III
"Te lo dico amico, non ci torneremo tanto presto." Liam sospira, lanciando la palla da basket e poi riprendendola mentre si mette sulla panchina del giardino.
Erano entrambi vestiti per uscire, ma alla fine si erano fermati fuori a chiacchierare, chiedendosi dove sarebbero potuti andare.
"Il ragazzo che Andy ha presentato a Louis si è assicurato che il proprietario lo riconoscesse per non farci mai più mettere piede in discoteca. Che è successo?"
Harry alza le spalle, non ancora sicuro di come rispondere a quella domanda. Tutto quello che sa è che non è poi così dispiaciuto di essere entrato in quella lista nera, visto che ha dormito così bene quella notte...
Sta per dirgli del letto condiviso di quella notte quando sente il famigliare suono di un cespuglio che vibra. Si alzano velocemente e si nascondono dietro la parete più alta di fronte a loro. Stanno in punta di piedi cercando di vedere attraverso il buio della notte cosa sta succedendo.
Hanno spiato Lottie ogni volta che si erano ritrovati a giocare a basket nel giardino di Liam. Sgattaiola fuori dalla stanza, va nel giardino, e cammina attraverso il prato invece che sulla breccia, passa per la porta rovinata accanto al cancello, e non li vede mai dietro il muro.
Quella notte tuttavia, vogliono soddisfare la loro curiosità e seguirla ovunque sia diretta. Aspettano che la macchina sia abbastanza lontana ma non troppo, e cominciano a seguirla con quella di Liam, mantenendo una distanza di sicurezza per non essere notati.
La Porsche nera dove è salita Lottie si ferma davanti ad una discoteca che Liam e Harry conoscono veramente bene. Ci andavano sempre quando erano minorenni, sapendo che la maggior parte dei baristi davano drink senza chiedere la carta d'identità, sfuggendo con discrezione ai controlli dei pochi clienti abituali che erano poliziotti.
Aspettano che esca fuori dalla macchina e serrano le mani scioccati quando vedono con lei tre ragazzi ed una ragazza, che sembrano gli amici problematici da cui ogni genitore ti mette in guardia.
Indossa uno stretto vestito nero fino a metà coscia, scollatura profonda e tacchi alti che spiegano le salsicce rosse e gonfie che aveva al posto delle dita dei piedi quella mattina. Il viso è sapientemente dipinto con il make up e ha scelto le più lunghe ciglia finte che esaltano il blu metallico dei suoi occhi. Non c'è niente della Lottie che Harry ha conosciuto, e sembra più bella del solito.
Parcheggiano in un angolo ed entrano nel locale, salutando con la mano alcune facce famigliari, prima di nascondersi dalla vista di Lottie.
Lei lascia che due dei ragazzi con cui è venuta la mettano a sandwich tra di loro, bloccandola completamente mentre lei continua a ridacchiare. Harry non ha idea di che cosa fare, chi avvertire, o chi distruggere. In qualche modo si sente come se stessero toccando la sua piccola sorellina, e un forte desiderio di picchiarli brucia involontariamente il suo petto.
Liam va a prendere qualcosa da bere, e programmano di trascorrere tutta la notte controllandola con discrezione, ma uno dei due tizi la spinge contro il suo petto con un po' troppa forza e lei cerca di scostarsi senza successo. Non la lascia scappare dal sua abbraccio, e la tira di nuovo contro il suo inguine, nonostante le sue deboli ma chiare proteste, ed è tutto ciò che serve ad Harry e Liam per mettersi contro il ragazzo.
"Non penso che voglia più ballare." Dice Harry, prendendo Lottie con una mano dalla schiena per nasconderla dietro di lui.
Sembra un po' debole e sorpresa di vederli, ma a quanto pare non abbastanza da dire qualcosa, e questo manda Harry in confusione. Ridacchia contro il petto di Liam quando inciampa su di lui, ed ad Harry basta uno sguardo ai suoi occhi rossi e ai sorrisetti sui volti di quei ragazzi per capirlo.
"L'avete drogata?!"
I due ragazzi alzano le spalle con espressione compiaciuta quando cominciano a parlare francese tra di loro, ignorando completamente Harry e Liam.
"Bande d'enculés!*" Gli urla in faccia Harry, scioccando i due ragazzi che non credevano potesse capirli. Infatti, si erano appena vantati di aver dato alla ragazza un farmaco normalmente usato dagli stupratori, ed Harry li aveva sentiti.
Quando la ragazza che stava con loro si unisce, con un sopracciglio inarcato, chiaramente informata della cosa e non drogata, Harry piega il collo, ed appena escono di lì, Lottie sviene tra le braccia di Liam.
Non è un uno a cui piace fare risse, e nemmeno uno stupido gruppo di criminali può fargli perdere il controllo e farlo finire al distretto di polizia. Non si dimentica, però, di avvisare i due uomini che da piccolo evitava, che ci sono due stupratori minorenni che vanno in giro con alcool e droga, indicandoli quando cercano di scappare, fortunatamente invano.
Trasportano Lottie nella macchina di Liam, ed Harry si siede vicino a lei nei sedili posteriori mentre Liam guida fino all'ospedale. Lo sanno che quel tipo di droga dovrebbe rimanere in circolo solo poche ore e farla solo andare su di giri, ma non hanno idea di quanta ne abbia presa o di come potrebbe reagire, quindi decidono di non correre rischi.
Harry la tiene stretta tra le braccia mentre lei sussurra cose senza senso e comincia ad addormentarsi. Harry prova a tenerla sveglia, non volendo che finisca in coma o qualcosa di peggio, terrificato dalla mancanza di vita nei suoi occhi.
Quando arrivano al pronto soccorso in venti minuti, Harry mette un braccio di lei attorno al suo collo, e fa scivolare il suo sotto le sue ginocchia, per trasportarla dentro il più velocemente possibile. Sono fortunati perché ci sono solo quattro persone, e nessuna sembra in pericolo di vita, quindi corrono verso il primo infermiere che vedono per spiegargli tutto.
Gli dà un'occhiata e prende una barella per farla stendere. Le controlla il polso e gli occhi, prova a parlare con lei e quando non c'è nessuna reazione chiama un altro infermiere.
Gli fanno cenno di aspettare in sala d'attesa mentre la visitano dopo aver visto quanto sono terrorizzati, incapaci di non stare vicini ai medici per assicurarsi che lei stia bene.
Si siedono, aspettando che l'infermiere li chiami, ed Harry prova a scacciare dalla mente ciò che l'odore di quella stanza gli ricorda.
"Starà bene." Liam stringe le spalle di Harry e lo avvicina al suo fianco per strofinare il suo braccio, sapendo quanto deve essere difficile per lui.
Non può fare a meno di ricordarsi del giorno in cui tutto è cambiato. Le sedie vuote accanto a lui sono troppo simili a quelle su cui si arrampicava per cercare di distrarsi quando non sapeva se sua madre sarebbe rimasta in vita o meno. Il suono del distributore gli riporta alla mente quando sua sorella gli portava le patatine mentre aspettavano, e il suono delle ambulanze fuori risuona nella sue orecchie.
"Avrei dovuto picchiarli." Dice Liam, ancora arrabbiato con Harry per averlo costretto a lasciarli nelle mani dei due poliziotti senza combattere.
"Ma a questo punto non saremmo stati qui solo per una persona." Osserva Harry, e Liam non replica.
Quando l'infermiere li chiama dopo circa un'ora, facendo dei gesti per far si che li segua, Harry prende un respiro profondo, grato che Liam gli stia stringendo la vita, pronto a soccorrerlo.
Camminano lungo una fila di letti temporanei prima di trovare Lottie. I suoi occhi sono chiusi e sembra più in pace di prima.
"Deve averne presa una piccola quantità. Non ci sono tracce allarmanti di droga nel suo corpo. Avrà un po' di nausea per un po', ma dovrebbe stare bene. Ha solo bisogno di riposare e di bere molta acqua. Adesso, siete sicuri che non è successo niente prima che arrivaste?"
