capitolo 3~ Nascondino

Jeff's pov

Cammino da parecchio per le vie della cittadina desolata, è freddo questa notte. Non posso fare a meno di perdermi nei ricordi per un paio di minuti. Sto avendo di nuovo gli incubi questo periodo, pensavo di averli superati da un pezzo ma mi sono accorto che erano solo celati, ero troppo impegnato con Jane per accorgermi che ci fossero.
Sospiro accarezzandomi la fronte con due dita, la sento calda . Mi viene quasi da ridere, erano anni che non mi ammalavo, forse l'ultima volta è stata proprio durante quell'anno maledetto. 
Stringo il manico del coltello dentro l'ampia tasca della mia fidata felpa bianca, tutto questa notte mi riporta alla mia "famiglia", specialmente a Liu; quel coglione è scomparso la sera stessa della morte di Jane, lasciando tutto nella sua stanza, non ha portato niente. Lo consideravo mio fratello e invece lui è fuggito, proprio ora che avevamo cominciato a legare di nuovo, a ricostruire i ponti. Lily lo protegge, dice che era troppo giù a causa della morte di Jane, che la vedeva come una sorella, era come un'altra persona. 

Io però non credo che sia fuggito per allontanarsi...

Un rumore mi distoglie dai miei pensieri e mi volto di scatto: sento delle risate, delle voci e dei rumori di passi pesanti.
Mi infilo in un vicolo poco distante, chi sono i coglioni che se ne vanno in giro alle due e mezza di notte?
Guardo attentamente la piazza abbassando il cappuccio: è un gruppo di ragazzi, forse sono una trentina, forse di meno, non capisco, sembrano ubriachi. Rimango ad osservarli, a occhio e croce hanno all'incirca la mia stessa età, alcuni anche più grandi.
Con la coda dell'occhio vedo una ragazza che si allontana dal gruppo: ha i capelli castani legati in due trecce, il trucco leggermente sbavato, un vestito rosa che le arriva alle ginocchia e degli stivaletti neri, va a passo veloce, come se avesse paura di qualcosa, molto probabilmente è l'unica sveglia.
Mi faccio indietro quando passa davanti al mio vicolo, mi confondo con le ombre guardandola camminare svelta, è tremendamente  tesa e ha dei bellissimi occhi verdi. Quando ormai ha superato la piccola via mi faccio avanti guardandola pensoso, quegli occhi sono così brillanti...
La vedo che caccia il telefono dal piccolo zaino nero che aveva e compone un numero per poi poggiare il cellulare all'orecchio.
Poco dopo la porta del condominio si spalanca e lei entra chiudendosela alle spalle.
Nelle sue movenze c'è qualcosa di tremendamente famigliare. Mi riscuoto ed esco dal mio nascondiglio cominciando a camminare, quel gruppetto è ubriaco e stupido, ma purtroppo sono tanti e questa è un'aria residenziale, dovrò trovare qualcun altro. Certo mi piacerebbe raggiungere la brunetta ma non ho voglia di visitare tutti gli appartamenti fino a trovarla.
Continuo a camminare fino a distinguere due sagome in lontananza che camminano verso la mia stessa direzione, mi esibisco in un sorriso ancora più largo del solito e cammino con le mani in tasca e la testa bassa cercando di non farmi notare.
Sono sicuramente due ragazze, una ha i capelli di un rosso scuro e l'altra è bionda e ha l'aria preoccupata mentre l'amica continua a parlare con la sua vocetta acuta cercando di dirle che non c'è niente che non vada e intanto parlando anche di un  certo Thomas.

- Brit, di Thomas in questo momento non mi importa niente - disse la bionda fermandosi di scatto e voltandosi verso l'altra molto più bassa di lei.

- Non dovevamo dividerci dal gruppo... - quasi non sento la rossa parlare in quanto sussurra quelle parole in un fil di fiato. Mi poggio ad un muro aspettando che ricomincino a camminare.

- Vieni a dormire da me stanotte - disse la rossa ad un certo punto prendendo il braccio alla bionda, a giudicare dai suoi movimenti secchi e diretti capisco che ha notato un'altra presenza oltre a lei e alla biondina. Le due cominciano quasi a marciare in una viuzza stretta.
Continuo a tener loro dietro finché la rossa si volta cogliendomi sul fatto.

- Chi...chi diavolo sei? - chiede facendo un paio di passi indietro. Sogghigno sommessamente.
Alzò la testa tanto che il cappuccio cade rivelando il mio volto.
La ragazza dai capelli rossi annaspa facendo un salto indietro e la sua amica bionda rimane perfettamente immobile con gli occhi strabuzzati.

-Che ci fate in giro a quest'ora?- chiedo togliendo di tasca il coltello.
Comincio a farlo scorrere contro il muro creando un leggero solco bianco sulla parete di mattoni.

-Che...che cosa è successo alla tua faccia?- chiede la bionda non avendo ancora il coraggio di muoversi: direi che ha forse 16 o 17 anni, è una ragazza che anni fa avrei trovato attraente ma ora...decisamente no.

- Ho un bel viso, vero?- dico passando un dito lungo il taglio che ho sulla guancia destra.
Ho deciso di riaprire i tagli, le cicatrici che avevo prima non assomigliavano più ad un sorriso.

-Si, vero - dice lei cercando di non far risultate spezzata la sua voce.
Una parola, pronuncio solo una parola, ma talmente nitidamente e in maniera così sicura che entrambe congelano.

-Bugiarda- ho uno scatto, sento la rabbia salire a livelli estremi.
Lei ha mentito, come fece quella stupida donna prima di lei.
Ora che ho il coltello bene affondato nel suo stomaco mi rendo conto che è davvero simile a mia madre, ma forse è solo la foga del momento.
Cade,il sangue si rovescia copioso sull'asfalto mentre lei non riesce ad emettere un suono a causa dello shock e della situazione da lei sicuramente considerata irreale.
Vedo le lacrime lasciare i suoi occhi verde/azzurro e allora mi chino accanto a lei accarezzandole "amorevolmente " la testa.

-Shhh- dico affondando leggermente la lama nella sua guancia, al lato delle labbra sottili. -Non piangere, stai diventando bellissima!- comincio a ridere non riuscendo a trattenermi, una risata malata, sadica.
Solo quando finisco la mia opera mi rendo conto che la biondina ormai non respira più.
Sento un rumore e mi accorgo dell'altra che ha deciso finalmente di muoversi.
Si bambina... divertiamoci un po'; tu ti nascondi e io ti trovo.






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