Piccoli doni
Il giorno dopo Silva e Valery si trovavano in un simpatico negozietto, nei pressi di Hogsmade.
"Allora?" - disse Silva guardandosi intorno, circondata da scaffali pieni di tanti oggetti diversi - "Che ci facciamo qui?".
"Mi sembra ovvio" - cominció Valery con tono solenne - "Shopping natalizio! Ti devo regalare un paio di guanti, ricordi?".
"E io non so ancora che regalarti ..." - sospirò l'altra.
"Tranquilla, sono sicura che ti verrà in mente qualcosa! E poi, anche se in ritardo, un regalo non si rifiuta!" - la rossa si mise a guardare dei guanti esposti in una vetrinetta - "Io guardo questi, tu sei vuoi fai pure un giro!".
Silva si chiedeva se lo facesse di proposito, far finta di aver dimenticato cosa dovesse dirgli - "Si ma ... me la vuoi dire quella cosa adesso?".
"Vai a fare dei regali!" - Valery la scacciò con la mano, sorridendole però con gentilezza, simbolo che non la stava realmente cacciando ma spronando.
"Va bene va bene ..." - Silva sospirò ancora e si addentro in uno dei corridoi di scaffali.
Ovunque guardasse c'erano oggetti e ninnoli di ogni sorta. Sfere magiche, soprammobili, specchietti, spazzole, vasetti per qualsiasi cosa o addirittura profumi. Nonostante tutta questa scelta non aveva idea di che cosa regalare a Valery. Mentre passeggiava con l'attenzione rivolta a quella miriade di oggetti, ripensò a cosa le aveva detto di preciso la sua amica.
"Vai a fare dei regali!"
Dei regali? Più di uno? Intendeva forse ... ?
Silva si fece improvvisamente rossa. Che avesse suggerito di fare un regalo di Natale al professor Piton? Poteva davvero? E se fosse risultato troppo ... invadente? Inopportuno? E se lo avesse poi rifiutato? Quali sono i gusti del professore?
Silva non sapeva proprio cosa fare, non solo non sapeva cosa regalare all'uomo "proibito" che le faceva battere il cuore, ma non sapeva nemmeno cosa regalare alla sua migliore amica!
Spese qualche minuto a ponderare su un possibile regalo per Valery, poi finalmente ebbe una sorta di illuminazione. Trovò tra i vari libri lì esposti (si, c'erano anche quelli, quel negozietto sembrava un centro commerciale babbano) un piccolo ricettario tascabile, pieno di ricette che sicuramente sarebbe piaciuto a Valery, visto che il cibo sembrava una delle sue passioni. Magari la cucina sarebbe potuta diventare uno dei suoi interessi. Continuando la sua ricognizione nel negozietto, si domandò se fosse il caso di fare un regalo anche a Literius, per scusarsi. E le parve un'ottima idea. Ripensando a quel poco che sapeva di lui, però, aveva dei seri dubbi sul riuscire a trovare un regalo adatto. Proprio mentre ripensava a tutte le volte che lo guardava, gli balzarono in mente vari episodi: lo vedeva spesso leggere, ma ogni volta che cominciava a farlo, rigirava disperatamente le pagine del libro. Probabilmente alla ricerca del punto in cui si era fermato. Un segnalibro era quello che ci voleva!
Ora toccava al professore. Cosa gli sarebbe potuto piacere? Probabilmente nulla, niente di ciò che era presente in quel negozio.
"Magari qualche set di fiale ... no no! È troppo scontato e ... e ... frivolo e inutile!".
Vagava tra gli scaffali buttando l'occhio su ogni cosa, ma nessuna le pareva adatta. Forse era segno che non avrebbe dovuto comprargli nessun regalo. Ma proprio quando si era data per vinta, notò in alto, su uno scaffale, una piccola cornice, tutta decorata. Sembrava oro vero, ma ovviamente non lo era, dato il prezzo economico che indicava il cartellino. Ma nonostante questo era davvero carina ma ... cosa avrebbe potuto farci? Era solo una cornice ...
"È perfetta!!".
