardarlo finché non avrebbe smesso di dire 'mi dispiace' con lo sguardo.

Appende il suo abito su misura nell'armadio, e cade di peso sul letto, il petto che gli fa male come quando si era svegliato quella mattina.

Aveva pensato di saltare il golf e nascondersi dai nuovi parenti che stavano in hotel. Avrebbe guardato un film in tv, saccheggiato il mini bar, e si sarebbe sepolto sotto dieci cuscini fino a dimenticarsi chi era e dove si trovava.

Ma non poteva essere un piano, quello, quando c'è Niall Horan.

"Sto arrivando!" Urla Harry quando sente qualcuno bussare alla porta. Niall non aspetta nemmeno che Harry lo inviti prima di buttarsi sul letto.

"Cazzo, questi letti sono così morbidi..." Geme Niall, e Harry ha l'impressione di essere la ruota di scorta, in quel momento. "Pronto per il golf?"

"Mmh, penso che passerò..."

"Harry!" Lo rimprovera Niall tirandogli un cuscino. "L'hai già visto?"

“No…”

"Allora come mai sei già depresso?! Vieni con me, facciamo un po' di casini con il kart mentre i vecchi provano a mettersi in mostra, e poi gli mostriamo come si fa!" Insiste Niall, muovendo le braccia e le gambe sul letto come se stesse facendo un angelo sulla neve.

"Non ne ho voglia. Puoi andare senza di me... Penso che ci sarà anche Matt." Mormora Harry, cominciando a togliersi i jeans. 

"Nononono. Vieni con me..." Niall si alza e spinge Harry fino alla porta, con le mani sulla sua schiena mentre Harry cerca di piantare i piedi sul tappeto per resistere alle spinte di Niall. "... e cercheremo di distrarti!"

"E se lo incontro?! Non so che dirgli!" Piagnucola Harry.

"Che significa che non sai che di-... Hai passato giorni al pc o al telefono a parlarci, senza smettere un secondo nemmeno per farmi dormire! Troverai qualcosa da dirgli. Muoviti!"

"Ma quello succedeva quando eravamo ancora... noi. Adesso non so nemmeno se dovrei stringergli la mano o dirgli solo ciao." Harry si dibatte un po', ma alla fine lascia che Niall lo faccia uscire dalla stanza.

Camminano fino all'ingresso, ed Harry già rimpiange di aver accettato, perché la prima persona che incontrano è un Tomlinson. Non quello che ha paura di vedere, ma comunque.

"Harry!" Esclama Lottie, correndo verso di lui per abbracciarlo. La fa alzare da terra per un po' e oscillano mentre Harry appoggia la testa sulla sua spalla, felice di vedere la sua piccola sorellina di nuovo.

"Che sta facendo la più bella del reame?" Harry fa la linguaccia e Lottie rotea gli occhi, perché a quanto pare è troppo figa per una cosa del genere.

"Sono così eccitata! Ho sentito parlare del torneo di golf! Posso andarci?" Chiede Lottie, gli occhi scintillanti dalla speranza.

"Ti piace il golf?" Niall alza un sopracciglio, come se una ragazza non potesse apprezzare quello sport.

"Sì. E' un problema?" Lottie porta le mani sui fianchi mentre guarda Niall dall'alto al basso, ed Harry si chiede se Jay è sfacciata come i suoi figli.

"No, no, per niente... è solo... strano..." Balbetta Niall.

"Lottie, questo è Niall, il mio migliore amico." Cerca di salvarlo Harry.

"Piacere di conoscerti." Niall sorride, improvvisamente timido.

"Oh, okay... Piacere mio."

C'è un breve silenzio, poi, ed Harry vede Niall arrossire, quindi immagina di doversi incamminare prima che la gente cominci a chiedersi se il suo amico sia un frutto o una verdura.

Non ne ha l'opportunità, però, perché Jay si sta avvicinando, e non riesce nemmeno a parlare perché un secondo dopo vede un ciuffo elegante, un maglione blu navy e un paio di jeans bianchi arrotolati per mostrare delle bellissime caviglie, ed un paio di mocassini Tommy Hilfinger della stessa tonalità del maglione.

"Tesoro! Come stai?! E' così bello rivederti!" Jay abbraccia Harry e gli dà un bacio sulle guance, prima di guardare Niall. "E tu devi essere Niall... Sono Jay."

"Lo so. Voglio dire, bel posto! Cioè, no, è un hotel, non casa tua, ma volevo dire bella scelta del posto..." Niall sospira. "Ciao." Dice alla fine, prendendole la mano per baciarla rendendo il tutto un po' strano. Jay sorride, però, e non sembra affatto dispiaciuta.

"Ciao amico, sono Louis."  Niall afferra la mano del ragazzo ricco che sembra un modello e sorride educatamente, dando un colpetto ad Harry proprio accanto a lui, di modo che il suo amico non si comporti come se fossero nemici mortali. Sta in piedi dall'altro lato rispetto a Louis, e continua a guardare ovunque tranne che alla sua destra.

"Niall. Belle scarpe!"

"Stavo andando alla spa, ma divertitevi. E non dimenticatevi la cena alla sala ricevimento! Ho degli orari precisi per non rischiare di incontrare tuo padre, quindi stasera probabilmente non ci sarò, ma ci vediamo in giro." Ridacchia Jay. "Divertitevi!"

Quando Jay se ne va, l'atmosfera diventa un po' più fredda. Harry non osa girarsi per guardarlo nemmeno per un secondo; contrae la mascella e lascia che Lottie e Niall chiacchierino mentre cerca di non fissare l'uomo che vorrebbe guardare più di tutti.

"Non sapevo fossi irlandese. Ho un amico che vive a Dublino e mi chiede sempre di andare a trovarlo" Lottie cerca di fare conversazione, ma Niall è ancora più sbadato del solito.

Ha sempre avuto problemi a mantenere la calma quando ha intorno ragazze che gli piacciono. Ridacchia più del solito, diventa un pomodoro, incrocia le braccia al petto e si morde le unghie per non guardarla come se stesse per saltarle addosso, e fa del suo meglio per non fare una proposta di matrimonio. C'è anche il rituale codice rosso per farsi aiutare da Harry, e il suo amico si sta già preparando per sentire la parola 'aiuto' in Klingon.