Harry e Liam si guardano terrorizzati, ma immaginano che non sia potuto accadere nulla nel breve tragitto fino alla discoteca. L'hanno tenuta d'occhio per tutto il tempo lì, e non aveva fatto nulla se non ballare e chiacchierare con il gruppo.
"Non penso." Harry scuote la testa.
"Bene, se è successo qualcosa, vi prego segnalatelo il prima possibile, soprattutto perché potreste sapere chi è il responsabile. E dovreste assicurarvi che lei capisca che cosa è successo e che cosa sarebbe potuto succedere." Spiega l'infermiere, e poi si scusa quando se ne va a controllare un altro paziente.
"Sono sicuro che non è successo nulla, Haz." Dice Liam, vedendo la preoccupazione sul volto dell'amico.
"Lottie..." Harry sospira mentre toglie i capelli biondi dalla sua fronte. "A cosa stavi pensando..."
"Mmh..." Mormora Lottie e sbatte gli occhi aperti sotto la mano di Harry.
"Ciao." Harry inclina la testa, stringe le labbra e le concede un piccolo sorriso.
"Come ti senti?" Chiede Liam, le mani nelle tasche.
"Stupida?" Sospira Lottie. Si siede, facendo una smorfia mentre si tira su, reclinando la testa sul cuscino dietro a lei.
"Non sei stupida. Sei stata incredibilmente irresponsabile e ci hai fatti spaventare a morte, ma non sei stupida. Loro lo sono." Dice Harry, guadagnandosi un piccolo sorriso mentre abbassa la testa, fissando le sue dita che giocherellano con il pizzo del suo vestito.
"Volevo solo divertirmi e uscire con gli amici..."
"Come conosci quei ragazzi?" Chiede Harry mentre Liam li lascia per andare a prendere qualche snack alle macchinette.
"Ho conosciuto uno di loro su internet. Niente di strano, solo abbiamo parlato su Tumblr e cose del genere. Mi ha detto di vivere qui quindi quando Des ci ha invitato ho cominciato a fare progetti con lui e con i suoi amici. Sembravano fighi e abbiamo parlato su Skype e cose così quindi non vedevo l'ora..."
"Hanno..." Comincia Harry, ma deve raccogliere più forza per continuare. "Ti hanno fatto qualcosa?"
"No! No..." Dice immediatamente, accigliata. "Era la prima volta che accettavo qualcosa da bere in macchina. Mi ricordo tutto, tranne quando mi avete portato fino a qui..."
"Ma perché non hai avvertito nessuno? Che cosa avremmo fatto se non ti avessimo trovata a letto domani mattina, senza nessuna idea su dove saresti potuta essere?"
"Non volevo che mamma lo sapesse..."
"Beh, saresti potuta venire con me, o con Gemma, o con Louis..."
"Non volevo che nessuno si mettesse nei casini per me. Volevo solo..." Lottie sospira e lascia cadere la testa dietro di lei. "Sono solo stanca di essere la brava ragazza che non ha mai baciato un ragazzo e che viene sempre chiamata 'rigida' o 'suora'. Ho pensato che, se fossi uscita con un ragazzo, allora non sarei più stata strana... e che avrei potuto avere più amici una volta tornata a casa..."
"Guardami." Harry usa il suo tono serio da 'lascia che ti insegni qualcosa' e aspetta che Lottie lo guardi prima di continuare. "Il tuo valore non cambia da quante volte hai baciato un ragazzo. A meno che le sue labbra non siano magiche e non ti portino in paradiso, non vedo nessuna ragione per forzarti a fare qualcosa per cui non sei ancora pronta."
Porta i suoi occhi a guardare verso il basso, mordendosi il labbro inferiore.
"Ma le persone si prendono gioco delle vergini e io sono stanca di essere giudicata per la mia scelta di aspettare fino al matrimonio."
"Ma chi se ne frega di quello che pensano le persone? Nessun cazzo di qualunque ragazzo è abbastanza importante da definirti." Dice Harry, un po' rude, ma pensa profondamente ogni parola che sta dicendo e lei non sobbalza, quindi pensa che lei non sia sorpresa dalle sue parole. "Se vuoi aspettare fino al momento in cui troverai qualcuno di cui fidarti davvero e con cui immaginarti un futuro, allora fallo. Se vuoi andare con un ragazzo carino conosciuto ad una festa, allora vacci. Non importa quello che fai, se è una cosa che vuoi fare. Non è affare di nessuno, solo tuo."
"Lo dici come se non avessi riso quando io e Lou abbiamo detto che preferiremmo rimanere vergini, o come se non avessi giudicato il nostro modo di vestirci..." Lottie aggrotta le sopracciglia. Harry si prende un momento prima di rispondere, perché sa che ha ragione.
"Lo so. Mi dispiace, non avrei dovuto ridere, è solo che non sono abituato, immagino... E ammetto che ero un po' sorpreso dai tuoi vestiti." Confessa Harry. "Ma ho visto il modo in cui guardi Gemma e ho visto quella sorta di sconfitta quando parli della tua castità. E' come se non fosse nemmeno una tua scelta, è come se tu ti fossi dimenticata di considerare tutto e trovare quello che ti piaccia o qualcosa del genere."
"Lo sapevo che non eri come noi!" Lottie sorride, imbronciandosi piacevolmente nello scoprire che non condivide le stesse idee della sua famiglia. "Ma non voglio che mia madre pensi che io sia diventata una puttana o qualcosa del genere."
"Senti quello che dici?" Harry ride leggermente, incapace di capire perché in quella famiglia nessuno possa essere sé stesso. "Da quando indossare i vestiti che ti piacciono e scoprire te stessa sono cose che ti rendono una puttana?"
Lottie tiene la testa bassa, come se fosse la domanda che si è fatta da tanto tempo.
"Lo dirai a mamma?"
"No, se vuoi che non lo faccia." Harry sorride e lei gli sorride di rimando come ringraziamento. "Ma non esitare mai a chiamarmi se ti trovi in situazioni del genere. O a chiamare Gemma. Mi ha salvato da parecchie situazioni in cui avrei potuto fare veramente, veramente una brutta fine. E sono sicuro che Louis correrebbe da te in meno di un secondo."
Lottie annuisce e si asciuga le poche lacrime che avevano cominciato a luccicare negli angoli dei suoi occhi, rinunciando nel cercare di non far sbavare il make up.
"Sa delle tue piccole avventure di mezzanotte?"
"No. Mi ucciderebbe! O ucciderebbe i miei amici..." Lottie scuote la testa con forza. "Non voglio che si preoccupi per me. Si è sempre messo nei casini per me e non voglio che si prenda un'altra volta la colpa."
Liam ritorna con le mani piene di barrette di cioccolata e Gatorade mentre Harry fa un sorriso ironico, perché è stranamente compiaciuto all'idea che Louis faccia qualsiasi cosa per lei.
"E' tutto quello che avevano..." Liam alza le spalle a mo di scusa e appoggia tutto ai piedi del letto.
"Grazie!" Lottie sorride e prende un Twix da scartare.
"Ti senti meglio?" Liam si siede sul letto accanto ai piedi coperti di Lottie e afferra un pacchetto di M&M's.
"Molto meglio, sì." Lottie gli sorride con la bocca piena. Harry trascina la sedia che ha notato alcuni letti più in là e si apre un Kinder Bueno quando si siede.
Lottie sorride subito esponendo i suoi denti con un sorriso brillanti, ed Harry e Liam si guardano aggrottando un sopracciglio, perché pensano di essersi persi qualcosa.
"Mi ricorda quando mi sono rotta il braccio." Ridacchia Lottie. "Avevo sentito Louis fare progetti con i suoi amici per andare sullo skate, e avevo una cotta per uno di loro in quel periodo, così, come una dodicenne che credeva di aver trovato l'amore, l'ho ricattato e mi ha portato con lui. Mi aveva controllato per tutto il tempo e si era assicurato che anche i suoi amici mi controllassero. Ero così felice perché la mia cotta mi stava sempre attaccata... Beh, era più come il dovere di un fratello maggiore, ma ero comunque eccitata."
