Simili
Gelida. Era fredda come il ghiaccio.
Il Professor Piton si alzò quasi subito con ancora la fanciulla su di lui, che per evitare lo strano e ambiguo momento scattò seduta di lato all'uomo in nero.
"Sta bene, signorina Shiverspine?" - domandò l'adulto guardandola da capo a piede. I suoi vestiti erano zuppi d'acqua e gli occhi un po' rossi, insieme alle gote rosa. Aveva pianto fino a quel momento?
"S-Si professore ... sto bene" - affermò lei, scostandosi i capelli dal volto senza guardarlo in viso.
" ... Come mai i suoi vestiti sono completamente bagnati?" - domandò ancora dopo averla osservata per qualche attimo in più.
"Perché ... c'era dell'acqua, tanta acqua, nella stanza" - indicò il muro vuoto dalla quale ricordava di essere entrata e poi appena uscita. Forse spiegarglielo sarebbe stata una perdita di tempo così preferì tacere sulla questione.
L'uomo si limitò ad alzare un sopracciglio, confuso quanto bastava, e senza troppe domande si alzò dal pavimento scuotendosi le vesti scure. Pochi attimi e Silva fece lo stesso non sapendo cos'altro fare o cosa dire.
"È ... in pessime condizioni, vedo" - commentò il professore, facendo abbassare lo sguardo alla ragazza non poco imbarazzata - "Le conviene andare a cambiarsi".
"S-Si, professore ..." - poi le venne in mente di Valery, che fine aveva fatto?
"E-E la mia amica? Valery Hilton?".
"Oh si ... la sua amica ... le ho personalmente dato il permesso di andare a cena. Dal momento in cui è scappata non ha fatto altro che cercarla" - spiegò guardandola dall'alto, con il suo solito atteggiamento composto.
La piccola Shiverspine non sembrava proprio in vena di parlare (non che di solito lo fosse). Severus sapeva bene come ci si sentiva in queste situazioni, così decise di non infierire.
Vederla così scossa però gli fece uno strano effetto, compassione forse, oppure era il suo istinto paterno che si faceva raramente sentire, proprio come con Harry, anche se con il signorino era piú un paterno-aggressivo. E per ovvie ragioni personali che solo lui conosceva.
"Le conviene andare a cambiarsi e poi correre in sala per la cena, se non vuole rimanere a digiuno" - aggiunse.
Silva intanto aveva perso per qualche attimo lo sguardo nel vuoto, pensando alla sua amica che aveva fatto tanto per tornare da lei, ma la voce del professore la richiamò alla realtà - "O-Oh ... si".
Fece per incamminarsi ma si bloccò, voltandosi verso il professore: lo guardava in modo strano, come se si aspettasse qualcosa, essere seguita magari.
"Non voglio andare da sola ..." - pensò lei nel più profondo di sè. Anche se era il suo professore, silenzioso e a tratti severo, aveva bisogno della presenza di un essere umano per sentirsi meno sola e triste, meno abbandonata.
"Cosa c'è?" - la domanda echeggiò risoluta nel corridoio desolato.
Ma lei non aveva il coraggio di parlarne, non aveva il fegato di chiedere una cosa tanto sciocca. Per fortuna o sfortuna, Piton capì le intenzioni della sua alunna e si avviò alle scale, seguito dallo sguardo della ragazza - "... Andiamo, Shiverspine".
Lei gli andò dietro in silenzio, a volto basso e con la sicurezza che almeno per quei pochi minuti in cui sarebbero stati insieme, nessuno sarebbe venuto a darle fastidio. Arrivarono al dormitorio dei Serpeverde: Silva si affrettò ad asciugarsi e cambiarsi e tornò in corridoio dove il professore la stava pazientemente aspettando.
Indosso aveva un'altra divisa pulita e la lunga mantellina nera con lo stemma della casa: in più si era sistemata i capelli, non portava più le mollettine e i suoi capelli erano tornati al suo solito stile. Appena incrociarono i loro sguardi, fu impossibile per entrambi non pensare a quanto fossero uguali in quel momento.