E Lottie è davvero fantastica, in quel momento, più del solito. Indossa un abito bianco a maniche corte a trapezio, con un colletto tondo azzurro che fa risaltare i suoi occhi e le ballerine dello stesso colore.

Ha legato i capelli in una coda di cavallo volutamente disordinata con delle ciocche che ricadono su ogni lato, con una ciocca a bloccare i capelli come una cravatta, si è truccata in modo semplice ma d'effetto, le guance rosa ed un mascara leggero, un puro e semplice gloss sulle labbra e le unghie naturali.

Per questo Niall è un po' sbalordito, e non del tutto pronto a sentirla parlare di qualche irlandese che conosce.

"Luigi!" Chiama un ragazzo dietro di loro. Va verso Louis e mette un braccio intorno alle sue spalle prima di presentarsi. "Ciao! Sono Stan, un amico di Louis."

Niall agita la mano mentre si presenta, ed Harry si inclina in avanti per fare lo stesso.

"Harry? Sei il figlio dello sposo, mh? Quanto sei felice di avere Louis come fratello?!" Vorrebbe essere gentile e divertente, ma sta dicendo e chiedendo le cose sbagliate.

Quando Harry non risponde e nemmeno lo guarda, Stan si schiarisce la gola e si gira a parlare con Niall.

"State andando al torneo, ragazzi?"

"Sì! Dovremmo andare ora, oppure diranno che siamo dei fifoni!" Dice Niall, camminando accanto a Stan e parlando dell'ultima volta che ha giocato al Grove a Londra, attirando non solo la gelosia dell'amico di Louis, ma anche quella di sua sorella.

Camminano nel giardino, ed Harry si ritrova accanto a Louis, completamente ignorato dagli altri.

Non si guardano, non si parlano, mantengono una distanza da due-persone-ci-entrerebbero-benissimo tra di loro, e camminano così velocemente da riuscire a stare al passo con i ragazzi di fronte a loro.

Quando raggiungono la piccola folla che sta guardando giocare Des e suo fratello, Harry si mette velocemente accanto a Niall, mentre Louis si posiziona accanto a Stan dalla parte opposta.

Il torneo è già cominciato, quindi non c'è possibilità di giocare, ma è carino da guardare. Si siedono su una panchina con gli altri ospiti, ed Harry sta in silenzio per tutto il tempo, senza interessarsi nemmeno una volta del punteggio.

Niall e Lottie sono immersi in una conversazione importante a quanto sembra, e Louis sta chiacchierando con il suo amico. E' un amico di cui Harry non ha mai sentito parlare, ma non è più un suo problema. In teoria.

Quando appoggia la schiena alla panchina per godersi l'aria fresca e il suo piccolo cugino incoraggia suo padre, decide di dare un'occhiata. Solo un'occhiata.

Gira la testa discretamente e vede Louis ridere con le rughette intorno agli occhi, portandosi la mano di fronte alla bocca per contenersi perché Stan ha detto qualcosa di apparentemente molto divertente. Il suo amico non sta dicendo qualcosa che faccia ridere tutti, però, perché ha il braccio sulla panchina dietro la schiena di Louis, e quella battuta la sta mormorando.

Ma non è un problema di Harry. Non dovrebbe esserne infastidito, quindi si gira di nuovo e continua a guardare suo padre ondeggiare i fianchi e cadere sulle ginocchia come segno di vittoria quando manda la palla in buca, esagerando come al solito.

Rimangono lì finché non sono partiti tutti, aspettando che il campo sia vuoto e pronti per giocare.

Niall sta per andare per primo, flettendo le sopracciglia e stirandosi le braccia, Lottie si posiziona velocemente accanto al tee* con la mazza in mano, senza essere infastidita dal modo in cui il vestito si agita con il vento.

Non sembra male. Si diverte e sembra che sappia quello che fa. Ma a quanto pare ha la postura sbagliata, perché Niall si dimentica presto della sua ansia a socializzare per impartirle lezione di golf, andando dietro di lei per darle un paio di consigli. Appoggia una mano sul suo fianco e usa l'altra per mostrarle il modo in cui dovrebbe muovere la mazza, e poi fa un passo di lato per lasciarla provare.

Dato che lei impara la tecnica di Niall in pochi secondi, quest'ultimo le dà il cinque e la guarda come farebbe il maestro più orgoglioso del mondo, tifando per lei come se non stessero giocando l'uno contro l'altra.

Harry guarda il suo amico aiutare sua sorella per un momento, poi si perde per un po' a guardare verso Louis e Stan. Stan continua a stargli abbastanza vicino da sussurrargli qualcosa, facendolo ridere in modo troppo rumoroso, e continua a dagli schiaffi sul culo quando gli passa davanti -che... no.

"Okay, hai fatto veramente bene, ma non dimenticarti di oscillare la mazza con un colpo solo." Niall avverte Lottie.

Deve aver notato la posizione sbagliata del suoi piedi, però, perché decide di tornare da lei, il problema è che Lottie sta già oscillando la mazza e colpisce direttamente nello stomaco Niall con il gomito.

Lascia cadere la mazza e si nasconde la faccia tra le mani mentre sussulta terrorizzata, e Niall si sgretola lentamente davanti a lei, soffocando le parole mentre cerca di respirare. Lottie si avvicina subito per controllare il suo petto con una mano sulla sua schiena e il tono di voce preoccupato, ma a quanto pare peggiora la situazione e basta, perché sembra che Niall stia per parlare direttamente con Dio.

Non appena si riprende, e Lottie continua a controllare che non si trovi dietro di lei, continuano a giocare a turni, sfruttando tutto il campo prima che arrivi l'ora di cena nella sala del ricevimento. Louis e Stan non erano così interessanti, ma continuavano a provare, ridendo di quanto fossero scarsi. E no, Harry non si era divertito a guardarli. Louis non sembrava così tanto a suo agio e felice, comunque, fingeva sorrisi esattamente come faceva lui.

L'hotel aveva decorato la stanza principale con rose scelte accese e lillà posizionati al centro di ogni tavolo. La band che era stata scelta per il matrimonio aveva accettato di suonare anche per quella sera, quindi gli ospiti stavano chiacchierando mentre una musica jazz faceva da sottofondo.

"Questo agnello mi sta uccidendo." Dice Niall come se fosse impanicato dalla perfezione della carne. Lottie ridacchia sorprendendo Niall, che annuisce tanto da raggiungere la sfumatura della fettina di prosciutto nel suo piatto.

