Tempo di rivelazioni

Appena fuori dalla stanza, Silva corse verso la sala grande, presa dall'impeto di raccontare tutto a Valery. Corse, corse e corse fino ad arrivare nella grande sala imbandita piena di studenti che, come lei, si erano affrettati ad arrivare. Valery sembrava non esserci ancora, così Silva andò a sedersi al suo solito posto.

Per sua sfortuna, arrivò una delle poche persone che la ragazzina a stento sopportava: Draco Malfoy.

"Shiverspine! È da un po' che non ci si vede!" - per quanto facesse l'amichetto del cuore, nessuno ci cascava. Silva si limitava a reggersi il mento con il palmo della mano. Con la testa alta e lo sguardo fiero, rimirava con grazia il fondo della sala. A volte ci trovava gusto ad ignorare quelli come lui.

Per non bastare, arrivò anche Larissa, che si sedette proprio accanto a Draco. Poco dopo arrivarono anche Tiger e Goyle insieme alle due amichette della piccola arpia dagli occhi zaffiro.

"Quando si dice "fatti l'uno per l'altra" " - pensò Silva.

"Oh! Ciao Silva!" - Larissa fece buon viso a cattivo gioco. Anche se la sua punizione era finita da poco, non ci teneva a rovinarsi le vacanze di Natale con un bis. Ma il tono da acida saputella non era capace nasconderlo. Gli occhi gelidi di Silva guizzarono per pochi secondi in direzione della brunetta, per poi tornare a guardare verso la lunga tavolata dei professori.

Draco si riempì il piatto con pollo e patate, la cena di quella sera; Larissa, invece, non staccava gli occhi da Silva. Sembrava volesse chiederle qualcosa.

"Come stai Silva?" - domandò Larissa, con una percentuale di interesse veritiero e gentilezza pari a zero.

Non ricevette alcuna risposta.

"Sai, ho sentito che tu e la tua amica del cuore non girate più insieme come un tempo, è successo qualcosa?" - l'intonazione da bulletta antipatica persisteva, ed il tasto era dolente.

Silva voltò lentamente solo gli occhi, spalancati, con le labbra serrate e impassibili. Larissa reagì con uno sguardo preoccupato, al limite dello spavento, cosa che spronò Silva a fare di più: girò anche anche la testa e sul suo viso iniziò a comparire anche della rabbia. Larissa ora sembrava spaventata sul serio. Ma non era abbastanza. Gli occhi di Silva sembravano farsi sempre più grandi e cattivi, si era praticamente alzata dalla panca e si stava protendendo verso Larissa con un'espressione spaventosa, degna di qualche mostro spiritato per via del suo pallore, unito alle iridi color ghiaccio.

Arrivata a quel punto aveva l'attenzione di molti altri studenti addosso, Draco compreso, che aveva una guancia rigonfia di pollo e che assistiva alla scena sorpreso quanto gli altri. Nessuno era capace di staccarle gli occhi di dosso: temevano tutti che stesse per fare qualcosa di brutto e che nel momento esatto in cui avrebbero distaccato lo sguardo, lei sarebbe stata ancora  lì a maledirli tutti, uno per uno.

Qualche altro secondo di silenzio. Suspense a volontà. Poi la mossa successiva.

"No!" - rispose Silva con tono allegro, sorridendo falsamente ed abbandonando l'aura spaventosa di prima. Tornò a sedersi e si mise a mangiucchiare qualcosa.

L'altra ragazza era rimasta ... sbigottita, se non confusa, e si scambiava sguardi altrettanto poco chiari con Draco e le sue amichette.

Ad un certo punto, arrivò Valery in sala e Silva fu la prima a notarla.

"Eccola ...".

La giovane Hilton, a sua volta, notò subito la sua compagna seduta al solito posto che la guardava da lontano. Silva si alzò e la raggiunse, la prese per la manica della divisa e la trascinò fuori dalla sala senza proferire parola.

La portò in un corridoio abbastanza isolato, per essere sicura che nessuno potesse origliare. Fece un bel respiro e la guardò dritta negli occhi, confusi e allo stesso tempo arrabbiati.

"Allora?" - domandò subito la rossa, incrociando le braccia, aspettandosi almeno delle scuse.

"S-Scusa ... " - Silva reagì come da programma, timida e sinceramente dispiaciuta, con lo sguardo basso - "Scusami se ti ho ignorata ultimamente ...".

"Spero tu avessi una buona ragione per farlo, almeno" - continuò Valery, fredda e distaccata.

"Beh ... si e no ... ma prima devo dirti delle cose ..." - Silvia iniziò inspiegabilmente ad arrossire, suscitando ora curiosità nella sua amica.

Silva parlò a Valery di quello che aveva fatto in quelle settimane: dai pomeriggi trascorsi a disegnare nuvole in compagnia del professor Piton a quello che era successo nella stanza di quest'ultimo, compreso il segreto della sua "malfunzione sensoriale" e l'incidente con il Dissennatore. Le raccontò tutto, ogni singolo dettaglio e più andava avanti più Valery restava sbigottita e senza parole.

"Quindi ... è per questo che non ... senti nulla?".

