capitolo 2~ Mi sento osservata

Jeff's pov

Poggio la testa della donna bionda accanto al camino e mi siedo davanti alle fiamme per riscaldarmi, il freddo quest'anno è arrivato prima, piove anche.
Tolgo la felpa per valutare quanti tagli e ferite ho addosso.
Tagli sulle braccia. Normale.
Sento anche la schiena bruciare, probabilmente quando sono caduto da quell'albero.
Un altro taglio è sullo stomaco, questo non lo so.
Ginocchio sbucciato.
Un livido sulla clavicola.
un dito molto probabilmente rotto.
Niente di troppo grave.

-Sei tornato- mi giro di scatto verso le scale e noto Lily con addosso i pantaloni del pigiama e una canottiera. Seguono parecchi secondi di silenzio interrotti da un suo sospiro rassegnato.

- Ti serve una mano? sono brava con l'ago- dice cercando di suonare cordiale.

-Non te n'è mai fregato niente di me, cosa vuoi?- chiedo sbattendo una mano contro il pavimento.
Lei non si scompone, perchè non prova niente?

-So che stai soffrendo, ti capisco...-.

-No, tu non capisci un cazzo!- urlo.

-Jeff, stanno dormendo, vuoi urlare? usciamo, dai così ti sfoghi!- dice scendendo le scale irritata.

-Non mi importa cosa fanno che brucino tutti all'inferno!- esclamo ancora.
Il suo viso è di nuovo impassibile.
Perchè mi guarda in questo modo?

-Non pensi che sia stata lei- comincio ad alterarmi veramente, tutti in questa fottuta "casa" sanno che non devono parlare di Jane, almeno non quando ci sono io.

-Non è stata lei-.

-Hai ragione-.

-Cosa?-.

-Anche io la penso così- commenta.

-Come mai?-.

-So che la profezia ha detto che ci sarebbe stata una morte per vendetta, ma non penso che dovesse andare così, magari dietro c'è qualcosa di più grande- ci penso, lei sa qualcosa, sono sicuro che sappia qualcosa, ma se ora glielo chiedessi così non si fiderebbe più di me, devo cacciarglielo di bocca piano, lentamente. Sembra, ma non è stupida.

-Forse hai ragione, vuoi veramente aiutarmi?- chiedo indicando le ferite.
Lei sorride e annuisce scansando i lunghi capelli rossi dietro alle orecchie.
Sale le scale e ritorna con ago, filo, disinfettante, bende, cerotti e batuffoli di cotone.
Comincia a medicarmi, è terribilmente delicata.

-Hai notizie di...- lei si blocca.
Ormai solo due nomi non si possono dire in questa casa.

-No, non lo so, è sparito-.

-Come mai?-.

-Davvero non lo so- dice.
È così strana questa situazione.
Finisce e taglia il filo con i denti.

-Hai proprio una bella cicatrice qua dietro- commenta.

-È così strano, viviamo nella stessa casa da anni, eppure non ci conosciamo- commento, se riesco a farmela amica magari parla.

-Io ti conosco- dice lei sedendosi a gambe incrociate sul divano.

-Davvero?-

-Forse ti sembrerà strano, ma capisco bene le persone-.

-è per questo che sei così inafferrabile? Prevedi le mosse degli sbirri?- commento.
Lei mi sorride.

-A volte sbaglio anche io- guarda la testa mozzata vicino al camino. - Ma diciamo che preferisco non essere notata-.

-Io ho di nuovo voglia di uscire, dormi tu, sono giorni che non chiudi occhio- le dico, come se me ne fregasse qualcosa.

-Va bene, stai attento- dice e sale di nuovo le scale.
Recupero la felpa e la indosso, è ancora umida ma non mi importa.
Esco di nuovo con il coltello stretto in mano. Ormai la pioggia ha smesso di cadere copiosa e a bagnarmi i capelli ci pensano solo alcune piccole e solitarie gocce.
Bene, ora devo solo scegliere la mia vittima.

Jane's pov

Mi sto annoiando, la festa va avanti da ore, sono le due di notte, va bene che è venerdì, ma mi pare eccessivo, io volevo solo guardare Grey's Anatomy!
Fatemi morire.

-Ragazzi! Vi va di andare a fare un giro?- Kristine sale sopra ad un tavolo con in mano la bottiglia di vodka.
Tutti cominciano a urlare di sì ormai ubriachi persi.
Ma... c'è un assassino in giro! Oltre  che ubriachi sono anche coglioni.