"Stai dicendo una cazzata. In realtà è lui quello assassinato." Sottolinea Stan, e Niall lo guarda come se gli avesse rovinato l'infanzia rivelandogli che Babbo Natale non esiste.

"Stan è vegetariano e un difensore degli animali." Dice Louis come se volesse scusare l'amico per il tono sprezzante che ha usato.

"Perché non vegano?" Chiede Harry, parlando per la prima volta da quando hanno lasciato il campo da golf.

"Non vivo senza latticini e uova, e a nessuno viene fatto del male, quindi perché preoccuparsi." Stan fa spallucce.

“Allora penso che dovresti lasciare in pace il mio amico che si sta godendo la carne, dato che lui non sta commentando il fatto che tu mangi i prodotti degli animali rapiti dicendo che è una cosa innocua." Si acciglia Harry, tornando al suo piatto e lasciando Stan a bocca aperta.

"Qual è il tuo problema?" Louis lo guarda arrabbiato e no, non erano queste le prime parole che Harry aveva immaginato gli rivolgesse.

"Non ho nessun problema. Lui però non dovrebbe dichiararsi un difensore degli animali solo per trovare una scusa per essere maleducato con il mio amico, soprattutto se lui fa il lavoro a metà." Ad Harry non interessa affatto iniziare una discussione, ma ha appena trovato un modo per far star zitto Stan, ed è bellissimo perché stava parlando un po' troppo, e gli rompe i coglioni il fatto che sia così vicino a Louis.

"Va tutto bene, tesoro." Stan osa stringere leggermente il retro del collo di Louis ed Harry vede rosso, e forse quell'agnello avrà un po' di compagnia, a breve.

Louis sembra estremamente a disagio, e si sposta con la sedia per mettere più distanza, senza mai guardare Harry. 

"Comunque..." Niall decide di evitare il disastro. "Mi piace la tua tinta, Lottie..." E' come se non avesse voluto dirlo, come se ci avesse pensato ma non potesse farne a meno.

"Oh, grazie..." Lottie arrossisce tanto quanto Niall e, anche se Harry sta per parlare ed ignorarli, può sentirli comunque continuare a flirtare sfacciatamente senza nemmeno guardarli.

"Uscite insieme?" Chiede Harry con noncuranza, curioso di sapere perché a quel ragazzo sia permesso chiamare Louis 'tesoro' e accarezzargli il collo.

"Stavo pensando di tingerli di nero... Ma non lo so." Dice Niall a Lottie.

"Non che siano affari tuoi... ma-" Comincia Stan.

"Sì." Louis lo interrompe velocemente, facendo sentire malissimo Harry. Come... come se non potesse digerirlo.

"Non sono sicuro di poter dire che usciamo insieme." Ridacchia Stan. "Ci divertiamo, tipo, sì..."

"Penso che biondo staresti meglio." Sorride Lottie.

"Volete divertirvi stanotte, allora?" Chiede Harry, guardando direttamente Louis, aspettando che l'universo lo ferisca ancora di più. 

"Non lo so, dipende da Luigi!" Stan sorride a Louis. Quest'ultimo guarda direttamente Harry, senza azzardarsi a dire nulla.

"Oh. E cosa ha deciso Luigi?"

La tensione è aumentata più di quanto Harry si aspettasse. Si stanno guardando per la prima volta per più di due secondi, ed Harry sta sfidando Louis a rispondere mentre Louis lo sta sfidando a reagire.

"Non penso siano problemi tuoi, amico." Dice Stan offeso.

"Hai ragione cazzo... Non lo sono." Sputa Harry, lanciando le sue posate sul tavolo prima di uscire dalla sala, la rabbia che arde in lui come fuoco che si diffonde in una foresta arida.

Corre fino alla camera per chiudersi dentro e non uscirne più, per non guardare più nessuno fino a non sentire più nulla, per restare lontano da qualunque cosa possa ricordargli quanto è ferito in quel momento.

Può sentire le lacrime accumularsi e strappargli il petto. Può sentire il cuore battere sulla testa, può vedere il dolore negli occhi mentre sale le scale due scalini alla volta.

Si scontra con due ospiti ma li ignora quando lo chiamano, li ignora come se fossero diventati parte del muro quando corre tra di loro per trovare un posto dove possa essere da solo e al sicuro da qualunque cosa possa romperlo, al sicuro da qualunque cosa Dio gli doni solo per poi portarglielo via.

"Harry!" Può sentire Louis correre dietro di lui, ed è convinto che lo sta solo immaginando, è convinto che alla fine la sua mente si sia rivoltata contro di lui. "Harry, fermati!"

Continua a camminare fino alla sua stanza, ma improvvisamente sente spingersi contro un corridoio più piccolo e poi contro il muro. Sta piangendo, e sa che la sua faccia è rossa e che tutte le vene siano gonfie, ma non riesce a convincersi ad aprire gli occhi. Non riesce a convincersi a guardare la ragione per cui è andato in rovina, non può guardare quello che aveva e che ha perso, la cosa che vorrebbe avere più di tutte, ma che non può avere.

"Harry!" Louis chiude il pugno sul colletto della camicia beige di Harry, scuotendolo contro il muro per fargli aprire gli occhi e parlare.

"Vattene!" Urla Harry, singhiozzando e soffocando le parole.

Louis non risponde, trascina Harry dietro di lui prima di chiudere una porta a chiave, sentendo i passi di alcuni ospiti vicino a loro.

Harry apre finalmente gli occhi, scoprendo che si ritrovano in una specie di armadio spazioso con riforniture extra di cuscini, lenzuola, anacardi ed altri prodotti. C'è una luce leggera che proviene da una lampada sopra di loro, e il tappeto in qualche modo profuma come l'arrosto della domenica. Ci sono mensole che coprono tutte le pareti ed un po' di vassoi nascosti negli angoli.

"Che cosa vuoi dirmi?!" Piange Harry. "Non hai bisogno del mio permesso per scoparti quel deficiente!"

"Non voglio scoparmelo!" Dice Louis incredulo, come se fosse la cosa più assurda che Harry abbia potuto pensare.

"E allora perché l'hai portato con te?! Perché ti sei portato una cazzo di persona con cui esci se non per 'divertirvi'?!"