"Si ... e adesso sai anche perché non riesco a dormire la notte ...".

"Okay ma ... v-vi siete baciati?!" - la rossa non riuscì a contenersi su questo dettaglio, era davvero incredibile.

"Ssshh!! Vuoi farlo sapere anche ai morti??" - l'altra le fece cenno di far silenzio, temendo che qualcuno avrebbe potuto sentire per davvero tutto quello che si stavano dicendo. Tra le due piombò uno strano silenzio. Silva si aspettava qualcosa, una sorta di ramanzina, o un qualche giudizio. Un giudizio che aveva scelto lei di ricevere perché era stata sua la scelta di raccontare tutto alla sua amica.

Ma Valery non sapeva come sentirsi: la situazione di Silva era strana e un pochino ... pericolosa, ma allo stesso tempo era felice perché la sua amica aveva finalmente deciso di confidarsi con lei e finalmente la vedeva sorridere.

"Silva ..."  - sospirò Valery - "Sono contenta che tu abbia deciso di parlarne con me, davvero ... ma cosa hai intenzione di fare con il professor Piton?" - in quella sua domanda c'era preoccupazione, mista a curiosità e una punta di malizia.

"A-Assolutamente nulla!" - Silva agitò le mani davanti a sé, in segno di negazione.

"Nulla nulla? ~" - Valery insistette con quell'aria maliziosa.

"Nulla!! È vero, c-ci siamo baciati ma ..." - quasi non le sembrava vero, quando lo diceva aveva sempre paura di star dicendo una bugia - "Credo sappia anche lui che ... non si va lontano così ..." - era chiaro che si riferisse alla differenza d'età che li separava.

"Mh ... una domandina: ma cosa ti piace di lui di preciso?" - chiese ancora curiosa l'altra.

"Beh ... sa ascoltare, anche se non sembra ... siamo più simili di quanto non si pensi e credo che da giovane lui fosse proprio come me ...".

"In che senso?".

"Che si sentiva solo" - rispose Silva.

"Ma tu hai me!" - Valery le fece un grosso sorriso, avvolgendogli poi un braccio intorno alle spalle.

"Non credo che lui avesse qualcuno ...".

"Mmh ..." - in quel punto Valery sembrò riflettere su qualcosa, che non esitò a comunicare all'altra - "Ecco il mio consiglio: continua a far amicizia con il professore!!"

"E-Eh??".

"Hai detto che si sente solo perché da ragazzo non aveva amici, no? E stai già rimediando! Potresti continuare così per un altro po' ... ma prima o poi dovrete parlare di quella cosa ... lo sai che non può funzionare".

"Hai ragione ... credo di star alimentando chissà quali speranze ... da entrambe le parti ...".

"Beh, se è davvero adulto come pensiamo, saprà quando fermarsi ... credo ... ultima cosa ... ma Literius? Non ti piace più?".

"Credo che forse non mi sia mai piaciuto poi così tanto ... è carino, okay, ma ... è tutto lì, pensa che in tre anni che ci conosciamo di vista, ci siamo parlati per la prima volta solo oggi ahah ...".

Per merito di Valery tra l'altro. Se non fosse stato per lei chissà quando si sarebbero rivolti la parola. E comunque se quei due si piacevano almeno un pochino sin dall'inizio, che gli costava provare a parlarsi?! Ad ogni modo, cambiare i sentimenti che si provano per una persona è difficile, Valery non poteva far altro che incoraggiare la sua amica ed aiutarla a fare le scelte più giuste, come solo una vera amica avrebbe potuto. Ad ogni modo, le spiegò che l'improvviso avvicinamento di Literius era stato voluto da lei, nella speranza di scoprire cosa le stava succedendo. Silva non sembrò prendersela molto, dopotutto Valery non cercava di far altro che aiutarla.

"Quindi la mia idea era buona allora!" - disse improvvisamente la ragazza dagli occhi smeraldo.

"Eh? Che idea?".

"Quella dei guanti, ovviamente! Ti servono per davvero! Sarà un regalo di Natale perfetto!!" - esclamò lei tutta contenta.

"Ancora non so cosa regalarti ... e manca poco a Natale ...".

Colta da una sorta di illuminazione lampo, Valery continuò - "E qui mi arriva una bella idea!!".

"Ma di che diavolo stai parlando, Hilton?" - insieme alla domanda dal tono scherzoso, sul volto di Silva comparse anche un sorriso.

"Dopo ti spiego! Ora però, ti prego, andiamo a mangiare!".

"Okay okay ahahah!".

Le due ragazze si diressero in sala grande, entrambe più serene e sollevate, finalmente tornate ad essere amiche. Draco e Larissa non credevano ai loro occhi: erano passate dall'ignorarsi al parlarsi normalmente, come se nulla fosse, anzi, sembravano ancora più affiatate e legate. Anche Literius, seduto poco più in la delle ragazze, aveva notato quel rapido cambiamento. Era consapevole che non fosse merito suo, ma era comunque contento di vederle unite come prima.