"Comunque, Louis non voleva che andassi sullo skate perché sapeva che non avevo il minimo senso dell'equilibrio e che sarei caduta a faccia avanti sul cemento. Così ho aspettato che fosse concentrato sui suoi sick tricks**..." Usa il tono di voce di suo fratello, agitando le sue mani nel segno del 'westside', facendo ridere Liam ed Harry. "... mentre i suoi amici lo stavano incoraggiando e non mi stavano guardando. Sfortunatamente, aveva completamente ragione nel non volermi far andare sullo skate, perché l'ho fatto nel peggior modo possibile e sono letteralmente volata in aria e sono atterrata sul mio braccio sinistro."
"Ouch!" Dicono Harry e Liam all'unisono.
"Lo so! Stavo urlando e il mio braccio stava diventando viola, così sono andata al pronto soccorso e, dato che uno degli amici di mamma lavorava lì, lei è arrivata in pochi minuti." Lottie prende un morso di barretta di cioccolato, non preoccupandosi del biscotto che si sgretola sul suo grembo mentre parla. "Quando mi ha vista, era furiosa. Mi ha urlato contro ed è diventata rossa sgridandomi per essere uscita senza permesso e bla bla bla..."
"Quindi Louis le ha detto che era colpa sua. Le ha detto che stava provando ad insegnarmi e che pensava fossi abbastanza stabile. Le ha detto che mi aveva fatto andare con lui al parco degli skater e che non doveva rimproverarmi di nulla. Lei gli ha tolto il computer, i giochi e anche il cellulare e l'ha tenuto in casa per un mese intero. Aveva tredici anni quindi poteva solo fare scuola casa. Niente di più."
"E' stato carino! Non sono sicuro che l'avrei fatto per mia sorella..." Esclama Liam, finendo il suo secondo pacchetto di M&M's con le nocciole. Harry è appoggiato sul letto con il mento sulle braccia incrociate, e cerca di non sorridere troppo ascoltando la storia, e di non apparire più interessato di quello che dovrebbe essere.
"Sì... Non mi ha nemmeno messa in punizione o qualcosa del genere perché pensava che lui mi avesse influenzata. La parte bella è che, quando mi hanno ingessata, mi aveva fatto disegni fighi sul gesso, e mi aveva detto che, qualunque cosa sarebbe accaduta, saremmo stati io e lui contro il mondo - che significa mia madre." Lei ride. "Ci disegnò un 'CT' e mi disse che era il mio supereroe il cui unico compito era proteggermi. Captain Tommo."
Liam fa il suo sorriso adorabile quando Lottie finisce di raccontare la storia, e il cuore di Harry si sta agitando un po' troppo. Finalmente capisce perché Lottie a volte chiama suo fratello 'Captain Tommo' e ha scoperto un altro lato del carattere del ragazzo che non pensava fosse capace di essere altruista.
Compilano il modulo di dimissioni ed altre cose, dato che non è ancora maggiorenne, e Harry sorride un po' troppo quando lei dice all'infermiere che può firmare lui tutti i moduli dato che è suo fratello.
Aspettano che Lottie sia completamente in grado di camminare e si dirigono verso casa che sono circa le tre del mattino, felici che sia successo tutto di notte così da evitare di trovarsi davanti Jay o Des.
Lottie ringrazia Harry e Liam e li abbraccia leggermente prima di tornare nella sua stanza. Harry non è stanco, però, quindi offre a Liam una birra in cucina. Ma quest'ultimo ha sonno, quindi abbraccia Harry e si dirige verso casa, imprecando ad alta voce in giardino, sicuramente perché si è ricordato di avere le chiavi e di non dover scavalcare la recinzione per entrare.
Harry apre il frigorifero per prendere una birra, ma vede solo una bottiglia di vodka sulla mensola, quindi immagina di potersi fare uno shot... o quattro. Non è abituato a bere da solo, ma vuole farlo per allontanare il sentimento con cui deve convivere da quando è arrivato lì.
Da quella notte ricca di avvenimenti, Louis aveva ancora evitato Harry. Ma questa volta lasciava la stanza ogni volta che Harry entrava, gli dava le spalle quando dormiva, e si rifiutava di fare squadra con lui nelle attività di famiglia. Era come se stesse fingendo che non esistesse.
Harry non dovrebbe preoccuparsene e dovrebbe rimanere indifferente, ma gli fa male. Aggiunto al fatto che ha pian piano scoperto che Louis forse è più umano di quanto aveva pensato e che ha passato le ultime ore al pronto soccorso cercando di non replicare il peggior giorno della sua vita, lo troverete steso sul pavimento della cucina con un bicchiere sul petto, domandandosi quando dallo shot numero uno si è ritrovato ad interessarsi su quanti marshmallows possa mangiare prima che questi lo uccidano.
Sta pensando alla notte in discoteca e al modo in cui Louis lo aveva guardato. Pensa all'espressione che aveva sul viso, come se lo stesse sfidando nel fargli toccare Diego, come se lo stesse sfidando a dare attenzione a qualcun altro che non fosse lui...
Pensa alla storia che gli ha raccontato Lottie in ospedale e se lo immagina mentre cerca di convincere sua sorella che l'avrebbe salvata da qualunque cosa. Pensa al modo in cui ha dormito sul suo petto, il suo respiro caldo e i suoi capelli morbidi, e la leggera barba che gli aveva lasciato dei segni.
Sta pensando a quanto tutto questo sia sbagliato quando sente dei passi leggeri e improvvisamente si ritrova sdraiato sul pavimento piastrellato accanto a qualcuno.
"Oh mio dio! Quando la smetterai di allungare le tue gambe ovunque?!" Louis grugnisce, Harry lo ignora e si tira su per versarsi un altro bicchiere di vodka, tracannandolo prima di appoggiare la testa sull'armadietto accanto a lui.
"Ti fai gli shots da solo?" Chiede Louis quando si alza, prendendo una bottiglia d'acqua dal frigo.
"Scusa, stai parlando con me?" Domanda drammaticamente Harry, facendo ruotare gli occhi a Louis.
"Vedi qualcun altro?"
"Non lo so, hai dato più attenzioni ad una scatola di cereali che a me, quindi... Ti fai gli shots da solo, Coco?" Harry improvvisa una conversazione con uno scimpanzé su una scatola sopra ad un tavolo e sì, sa che ha bevuto un po' troppo.
"Harry." Dice Louis con fermezza, ed Harry finge che questo non soddisfi una piccola parte di lui che nemmeno sapeva di aver bisogno di qualcosa.
Non dice nient'altro ma Louis beve dalla sua bottiglia ed Harry gioca con il bicchiere sul pavimento.
"Penso di essere ubriaco." Ridacchia Harry e sorride gioiosamente, insicuro sui suoi piedi quando prova ad alzarsi.
"Woah, woah, fai piano Bambi!" Louis lo afferra e gli mette un braccio intorno alla vita per farlo sedere sulla sedia più vicina, ma Harry scivola sul pavimento, portando successivamente Louis con sé.
Appoggiano la schiena contro la credenza dietro di loro, ed Harry quasi si lamenta quando Louis toglie il braccio dalla sua vita. Si siede e lo guarda, osservando il modo in cui la luce della luna che passa attraverso le finestre si riflette sulla sua guancia nella cucina buia.
La sua mano desidera ardentemente di aggiustare i capelli che sporgono sopra l'orecchio e pensa che non sa se riuscirà a togliersi dalla mente quelle lunghe ciglia tanto presto quando Louis gira la sua faccia verso di lui con gli occhi puntati sul pavimento.
"Sono andato fuori di testa." Mormora Louis dal nulla, con la testa ancora appoggiata contro l'armadietto.
"Mi sono svegliato nel tuo letto e... Sono andato fuori di testa."
Harry normalmente avrebbe annuito o avrebbe chiesto spiegazioni o avrebbe accettato la confessione, ma invece ridacchia e preme il naso di Louis come se fosse un bottone, facendogli alzare lo sguardo.
"Le tua ciglia sono così luuuuunge!" Esclama Harry, quasi sbavando mentre tiene la bocca aperta come se fosse in shock.
"Cosa?" Louis ridacchia, probabilmente divertito dal tono di voce drammatico di Harry.
"E i tuoi capelli sembrano così soffici..." Continua Harry in estasi. "Come le piume, ma meglio. Molto meglio!"