"Non ci esco!" E' il ragazzo-" Louis si ferma per mordersi il labbro, probabilmente per non dire la cosa sbagliata. "Siamo amici dal secondo anno di università..." Abbassa la voce.

"Oh, wow, ancora meglio." Ridacchia Harry, ma è ben lontano dall'essere divertito. "Quindi vai ai matrimoni con il tuo scopamico?"

"Siamo solo amici, ora."

"Allora perché cazzo hai detto che stavate uscendo?" Harry ricomincia ad urlare, ancora più incazzato dato che Louis aveva cercato solo di ferirlo.

"Perché... Non lo so! Volevo solo che tu avessi... Non lo so!" Louis cammina all'indietro, le mani sul viso, di sicuro più confuso di Harry.

"Bene, hai ottenuto quello che volevi. Sei felice ora?"

"Felice?" Louis alza lo sguardo accigliato. "Pensi che ferirti mi renda felice?!" 

"Dimmelo tu! Non è quello che hai cercato di fare per tutto il giorno?!" Harry comincia a sentire le vertigini a causa di tutta la rabbia che lo scuote.

"Non è quello che tu hai provato a fare per tutta la settimana?!" Urla Louis di rimando, zittendo Harry.

"Un giorno è 'dimenticati di loro', e il giorno dopo è 'dimenticati di noi'. E io non posso continuare così! Mi sono detto che hai ragione, ho guardato mia madre e mi sono detto che non potevo farle questo... Ma poi mi sono guardato, Harry! Mi sono guardato, e mi sono chiesto... E io?!" Gli occhi di Louis cominciano a lacrimare e Harry non riesce a dire una parola, per paura di spezzarlo.

"Per la prima volta, mi sono chiesto perché sono sempre io quello a stare male per rendere felici gli altri, perché devo essere io a mettere i miei sentimenti in disparte, a rassegnarmi e lasciare che ognuno si goda la sua vita mentre io muoio dentro! Amo mia madre, e amo mia sorella, ma chi ama me?!" Le labbra di Louis stanno tremando. Sta colpendo il suo stesso petto come se potesse far smettere il cuore di battere così forte, e non è mai apparso così vulnerabile, sincero e rotto.

"Non voglio fingere, Harry. Non voglio fingere che niente di tutto questo sia successo. Non voglio dimenticare i miei migliori ricordi. Non posso dimenticare tutte le cose che ci siamo detti, e le cose che abbiamo fatto. E non mi interessa se questo mi rende egoista, non mi interessa se mi fa apparire come il cattivo ragazzo, non posso fingere che-"

"Ti prego non dirlo..." Singhiozza Harry, scuotendo la testa come per pregare Louis di non dire le parole che lo ferirebbero di più.

Louis si avvicina a lui di qualche passo, costringendolo a camminare indietro fino a toccare la parete dell'armadio. Non vuole sentirlo, non vuole averne il ricordo, non vuole che quel ricordo lo schiacci una volta che sarà fuori di lì.

"Invece lo dirò." Louis si avvicina ancora di più, lasciando a malapena una distanza tra i loro visi. "Non resterò zitto. Perché non posso fingere di..." Respira profondamente e strizza gli occhi prima di guardare direttamente Harry. "Non posso fingere di non essere completamente innamorato di te."

Le guance di Harry sono troppo calde, il suo petto sta stringendo troppo, e non riesce a dire nulla. Louis lo guarda, e vuole solo che dica qualcosa, qualunque cosa, solo... qualcosa, invece che continuare a guardarlo in quel modo, con le labbra sigillate ed un'espressione illeggibile.

"E' accertato che viviamo in una dimensione temporale che punta verso l'espansione dell'universo." Harry comincia così, e Louis lo guarda accigliato con espressione interrogativa. "Mentre l'universo si espande, la linea del tempo va in una sola direzione. Il disordine può solo aumentare e così... se fai cadere una ciotola e questa si frantuma sul pavimento, i pezzi non ritorneranno insieme. Non ritorneranno mai in ordine."

Chiunque sarebbe fuggito da quell'armadio o avrebbe preso a pugni in faccia Harry per aver scelto di parlare di scienza in quel momento, ma non è quello che fa Louis. Fa un passo indietro, invece, ed aspetta, determinato a sentire tutto fino alla fine.

"Sia nell'ipotesi in cui l'universo sia cominciato in un ordine perfetto o in un completo disordine... sembra che con l'avanzare del tempo tutto sia destinato a finire nel caos. Abbiamo osservato che è più probabile che il disordine si incrementi nel caso in cui il punto di partenza sia perfettamente ordinato dal momento che, sai, ci sono più possibilità di incasinare tutto che di continuare a fare le cose nel modo giusto, quando parti dalla perfezione. E dato che possiamo ricordare solo il passato e non sapere il futuro, non c'è davvero modo di assicurarsi che questo ordine ricompaia, dopo il caos."

Harry prende un respiro e si avvicina a Louis. Porta le mani sul suo viso, ed accarezza le sue guance con i pollici mentre lo guarda dritto negli occhi.

"Quello che sto cercando di dirti è che non conosco il futuro, e non sono la persona che scende a patti con il passato ma... sai cosa, non mi importa quanto per gli altri questa sia una cazzata, quanto per gli altri questo sia un disastro... Per me, sei l'unico caos che rimette insieme i pezzi del mio cuore."

Harry si avvicina ancora di più al viso di Louis, e cerca di non singhiozzare.

"E se non posso farlo qui... allora ti porterò sulla Luna... e urlerò all'intero universo quanto ti amo."

Louis ha le labbra aperte e gli occhi sgranati, ed Harry non sa se stia respirando o morendo. Si avvicina comunque, annullando quella distanza dolorosa tra di loro per premere insieme le loro labbra, provando a Stephen Hawking che si sbagliava quando dimostrava che il disordine non è l'unica condizione possibile verso l'espansione dell'universo.

Si prende il suo tempo per baciare Louis come se fosse la prima volta. Accarezza le sue labbra ed inala il profumo di margherite in cui non avrebbe mai pensato di poter annegare ancora. Si fa più vicino e i loro petti si toccano, e non deve più fingere che non condividano un solo cuore.

Louis porta le dita sul mento di Harry, baciandolo come non ha mai fatto prima. Si alza lentamente sulla punta dei piedi dandogli il bacio migliore di sempre, applicando a malapena un po' di pressione, mentre passa le labbra su quelle di Harry.

