capitolo 21~ vendetta

Jeff's pov
Non ce la faccio più, devo uccidere di nuovo, sto perdendo quel briciolo di sanità mentale.
Forse qualcuno ha ascoltato le mie preghiere in quanto Ann entra nella stanza con un paio di forbici che hanno più l'aria da cesoie.
Per la prima volta un mezzo demone mi si presenta come un anegelo e poi... è Ann, la donna che potrebbe essere tutto tranne che un angelo.

-Ti libero- mi annuncia sedendosi sul letto e cominciando a tagliare il gesso con noncuranza.

- Finalmente!- mi siedo sul bordo del letto, anche se la gamba la sento a malapena, cerco di non farci molto caso.

-Vai piano, sei instabile - dice Ann.
Mi alzo piano e muovo un paio di passi doloranti per la stanza sotto al suo sguardo attento.
La porta ad un tratto si apre e ne entra Slender a testa bassa.

-Jeff, ti devo delle scuse, ho esagerato- dice.

-Va beh, non fa niente - dico noncurante.

Invece si che fa, ceh mi hai quasi fatto perdere una gamba con quella fottuta trappola.

Scaccio la voce fastidiosa e lo guardo.

-Vi lascio parlare - Ann se ne va chiudendosi la porta alle spalle.

-Slender, perchè tutte queste esercitazioni?- chiedo.

-Jeff....- mi dice stamcamente.

-Basta tutte queste bugie! Stai mentendo anche ai tuoi proxy, loro sono i primi a lavorare per te ignorando del tutto il modo in cui agisci- lo riprendo indicando la porta con un dito.

-Hai ragione Jeff...-

-E non dirmi... aspetta, cosa? Ho ragione?! - chiedo stupito.

-Si, Jeff, hai ragione, devrei confidare quello che succede a voi che siete diventati un po' figli miei -.

-Beh, io sono qua, se reputerò che sia davvero una cosa così tremenda, magari non la diciamo agli altri- propongo, sono curioso e poi sono un grandissimo ficcanaso.

-La Sfera ha emanato una nuova profezia-.
Sono già orribilato.

-E?- deglutisco.

-Sostiene che ci sarà una morte tra di noi, non ha specificato quando, nè l'assassino, nè la vittima, ha solo detto che sarà per vendetta -.

Vendetta...
Vendetta...
Vendetta...

Jane, no... lei non lo farebbe mai, abbiamo risolto... ma sono pur sempre l'assassino dei suoi genitori e amici.
Possibile che mi voglia morto?

-Jeff, non saltiamo a conclusioni affrettate...-.

-Ma quali conclusioni affrettate? Quella è da sempre che mi vuole morto!- dico quasi urlando.

-Jane non è l'unica che brama vendetta...-

-morirà uno di noi Slender UNO DI NOI! Chi altro in questa casa vorrebbe la morte di in altro membro!?-.
Rimane in silenzio.

-Potrebbe anche essere una profezia enunciata in ritardo o in largo anticipo, anticipo tale da realizzarsi solo dopo la vostra morte del tutto naturale-.

-Slender,  non è mai successo, quella fottuta sfera erano anni che se ne stava zitta e buona su quel piedistallo, cosa l'avrebbe spinta a scomodarsi per una profezia mancata o più che futura?!-.

-Non te lo so dire Jeff, ma sono quasi certo che non sia Jane l'assassina e altrettanto sicuro che tu non sia la vittima...-.

-Come fai ad esserne così sicuro?-.

-Ho visto te e Jane lavorare insieme, vi ho visti parlare, ridere, scherzare trasgredire il coprifuoco delle quattro di mattina, poi è stata sempre lei a portarti da mangiare, perchè non ha semplicemente sciolto qualcosa nel tuo piatto?-
Odio i suoi ragionamenti che non fanno una piega.

-Forse hai ragione-.

-E poi nei suoi occhi non si legge odio-.

-E cosa si legge?- chiedo incrociando le braccia sarcastico.

-La stessa cosa che tu scrivi nei tuoi-.

-Oddio Slender, non farla così difficile- dico alzando gli occhi al cielo.

