capitolo 30~ rosa gialla

Jeff' s pov

-Ma ti pare normale?- chiedo guardando Nina quando Jane è rientrata in casa sbattendo la porta.
Lei fa un mezzo sorriso che mi fa incazzare parecchio.

-Ti ricordo che non puoi toccarmi- dice.
Ma seriamente pensa che sarebbe ancora viva se potessi avere libertà di uccidere un altro assassino?

- Jeff, ma perchè non può tornare tutto come prima?- chiede avvicinandosi con quella sua solita malizia.

-Perchè non ti amo Nina, cazzo capiscilo, io non ti ho mai amata e mai ti amerò, io amo Jane...-.

-Mh... Jane, Jane, Jane, sai qualche altro nome? stai diventando monotono e non è mai stato da te Woods- la mia testa ha uno scatto quando sento pronunciare il mio cognome dalle sue labbra.
La prendo per un polso torcendoglielo mentre lei contrae la faccia in smorfie di dolore.

- Con qualche coraggio nomini il mio cognome?- le chiedo in un sibilo.
Forse sto torcendo troppo in quando geme e cade in ginocchio.
La mollo, non voglio mettermi nei casini a causa di una stronza del genere.
Giro sui tacchi e me ne vado.

Jane' s pov

Sono in camera mia, sto ancora cercando di riprendermi dalle risate isteriche.
Sento bussare alla porta.

-Jeff, vaffanculo- dico nascondendo la faccia sotto al cuscino.

- Sono Slender, Jane posso parlarti?- chiede.
Gli do il consenso di entrare.
Si siede ai piedi del mio letto e tira giù il cuscino dal mio viso.
Sto piangendo come una fontana, ma il mio è un pianto di rabbia, come non ne avevo mai avuti, forse solo quella notte.

-È nata la rosa gialla, quella della rabbia-comincia a dire Slender.

-Chissà perchè- dico sarcastica.

-Infatti vorrei che tu mi spiegassi questo- dice.

-No Slender, non mi va - dico tirando su con il naso.
Lui annuisce.

-Se hai voglia di parlarne potrai trovarmi in camera mia - dice per poi levare le tende ed uscire.

-Uff - soffio.
Dopo alcuni minuti sento bussare alla finestra.
Guardo fuori e noto Jeff.
Sbuffo e mi alzo.
Apro la finestra.

-La stanza di Nina è al secondo piano- gli faccio presente.

-Jane, non volevo baciarla, io amo te- dice.

-Vaffanculo- e chiudo le tende per poi uscire dalla stanza.

-Jane- sento Jeff che mi chiama ma comunque non mi fermo e continuo a camminare per i corridoi senza una meta.
Dopo alcuni minuti mi ferma prendendomi per un polso.

-Mi dispiace okay? io non amo Nina-.

-Smettila!- urlo. -Sono stanca di essere presa in giro, eppure è da una vita che la gente non fa altro, "Jane la secchiona", "Bassotta", "tavola da surf", ti dicono niente questi soprannomi?- sento le lacrime salire di nuovo agli occhi.
Certo la mia vita è stata bella ma le medie beh, il periodo più brutto della mia esistenza.
Venivo costantemente presa in giro, la mia altezza, la mia ottima media e il mio seno a dir poco invisibile, erano solo tre dei motivi ler cui entravo nel mirino dei bulli e delle saputelle dell'istituto.

-Perchè adesso parli di quello che è stato prima? - chiede tranquillamente.

-Perché certe cose non cambiano mai- dico per poi continuare a correre.
Ricordo nitidamente il giorno in cui Ami Bell decise che sarei stata la vittima perfetta, ero magrolina, piccola, spaventata a causa della nuova esperienza delle medie, scuola nuova, persone nuove, insegnati nuovi, era tutto nuovo e spaventoso.
Non fece niente di così creativo, un semplice sgambetto nell' atrio strapieno di gente.
E da lì iniziarono le burle e gli scherzi di pessimo gusto.
Jeff me lo ricordo bene, era quello che i bulli li affrontava finchè non li ha fatti arrabbiare sul serio, le ragazze lo adoravano, i ragazzi lo invidiavano, aveva quegli occhi azzurri color cobalto che attiravano tutte come se fossero stati una calamita e le femmine tante spille, i capelli biondi erano lasciati lunghi e coprivano una parte di viso dandogli un'aria misteriosa e intrigante da cui ero attratta sin da bambina, poi aveva quel sorriso che mi faceva perdere interi minuti di lezione, me la ricordo ancora l'adorabile fossetta che spuntava sulla sua guancia quando sorrideva, rideva o era semplicemente concentrato, ora invece è diverso, tutta quella serenità non c'è più, tutta quella gioia è sparita, della nostra vecchia vita non è rimasto niente, se non ricordi e foto vecchie nelle nostre case ormai abbandonate.
Non mi accorgo nemmeno che mi sono fermata e sono scoppiata a piangere, come sempre, come al solito.
Jeff si inginocchia davanti a me e mi poggia una mano sulla spalla e come se mi leggesse nella mente dice: - Smettila di pensarci, è passato-.
Non mi serve chi mi dica che è passato, a me occorre qualcuno che mi faccia credere che non è mai finito.

-Lasciami in pace.... non ti voglio vedere - mi sento una bambina di otto anni, anzi, Sally si comporterebbe meglio di me, ma mi sento ferita, ho nostalgia della mia vecchia vita e del vecchio Jeff.

-Sai dove trovarmi - e con queste parole si alza e se ne va mettendo le mani nelle tasche della felpa.
Sotterro nuovamente la faccia nelle ginocchia, non mi viene più da piangere, ho finito le lacrime.
Dopo poco sento una mano sulla spalla.
Alzo lo sguardo e vedo Toby che mi guarda comprensivo.
Lo abbraccio e lui senza dire niente ricambia la stretta.
Questo ragazzo ormai è come un fratello.

-Toby...-

-Non serve - dice accarezzandomi la testa.
Io annuisco e lo stringo più forte affondando la faccia nell'incavo del suo collo.


Angolo me

sono anni che non pubblico ma tanto so che mi amate e che non mi farete del male :D

Si, sono molto sicura di me U.U.

anyway indovinate chi sta già pensando ad un futuro sequel? 

avete indovinato? 

Ah se non avete indovinato lo capisco, è difficile.

va beh, a parte  minchiate: spero che questo capitolo vi piaccia e spero di riuscire a pubblicare il 31 prima della prossima era glaciale.

Ciaoooo

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