Quest'ultimo lo spinge gentilmente ancora di più contro di lui prendendolo per i fianchi, e fa scivolare i pollici sotto il pullover e la maglietta bianca per sentire la sua pelle bruciare, facendogli venire la pelle d'oca mentre gioca lentamente con la lingua di Louis.

Fa scivolare le dita più in alto, sentendo i fianchi di Louis fino alle costole, fino a che quest'ultimo non alza le braccia così che Harry possa togliergli i vestiti.

Cominciano a baciarsi in silenzio, lentamente, come non hanno mai fatto, con calma.

Louis impiega una vita per sbottonare la camicia di Harry, poi la toglie delicatamente dalle spalle così da farla scivolare a terra. Passa le dita sul torso di Harry, accarezzandolo con un tocco leggero solo per poi tornare al suo collo.

Vi disegna dei cerchi mentre le loro bocche si muovono in sincronia, e fa roteare un po' di ricci tra le dita, godendosi il modo in cui Harry appoggia la mano sulla sua per sentirlo giocarci.

Quando riportano le mani sui fianchi, Louis si abbassa per raggiungere il collo di Harry, baciandolo gentilmente prima di fare lo stesso con le sue clavicole. Lascia che la mano vaghi sul suo petto e raggiunga l'orlo dei jeans come gocce d'acqua che scivolano lentamente lungo la pelle.

Slaccia la cintura di Harry e sbottona i suoi pantaloni, abbassando la zip cautamente prima di sfilare i jeans verso il basso quando Harry si toglie le scarpe.

Harry lo imita e gli bacia il collo, prendendosi del tempo per studiare le sue clavicole, passando la mano sulla cinta di Louis prima di sbottonare i pantaloni bianchi, appendendoli sul bordo di uno scaffale una volta che si è tolto le scarpe.

Si avvicinano di nuovo e respirano pesantemente mentre cominciano a toccarsi, con le mani leggere e sicure mentre si accarezzano da sopra i boxer, baciandosi più lentamente possibile. 

Quando Louis si allontana, Harry sente come se ogni parte del suo corpo combattesse per riavvicinarsi a lui. Come se non ci fosse più una singola cellula che riesca a trattenerlo, una singola ragione per mantenere la distanza, un minimo desiderio che sia diverso da quello.

Louis afferra un piumone dietro di loro e lo mette a terra, prima di prendere un cuscino e farcelo cadere sopra. Tende una mano, poi, con un sorriso leggero, ed Harry l'afferra lasciandosi scivolare a terra insieme a lui, stesi sul lenzuolo pulito in quell'armadio terribilmente caldo.

Continuano a baciarsi e a toccarsi come se stessero nuovamente scoprendo ogni angolo del corpo dell'altro. Oscillano leggermente contro la coperta bianca respirandosi, come se fosse la prima volta che si toccano.

Louis è sopra ad Harry, tra le sue gambe, e si stanno masturbando il più attentamente possibile. Sono eccitati e gemono l'uno nelle labbra dell'altro, e forse quella stanza non è così calda, sono solo i loro corpi a bruciare nel momento in cui entrano in contatto.

"Non ho nessun... um...." Harry prova a parlare, ma è sopraffatto dai piccoli respiri di Louis sulla punta del suo cazzo.

Osserva Louis guardarsi intorno e analizzare ogni scaffale, fino a vedere uno scatolone alla sua destra con su scritto 'forniture armadietti'. Lo mette a terra, senza mai lasciare lo spazio tra le ginocchia sollevate di Harry.

"Lo sapevo." Mormora mentre sembra che stia scegliendo qualcosa, e tira fuori un piccolo sacchetto di rete con delle rose. "Di solito lo mettono negli abiti da sposa."

Tira fuori una bottiglia di lubrificante ed un preservativo, ma aggrotta le sopracciglia.

"E' troppo piccolo..." Sospira, prendendo il lubrificante e mettendolo dietro di lui prima di guardare di nuovo nella scatola per cercare un preservativo della taglia giusta.

"Hey..." Sussurra Harry, facendo girare Louis. "Non c'è bisogno di..."

"Sei sicuro?"

"Io ti amo, e mi fido di te, e voglio sentirti." Dice Harry, e Louis ha lo stesso sguardo di quando parlava della linea del tempo. Annuisce, nervoso, prendendo la bottiglietta per rendere più semplici le cose, cosa che a quanto pare serve, perché Louis è definitivamente impanicato.

"Lou?" Harry lo vede scuotere la testa e prendere dei respiri profondi mentre si sistema vicino a lui, apparendo così stressato che Harry pensa che stia per svenire. "Mon coeur?"

"Sto bene, sto bene, è solo... Nessuno si era mai fidato così tanto di me... Dammi un secondo."

Harry gli sorride in adorazione, mentre Louis si fa un discorso d'incoraggiamento. E' adorabile, determinato a fare la cosa giusta, e tutta quella premura scalda un po' di più il cuore di Harry.

Harry pensava che l'unico modo in cui potesse eccitarsi fosse con spinte e strattoni brutali. Pensava che qualcuno dovesse fargli provare dolore, per soddisfarlo.

Ma nel momento in cui Louis si posiziona gentilmente tra le sue gambe, nel momento in cui si stende su di lui, dolcemente come il tocco dei fiori sul prato, nel momento in cui appoggia i gomiti ai lati della testa, guardandolo mentre si spinge lentamente in lui nel modo più accurato possibile, muovendo i fianchi per assicurarsi che Harry lo senta ovunque... Beh, forse in quel momento Harry riconsidera tutto ciò che gli piace.

Louis inclina la testa per baciarlo, ed è solo lo sfioramento di due bocche, ma è tutto quello che serve  per sentire le viscere contorcersi. Quello, e il cazzo di Louis che raggiunge gradualmente la sua prostata.

Affonda le dita nella schiena di Louis e avvolge le gambe intorno alla sua vita quando aumenta lentamente la velocità delle spinte, gemendo nell'orecchio di Harry, un suono che lo eccita come non mai.

Si sente già come se stesse volando tra le nuvole, ma poi Louis comincia a masturbare il suo cazzo e lo guarda, con la bocca socchiusa, lasciando uscire ogni gemito ed ogni respiro.

Nel mentre, tira i capelli neri di Harry con la mano libera, continuando a masturbarlo lentamente, mugolando più forte nel momento in cui colpisce la prostata di Harry con una sola spinta.