"Non porta più i fermagli ... come mai?"- senza aspettare la risposta il professore iniziò a scendere le scale e la sua alunna lo seguì, rispondendogli - "Mi davano fastidio ... e non mi hanno portato molta fortuna" - fu l'unica cosa che gli venne in mente al momento, una piccola ed insopportabile verità. Le piaceva il modo in cui le stavano, ma se doveva subire il doppio dei commenti acidi da parte dei suoi compagni ... preferiva evitare.
In sala grande tutti mangiavano tranquilli, o almeno così sembrava: ciò che era successo quella mattina nei sotterranei aveva fatto il giro della scuola, lo sapevano tutti, ma siccome ci andava di mezzo Piton nessuno aveva il coraggio di aprire bocca e parlarne apertamente. Larissa era seduta tutta imbronciata al suo posto, circondata dalle sue amiche appiccicose e leccapiedi che cercavano di consolarla, elogiandola in ogni modo possibile. Draco assisteva divertito allo spettacolino mentre Valery, cosa mai accaduta, non aveva nemmeno toccato cibo. Rigirava in continuazione la forchetta nel piatto, la testa sorretta da un braccio e lo sguardo pensieroso e preoccupato.
"Quando la cena sarà finita la accompagnerò ai dormitori" - disse improvvisamente il professore svoltando per l'ultimo corridoio che portava alla sala.
Silva trovò la cosa strana, per così dire, e gli venne spontaneo domandare - "Perché? ... N-Non ce ne è bisogno ... ci so arrivare da sola ...".
"Non credo che la signorina Kraggle sia felice del castigo che le è stato dato, potrebbe fare qualcos'altro di spiacevole, di cui, posso assicurare, si pentirebbe amaramente" - e qui fece una pausa - "Pertanto, almeno per stasera, la scorteró al suo dormitorio".
Nonostante l'apparente giusta motivazione, Piton si sentiva spinto da un secondo fine che non era ben nitido nemmeno a lui. In qualche modo sentiva di doverla proteggere.
"Ma con me ci sarà anche Valery ..." - mormorò lei intimidita.
Questo fece fare un profondo inspiro nasale al professore, che con tutta la pazienza che aveva in sè rispose - "Verrà anche lei, ovviamente".
Silva trovava tutto questo un po' bizzarro. Quella mattina le fanno uno scherzo che nessuno potrebbe mai dimenticare, scappa e scompare per ore e poi salta fuori il professore più antipatico della scuola che la cerca e che sembra voglia prendere le sue parti.
Che poi, a lei non è mai stato antipatico, semplicemente non ci badava, perché per lei antipatici lo erano un po' tutti, tranne Valery s'intende.
La giovane impiegò qualche attimo in più per pronunciare l'unica parola che si sentiva di dire - " ... grazie".
La cosa fece uno strano effetto all'altro, non sapeva esattamente se quella stranezza fosse un bene o un male ma restava comunque sorpreso del ringraziamento.
Piano, quasi sussurrando, disse - "Di nulla ..." - e finalmente entrarono in sala grande.
Nel momento in cui misero piede nel salone tutti gli sguardi si puntarono su di loro, compreso quello del preside, che sorrideva sollevato.
"Mi stanno guardando tutti ..." - Silva sentiva una certa angoscia, tutti i giorni sopportava quelli di Larissa e le sue stupide amichette e ora si aggiungevano gli sguardi curiosi di tutta la scuola. Brutto segno che fu presto cancellato. Valery si precipitò dalla sua amica appena la vide, abbracciandola forte.
"Silva!! Ma che fine avevi fatto?! Ti ho cercata dappertutto per ore!!" - anche se voleva suonare un rimprovero, Valery non poteva fare a meno di manifestarsi contenta, grata che la sua amica fosse ritornata.
"Si lo so ... scusa ...".
Altre lacrime si fecero sentire. Ma erano lacrime di gioia. Silva era contenta di essere tornata dall'unica persona che teneva davvero a lei e istintivamente abbracciò Valery, forte, come non aveva mai fatto.