"Sei veramente squilibrato." Ride Louis, nascondendo il suo sorriso dietro il dorso della mano.
Non sembra per niente quello che Harry aveva conosciuto. Niente a confronto del ragazzo che ha incontrato e niente a confronto del quieto e gentile ragazzo che finge di essere. Sembra un piccolo istrice che potrebbe facilmente diventare una pallina così che Harry possa tenerlo nella sua tasca.
"Penso di esserlo." Sussurra Harry, un po' più serio.
Deve essere davvero squilibrato per perdersi negli occhi di Louis, squilibrato per cominciare a sentire quel calore travolgente ogni volta che è vicino a lui e pazzo a pensare a lui nel modo in cui fa.
Louis osserva Harry con gli occhi brillanti, guardandolo in modo impressionante nel buio, alzando una mano al viso di Harry. Sfiora attentamente la guancia di Harry con le sue dita, come se avesse paura che se lo facesse più forte potrebbe scomparire. Non le muove, e semplicemente tocca la pelle di Harry, sentendo il calore diffondersi sulla guancia arrossata.
Le toglie velocemente, ma Harry ha appena conosciuto qualcosa che non vuole far altro che sentire ancora. Già gli manca il minimo tocco di quelle dita, gli manca la leggera brezza che hanno creato quando le ha tolte, gli manca il respiro caldo di Louis quando aveva sospirato contro il suo viso.
"Fallo di nuovo." Harry sospira mentre chiude gli occhi. "Ti prego."
La stanza è silenziosa e troppo buia per distinguere qualcosa che non siano gli occhi scintillanti di Louis. Harry sta per convincersi di essersi solo immaginato quel tocco, ma le dita di Louis tornano subito, senza avvertire, sul suo viso.
Questa volta, trascina tutte le dita sulla guancia fino ad arrivare all'angolo della bocca di Harry. Quest'ultimo schiude le labbra e strizza gli occhi, come se il tocco di Louis fosse doloroso, ma come se fosse un dolore rassicurante. E' come essere toccato dall'ago più appuntito che in qualche modo somiglia al tocco del più delicato dei petali.
Il pollice di Louis si appoggia sul mento di Harry, quando il suo indice traccia la linea del suo labbro inferiore, seguendo la curva e fermandosi velocemente. Harry increspa le labbra contro il dito di Louis e vi lascia un bacio leggero, e non ne vogliono sapere di tirarsi indietro.
Ripete il bacio di nuovo, prendendo di più del dito di Louis questa volta, la punta della sua lingua che minaccia di leccare leggermente prima di tirarsi indietro, mostrandola ancora una volta, lasciando una piccola porzione bagnata sull'indice di Louis.
"Harry non dovremmo-" Sussura Louis, a malapena udibile.
"Shhhh..." Harry scuote la testa.
Harry stringe la sua mano intorno al polso di Louis, senza fare pressioni, e porta il palmo della mano sulle sue labbra. Vi sfiora la bocca tutto intorno, baciando leggermente qui e lì prima di avvolgere le loro dita per stringere leggermente la sua mano.
Avrebbe dovuto fermarsi, avrebbe dovuto togliere la mano, ma Louis comincia ad accarezzare le sue e sarebbe assurdo fermarlo quando dei petali stanno accarezzando la sua pelle.
Alza lo sguardo per guardare Louis e lo vede fissare il movimento delle loro dita, mordendosi il labbro inferiore e sembrando senza fiato. Harry porta le loro mani unite alla bocca e lo guarda intensamente mentre bacia il suo anello di castità e tira fuori la punta della sua lingua, pronto a leccarlo ed ubriacarsi del modo in cui lo sta guardando Louis ora.
Prima che lo faccia, però, porta il viso più vicino al suo e prende a guardargli le labbra, combattendo per non slanciarsi in avanti.
Louis deve star combattendo la stessa battaglia, perché continua a tenere gli occhi sulle labbra di Harry come se fossero fatte d'oro.
Quando la distanza tra di loro è praticamente inesistente, Louis si sporge metà della metà di un centimetro, facendo sì che le loro labbra si tocchino dal punto più lontano possibile. Non c'è pressione, non ci sono movimenti, niente se non le loro labbra a contatto.
Quando Harry comincia a muoversi piano, Louis schiude le labbra tanto da sentirlo, ma solo per tirarsi indietro velocemente e guardare da un'altra parte. Sbatte la testa contro l'armadietto e si pizzica le labbra come per contenersi dal rompere qualcosa.
"Sei ubriaco." Louis respira.
"Pensi che lo stia facendo perché sono ubriaco?" Sussurra Harry, ferito dal fatto che possa pensarlo.
"Sì. Lo rimpiangerai domani." Afferma Louis prima di guardarlo. "Dovresti chiamare quel ragazzo della discoteca." Le parole di Louis sono dure, come se gli stesse dando un ordine, ed Harry passa dal volerlo toccare al volergli dare un pugno.
"Magari lo farò." Si acciglia Harry.
"Bene." Dice Louis con espressione illeggibile.
"E magari lo toccherò."
"Fai quello che vuoi."
"E magari lascerò che lui mi tocchi." Sussura Harry e Louis grugnisce, facendo finta che non gliene importi nulla. "Non ti importa se mi tocca?"
"No." Risponde Louis, senza espressione.
"Non ti importa se..." Mormora Harry mentre porta la sua stessa mano sulle sue labbra mentre Louis lo guarda. "... mi tocca qui? ... O qui? ..." Trascina le dita fino al suo torso, accarezzandosi mentre gli occhi di Louis seguono ogni sua mossa. "... O qui?" Lentamente porta la sua mano alla cintura dei jeans e si tocca brevemente con il palmo della mano.
Louis quasi sviene a guardarlo.
"No." Ripete guardando altrove.
"Non far finta di non volerlo."
"Non voglio." Dice Louis e si alza in piedi, raggiungendo velocemente lo stipite della porta. "Non faccio il coglione." Dice duramente prima di uscire infuriato.
Harry lo guarda andarsene, chiedendosi perché è lui ad essere in frantumi sul pavimento della cucina ansante ed irritato.
Si ripete che Louis non è nient'altro che il suo futuro fratellastro, nient'altro che il coglione che ha conosciuto poche settimane fa, nient'altro che un cretino ed un bugiardo. E deve ricordarsi prima di cominciare qualcosa che poi non sarebbe in grado di fermarsi.
•••
Il resto della settimana passa in un battibaleno, anche se Harry sente ogni secondo durare un'eternità.
Trascorre la maggior parte del tempo con Liam ed altri amici, andando alle feste in diverse discoteche o ville. E' andato da Diego e si è scusato per il suo comportamento, ed il suo amico lo ha perdonato con gioia e lo ha invitato diverse volte, e hanno flirtato continuamente, non importava quanto Harry fosse distante.
Raramente si trovano da soli, però, sempre trascinati ovunque dai loro amici e sempre a giocare sulla spiaggia.
Harry non rivela i suoi piani a suo padre e a Jay, così non è costretto a portare Louis con lui, anche se lui non avrebbe accettato comunque.
Non l'ha visto molto negli ultimi giorni. Le uniche volte che si sono ritrovati insieme, hanno solo urlato e alzato gli occhi al cielo, e Louis lo ha spinto via quando sua mamma non stava guardando.
Trovano ogni scusa per cominciare a litigare, e non si preoccupano nemmeno di nasconderlo ai loro genitori, che sono sempre costretti a separarli, confusi sul perché si odino così tanto.
Harry principalmente dorme da Liam o da Diego, così che non debba essere incazzato finché non si addormenta.
Quindi quando tutti sono pronti per andare a messa, non è contento di sedersi vicino a lui. Ha accumulato abbastanza rabbia e non vuole far altro che stargli lontano.
Come l'ultima volta, Harry passa la maggior parte del tempo a guardare le persone ed immaginare le discussioni all'interno delle loro teste. I suoi occhi si fermano su Diego, che si trova nello stesso posto dell'ultima volta e gli sorride, ricevendo un occhiolino che gli fa timidamente abbassare la testa.