Continua così per un po', porta una mano delicata dalla coscia di Harry al suo fianco, baciandogli la punta del naso e le labbra carnose arricciate a forma di cuore, mostrando ad Harry che cosa significhi essere trattati come un tesoro, e non come un oggetto.

Ci vuole poco prima che Harry senta Louis cominciare a riversarsi dentro di lui, e lo sguardo che ha quando inclina la testa indietro, con le ciglia svolazzanti, è tutto ciò che gli serve per venire nella sua mano.

Cercano di calmarsi abbastanza per parlare, ma non riescono nemmeno a respirare. Louis si alza per afferrare un asciugamano, ed è ancora senza fiato quando si pulisce e pulisce Harry, prima di stendersi sul piumone accanto a lui.

Harry è contento di potersi rannicchiare contro di lui, e sorride all'idea di addormentarsi nell'unico modo che gli piace: con la testa sul petto di Louis, ad ascoltare quanto forte batte il suo cuore per lui, con una mano sui suoi capelli, e le parole che non avrebbe mai pensato di sentire sussurrate nell'orecchio.

"Ti amo, piccolo."

•••

Quando Harry si sveglia, è completamente perso.

E' ancora aggrappato a Louis, ed entrambi sono nudi nel bel mezzo di un armadio pieno di cuscini, mini bar ed anacardi, nell'hotel dove si trova tutta la loro famiglia.

Si alza per stiracchiarsi -perché dormire sul pavimento, anche con una coperta pesante, non è comodo come dormire nel letto che lo aspetta alla fine del corridoio- e afferra i suoi jeans per prendere il telefono nella tasca posteriore e controllare l'ora.

"Cazzo!" Esclama, facendo del suo meglio per svegliare Louis prima che finiscano per perdersi il matrimonio. "Lou! Svegliati! Sono quasi le otto!"

"Hmmm..." Grugnisce Louis, girandosi per coprirsi la testa con il cuscino.

Harry si alza e raccoglie i vestiti, lanciando a Louis i pantaloni bianchi e la sua maglietta, cercando disperatamente il calzino che in qualche modo è finito sotto ad uno scaffale.

Il matrimonio è alle dieci. Devono vestirsi, incontrare gli altri e guidare fino alla chiesa. Si ritrova ad essere sollevato di aver insistito per non essere il testimone dello sposo e lasciare che lo fossero i fratelli di Des, perché non sarebbe stato capace di rendersi presentabile per ore.

Quando Harry si è vestito e Louis sta ancora russando, afferra una bottiglia d'acqua da un vassoio dietro di lui, e gliene versa abbastanza da far sussultare Louis e farlo alzare immediatamente.

"Il matrimonio è tra due ore. Muoviti!"

"Non è un bel modo di cominciare la giornata..." Louis fa il broncio ma si alza e si veste comunque, sbadigliando e massaggiandosi la pancia mentre si mette i mocassini, noncurante, come se non si stessero per perdere il matrimonio dei loro genitori.

Sono già pronti ad andare, ma Harry si gira, baciando Louis sulle labbra e dicendogli quanto lo ama, prima di aprire la porta e correre attraverso il corridoio, in direzioni opposte per raggiungere le loro camere.

"Harry! Finalmente! Dove cazzo stavi?!" Urla Gemma, riagganciando il telefono con cui Harry immagina stesse per chiamarlo. 

"Stavo... um..."

"Non mi interessa! Non abbiamo tempo! Cambiati! Adesso!" Gli mette fretta, già completamente vestita e pronta per andare, ed esce dalla stanza.

Harry non perde tempo e corre verso il bagno per farsi una doccia. Deve concentrarsi per non rimanerci troppo, ricaccia indietro tutti i pensieri che di solito analizza sotto l'acqua, e si asciuga prima di pettinarsi i capelli. 

Si veste, mettendosi il completo blu navy e il fazzoletto da taschino di seta lilla. Afferra le scarpe e va a sedersi sul letto per metterle, aggiustandosi i capelli un'ultima volta prima di controllare il risultato allo specchio e andare in camera di Niall.

Lo vede con Stan e Gemma, mentre vanno di sotto, quindi si ferma in un'altra stanza.

"Sono pronto!" Urla Louis, anche se è vestito solo per metà quando apre la porta e si trova davanti Harry.

"Louis! La macchina sta per partire! Bisogna andare ora!"

"Sono pronto, sono pronto!" Louis corre per la stanza e prende le scarpe in una mano prima di uscire dalla camera, fermandosi davanti allo specchio per controllarsi il ciuffo.

"Sei bellissimo..." Sussurra Harry quando si ferma ad un altro specchio. Si mette dietro di lui, baciandogli la tempia prima di camminare verso le scale.

“Harry?”

“Hmm?”

"Quanto è lontana la Luna?" Chiede Louis mentre corrono lungo il corridoio.

"Beh, la distanza media dal centro della Terra è di 384.000 chilometri, ma varia a causa dell'orbita-" Risponde Harry, fermandosi quando si rende conto che era una domanda retorica.

"Abbastanza lontana, quindi..."

"Sì... Ma è l'oggetto stellare più vicino a noi, e alcune persone ci sono già state..." Si ricorda Harry quando volano già per le scale.

"Pensi che sopravivremmo a lungo?" Chiede Louis quando raggiungono il pian terreno e saltella per mettersi le scarpe.

"La forza di gravità è un po' complicata e la mancanza di cibo e acqua potrebbe essere un piccolo problema... ma potremmo arrangiarci?" Harry sorride, e lascia che Louis si appoggi a lui per mettersi l'altra scarpa.

"Capito."

Camminano nell'ingresso già vuoto, e corrono verso l'entrata. C'è una fila di macchine della famiglia di Jay e un'altra degli Styles. Quando arrivano al parcheggio, quindi, si guardano un'ultima volta prima di andare nelle rispettive macchine.

Durante il viaggio, forse Harry appare un po' preoccupato, perché Gemma gli prende la mano, e lascia che si rannicchi contro di lei mentre Niall gli accarezza il ginocchio.

Le panche sono tutte decorate con ghirlande di fiori bianchi e lilla, e tutti hanno rispettato il tema, perché la chiesa è piena delle sfumature leggere dei colori preferiti della sposa. 

