capitolo 5 ~ Le scuse non bastano

Rimaniamo a fissarci per forse ore mentre gli altri non osano spiccicar parola.
Sento una morsa alla bocca dello stomaco e la mia mano scatta istintivamente alla tasca della felpa nera che indosso ma il mio coltello non c'é.
Jeff respira affannosamente come se avesse dimenticato il giusto ritmo.
Qua sta per succedere un casino. Sento il sangue affluirmi alla testa, non riesco davvero a credere che lui sia qui, quasi terrorizzato alla mia vista.
Uccidilo!
Non posso farlo qui davanti a tutta questa gente.
Lancio un veloce sguardo alla bimba dai capelli castani che stringe forte l'orsacchiotto al petto e al ragazzino di forse quattordici anni che fissa la scena con il Nintendo abbandonato mollemente tra le dita.
Non posso farlo davanti a loro

-Quanto tempo é passato- commenta Jeff a sorpresa.
Stringo i pugni lasciando le braccia lungo i fianchi.

-Voi vi conoscete?- chiede un ragazzo senza occhi indicando prima me e poi Jeff.

-Purtroppo - commento.

-Sei rimasta acida come ricordavo- dice Jeff mentre la sua espressione sorpresa fa spazio ad un sorriso strafottente.

-É tutta colpa tua, se sono acida se sono qui, é solamente colpa tua!- esclamo non riuscendo a trattenermi.
Tutto rimane silenzioso ed io ho un improvviso giramento di testa.
Mi poggio al muro annaspando e reggendomi il punto in cui il proiettile mi ha trapassata.
Una ragazza viene verso di me e mi toglie la maschera forse per permettermi di respirare meglio.

-Che le succede?- chiede aiutandomi a mettermi seduta a terra.

- Un probabile calo di zuccheri - spiega Ann chinandosi accanto a lei. -Forse ho sbagliato la dose di flebo - dice poi tra sè e sè.
Il cuore minaccia di esplodere da un momento all'altro.
Dopo alcuni minuti in cui odo le voci di tutti come se fossimo sott'acqua sento qualcosa che scopro essere un ago affondare nel mio braccio e immettere una sostanza fredda.
Sento la punta affilata uscire e piano piano la mia vista si fa meno appannata.
Rivedere Jeff non mi ha fatto bene.

-Come ti senti?- chiede la ragazza di prima.
Solo ora noto che al posto dell'occhio destro ha un orologio.

-Meglio -commento.

-Penso che tu abbia subito troppe emozioni, vai a riposare un altro po' poi se te la senti scendi a pranzo per conoscere meglio tutti -dice Ann poggiandomi una mano sulla spalla.
Faccio pressione sul pavimento con le braccia e mi alzo in piedi con le gambe che tremano leggermente.

-La accompagno di sopra- il ragazzo che ho accoltellato nel bosco si fa avanti sorridendo.
Ha una benda che gli fascia la spalla ma per il resto tutto nella norma.
Si passa un mio braccio sulle spalle e poi poggia una mano sul mio fianco.
Cominciamo ad incamminarci per le scale.

-Penso che io e te siamo partiti con il piede sbagliato - dice rivolgendomi un sorriso.

-Decisamente -confermo.

-Io sono Ticci Toby, ma chiamami semplicemente Toby, preferisco - mi dice.

-Jane the Killer, chiamami Jane- dico giocherellando con la mia maschera.
Entriamo nella mia stanza  e mi siedo  sul letto.
Mi sembra di aver corso per chilometri.

- Spero che verrai a pranzo e se ti serve una mano non esitare a chiedere, parlo a nome di tutti: puoi contare sul nostro aiuto e sostegno - dice.

-Ti ringrazio - sorrido.

-Ma ti pare? Rimettiti, ci si vede - dice ed esce chiudendo la porta.
Resto per venti minuti a fissare il soffitto bianco sospirando di tanto in tanto.
I miei pensieri vengono interrotti dalla porta che si apre facendo entrare l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.
Jeff non mi guarda in faccia e fa scorrere gli occhi azzurri sul pavimento.

-Ehi- dice decidendosi a rivolgermi uno sguardo anche se fugace.

-Cosa vuoi?- chiedo brusca.

-Tieni - mi stende del cioccolato.
-ricordo che ti piaceva -.
Rimango abbastanza stupita ma afferro comunque  il dolce.

-Va bene, che cosa c'é dietro?- chiedo.

- Niente, te lo giuro -.
Non so quanto posso prendere sul serio un suo giuramento.
Addento il cioccolato.
Non sembra esserci niente di letale non so se esserne stupita o sollevata.

-Perché sei qui?- chiedo rilassandomi leggermente.

-Ho detto a Slender della nostra "questione" e mi ha detto che... - poi il resto della frase é un sussurro che non riesco a cogliere.

-Eh?- chiedo corrugando la fronte.

-Mi ha obbligato a chiederti scusa- ripete più chiaramente.

-Non basta - dico non degnandolo di uno sguardo. -Dopo quello che mi hai fatto non basteranno delle scuse a sistemare tutto - aggiungo stavolta fissandolo intensamente negli occhi.
Jeff abbassa lo sguardo.

-Ne sono consapevole - dice.

-Non ti chiedo di dimenticare, ti chiedo di perdonare, io non ero in me quella sera -.
Io non ero in me quella sera.
Questa frase continua a rimbombarmi in testa.
-Dopo tutto quello che mi é successo alterno momenti di lucidità con momenti di pazzia, ma non sono io a sceglierlo-.
Rimango zitta.

-Voglio sapere che cosa é successo veramente - dico.

-Fa male - la mente mi riporta a quel giorno in ospedale in cui mormorò le stesse due parole, non dimenticherò mai quel momento. -É insopportabile ricordare - si siede su uno sgabello e affonda le mani nei capelli.
Tira le ciocche corvine per poi passarsi le mani sul viso.
Rimango a fissare i suoi movimenti con aria guardigna.
Non so cosa stia succedendo nella sua testa ma le sue dita cominciano a tremare.
Ho paura che possa impazzire di nuovo, che questa volta possa davvero uccidermi come ha fatto con mamma e papà.
Dopo alcuni minuti di silenzio Jeff alza il viso visibilmente più calmo e si mette in piedi.

-Io vado... -dice indietreggiando verso la porta per poi scappare e lasciarla semiaperta.
Rimango abbastanza spiazzata dal suo comportamento.
Mi alzo dal letto e vado verso la finestra.
Guardo fuori e noto la bimba che gioca nel prato con uno strano cane del criptico sorriso, é quasi inquietante.
Rimango così per un po' finché vedo uscire anche un altra persona che capisco essere Jeff.
La piccola si avvicina sorridendo e lui la prende in braccio sfiorandole lievemente il naso con la punta del dito mentre il cane saltella in tondo abbaiando contento.
Mi lascio scivolare fino a sedermi a terra.
Tiro un lungo sospiro.
E se mi fossi davvero sbagliata? Se fosse vero quello che Jeff mi ha confidato riguardo la sua pazzia? É così strano vedere la situazione da questa prospettiva.
A guardarla così sembra che sia io quella che ha sbagliato... NO! aspetta ma che cosa vado a pensare?! Stupida stupida stupida! Lui mi ha rovinato la vita e insieme alla mia quella di tanta altra gente  lui non merita la pietà di nessuno, tantomeno la mia!

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