"Dio ti sta guardando." Sussurra Louis scherzosamente senza guardarlo, ed Harry prova ad ignorarlo per un po', ma è la prima parola che gli rivolge da giorni senza urlare, quindi Harry non può tenerselo per sé.
"Perché fai così?" Gemma accanto a lui gli pizzica un orecchio e lui fa una smorfia, ma continua a parlare a voce bassa, mentre il prete sta dicendo qualcosa.
"Cosa?" Aggrotta le sopracciglia Louis, cercando di concentrarsi di nuovo sul prete.
"Sei un cretino, poi sei carino, poi sei distante e poi torni ad essere insopportabile. Non puoi essere solo una cosa?!" Sbuffa Harry, accavallando la gamba sinistra sopra la destra, raddrizzando la schiena.
Una ragazza di fronte a loro si gira e lo zittisce, ed Harry comincia a chiedersi se l'intero quartiere non stia complottando contro di lui. Fa una faccia divertente e quella ridacchia, facendogli la linguaccia. La fa anche lui e cominciano una battaglia di smorfie finché suo padre non si gira e Gemma colpisce il ginocchio del fratello.
Stanno in silenzio per il resto della messa e borbottano quando escono.
Sono stati abbastanza calmi in chiesa, anche quando Harry ha allungato la sua gamba destra di proposito quando Louis stava cercando di uscire dalla panca e mettersi in coda per l'ostia, facendolo inciampare su una donna infastidita; anche quando Louis l'aveva spinto mentre era in ginocchio, facendogli perdere l'equilibrio e facendolo inciampare sull'altro fedele inginocchiato, creando un effetto domino che ha spinto tutti, e che ha fatto lamentare tutta la fila mentre Louis fingeva di essere innocente.
Appena tornano a casa, Harry corre in camera e si mette un paio di shorts di jeans ed una t-shirt bianca, mettendo i suoi occhiali e afferrando le sue infradito prima di scendere di nuovo di sotto, godendosi la sua libertà dalla Terra dell'Incazzatura - sì, è un posto ufficiale dove Louis Tomlinson è il re della seccatura.
"Dove stai andando?!" Des lo chiama quando Harry è quasi fuori casa.
"Da Diego."
"Diego? Come Diego Deschamps?"
"Yep! Tornerò stanotte... credo." Dice Harry e corre via prima che il padre possa fare altre domande.
Diego abita solo a tre case di distanza. Lo aveva invitato per godersi il campo da tennis e dare un'occhiata alla collezione di documentari sul Big Bang che gli avevano spedito dalla Germania, e non c'era modo che Harry potesse rifiutare dei documentare sulla discussione dell'origine dell'universo e della sua espansione in tedesco. Gli piace esercitare le lingue e gli piace la scienza, quindi è il mix perfetto. E' una delle cose che lui e Diego avevano in comune sin dalla prima volta che si erano incontrati.
Si siede sul divano nel salotto ed accendono la TV, ed Harry sta già ascoltando la voce fuori campo. Sta confrontando mentalmente Einstein e Hawking quando siete Diego baciargli il collo e, nonostante sia completamente concentrato sul suo dibattito interiore, non può fare a meno di inclinarsi verso di lui.
Sente una mano sulla sua coscia, ma con scaltrezza la rimette sul divano tra di loro. Gli piace il bacio sul collo ma non si sente in condizione di farlo. Era semplice con lui, una volta, ma ha qualcosa -o qualcun altro- in mente.
Sfortunatamente, la persona a cui sta pensando è territorio proibito. Deve dimenticarsela e non lasciare che quello stronzo di suo 'fratello' lo condizioni. C'è questo nella sua mente, quando gira la testa e mette una mano sulla guancia di Diego, prima di baciarlo, un bacio veloce a cui si sente forzato.
Non è così male, si convince. Sa che Diego è un buon baciatore e che le sue labbra sono piuttosto carine. Continua a respingere la sua lingua, però, continuando a mantere un bacio casto e stringendo le labbra.
Quando Diego prova a separare le sue labbra per la terza volta, Harry si tira indietro e torna a guardare lo schermo, sorridendogli per mascherare il fatto che non voleva più far finta di goderselo.
Il telefono vibra nella sua tasca e si scusa mentre va al bagno, cogliendo l'opportunità per stare da solo e respirare.
Si siede a terra contro la porta ed apre i messaggi.
Papà: Serata film stasera! Non puoi uscirne!
PS: Diego ??????
PPS: Louis sembra triste, quindi sii carino con lui.
xx
Io: Che guardiamo? Uomini di Dio?! LOL
PS: Non vuoi saperlo
PPS: Ci proverò
x
Papà: So che stai scherzando ma è quello il film... CI VEDIAMO
"Ma sei serio?!" Sussurra Harry a sé stesso, sbattendo la testa contro la porta. Torna indietro e si siede sul divano, Diego è un po' più teso di prima.
Continuano a guardare il documentario con un'imbarazzante distanza tra di loro, ma Harry è troppo concentrato sulla TV per accorgersene.
Torna a casa verso le cinque, dopo aver lasciato che Diego gli desse un bacio sulla guancia e lo abbracciasse prima di andarsene, chiedendosi quando è diventato solo un amico, incapace di distrarlo.
Quando arriva a casa, tutto è già pronto per il film. Gemma non c'è, ed Harry sospetta che suo padre l'abbia lasciata andare al suo 'ma paaaaaaapà' che non fallisce mai, e si pente di non provare ad usare questi trucchetti anche lui per tirarsi fuori da questa situazione.
A sorpresa, però, c'è anche Liam, che sta chiacchierando con Lottie, e si chiede se sia stato intrappolato quando si è fermato per ridarle in rossetto che aveva lasciato in macchina.
Stanno tutti immersi tra i cuscini, Jay e Des nel divano a due posti allineato con quello più grande. Lottie e Liam sono seduti su una parte di quello, accanto a Jay e Des, Louis vicino a Liam, cosa che costringe Harry a sedersi vicino a lui.
C'è una grande coperta messa sul divano dove stanno loro quattro, e Jay spegne le luci, facendo scendere nella stanza un buio spaventoso anche a causa delle tende che bloccano la luce del sole, per guardare due lunghe ore di un film sui monaci.
Il secondo in cui il film comincia, Harry già non ce la fa più. L'ha visto una volta per curiosità ed ancora non sa come ha fatto. Immagina che possa farsi un pisolino, dato che è abbastanza lontano da Des e Jay da non farsi notare. Ma è troppo inquieto per rilassarsi completamente.
Il fianco di Louis è pressato contro il suo, ed indossa una maglietta bianca di cotone a maniche lunghe e i pantaloni neri della tuta. Andrebbe bene, se Harry non sentisse il suo calore ed il suo profumo, un maledetto aroma naturale di fiori e marshmallows.
Le loro spalle si sfiorano ad un certo punto, ed Harry gira la testa verso di lui, ma lo trova a pochi centimetri dalle sue labbra, e Louis decide di tirarsi indietro mormorando qualcosa nell'esatto istante in cui lo fa anche Harry. Si bloccano per un secondo, ma Louis si avvicina all'orecchio di Harry per dirgli qualcosa il più velocemente possibile, mentre tutti guardano lo schermo.
"Com'è stato il tuo appuntamento?" Sussurra Louis, apparentemente interessato al film come lui.
"Non sono affari tuoi." Sussurra Harry di rimando, tornando a guardare il film.
"Lui ti... Ti ha toccato?" Louis si avvicina di nuovo, più di quanto non sia necessario, tanto che il suo respiro caldo solletica l'orecchio di Harry. La domanda è fatta in modo sia preoccupato che arrabbiato, ed è tutto troppo confusionario.
Harry non sa a quale gioco Louis stia giocando. Non può essere a volte gentile e a volte arrabbiato senza nessun motivo. Ha bisogno di fargli capire che non può adattarsi al suo umore e che non è il burattino che Louis probabilmente crede, che non può piegarsi alla sua testa incasinata.
"Sì. Lo ha fatto." Dice Harry come se si fosse divertito da morire. Torna a guardare Louis che ha uno sguardo serio e fa un sorrisetto, poi si gira di nuovo.
