Una Vigilia particolare

Finalmente era la Vigilia. Nella scuola c'era un caos incredibile: pacchi volanti di là. decorazioni sfarzose di là, il calore dei caminetti e vischi appesi praticamente sotto ogni porta. Quel giorno nessuno portava la divisa scolastica, si poteva dire che ci si sentiva veramente a casa. Quella mattina, Literius andò in biblioteca per controllare che non ci fosse nessuno e come da programma, era deserta sin dal mattino. Il ragazzo corse a riferire la notizia alle altre due e nel tardo pomeriggio erano già riuniti lì, in un angolo della biblioteca davanti al caminetto. Davanti ad esso due comode poltroncine in pelle, più in là un bel divanetto altrettanto comodo, tutt'intorno scaffali su scaffali di libri.

"Avete portato i regali?" - chiese Valery entusiasta mentre sistemava i vari doni per gli altri nello spazietto vuoto tra le due poltroncine.

"Ovviamente" - Literius rispose per primo. Si chinò davanti a Valery e lasciò insieme agli altri pacchetti, i due regali che aveva fatto per Silva e Valery, rispettivamente un pacchetto dalla carta argentata con nastro viola e uno dalla carta rossa con un fiocco verde.

Silva era con lo sguardo perso davanti al camino, gli occhi non seguivano il guizzare delle fiamme, ma fissavano il fondo di mattoni dietro di esse. Pensava a una miriade di cose: quello sarebbe stato il primo Natale che avrebbe trascorso in quel modo. Era contenta. Ma sentiva che qualcosa non andava. Sentiva già che questa contentezza sarebbe finita, che non sarebbe durata. Forse avrebbe fatto meglio a desiderare il ritorno dei suoi sensi per Natale ... ma nulla, riusciva a pensare solo al professore. Si chiedeva se si sarebbe presentato quella sera ... gli aveva fatto anche un regalo, il pacchetto scuro in più che reggeva tra le braccia ne era la prova. Mentre fissava il vuoto, alle sue spalle arrivò Literius a destarla dai suoi pensieri, mettendole una mano sulla spalla - "Ehi, tutto bene?" - domandò.

Silva scosse la testa e si voltò a rispondergli - "Si si ... stavo solo pensando".

"A cosa? Se posso chiedere ...".

Silva aveva raccontato tutto anche a Literius. Del suo segreto e di cosa c'era tra lei e il professore. Non era molto d'accordo sul secondo punto e cercava spesso di evitare il discorso, ma riguardo al suo segreto era davvero interessato. Si sforzava sempre di capire quale fosse il motivo di quel suo problema e, alla fine, non riusciva mai nel suo intento, di scoprire la verità.

"A ... tante cose ..." - il tono vago di Silva fece calare la bella atmosfera che si stava formando. Per fortuna se ne accorse in tempo e, per non rovinare la serata, continuò dicendo - "Tipo, cosa mi avete regalato di bello??".

"Il mio regalo lo sai già!" - disse Valery unendosi ai due davanti al caminetto.

"Il mio invece, sarà un segreto fino a stasera, ahah!!" - aggiunse il ragazzo.

"Lo stesso vale per te Literius!" - Silva sventolò il sacchetto arancione, prima di sistemare i suoi regali insieme agli altri.

Il trio si sistemò davanti al caminetto, Valery seduta davanti al focolare, Literius seduto su una poltrona e Silva stesa di traverso sull'altra, con le gambe che penzolavano da un bracciolo. Il tempo passò e finalmente si fece sera. Valery era andata di corsa in sala grande a procurare qualcosa da mangiare per tutti e tre, lasciando da sola gli altri due in biblioteca.

"Quindi verrà anche il professore?" - domandò improvvisamente il castano.

"Si ..." - la risposta di Silva era ovviamente piena di imbarazzo.

" ... ho un po' paura, sai?" - confessò lui.

"E perché?".

"È pur sempre il nostro professore ... IL professor Piton, mette pressione a tutti ... tu sembri essere la sola che tratta in modo diverso, non che la cosa mi dia fastidio, anzi ... un po' mi rende geloso" - Literius si alzò dalla poltroncina per sistemare la brace del caminetto che iniziava a far affievolire la fiamma.

"Tu, geloso? Non capisco ... è per-" - fu interrotta.

"No no ... non fraintendere ahah!" - le disse voltandosi - "É che ... si potrebbe dire che sei l'unica che lo conosce, più di chiunque altro".

Da un altro punto di vista, la cosa non era affatto così speciale, ma per Silva lo era eccome. Era qualcosa che faceva sentire lei speciale.

La ragazza stava per rispondere al compagno, quando si sentì la porta della biblioteca aprirsi. Entrambi pensarono fosse Valery, ma a voltare l'angolo della libreria non fu la ragazza dai capelli rossi, bensì lo stesso Professor Piton, con sguardo tra il serio e sorpreso.

