capitolo 31~ pace notturna
Jane's pov
Si, sto male, ma non mi va di ammetterlo, uccido, mi chiudo in camera, sto a digiuno anche per giorni, non parlo con nessuno; questo posto è diventato una specie di gabbia in cui non posso fare altro.
Sicuramente ce l'ho a morte con Nina e grazie alle voci che si diffondono a macchia d'olio, ormai anche il resto degli abitanti della casa lo sa.
-Jane, possiamo parlare?- non rispondo a Jeff che bussa alla porta e mi limito a rimanere nella semioscurità abbracciata al cuscino con solo la luce della luna che filtra dalle tapparelle che mi illumina il corpo e con esso il letto e un pezzo di pavimento.
-Uff... va bene - sento come un rumore di carta, e quando guardo verso la porta, noto un foglietto di carta ripiegato più volte su sè stesso.
Mi alzo senza far rumore e lo afferro.
Lo apro.
"Okay, non mi vuoi ascoltare, lo posso capire, ma ci tenevo a dirti comunque che ti amo... wow, è bello potersi esprimere senza essere interrotto dalla tua vocetta fastidiosa da "so tutto io", mi piace quella vocetta... che cosa stupida, eh?
Non sono mai stato il tipo di ragazzo che scrive delle lettere studiare per farsi perdonare o per conquistare il cuore di qualche giovane pulzella, infatti queste righe le scrivo d'istinto, e lo so a cosa stai pensando, tranquilla, è tutta farina del mio sacco "
Mi scappa un sorrisetto che cerco di reprimere.
"So di essere un bambino capriccioso e insopportabile a volte...okay, la maggior parte delle volte, dimmi quello che vuoi, sfogati, prendimi a pugni, fai quello che vuoi, ma affrontami, ti prego".
Abbasso gli occhi.
Mi alzo lentamente dal letto e apro la porta trovandomi Jeff davanti.
Mi sorride.
-Sapevo che avresti accettato- sussurra.
Nel giro di pochi secondi mi ritrovo a farlo sbattere contro il muro opposto del corridoio e a baciarlo voracemente, c'è rabbia, odio, frustrazione.
Gli metto le mani sotto alla felpa graffiandogli la schiena con le unghie.
Lo sento gemere dal dolore nel bacio.
-Sei uno stronzo- dico ansimando per poi prenderlo per il bavero della felpa guardandolo male.
-Lo so-.
-Hai tradito la mia fiducia-.
-Lo so-.
-Hai baciato Nina-.
-Lo so-.
-Mi hai distrutta-.
-Lo so-.
-Eppure continuo ad amarti-.
-Forse è strano, ma... sapevo anche questo- stavolta è un bacio più dolce con la sua mano affondata nei miei capelli e le mie mani che gli tengono il viso.
Ci stacchiamo lentamente.
-Che grande cazzata- dico distogliendo lo sguardo per poi battergli un leggero pugno sul petto.
-Già- dice lui in un sussurro.
Ci fissiamo ancora e poi di nuovo le nostre labbra si sfiorano.
-Perchè?- chiedo dopo un bacio a stampo.
-Non lo so - commenta Jeff baciandomi a stampo ancora.
-Questa cosa di non riuscire ad odiarti deve finire- dico incamminandomi per il corridoio, è tremendamente tardi, forse sono le due di notte, ho perso la cognizione del tempo.
-Jane, ascolta, siamo diversi, lo siamo sempre stati e purtroppo lo saremo anche in futuro, e sai che cosa penso? Che sia frustrante, guarda le altre coppie di questa casa: Toby e Clock sono due bambini che amano rotolarsi tra le foglie nel bosco ridendo fino a sera, LJ e Jill sono due idioti, Bloody Painter non fa altro che ritrarre su tela Angels e non perde mai l'occasione di dirle quanto è bella, forse sono loro che sono fatti apposta: io non sarò mai giusto per fare il bravo fidanzato, non solo ora, anche prima i genitori mi ripudiavano: io non ho la tenerezza di Toby, o la simpatia di Laughing Jack nè tanto meno la dolcezza di Bloody ma...- lo zittisco con un bacio, è come quando eravamo piccoli; quando cominciava a parlare non lo fermava più nessuno.
Scendo dalle punte dei piedi e ritiro le labbra.
Sospiro e poi rientro in camera lasciandolo solo nel corridoio.
Come mi aspettavo Jeff entra dopo di me.
-Mi hai perdonato?- chiede.
-Non proprio- dico arrotolando una ciocca di capelli intorno all'indice.
-Non ti capisco-.
-Esci-.
-Ma...-.
-Ti prego esci, quando saró pronta ti parlerò io- dico bloccandolo.
Jeff sospira e poi esce dalla stanza ma non prima di avermi rivolto un'ultima occhiata.
Sospiro a mia volta, sono sfinita.
Sono talmente stanca che finisco per addormentarmi senza nemmeno accorgermene.
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