Louis si libera dalla coperta e sale di sopra, nessuno che lo nota dato che è fuggito nel buio. Harry grugnisce, ma decide di seguirlo e cammina in punta di piedi fino alla sua stanza. Si chiude la porta alle spalle e si avvicina a Louis che è seduto sul suo letto.
"Quindi? Hai intenzione di dirmi che cazzo hai?" Chiede Harry.
"Fanculo." Lo aggredisce Louis alzandosi.
"Oh mio Dio! Sei maledettamente incredibile!" Harry ride, incapace di capire che cosa gli passa per la testa. "Mi tratti come una merda, poi sei carino, poi mi aggredisci senza ragione e ti aspetti che non dia attenzioni a nessun altro? Che cazzo hai di sbagliato?!" Harry cerca di non urlare così che nessuno possa intromettersi nella discussione.
"Perché sei fastidioso, okay?! Vai sempre in giro senza una preoccupazione, come se tutto andasse per il verso giusto e non ci fosse niente di sbagliato! Passi il tuo tempo sorridendo e facendo il gentile e non lo sopporto, okay?!" Louis si alza, camminando in cerchio lungo la stanza.
"Ma questo succede quando non sei nient'altro che te stesso invece di nasconderti dietro ad una fottuta maschera! Non hai nemmeno le palle per dire a tua madre che ti piacciono i ragazzi e che non sei il santo che crede, e questo ti fa incazzare con chiunque possa farlo!" Gli urla Harry in faccia, facendolo camminare fino a scontrarsi con la parete, torreggiando su di lui mentre la sua faccia diventa rossa.
"Tu non mi conosci! Tu non sai niente!"
"Allora dimmelo Louis, cazzo! Continui a dire che non so niente di te ma non fai nulla per farmi capire chi sei, sei troppo impegnato a fingere di essere qualcun altro!" Le vene di Harry pulsano sul suo collo, lasciando uscire tutte le cose che voleva dirgli. "Perché non dici quello che vuoi dire?!"
"Perché non tutti hanno la famiglia perfetta, Harry! Non tutti possono vantarsi di avere un padre figo che li ama da morire e farebbe qualunque cosa per rendere i suoi figli felici! Non tutti possono permettersi di perdere le uniche persone che hanno nella loro vita!" Louis sembra fuori di testa mentre urla in faccia ad Harry.
"La famiglia perfetta? Vieni a parlare a me della famiglia perfetta?! Sei cresciuto ventidue anni con tua madre! Hai avuto al tuo fianco una donna devota pronta a proteggerti da qualunque cosa! Hai potuto dire 'mamma' per ventidue anni! Hai potuto portarle i fiori per la festa della mamma e baciarla durante la notte!" Harry cerca di trattenere le lacrime ma la sua voce si spezza e non è sicuro di poter dire altro.
"Ma qual è il senso se lei non ama il vero me?! Qual è lo scopo di avere una mamma devota se spende la maggior parte del tempo a controllarmi?! Qual è il senso di fidarsi di qualcuno che ti fa andare in pezzi perché non sei abbastanza per loro?!" Louis spinge Harry fino alla parete opposta, ed Harry finalmente capisce qual è il punto.
"Ma chi ha detto che non sei abbastanza?! Chi l'ha detto che non sei abbastanza per ogni singola persona di questo pianeta?!" Harry lo spinge indietro.
"Io so di non essere abbastanza per nessuno, okay?! Allontano le persone facendo lo stronzo perché tenendole lontane dalla mia vita non dovrò fottutamente farci i conti quando cambieranno idea andando via!" La voce di Louis è spezzata come quella di Harry, e non aspettano nemmeno che i rumori di sotto possano coprire le loro voci.
"Ma lo sei! Tu sei più che abbastanza e non vuoi neanche fottutamente ammetterlo! Sei così insicuro dal fatto che le persone ti trattino come una merda, che nemmeno ti rendi conto quando sei tu a trattare come una merda chi tiene a te!" Harry gli dà due pugni sul petto, portandolo nello spazio tra i due letti.
"Ma chi tiene a me, Harry?! Chi?!"
"Io! Non riesco nemmeno a concepirlo perché sei un completo idiota per la maggior parte del tempo ma io ci tengo a te e non posso sopportare che tu abbia paura di mostrare chi sei davvero!"
"Oh, davvero?! Non è quello che credo dal fatto che sei sempre incazzato con me, o da come giudichi la mia famiglia, o dal modo in cui mi guardi quando dico qualcosa con cui non sei d'accordo! Non ti importa, Harry! A te piace chiunque altro! Tu dici di tenerci ma poi quando hai la possibilità di andare tra le braccia di qualcun altro lo fai!" Louis urla un po' più forte, e si dimenticano di non essere soli in casa.
"Sei davvero così stupido?! Pensi che lascerei che chiunque altro mi toccasse dopo che l'hai fatto tu?! Pensi che mi accontenterei di qualcun altro quando ho avuto le tue dita sulla mia pelle e il tuo corpo contro il mio?! Sarei un fottuto idiota per volere qualcun altro quando ho una voglia matta di te!" Harry cammina in avanti, costringendo Louis a sedersi sul letto. "Ma sei troppo fottutamente spaventato per accettarlo! Hai troppa paura di essere vulnerabile e di perdere il controllo per un cazzo di secondo!"
"Non ho paura!" Urla Louis, lo sguardo provocatorio in quello di Harry.
"Allora agisci come se non la avessi, cazzo!"
Louis si alza e spinge Harry fino al suo stesso letto, facendolo cadere al di sopra. Sale su di lui, posizionando ambo le mani ai lati della testa di Harry, che è senza fiato e con il sangue che gli ribolle nelle vene.
"Fallo." Sussurra Harry quando vede Louis esitare. "Dimenticati di loro."
"Cosa?" Dice Louis debolmente, con le sopracciglia inarcate.
"Dimenticati delle voci nella tua testa che ti stanno dicendo che è sbagliato."
"Ma lo è!" Geme Louis.
"Dimenticati di loro. Ti prego." Sussurra Harry di nuovo, quasi pregandolo. "O dimmi che non senti nulla e ti starò lontano."
Louis sembra che stia per svenire. Le sue labbra si muovono ma non escono parole.
"Dimmi che non lo senti!" Dice Harry con la più profonda voce arrabbiata, pronto a lasciare la stanza e trascorrere il suo tempo a cercare di dimenticare quanto è doloroso tutto questo. "Dimmi che non lo senti e ti lascerò in pace!"
"Sta' zitto!" Sbuffa Louis, abbassandosi.
Intrecciano le loro labbra e aspettano solo un secondo prima di baciarsi con le bocche aperte. Louis afferra la mascella di Harry su ogni lato con il pollice e l'indice, costringendolo a respirare con la bocca spalancata. Lecca le labbra di Harry, pennellandole leggermente, e succhia il suo labbro inferiore, mordendolo con la rabbia travolgente ancora presente.
Lascia andare la sua mascella per portare la mano indietro sul materasso e cominciare ad esplorare la bocca di Harry con la sua lingua, trasformando il bacio in un disordinato pasticcio di saliva.
"Fammi stare zitto, Louis..." Sussurra Harry tra un bacio e l'altro e facendo scendere le sue mani dai fianchi di Louis al suo culo, massaggiandolo con le sue mani forti, stringendo abbastanza da sentirne perfettamente la forma prima di scavare più forte con le dita e tirarlo giù contro di lui. "Fammi stare zitto."
Louis porta una mano sopra la bocca di Harry, soffocando le sue parole, facendolo stare zitto nel solo modo che conosce. Bacia il dorso della sua mano tra le sue labbra, guardando Harry negli occhi. Comincia a strisciarsi su di lui, lasciando che Harry lo spinga verso il basso premendo il sedere contro la sua crescente eccitazione.
Harry sbuffa respiri pesanti contro la mano di Louis e socchiude gli occhi quando Louis fa scivolare la mano libera sul suo torso al di sotto della camicia. Torce il suo capezzolo, facendolo agitare e gemere sotto le sue dita, e dà sollievo al leggero pizzico passando il pollice sul punto dolorante. Scava con le dita sul petto di Harry fino ad arrivare agli shorts e vi passa il palmo, massaggiando leggermente il suo cazzo coperto mentre si piega per baciargli il collo.