-Ragazzi c'è un assassino che si aggira nelle vicinanze...- faccio notare.

-Non preoccuparti Arkensaw, abbiamo dei ragazzi coraggiosi- dice Meggie abbracciando Louis, il capitano della squadra di basket, hanno le carte in regola per essere le prime vittime.
Diana sorregge la bionda.

-No! Ha ragione Jane! Siete tutti ubriachi e in più...- ma Meggie non la lascia finire che le crolla tra le braccia con un sorriso ebete.
Lyn le shippa, ora posso capire il perchè.

-Didi, e dai, fallo per me!- esclama Meggie affondandole un dito nella fossetta.

-Meggie, stiamo parlando di un assassino!- esclama a sua volta Britney.

-Eh va beh, tu mostra le tette e ti lascia andare- commenta Dottie come se fosse una cosa di poco conto.
Non l'ha detto sul serio, vero?

-Ma mi prendi in giro?- chiedo alzandomi dalla poltrona.

-Uff, Jane sei così noiosa! E dai che ti costa? Un paio di minuti, e poi siamo insieme, non può uccidere venti persone!- dice ancora Dottie.

-Tanto lo so che finirete per sparpagliarvi come dei cretini- borbotto.

-Secondo me non è conveniente, la maggior parte di noi è ubriaca!- insiste Diana.
Eppure siamo 3 contro 24 quindi non abbiamo la meglio e ci ritroviamo per strada alle due di notte a vagare tra gli schiamazzi di quei coglioni.

-Sarà una nottata lunga- commento tenendo alta la torcia del mio cellulare.

-Sono dei coglioni- Diana mi affianca insieme a Britney la quale annuisce.

-Ma se ce ne andassimo?- propone.

-Ormai siamo dentro, e in più se restiamo uniti abbiamo probabilità di sopravvivere- dico.

-Quanto scommetti che al primo rumore tutti si sparpaglieranno come dei ritardati?- dice Diana guardandosi intorno.

-Finchè stiamo lontani dal bosco per me  è okay-dico sospirando.

-Il bosco! Ma è geniale!- non so neanche chi l'abbia detto ma dovevo stare zitta e non dare idee a nessuno.

-No, questa è una pazzia, io me ne vado a casa, pace - dice Diana facendo dietro front e ritirandosi con Britney che la segue come un fedele cagnolino.
Sto per seguirle ma George mi prende per un braccio e sorride.

-Tu sei quella esperta in serial killer...-

- Si, e se ora andiamo nel bosco siamo tutti morti e sepolti, andiamo magari in piazza, alla fontana dai, anzi , andate voi, io me ne torno a casa - mi maledico da sola quasi subito, casa mia è lontana, mezzi di trasporto non ce ne sono e se ora chiamassi mia madre mi manderebbe a fanculo e mi lascerebbe qua fuori a morire. Poi ricordo una cosa: Lyn abita proprio nella zona residenziale in centro. - Ho sentito che danno la birra gratis!- bugia, ma questi coglioni mi servono, non mi sento tranquilla.
Tutti esultano e cominciano ad accavallarsi per arrivare in piazza.
Scuoto la testa.
Arriviamo dopo dieci minuti buoni e io mi sottraggo dal gruppo per poi correre sotto al palazzo.
Mi sento tremendamente osservata.
Dai Jane, non fare la paranoica, un paio di passi e ci sono.
Telefono Lyn che mi risponde quasi subito, menomale che oggi è la nottata stalking.

-Pronto?-.

-Lyn aprimi sono qua sotto- dico.

-Che cazzo ci fai sotto casa mia?-.

- Mi sento osservata, apri questa cazzo di porta!- dico spazientendomi mentre l'ansia mi attanaglia l'anima.
Il portone si apre e io accendo la luce correndo per le scale fino ad arrivare al secondo piano.

-Ehi dolcezza, non è un po'...- Lyn mi apre la porta: ha i capelli raccolti in uno chignon disordinato, la maglia a maniche corte bianca è ricoperta di briciole di patatine così come anche i pantaloni di tuta blu.

-Si, si come dici tu- taglio corto io entrandole in casa e sedendomi sul divano passandomi una mano sul viso sbavando il trucco.

-Serial Killer in vista? - mi prende in giro lei sedendosi accanto a me.

-Voglio solo dormire - dico raggomitolandomi sul divano stile riccio.
Lyn si alza e mi butta addosso una coperta che arriva a coprirmi anche la faccia. Sono talmente tanto stanca che nemmeno riesco a toglierla e mi addormento.

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