"Buonasera" - salutò entrambi i Serpeverde con il suo solito tono di voce lento e superiore.

"S-Sera ..." - il ragazzino sembrò intimorito dall'uomo, mentre al contrario, Silva lo accolse con un sorriso, dicendo - "Buonasera ... uhm, s-si sieda dove vuole".

Piton scambiò qualche sguardo con i presenti e poi andò a sedersi su una delle poltroncine, di fronte al camino.

Silva e Literius si guardarono, senza sapere cosa aspettarsi o cosa dire. La ragazza per prima andò ad accaparrarsi il posto sull'altra poltrona e Literius finì col sedersi sul bracciolo esterno di essa, in modo da risultare il più lontano possibile dall'uomo in nero, che guardava il camino scoppiettante.

"Valery è andata a prendere qualcosa da mangiare in sala ..." - accennò Silva al professore - "Dovrebbe tornare fra poco ...".

Severus si voltò e fece un cenno col capo, rispondendo - "Va bene" - e iniziò a far vagare lo sguardo nella biblioteca.

La situazione iniziava a farsi strana. Forse non era stata una buona idea invitare il professore e alla nostra protagonista iniziava a sorgere questo dubbio. Doveva trovare qualcosa di cui parlare, alla portata di tutti, o sarebbero stati in silenzio fino allo scoccare della mezzanotte.

"A-Ahm ..." - cominciò Silva, un po' titubante - "È la prima volta che passa la Vigilia con qualche alunno ... non è così?".

Alla domanda Piton si voltó lentamente a guardarla. Certo che era la prima volta. Non si sarebbe mai fatto trascinare in uno di quei festini scriteriati organizzati dai suoi alunni ... anche perché non veniva mai invitato da nessuna parte. Solo i prifessori più simpatici avevano questo "privilegio", che a Sevrus non importava minimamente di avere. L'unico motivo che lo aveva spinto a presentarsi lì era proprio Silva. E il fatto che gli altri invitati fossero solo due giocava a suo favore. Meno studenti a cui badare e da cui farsi vedere.

"Si" - rispose lui - "La prima in assoluto".

Il problema però restava uno: che fare? Di cosa parlare? Oltre al distacco d'età che c'era tra i suoi alunni, le cose su cui discutere erano pari a zero, perché nemmeno un solo studente si era mai immaginato di intraprendere un discorso con il professore dove non venivano sgridati o offesi con le sue parole sottili. Ma Silva incredibilmente non si perdeva d'animo: lo aveva invitato lì proprio per far accadere qualcosa di diverso, per far cambiare quella situazione tra lui e lei, compresi i suoi amici che tanto Serpeverde non si sentivano.

Passarono qualche minuto immerso nel silenzio, con i due giovani che si scambiavano sguardi titubanti, indecisi su chi dovesse parlare per primo. Il professore, invece, si limitava a guardare il fuoco scoppiettante, in attesa che la serata finisse il prima possibile.

"A-Allora" - Silva fu la prima a parlare, avendo trovato il più banale dei pretesti di cui discutere in presenza di Literius - "Ha già corretto i compiti della scorsa settimana?".

Piton non alzò lo sguardo, e rispose al caminetto - "Si, e sono andati tutti ... discretamente bene. Apparte per Malfoy, è un caso perso nella mia materia" - e detto questo si passò una mano sul volto, visibilmente stressato dalla cosa.

"Capisco ..." - Silva portò lo sguardo su Literius, che come lei era già a corto di idee. Tornò il silenzio.

"Di solito lei fa i regali di Natale?" - la domanda di Literius spiazzó gli altri due, facendoli voltare entrambi nella sua direzione.

"Dipende ..." - fu l'unica risposta che arrivò dall'uomo, con uno sguardo serio, misto a quella che sembrava confusione puntato su entrambi

Dipende da cosa? In Silva iniziò a farsi strada la curiosità, ed era sul punto di chiederglielo quando Valery irruppe nella sala con in mano un vassoio colmo di cose da mangiare.

"Eccomi qui raga-" - era entrata tutta entusiasta annunciando il suo ritorno a gran voce, ma inutile dire che alla vista del professore si ammutolì all'istante. La ragazza si limitò a lasciare il vassoio sul tavolo lì vicino e raggiungere gli altri due suoi compagni sulla poltrona, sedendosi al lato sinistro di Silva, risultando quindi quella più vicina ai regali e al professore.

Prima di aprir bocca, Valery lanciò delle occhiate agli altri due per intuire, magari, se fosse successo qualcosa o se la situazione fosse così sin da quando era entrato. A giudicare dalle loro facce era la seconda possibilità.

Ma naturalmente Valery, da ragazzina coraggiosa quale era, osò di nuovo parlare, con la speranza di ribaltare un po' la situazione - "Ha mai passato un Natale lontano da casa, professore?".