Mentre cenavano, Silva aveva messo da parte qualche dolcetto, intenzionata a cederli al professore che era sicuramente ancora a letto e che non si era presentato a cena. Spedirgli via gufo del pollo con latate le sembrava un po' troppo scomodo e ... catastrofico, quindi optò per quell'unica cosa "trasportabile". Avvolse il tutto in uno tovagliolo di stoffa che era a tavola e senza farsi notare, uscì dalla sala con quel fagottino colmo di leccornie.

"Valery, tu va pure al dormitorio, io devo fare una cosa prima" - avvisò Silva.

"Valery, okay, ti aspetto in sala comune!".

Le due si salutarono velocemente, poi la scura, con un po' di timore, uscì fuori, in uno dei giardini interni.

Guardò il cielo, completamente scuro e pieno di nuvole grigie e nere. La neve aveva ripreso a scendere come ogni giorno da quando lei e il professore avevano iniziato a passare del tempo insieme. Si perse in quell'infinita distesa buia con lo sguardo, chiedendosi se il professore fosse già sveglio.
Si riprese poco dopo dai suoi pensieri e tornò alla sua "missione principale". Portò due dita alla bocca e fischiò forte. Passarono pochi minuti e dal nulla, come se fosse piombata dalle nuvole, arrivò Rubyel, il suo animale da compagnia. Era un gufo striato bianco e nero, con due occhioni color cremisi. Il volatile planò come un fiocco di neve sul braccio teso di Silva, specchiandosi poi nelle iridi pallide della sua padrona.

La ragazza alzò il fagottino ben legato e chiuso ed indicò la torre dei professori non lontana da lì, sussurrando - "Sesto piano ...".

Lasciò il fagottino a terra e senza esitazioni Rubyel scese a terra, afferrò il sacchetto con i suoi artigli è volò dritta verso la finestra della camera del professore. Silva si assicurò che arrivasse a destinazione e poi ritornò dentro, dirigendosi al suo dormitorio.

Come da accordo Valery era li ad aspettarla.

"Hai fatto?" - domandò incuriosita.

Silva le rispose un po' distratta, pensava a quale potesse essere la reazione del professore a quel gesto così ... premuroso?.

"Si si ..." - si trofinò un occhio, con aria stanca - "Allora? Qual'era questa tua idea?" - domandò infine.

"Vedrai!" - disse prendendola sotto braccio - "Domani si va a fare shopping! E non voglio scuse!".

"Shopping? ... Ha a che fare con la cosa che hai in mente?".

L'altra si limitava a gongolare, fiera di star preparando chissà quale sorpresa per l'amica - "Te lo dirò domani!".

Sempre più incuriosita, Silva esclamò scherzosa - "Accidenti a te Hilton! Ahah!".

[ • • • ]

Nel mentre, Severus si era finalmente alzato dal letto e vagava come un non-morto per la sua stanza. Era sul punto di uscire per cercare di raggiungere la sala grande, consapevole che sarebbe stata ormai semi vuota per via dell'orario, quando sentì picchiettare contro la finestra della sua camera. Si voltò e con grande sorpresa si trovò appollaiato sul davanzale un bellissimo gufo dagli occhi rossi che lo guardava. Si avvicinò alla finestra e la aprì: immediatamente il gufo si infilò nella stanza e Severus subito richiuse l'anta per paura di far entrare troppa aria fredda. Il rapace lasciò qualcosa sulla scrivania ed andò poi a sistemarsi sullo schienale della sedia, utilizzandolo come trespolo.

"E tu da dove vieni?" - domandò al gufo, che lo guardava con le sue due grosse orbite cremisi. Emise un piccolo verso in risposta e si rivolse verso il caminetto, probabilmente per riscaldarsi e scrollarsi di dosso la neve.

L'uomo notò poi il sacchetto che aveva lasciato sulla scrivania. Si avvicinò a quest'ultima e lentamente aprì quel fagottino. Dentro vi trovò qualche dolcetto, simili a piccoli muffin sistemati in tante piccole formine di carta colorata. Non era una cena completa, ma almeno non sarebbe rimasto a stomaco vuoto e a corto di zuccheri, riflettè. In più c'era un fazzolettino di stoffa ben piegato, anche se dall'aria un po' maltrattata. Sulla stoffa bianca erano incise due iniziali e Severus ebbe in quel momento la conferma su chi ringraziare per la cena.

Silva Shiverspine.

{C.d.A.}
:33 < Scusate per il ritardo di questo capitolo, è che ultimamente non ho o tempo, o ispirazione e voglia di scrivere :S Intanto sto avendo dei ripensamenti sul cognome di Severus ... non lo potevano lasciare Snape e basta?! >o< Studiando Botticelli e sfogliando il mio libro di storia dell'arte, ho trovato la copia del nostro caro Professor Snap- Pit- Sevvy.

Non sembra anche a voi Severus? XD Pare che abbia dormito con i bigodini ... e quella smorfietta poi? Chissà a che sta pensando :o ... ehi ma, quel volatile lì in basso? o .o Giuro che l'ho appena notato, proprio ora che sto scrivendo questo commendo d'autore XD È il ritratto di Giuliano De Medici, una persona importante suppongo *faccia pensierosa* E vabbè, niente, ciao ciao! :P

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