Succhia la pelle, leccando poi la parte arrossata che ha creato e baciandola con le labbra bagnate come la seta, la mano che ancora sente l'eccitazione di Harry attraverso i vestiti.
Harry inclina la testa all'indietro quando Louis finalmente sbottona i jeans e libera la sua bocca per abbassare la zip. Si abbassa ancora di più, e avvolge con la bocca il cazzo di Harry da sopra i boxer, passando le sue labbra sulla grossa lunghezza che chiede di essere toccata.
"Prendimi in bocca..." Ansima Harry e Louis sorride tornando indietro e prendendolo in giro, strofinando la testa sul cuscino per sussurrargli nell'orecchio.
"Non dirmi cosa devo fare, amore." Mormora Louis con un tono di rimprovero ma con voce estremamente dolce, facendo annuire Harry immediatamente, subito obbediente.
Louis finalmente libera il cazzo palpitante di Harry quando torna in basso, e impreca quando lo avvolge con la mano. Fa leccare il suo palmo ad Harry per renderlo bagnato -cosa che Harry fa con molta gioia- e tiene il suo viso vicino ad Harry quando la riporta tra i loro corpi.
Fa passare in circolo il pollice sulla punta leggermente bagnata e comincia a pompare il cazzo di Harry, respirando all'interno della sua bocca. Continua, muovendo la mano su e giù, ancora e ancora, stuzzicandolo prima di abbassarsi di nuovo.
"Ahn... Mmh..." Geme Harry ad alta voce all'interno della bocca di Louis, costringendolo a riportare indietro la mano per farlo stare zitto.
"Shhhhh..." Louis lo ammira come Harry aveva fatto qualche giorno prima, e gli bacia il collo, Harry dolorosamente duro nella sua mano.
Harry geme ancora più forte e morde le sua dita, guadagnandosi una leggero morso sul collo e una salda pressione attorno al suo cazzo. Louis lascia andare la bocca di Harry per massaggiare le sue palle ed Harry non è sicuro che dovrebbe sentire quel travolgente calore alla base della sua spina dorsale.
Quando pensa di potersi solo immaginare le labbra di Louis intorno a lui, quest'ultimo sposta il suo peso e si siede tra le gambe di Harry, sollevando le gambe così che i piedi siano ben appoggiati sul letto. Bacia le cosce di Harry e le morde e gli fa un succhiotto, tutto continuando a stringerle e ad accarezzarle e ad adularle assicurando Harry sul fatto che nessuno l'abbia mai toccato in quel modo prima.
Louis striscia la bocca sulla lunghezza di Harry, assicurandosi di mantenere il contatto visivo, con gli occhi lucidi, lussuriosi e l'anima distrutta.
Lascia il suo labbro superiore, che stava trascinando lungo la sua erezione, raggiunga le sue palle. Le prende in bocca una alla volta e le lecca prima di succhiare il cazzo di Harry come aveva fatto con il gelato alla fragola. Si assicura di replicare esattamente quello che aveva fatto quel giorno e di replicare anche i rumori del bacio che aveva fatto col il dolce.
Succhia un altro po' prima di incavare le guance come se ingoiasse, incollando gli occhi in quelli di Harry quando lo prende tutto, gemendo, i capelli che sfiorano il bacino di Harry.
La mascella di Harry cala quando vede il suo spesso e grande cazzo scomparire interamente nella bocca di Louis. E' incapace di pensare correttamente e mette le mani sulle sue guance per raccogliere la saliva con il pollice, sentendo ogni movimento della testa di Louis che va su e giù ad un ritmo doloroso.
"Anh... Mmh.. Caz- Hmmmhm..." Harry si morde il labbro inferiore per fermare i rumori che non riesce a controllare, e gioca con i capelli di Louis quando questo ingoia, apparendo bellissimo mentre sbava tra le sue gambe.
Prende in considerazione l'idea di diventare religioso per un po' di secondi quando può quasi sentire letteralmente Dio quando raggiunge l'apice, sentendo le vertigini da dietro i suoi occhi chiusi, ed improvvisamente non è così certo di metterlo in discussione.
"Oh Dio! Gesù!" Harry non ha mai aperto una bibbia in dieci anni ma tutto d'un tratto potrebbe stilare una lista di tutti i santi e descrivere esattamente com'è il paradiso.
Può sentire Louis gemere ancora più forte di lui mentre ingoia ogni goccia di sperma, leccando la punta bagnata di Harry prima di pulirsi le labbra.
Il respiro di Harry è dappertutto ed è bollente, non riesce a muovere un dito e non riesce a smettere di trattenere la pancia per intrappolare la sensazione che gli fa arricciare le dita dei piedi. Sta ansimando e non riesce a chiudere la bocca mentre porta una mano dalla guancia di Louis alla sua coscia.
E' quasi incapace a muoversi, ma porta comunque la mano sulla tuta di Louis, solo per sentirlo bagnato. Lo guarda, e Louis alza le spalle con uno sguardo da 'non è colpa mia' e ridono entrambi, permettendo ad Harry di appoggiare la testa sul cuscino, chiuedere gli occhi e provare a respirare regolarmente.
Non sa cosa fare dopo quello, non sa cosa farà Louis, non sa in quale paese si trova, qual è il suo cognome o quanto fa due per uno. E' un disastro, distrutto sul letto, e tutto ciò che può fare è tenere gli occhi chiusi e la bocca spalancata.
Apre gli occhi solo per vedere una stanza completamente buia senza alcun rumore.
Louis sta dormendo nel suo letto, con una pila di vestiti accanto a lui come al solito. Harry si mette seduto per vedere che è avvolto sotto il piumino, e sorride al pensiero che Louis l'abbia tirato su per tenerlo al caldo, o per fare buio nella stanza.
Si alza, assetato come se avesse corso una maratona. Scivola nei pantaloni, senza boxer, e li stringe abbastanza da impedire che si abbassino troppo e che lascino davvero poco all'immaginazione.
Cammina verso la cucina ma si ferma quando sente dei gemiti provenire da lì. Fa un altro passo in avanti e vede suo padre e Jay intenti a pomiciare contro il frigorifero. Non è sicuro di come reagire, e potrebbe semplicemente prendere l'acqua sul bancone e fingere di non aver visto nulla, ma suo padre fa salire Jay sul tavolo, alza la camicia da notte e fa scivolare giù le mutandine e Harry si copre gli occhi e corre di sopra, segnato.
"Fanculo fanculo fanculo fanculo fanculo..." Ripete come un mantra mentre cammina. Urta Gemma nel corridoio, e lei deve scuoterlo per farlo calmare.
"Che succede?!" Sembra così preoccupata che Harry pensa che appaia come se abbia visto un fantasma.
"Papà e Jay e lingue e mutandine e i vecchi fanno sesso e-" Harry vomita le parole, facendo ridere Gemma.
"Beh, almeno alcuni lo fanno, qui!" Gemma scherza, ma non è il momento adatto. "Prepariamoci ad avere nuovi bambini in famiglia!" Ride e lo spinge per il sedere verso la sua stanza, ma Harry vuole solo vomitare di più.
Bambini. Des e Jay fanno bambini. Avrà dei fratelli in comune con Louis. Diventerà il fratello di Louis. Vuole morire.
Harry sta per esplodere e torna nella sua stanza, incapace di trovare un modo per calmarsi.
Harry individua un pacchetto di sigarette nella valigia aperta di Louis e controlla che l'accendino sia all'interno, apre la porta finestra, uscendo e richiudendosela alle spalle, piegandosi in avanti per fare il primo tiro dopo cinque anno. Ha fumato solo una volta nella sua vita e non gli è piaciuta, ma in questo momento si sente come se solo la gola bruciante potrebbe combattere il suo cervello che fuma dalla rabbia.
"Harry?" Louis lo chiama quando Harry tossisce forte, e cammina fuori per piegarsi accanto a lui. "Adesso rubi pure?" Fa un sorrisetto e si prende una sigaretta, e rende il fumo improvvisamente più accettabile.