"Ehi!! Non vorrai mica metterti a piangere! Dai, mangiamo!" - la ragazza dagli occhi smeraldo sorrideva felice, accarezzando dolcemente la schiena della mora come farebbe una madre - "Scommetto che ti mangeresti due cotolette in un morso solo!".
"Ingorda ..." - disse l'altra, soffocando la voce sulla spalla dell'altra.
"Si si, lo so! Ma ti voglio bene lo stesso!" - si allontanò da lei e rivolse lo sguardo al professore. Sembrò ringraziarlo in silenzio, guardandolo negli occhi senza paura. Le aveva portato Silva sana e salva e gliene era grata. Per qualche istante arrivò a pensare che forse non era così insensibile come tutti pensavano ... o era solo lei che aveva frainteso le sue azioni, dato che era un professore e gli alunni sono la priorità ... ma è di Severus Piton e i Serpeverde che stiamo parlando ... chissà. Qualunque fosse la risposta non vi riflettè abbastanza su. Valery prese per il braccio la sua amica e la invitò a sedersi accanto a lei al tavolo, sotto gli sguardi inteneriti di tutti. La maggior parte degli studenti sembrava essersi già ricreduta di quella povera ragazza. Non aveva mai fatto nulla di male, giusto? Dunque perché ignorarla o trattarla male?
Intanto, l'unico pensiero del Professor Piton davanti a tutte queste smancerie, era uno solo:
"Potrei vomitare".
La cena proseguì tranquilla. Silva raccontò tra un bisbiglio e l'altro rivolti alla sua compagna della strana stanza che aveva trovato e cosa vi era al suo interno. Le disse anche che il professore si era proposto di accompagnarla in dormitorio per evitare altre "marachelle" da parte di Larissa, che ora stava zitta e muta e non osava alzare lo sguardo dal piatto. Però non le raccontò tutti i dettagli, sul come fosse uscita dalla camera o sull'atterraggio morbido fatto una volta catapultata fuori dalla stanza fatta di nuvole, lo trovava un po' ... imbarazzante. E tra le altre cose imbarazzanti c'era Draco che punzecchiava Valery per la scenata d'affetto di poco prima e Literius che da non molto lontano puntava spesso lo sguardo verso Silva, cosciente di essere osservata.
~ ~ ~
"Ha trovato la ragazza" - il tono con cui si rivolse Silente all'insegnate seduto accanto a lui non poteva essere più sereno.
"Era nella Stanza delle Necessità" - mormorò un po' distratto mentre guardava le due ragazzine da lontano.
"C'era da aspettarselo, non avrebbe potuto trovare rifugio migliore" - il preside notò la disattenzione di Severus e subito non perse occasione - "Vi somigliate molto, non trovi?".
"Sciocchezze" - bastò quel commento per riportarlo alla realtà, puntando lo sguardo offeso verso il suo superiore.
"Non fare così Severus, lo sai bene anche tu, e non mi riferisco solo all'aspetto ... forse dovresti parlarle".
"E di cosa e perché, se posso chiedere?" - odiava quando il preside faceva tutto l'enigmatico, dalle questioni più importanti a quelle di poco conto.
L'uomo anziano si limitò a sorridergli - "Qualsiasi cosa" - poi rivolse lo sguardo verso il duo in lontananza - "Lo so che potrebbe sembrarti ingiusto, ma ne ha bisogno, come ne avevi bisogno tu in passato ... non lasciare che venga divorata da tutto ciò di cui ha paura".
Severus si sentì ancora più indignato. Si alzò dalla tavola e senza dir nulla si avviò verso il tavolo dei Serpeverde.
"Ingiusto nei miei confronti! Ma di cosa va farneticando?".
Ciò a cui si riferiva Silente era ben chiaro agli occhi del professor Piton: ciò che Severus avrebbe potuto trovare ingiusto era il fatto che fosse costretto ad aiutare una sua alunna, Serpeverde, identica a lui e con problemi a relazionarsi con gli altri - quando poi lui in primis, non era stato aiutato o preso in considerazione da nessuno, se non Lily.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top