Severus spostò su di lei solo gli occhi, lasciando che il volto rimanesse rivolto verso il calore del caminetto - "Tutti i Natali li passo qui ad Hogwarts ... quindi può farsene un'idea, signorina Hilton" - il tono con cui le rivolse la parola non era poi così emozionato dalla conversazione, era più che altro annoiato, di chi non ha voglia di spiccicare parola.

Valery insistette - "E di solito con chi lo passa? Gli altri professori?".

Silva guardava l'amica con gli occhi spalancati, dove trovava tutta quella scioltezza nel parlargli? Non che lei non l'avesse, anzi, è che era strano veder qualcuno oltre a lei rivolgergli tanto facilmente la parola.

"Si ... con il professor Silente e compagnia" - quelle domande non erano proprio il massimo a cui rispondere, ma era pur sempre meglio di niente. Il problema però restava rispondere con naturalezza, e senza pressioni.

Mentre Valery pensava a qualche altra domanda che tardava ad arrivare, Literius si intromise per salvare la situazione - "Che ne dite se cominciassimo a mangiare qualcosa? O si fredderà tutto!" - si alzò e si avvicinò al vassoio abbandonato lì vicino, con palese fare nervoso.

Silva fece lo stesso, per far sembrare la cosa più naturale - "Giusto!" - una volta davanti al vassoio pieno di cose da mangiare, si rivolse a Valery - "Certo che ne hai presa di roba, Valery! Non dobbiamo sfamare un esercito!".

"No!" - si alzò anche lei, raggiungendo gli altri due e afferrando dal vassoio quello che sembrava un piccolo panino imbottito - "Ma deve sfamare me! Ahahah!".

Literius scosse la testa, divertito - "Sempre la solita tu ..." - anche lui prese qualcosa dal vassoio e, dopo una veloce occhiata al professore da parte di Silva, quest'ultima prese il vassoio e si diresse davanti all'uomo, ancora seduto sulla sua poltrona con un braccio a reggergli la testa.

Gli si parò davanti, con un piccolo sorriso sulle labbra - "Prego, scelga pure quello che vuole".

L'uomo in nero alzò lo sguardo, piacevolmente sorpreso da come gli si fosse avvicinata. Squadrò per qualche attimo il cibo disposto sul vassoio, per poi afferrarne una discreta quantità e portarlo alla sua bocca. Squisito, come ogni altra cosa che uscisse dalle cucine della scuola.

Silva riportò il vassoio al tavolo per servirsi personalmente, e poi tornare al suo posto sulla poltrona.

"Come le sembra?" - Silva indicò ciò che il professore stava mangiando con fare curioso, datosi che non stavano consumando la stessa pietanza.

"Non male, come ogni anno" - si formò una piccola smorfia sul volto di lui, un minuscolo sorriso dovuto a chissà quale pensiero. Il fatto era che aveva mentito. Non aveva esattamente lo stesso sapore di ogni anno ... ma non perché ci fosse qualcosa di diverso nella ricetta, bensì perché era lì a condividerlo con qualcuno che non fosse il Preside o qualcuno dei professori che vedeva tutti i giorni. Era lì con quei tre ragazzini a godersi la vigilia di Natale in un'atmosfera di serenità ... senza sguardi di troppo o occhiate opprimenti. Stava meglio lì che tra i suoi coetanei.

"Signorina Hilton ... nel compito della scorsa settimana ha avuto un punteggio di poco più alto rispetto agli altri ... congratulazioni" - quel piccolo sorriso che aveva si fece più grande, e solo Silva poteva vederlo da quell'angolazione.

Valery guardò prima il ragazzo al suo fianco con stupore, accanto al vassoio, poi Silva ed infine la poltrona che ospitava il professore "D-Davvero!?".

"Davvero, signorina Hilton, non scherzo su questo genere di cose" - affermò lui, addentando il pasticcino che reggeva in mano senza abbandonare quell'espressione che stava lentamente apprendogli in viso. Valery prese un secondo piccolo panino, e corse sulla poltrona dove si trovava Silva.

Agli occhi del professore, questo poteva essere un buon spunto di conversazione e prima che la rossa potesse aprir bocca, Severus iniziò a spiegare per filo e per segno la composizione di quel compito, spiegando loro quali fossero le risposte esatte e perché, dando loro consigli e delucidazioni.

Potrà sembrarvi strano, ma a quei tre sembrò di capire molto più in quell'oretta prima di Natale che in tutte le lezioni a cui avevano assistito durante l'anno. Il motivo? Saranno stati i loro sguardi, nel vedere gli occhi del professore impuntati in quelli di Silva, che lo ascoltava come se stesse raccontando loro una favola. Il piccolo sorriso dell'uomo, rivolto al trio con una spontaneità mai vista prima. Forse il fatto che fossero soli. O il fatto che era proprio la Vigilia di Natale e quello a cui stavano assistendo fosse un piccolo miracolo.

O magari perché, finalmente, dopo anni, Severus si sentiva come a casa, tra chi forse poteva capirlo, e non giudicarlo.

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