"Scusa. Pensavo di averne bisogno." Dice Harry, cercando di fare un tiro senza strozzarsi.
"Che succede?" Chiede Louis, avvicinando la mano sul rene di Harry e massaggiandolo con un pollice; Harry si chiede se sentirà freddo di nuovo.
"Fanculo, non farlo..." Harry aggrotta le sopracciglia, espirando il fumo nell'aria fredda.
"Cosa?" Louis si ferma girando la testa per guardarlo.
"Siamo fratelli, Louis." Dice Harry con un tono di voce basso e sconfitto, come se non fosse lui ad aver chiesto a Louis di dimenticarsi di quel momento. Quest'ultimo non dice nulla e fuma la sua sigaretta, espirando dal naso.
"Non di sangue."
"E? I nostri genitori stanno per sposarsi e li ho appena scoperti mentre stavano provando a fare figli." Dice Harry con una faccia schifata.
"Cosa?!" Louis suona ancora più disgustato di Harry e fa del suo meglio per non buttarsi dal balcone. "E' così..."
"Lo so!"
Continuano a fumare in silenzio, pensando a quanto tutto quello sia sbagliato, non importa quanto li faccia sentire bene. La loro famiglia, e chiunque scoprisse che cosa c'è tra di loro, li costringerebbe a stare lontani l'uno dall'altro e passare la vita a fingere di non essere niente di più di quello che dovrebbero essere.
"Perché eri a Londra?" Chiede Harry quando prende un'altra sigaretta dal pacchetto, cercando di cambiare discorso per non pensarci.
"Cosa?"
"Non hai detto a tua madre che eri a Londra e sono curioso." Harry sorride, più rilassato dopo l'aria fredda e i suoi polmoni che vanno a fuoco.
"Ho degli amici lì. A mamma non piacciono perché sono quelli che vanno sempre alle feste, o sono atei." Louis fa uscire il fumo prima di continuare. "Sono andato a trovarli qualche volta, per divertirmi da qualche parte dove nessuno potesse scoprire della mia... posizione... e dove potessi essere un po' più libero... e me stesso."
"Perché non ti trasferisci?"
"Sono stato a Manchester per l'università e poi mi sento responsabile per mia mamma e mia sorella. Ero l'unico uomo della famiglia fino a qualche mese fa. E poi, ho la mia routine lì. Ho i miei amici e tutti mi conoscono, quindi immagino sia più semplice. E' quello che so."
"Conoscono te o il santo costipato?" Harry sorride, e Louis gli dà un calcio sullo stinco, ridacchiando.
"Il secondo..."
"Qualcuno lo sa?" Harry butta il mozzicone sotto di loro, cercando di colpire il piccolo secchio della spazzatura, ma colpisce il tavolo per la colazione. Oh, bene.
"Solo due persone." Louis butta la sigaretta di sotto e mormora un 'preso!' quando colpisce esattamente dentro il secchio. "Uscivo di nascosto con uno di loro e avevo una specie di cotta per un altro e l'ha scoperto."
"Come?"
"Ho provato a baciarlo nel ripostiglio..." Louis socchiude gli occhi dalla vergogna ed Harry ride, scuotendo la testa in disapprovazione. "E... ha declinato la mia offerta. Era gay ma non gli piacevo, credo."
"E' pazzo..." Dice Harry a se stesso, e vede Louis sorridere con la coda dell'occhio, quindi si schiarisce la gola. "Altre relazioni serie dopo quella?"
"Non particolarmente, no. Sono uscito con quel ragazzo di nascosto per tipo quattro mesi, ma preferisco non ricordarlo. Era un completo stronzo. Per non parlare di quanto era difficile trovare scuse per mia mamma e cose del genere. Ha rotto con me dicendo che non voleva nascondersi." Dice Louis con un tono di voce debole.
Dopo un lungo silenzio carico di preoccupazioni non dette, Louis prova a farsi un po' di calore abbracciandosi, ma continua a rabbrividire.
"Andiamo dentro." Suggerisce Harry, e Louis annuisce prima di rientrare.
Harry scivola sotto il piumino e Louis si siede sul suo letto, non molto invogliato a stendersi. Sorride e e allunga le braccia, battendo la mano sullo spazio accanto a li. Louis sorride felice come un bambino piccolo e va sotto le coperte, Harry si stringe il suo corpo addosso, creando abbastanza calore da scaldare più di due persone.
"E tu? Hai mai avuto una relazione seria?" Chiede Louis, girando la testa verso quella di Harry, la mano tra la guancia e il cuscino.
"Sì. Ma era una specie di incubo. E' stato un tira e molla per un anno, credevo che il modo in cui mi trattasse fosse una prova del suo amore per me. Poi ho imparato che stavo solo giustificando degli abusi morali. Quindi... sì."
"Quanto tempo fa?" Chiede Louis con un cipiglio preoccupato.
"E' finita a dicembre."
"Perché l'universo?" Chiede Louis quando il sorriso di Harry svanisce al ricordo delle notti spese a preoccuparsi per qualcuno che non lo meritava.
"Da dove cominciare!" Harry sorride raggiante alla domanda, come se fosse sul punto di piangere. "Voglio dire... probabilmente non vuoi sapere tutto ma..." Cerca di contenere l'eccitazione che lo coglie sempre quando parla di scienza, troppo abituato al fatto che tutti lo prendano in giro per essere un nerd.
"Dimmi." Sorride Louis, le rughette sugli occhi.
"Davvero?" Harry si pizzica il labbro inferiore con le dita per contenere la gioia.
Louis annuisce e intreccia i suoi piedi con quelli di Harry sotto le coperte, ed Harry è più che felice di riscaldarlo anche se i suoi piedi freddi gli fanno solletico.
"Beh, penso che sia molto di più di scienza e particelle, sai? L'universo e tutto quello che c'è con lui spesso possono essere applicati alla vita. Amo imparare come funziona, come si comportano le onde e come si propagano fra di noi, o come le differenti dimensioni determinino la nostra giornata e se conosciamo tutto di loro... Voglio dire, il tempo è solo un concetto? C'è un'altra dimensione temporale che non abbiamo ancora scoperto e che ci permetterebbe non solo di viaggiare nel tempo ma anche di tornare indietro e... andare lì?"
Harry sorride debolmente. Chiude gli occhi ai pensieri che scorrono nella sua mente, perché desidererebbe davvero tornare indietro.
Gli piacerebbe tornare indietro e rifare quello stupido esame. Gli piacerebbe tornare indietro ed ignorare quello stronzo del suo fidanzato o non incontrarlo mai... Ma soprattutto, vorrebbe solo tornare indietro e tenere sua mamma con lui. Perché se tornasse indietro, allora forse sarebbe capace di avvisarla che la macchina dietro di loro stava andando troppo veloce.
Ci prova con tutte le sue forze ma non riesce ad evitare che le lacrime scivolino lungo le sue guance, rivivendo ancora quel momento. Louis le asciuga con il pollice e gli porta i capelli dietro l'orecchio. Annulla lo spazio tra di loro senza chiedere nulla e intreccia le dita con quelle di Harry. Porta le sue nocche sulle labbra, applicando una gentile pressione mentre singhiozza piano.
"Cosa cambieresti se tornassi indietro?" Chiede Louis come se sapesse quello che Harry sta pensando.
"Un sacco di cose." Dice Harry, aprendo i suoi occhi arrossati. "Il modo in cui trattavo mia mamma, le persone a cui ho deciso di voler bene, le cose che ho rovinato..."
"Cambieresti questo...?" Sussurra Louis, non guardando Harry mentre porta le loro mani contro il suo petto.
Harry si chiede se lo cambierebbe, se potesse. Se potesse evitare che suo padre conosca Jay o se potesse salire su un altro vagone della metropolitana, o fermarsi in un altro bar o in un'altra festa o in un altro pub... Pensa a quello che sarebbe successo -o meglio, a quello che non sarebbe successo, se Louis non avesse mai fatto parte della sua vita.
E quello basta ad avere una risposta chiara.
"No."
•••
*Bande d'enculés: significa figli di puttana, ovviamente in francese.
**Sick tricks: manovre di skate.
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