-Jeff, cosa senti per Jane?- le guance si tingono di rosso come non facevano più da tanto.

-Ma...ma...cosa...che...io....NIENTE!- boccheggio gesticolando come solo un idiota potrebbe fare.
Sono quasi sicuro che se potesse Slender sorriderebbe.
Si avvicina a me e mi accarezza il petto con un tentacolo.

-Te la ricordi Jane Arkensaw?- e caccia una foto dal nulla.
Me la passa.
Una ragazzina di forse dodici o tredici anni, i capelli ricci e bruni, occhi di un vede troppo famigliare, un maglione vede più grosso di lei abbinato con una gonna rosa e basse converse bianche.
Ride seduta su un muretto.
Cerco di immaginare la stessa ragazza a sedici anni, cosí bella.
No...aspetta...cosa diavolo mi metto a pensare?!
Eppure, nonostante io odi ammetterlo, ora riesco davvero a capire come mai ero così completamente infatuato di quella piccola ragazzina dai riccioli capriciossi che non stavano mai al loro posto.
La prima volta che la vidi, quel bellissimo giorno d'esate, la prima cosa che mi balenò in mente fu "è così bassa", mi viene da sorridere al ricordo.
Poi ripenso a quella volta in cui stavo andando a scuola con Liu, lei era dietro di noi con le sue amiche che ridacchiavano e ad un certo punto si sentì in lontananza una canzone, non ricordo quale, ma io e Jane cominciammo a canticchiare nello stesso momento.
Che ricordi...in un certo senso.

-Si, me la ricordo- rispondo con più nostalgia del dovuto.

-Era proprio bella...-.

-Si, molto... ma che cosa mi fai dire?!- mi riprendo staccando lo sguardo dalla foto.

-Jeff, dillo...alla fine sono il tuo secondo padre-.

-Questo lo decido io- sorrido.

-Jeff...-

-Non capisco Slender, cosa vuoi da me?-.

-Completa la frase:Io amo...-.

-Cosa vorresti insinuare con questo?- chiedo incrociando le braccia.

-Vedi di essere sincero, sennò ricorreró all'ipnosi, e ricordati, so quando menti e ora completa la citazione.... io amo...-

-Il mio coltello-.

-Tu ami altre curve oltre a quelle della lama del coltello- commenta.

- O Cristo, Slender ho detto chi amo, sai qualcosa che io non so sui miei sentimenti?- chiedo irritato.

-oh, ci puoi scommettere -.

-Tipo?-

- Jane ti fa ancora battere il cuore, quel cuore di ghiaccio che ha cominciato a sciogliersi nel preciso momento in cui hai incrociato i suoi occhi-.

-Slender, non capisco, cosa ti fa credere che io provi qualcosa per lei?-.

-Uh, Jeff lo vedo, sono stato innamorato e so riconoscere l'amore quando lo vedo negli occhi di un ragazzo - commenta divertito

-Ti piace farmi passare per un coglione, vero?-.

-Abbastanza-.
Odio dare ragione al palo in smoking ma ha ragione, io per Jane provo qualcosa, ho sempre provato qualcosa, qualcosa che mi spingeva a voler stare da solo con lei, quel qualcosa che faceva scattare l'impellente desiderio di averla per me, quell'egoismo che si faceva largo nella ragione, qugli occhi che popolavano sogni e incubi, lei, semplicemente lei, l'unica che calma i miei demoni, l'unica persona che sento fatta apposta per la mia vita.
Lei è la luce dopo la tempesta.
Lei è la risata in fondo al pianto.
Lei è la felicità dietro alla tristezza.
Lei è la regina dei miei fantasmi.
Lei è... la ragazza che amo.
O forse la persona che riuscirà a porre fine alla mia vita, qualunque cosa accada peró sento che verso di lei proveró solo quella sensazione che mi fa contorcere con dolce violenza lo stomaco, mia assassina o meno

Nota dell'autrice

Non aggiorno da secoli, lo so, ma sono abbastanza impicciata (?) Con la preparazione ler gli esami.
ecco, comincia la vera storia, le
cose si stanno facendo un po' misteriose (penso) ma è solo l'inizio, fra poco non ci capirete più un cazzo :')






Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top