I bambini sono seduti nei posti assegnati vicino all'altare, a parte Lottie che era stata felice di fare la damigella d'onore. Indossa l'abito bianco e lilla che sua madre ha scelto, i capelli sono legati per metà in cima alla testa con un piccolo elastico fatto di fiori.

Des è lì in piedi come se fosse il primo matrimonio: è nervoso, trema, ed è pronto per cadere tra le braccia di suo fratello.

Gemma non dice niente, ma porta una mano intorno ad Harry nel momento in cui la marcia nuziale di Mendelssohn fa girare tutti gli invitati. Quando si gira anche lui, vede Louis dall'altro lato della chiesa. Si guardano, e si sorridono leggermente prima di girarsi per guardare Jay camminare lungo la navata con suo padre.

Avevano trovato un prete disposto a sposarli in chiesa, nonostante fosse un po' riluttante fino alla fine, quindi Jay sembra un po' stressata. Harry immagina però che quel momento sia travolgente, perché tutti ti guardano, mentre tu sei pronto a diventare parte della vita di qualcun altro.

La cerimonia è bellissima, è estremamente caldo e tutti continuano a sventolarsi fingendo di non star morendo di caldo ma, a parte questo, sta andando bene. Per gli invitati.

Gemma non lascia andare suo fratello. Gli teneva la mano nel momento in cui erano arrivati, ed Harry gliel'ha stretta così forte che ha piagnucolato, sussurrando a Niall di farlo al suo posto.

Il migliore amico di Harry appoggia la testa sulla sua spalla, lasciando che affondi le unghie nella sua pelle, strofinando con il pollice quando gli scivola una lacrima nel momento in cui il prete dice quello che non credeva l'avrebbe distrutto.

"Vuoi tu prendere questa donna come tua legittima sposa, per vivere secondo la parola di Dio nel sacro vincolo del matrimonio? Vuoi amarla, confortarla, onorarla, tenerla al sicuro, in salute e in malattia; ed esserle fedele sempre, finché morte non vi separi?"

Le arcaiche parole del prete risuonano nella chiesa ed Harry guarda suo padre prendere un respiro profondo ed aspettare quasi un minuto -un maledetto, straziante, lungo minuto- prima di annuire ed aprire le labbra per dire quelle due parole che una sposa vuole sentire. Più o meno.

"Non posso."

La stanza si riempie subito di mormorii e sussulti quando Des abbassa lo sguardo e rimette l'anello nella mano del piccolo cugino di Harry.

Guarda Jay che, sorprendentemente, non sussulta nemmeno. Si guardano ed annuiscono, tenendosi per mano mentre si girano a guardare amici e parenti.

"Sappiamo che siete venuti qui per assistere ad un matrimonio, e ci dispiace dire che non ci sarà. Ci amiamo con tutto il cuore, e abbiamo passato dei momenti bellissimi insieme, ma..." Des guarda Jay, e lei gli sorride leggermente per incoraggiarlo a continuare.

Harry non sa cosa fare. Niall ha ancora le mani davanti alla bocca e Gemma scuote la testa quando Harry la guarda per capire se ha idea di quello che stia succedendo.

"... siamo amici. Siamo diventati migliori amici. Ma siamo qui, di fronte a Dio, e non possiamo mentire. Avevamo bisogno di qualcuno che ci salvasse, e ci siamo trovati. Ma non abbiamo trovato la persona di cui abbiamo bisogno più di qualsiasi altra cosa, e non possiamo continuare a fingere. Non da quando abbiamo visto che cos'è il vero amore."

Quando Des finisce di parlare ed il prete continua ad inveire, tutti gli ospiti si alzano e li guardano camminare lungo la navata, non ancora sposati, e con nessuna intenzione di farlo.

Mentre tutti corrono per raggiungere le macchine e tornare in hotel, Harry si guarda intorno in tutto il parcheggio per cercare suo padre, invano. Gemma lo spinge in macchina per tornare in hotel, e non ha ancora visto Louis.

Nel momento in cui la macchina si ferma, Harry è già volato fuori per trovarlo. Non sa se dovrebbe cercare prima Louis o suo padre, ma sta di certo cercando qualcuno mentre corre attraverso il giardino.

Il parcheggiatore gli dice che aveva visto una sposa ed un uomo camminare lungo un vialetto pieno di denti di leone, ed Harry non perde tempo a spiegargli come stanno le cose, e corre verso il sentiero.

Li trova seduti su una panchina davanti al lago. Sembrano più felici in quel momento che in chiesa, ed Harry deve controllare un paio di volte per realizzare che stanno davvero ridendo.

"Papà!" Des si gira a guardare Harry dietro di loro, un po' senza fiato dopo quella corsa in abito da cerimonia.

"Harry..." Sospira Jay.

"Mamma!" urla Louis da dietro, ed Harry si gira e vede che è confuso e scioccato tanto quanto lui.

"E' fantastico che siate entrambi qui..." Des si schiarisce la gola.

"Louis!" Lottie arriva subito dopo, seguita da Gemma, Niall e Simon, il fratello di Des.

"E adesso che siamo tutti qui... Per favore, calmiamoci." Jay ridacchia, fin troppo tranquilla per essere una sposa che è appena scappata dalla chiesa.

"Che è successo, Desmond?!" Lo zio di Harry è più preoccupato che arrabbiato per aver avuto la prima peggior esperienza da testimone.

"Come abbiamo detto, ci amiamo... Solo non nel modo in cui credevamo." Spiega Jay.

"E non era giusto continuare a mentire solo per non ritrovarci da soli. Perché... abbiamo capito che avremmo rovinato un amore vero." Aggiunge Des.

"Di che state parlando?" Chiede Simon, confuso. Non è nemmeno il più intelligente dei parenti, e la situazione non aiuta.

Harry non osa guardare Louis, girarsi e controllare se anche lui sia per metà nel panico, per metà sollevato.

"Non siamo né ciechi né stupidi, sapete..." Brontola Des. "Pensavamo che litigaste tutte le sere, ma le pareti sono sottili e voi stavate appiccicati più di quanto lo fossimo mai stati noi."

Quando tutti portano l'attenzione su Harry e Louis, loro si bloccano, evitando di dire qualsiasi cosa finché non sono sicuri che nessuno voglia buttarli nel lago.

