capitolo 23~ Nessuno può odiarti come ti odio io

Sono idiota.
Avevo pubnlicato la parte dopo invece di questa
Evviva la droga che mi ha fatto commettere questo ennesimo errore.
Giuro che cambieró spacciatore -.-

Jane's pov.
Per la prima volta dopo anni sento di avere di nuovo davvero una figura paterna dalla mia parte... è una cosí bella sensazione.
Rientro in salotto dove trovo Jeff che litiga con Laughing Jack a causa della presenza dell'alcool.

-Non avevo detto solo sostanze analcoliche?- chiede Jeff.
Kagekao subentra ridacchiando.

-Ma dai Jeff, un sorsetto non ha mai ucciso nessuno- e gli passa un bicchiere di vodka.

-Già Jeff... non starai mica diventando una femminuccia- Lughing Jack fa passare un braccio sulle spalle di Kagekao e entrambi scoppiamo a ridere sinceramente divertiti.

-E va bene, dà qua!- esclama lui prendendo il bichiere e scolandoselo in un sorso.
Kagekao posa lo sguardo su di me e la parte nera della maschera dipinge un grosso sorriso contento.
Ricambio il gesto sotto alla maschera.
Si avvicina a me.

-Sembri preoccupata, cos'è che ti turba?- chiede scansandomi un ciuffo di capelli che ricade testardo sulla fronte per finre in mezzo agli occhi.
Fisso Jeff che beve stavolta dalla bottiglia tenendo sottobraccio Nina.

-Capisco- commenta. -Vieni con me a fare fue passi?-.

-Si, ne ho bisogno - dico sventolandomi con una mano.
Usciamo nel giardino sul retro.
Slenderman tiene l'ordine solo in casa, infatti il giardino più che tale sembra un cimitero: piante morte, rovi secchi, erba altissima e trascurata, una vecchia altalena cadente e fiori appassiti.

Jeff' s pov
Vedo quel coso giapponese uscire in giardino con Jane e allora mollo la bottiglia e Nina e li seguo senza farmi vedere.
Parlano.
Vedo Kagekao avvicinarsi a lei e posarle le mani sulle spalle.
Mi faccio avanti.

-Amico, tieni le distanze- dico picchiettandogli un dito sulla spalla.

-Oh, Jeff, ciao, non ti preoccupare, ho notato tutti i segni che le hai fatto, non la rubo mica, ce l'ho la ragazza, e poi mi sa che voi dovete parlare di alcune cose o no?- chiede guardandomi mentre un sorriso sfacciato si dipinge sulla maschera.
Bastardo.
Rientra in casa.
Jane si rifiuta di guardarmi stringendosi nelle spalle mentre il vento gelido di fine febbraio fa muovere le vecchie piante.

-Ehi- provo.

-Lasciami stare!- si volta verso di me parlando con un tono duro.

-Jane.. -

-No, sta zitto, non ti voglio sentire-.

-Jane...- riprovo.

-No!- si porta le mani sulle orecchie.
Mi avvicino a lei e le prendo i polsi.

-Ascolta. Ascolta- si calma solo dopo parecchi secondi. - Non volevo, non so cosa mi sia preso-.
Lei annuisce e tira su col naso.
Mi guarda con gli occhi neri della mashera, è stato un errore regalargliela, quei bellissimi occhi verdi meritano di essere visti.
Le sorrido e le sfilo la maschera.
Ma la lascio cadere a terra quando lei si avvinghia al mio petto piangendo e stringendo forte il tessuto della felpa.
Il suo è un pianto silenzioso ma violento.
Le accarezzo la testa.

-Sei un mostro!- esclama continuando a sporcare la felpa bianca del suo trucco.

-Sfogati- la invito.

-Sei un bastardo, Come hai potuto?! Mi fidavo di te! Come sei diventato cosí? Ti odio! Mi hai portato via tutto!- urla forte con le mani nei capelli.
Annuisco.
Noto Slender alla finestra della cucina che guarda la scena.
Mi fa un cenno con la mano e io prendo il viso di Jane.

-Altro?-.

-Si, sei uno stronzo!-.

- Non hai finito-.

-E io sono una stupida!- urla ancora staccandosi da me e tirandomi un ceffone.
Questo mi lascia spiazzato, talmente tanto che indietreggio fino a toccare il muro con la schiena.
Dò una sbirciata alla finestra ma le tende sono chiuse e di Slender nemmeno l'ombra.
Jane nel fratempo ha preso il coltello e si è avvicinata a me.

-Che cosa hai fatto tu?- chiedo.

-Sono stata tanto stupida da innamorarmi di te!- distolgo lo sguardo mentre vedo il coltello avvicinarsi ad una velocità mortale al mio viso.
È lei alla fine l'assassina, la mia dolcissima assassina....
Ma il dolore inferto dalla lama non arriva, al suo posto percepisco la fronte di Jane posarsi nuovamente sul mio petto.
Poso di nuovo gli occhi su di lei. Ha infilzato il muro alla mie spalle e piange disperata.

-Jane...-.

-Ammazzami...-.
La guardo sconvolto.

-No, perchè?-.

-Voglio rivedere mamma e papà! Voglio andarmene da questo posto di merda!- urla.
L'abbraccio e sento che ricambia graffiandomi la schiena, nonostante il tessuto pesante sento le sue unghie sulla pelle.

-Perchè questo posto è così triste?- chiede lei accennando al giardino quando ha calmato le lacrime.

-Nessuno sa la vera storia del perchè Slender abbia smesso di occuparsene e non gli piace tornare sull'argomento- spiego sottovoce.

- È così malinconico - commenta.

-Già-.
So che mi odia anche più di prima, ma ha bisogno di sostegno, così tanto bisogno che è pronta a farsi consolare da me.

-Ti odio da morire - mi dice.
Che bella dichiarazione.

-Anche io ti amo, Jane - dico fissando il cespuglio secco davanti a me.
Lei mi guarda per poco.

-Non ti manca mai?-.
Mi focalizzo su di lei.

-Si, nel senso: ti mamca mai quello che eravamo? Com'eri...com'ero io-.

-Jane, Cosa ti manca o cosa hai in meno...- forse non dovevo chiederlo in quanto lei mi spintona nuovamente.

-Ma mi stai prendendo in giro? Mi hai sottratto tutto!-.

-Ma la tua è una vita libera ora-.

-Tornerei nella gabbia della normalità se solo me ne dessero l'occasione- stringe i pugni e corre nel bosco.
La inseguo, questa volta non se la scamperà cosí facilmente.
La riprendo di nuovo e la trascino a me.

-Ma cosa diavolo vuoi? Lasciami da sola!-.
La guardo per un paio di secondi.
Poi mi avvicino fino a far estinguere completamente la distanza tra le nostre labbra.
Quando ci stacchiamo lei ancora tiene le mani tra i miei capelli.

-Questo cos'era?- chiede spostando le mani.
Non lo so. Che cazzo ho fatto?
Da quant'era che non provavo più qualcosa del genere?
Non sapendo cosa fare la tiro di nuovo a me prendendola per i fianchi.
Scendo di nuovo al collo.
Jane mi lascia fare.
Forse suona da maniaco, ma mi piace il suo odore.

-Jeff ti odio- dice Jane con un piccolo ansimo.
Io mi stacco.

-Anche io ti odio-.

-Ricorda Jeffrey- sorride. -Nessuno può odiarti come ti odio io-.

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