"Abbiamo capito quanto vi amate. Abbiamo provato ad ignorarlo, a convincerci che non era come sembrava... ma poi ti ho sentito, Louis. Vi ho sentito provare a chiuderla, e ho sentito il modo in cui piangevi quando avete riattaccato. Era il suono che una madre non vorrebbe mai sentire." Dice Jay, cercando chiaramente di non singhiozzare quando si ricorda del figlio nel letto.

"Mi hai sentito?" Dice Louis con voce bassa. Jay annuisce, con gli occhi rossi, e Des le massaggia il braccio per confortarla.

"Non so che avete deciso di fare ma... sappiamo che vi amate, e sappiamo di essere stati un ostacolo. Siamo felici di non esserlo più. Quindi, che decidiate di mantenere le cose così, o che decidiate di stare insieme, lo accettiamo. E' un cambiamento, sì, ma vi amiamo come figli e questo non cambierà le cose, credo?"

Harry non sa se sia per il fatto che non c'è più nulla a tenerli separati, o se sia per il fatto che le persone che temevano di più stanno accettando la cosa, ma ne è sopraffatto, e non riesce a trattenere delle lacrime che scivolano sulla guancia quando si gira a guardare Louis.

La faccia di Louis è rossa, e le guance sono bagnate. Quando incrocia lo sguardo di Harry, si sorridono, facendo un passo in avanti per stringersi le mani per la prima volta davanti ai genitori

"Mi dispiace." Dice Louis a sua mamma. Harry annuisce, per dire la stessa cosa a Jay e suo padre.

"Vi amate?" Chiede Jay, piangendo mentre si tiene stretta a Des.

Harry e Louis si girano a guardarsi. Harry vede quella persona che gli aveva fatto perdere la testa, ma che in qualche modo gliel'aveva anche rimessa a posto, e Louis vede Harry, che l'aveva capito realmente e che aveva fatto emergere quel suo lato nascosto. Annuiscono. È solo un cenno del capo, ma è quello che volevano fare da tempo, e non avevano mai creduto che un giorno sarebbe successo. 

"Penso di dover bere." Mormora il fratello di Des e tutti ridono, perché sono ancora la famiglia più complicata là fuori, ma sono comunque una famiglia,  piena di gente che si ama... E due di loro si amano solo un po' di più.

•••

Il ricevimento si trasforma in una festa. Con un sacco di bianco.

Jay e Des festeggiano come se si fossero sposati davvero; tagliano la torta, ascoltano i brindisi, e ridono un sacco mentre tutti gli invitati accettano lentamente la nuova svolta degli eventi.

Vanno in sala ricevimento, ballando piano la canzone che hanno scelto, la classica L.O.V.E. di Nat King Cole.

Danzano per poco, prima di fare cenno a tutti di unirsi.

Harry è appoggiato contro un tavolo, con un bicchiere di champagne mentre guarda suo padre rendersi ridicolo al centro della stanza. Vede Niall andare a chiedere un ballo a Lottie, e sorride quando la vede spingerlo attraverso le coppie e lui nervosamente si gratta il retro del collo perché ancora non aveva chiesto nulla.

Gemma si sta divertendo a ballare con zio Simon, probabilmente raccontandogli tutto quello che sta succedendo.

"Tesoro..." Louis gli appare di fronte, con una mano dietro la schiena e l'altra davanti, che aspetta che Harry la prenda. Ha quel solito leggero sorriso sul volto che gli fa sorridere anche gli occhi e gli fa arrossare le guance, quel sorriso a cui Harry non può resistere, non importa quanto sia pessimo come ballerino.

Fa un inchino e appoggia il bicchiere sul tavolo dietro di lui, e lascia che Louis lo guidi attraverso la sala.

Appoggia una mano sulla spalla di Harry, e l'altra sulla sua mano sollevata, ed Harry appoggia una mano sul fianco di Louis.

Cominciano ad ondeggiare sulla melodia di quella canzone di un film di quando erano bambini, e quelle parole li fanno arrossire e diventare un ammasso di timidezza e sorrisini.

Quando la canzone cambia e la versione di John Legend di All of Me risuona dolcemente nelle orecchie, Harry toglie la mano da quella di Louis per portare il braccio intorno alla sua vita ed avvicinarlo a lui. Louis solleva il braccio per metterlo intorno al collo di Harry, facendolo curvare leggermente quando si mettono fronte contro fronte, chiudono gli occhi e danzano lentamente mentre gli altoparlanti suonano i loro sentimenti.

Ed è come se il mondo non esistesse più.

Non ci sono più ospiti, nessuno sta danzando, e ci sono solo loro. Si chinano in avanti, sorridono e si baciano come se nessuno li stesse guardando, come se nessuno potesse fermarli. Perché, per la prima volta, possono farlo.

"E' il momento giusto per dirti che ho trovato un lavoro?" Louis sorride e si tira indietro quando la canzone cambia in Heartbeats di José Gonzales.

"Che?!" Harry è raggiante. "Quando? Dove? Al The Lowry?"

"Um... In realtà non a Manchester..." Louis ridacchia, mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di sorridere troppo. "Il mio agente ha mandato questo video di audizione per un musical e, beh, ho ottenuto il ruolo da protagonista per il nuovo spettacolo di Peter Pan... al Playhouse Theatre... sai, quello vicino a Trafalgar Square? Voglio dire, non è la Luna, ma..."

Harry non dice nulla. Scuote la testa, incredulo, sorridendo come un pazzo prima di stringere il completo di Louis per avvicinarlo a lui, danzano per godersi quello che il futuro ha in serbo per loro.

Mentre continuano ad abbracciarsi e a ballare, Harry realizza che il destino li prende quasi in giro, perché si ritrovano a ballare sulla canzone di Carla Bruni, quella che Harry aveva sentito quando si erano lasciati.

"Conosco questa canzone!" Mormora Louis nel collo di Harry.

"Che? Sul serio?"

"Sì, me l'ha suggerita Liam. La amo. Non ho idea di quello che dice, però... me la traduci?"

"Tutto quello che hai bisogno di sapere è che... Ti amo ancora. E questo è possibile." Harry ridacchia.

"Um... okay..." Louis aggrotta le sopracciglia, ma non insiste.

"Sono felice che tu mi abbia dato un calcio sulle gambe, quel giorno..."

"E io forse non sono così infastidito dal modo in cui le apri..."

"Sei così idiota." Ride Harry. "Adesso baciami, scemo."

•••

*tee: nel golf, è il chiodo che sostiene la pallina

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