Silva corse dalla commessa per farsi aiutare a prendere quella cornice. Dopo ciò, pagò e si fece incartare i regali, decidendo lei stessa il colore della carta e del fiocco. Un bel verde ottanio con un nastro argentato per Valery, un nero lucido con nastro dorato per il professore e un colorato sacchettino color arancio con un fiocchetto argentato come chiusura. Erano così belli a vedersi che sembrava un peccato spacchettarli. Una volta finito raggiunse Valery, che aveva finito da poco e in mano reggeva due regali, uno azzurro con un fiocco blu oltremare e uno avvolto in una carta dorata con una stellina di carta bianca posizionata su un angolo.
"Perché due?" - domandò Silva mentre uscivano dal negozio, incuriosita.
"Potrei domandarti la stessa cosa, ma con uno in più! Eheh!".
"B-Beh ..." - arrossì.
"Ho capito, tranquilla! Spero glielo darai di persona!"
"Certo che si! Non vorrei lo vedesse qualcuno ...".
"Brava la mia Silva! Comunque, il secondo regalo è per Literius" - Valery indicò il pacchetto dorato - "Non è nulla di speciale ... ho solo pensato che forse dovremmo essere amici, tutti e tre ...".
Lo spirito di unità di Valery non si smentiva mai. L'idea di Serpeverde uniti, legati da una vera amicizia, le piaceva, la rassicurava, perché secondo lei non era una Casa a decidere chi sei e cosa sei destinato ad essere, e Silva questo lo sapeva. Certo, avrebbe dovuto sforzarsi un po' con Literius, lo aveva lasciato senza una risposta nonostante fosse stata tutta un'idea di Valery, ma tutto sommato era una cosa fattibile.
"Beh ... secondo te questo di chi potrebbe essere allora?" - Silva le sventolò davanti il sacchettino arancione ed entrambe sorrisero gioiose e sorprese di aver avuto la stessa, bellissima idea. Uscirono dal negozietto e, passo dopo passo, arrivarono ai Quattro Manici di Scopa per mangiare qualcosa.
[ • • • Qualche giorno dopo • • • ]
Mancavano un paio di giorni a Natale e ad Hogwarts c'era sempre più aria di festa. Le lezioni sarebbero state sospese entro il dopodomani, in modo che tutti potessero godersi la festività con le proprie famiglie. I professori raramente si allontanavano dalla scuola per passare il Natale in famiglia, quindi la maggior parte di loro restava ad Hogwarts. Quel mattino Severus si sentiva molto meglio rispetto ai giorni precedenti, la febbre era scesa e ne approfittò per cambiare aria. Girava per i corridoi con indosso il suo cappotto lungo e nero che sostituiva il mantello che portava di solito.
Gli studenti, almeno quelli più coraggiosi, lo salutavano con un cenno del capo o uno sguardo intenso ma sfuggevole, altri invece tenevano lo sguardo basso e mormoravano - "Buongiorno ...". Era più temuto di Silente a quanto pare.
Ad ogni modo, gli capitò di catturare varie conversazioni tra gli studenti, tutti a discutere di regali di qua e pensierini di là. Lui non aveva mai fatto regali a nessuno. Nessuno se li meritava e nessuno li pretendeva, quindi che bisogno c'era di disturbarsi?
Nonostante questo, gli era saltato in mente di fare un unico regalo ad una singola persona: Silva, ovviamente. Ma cosa avrebbe mai potuto regalargli? Dei pastelli in scala di grigio per disegnare le sue amate nuvole? O un nuovo quaderno su cui scarabocchiare?
"No ... suona tutto così ovvio e ... scontato".
E parlando del diavolo ... svoltato l'angolo del corridoio, da lontano Severus adocchiò proprio Silva, in compagnia di Valery e Literius. Non appena la giovane Shiverspine si accorse dello sguardo del professore, gli corse incontro per salutarlo, sistemandosi i capelli sottili che gli sfuggivano dalle mollettine nere che indossava, ormai ogni giorno.
Il suo visetto si fece subito rosa - "P-Professore! Come si sente?".
"Decisamente ... meglio, grazie" - rispose lui titubante, vedendo gli altri due seguire Silva.
"Oggi non abbiamo lezione con lei, giusto?" - domandò Valery.
"No signorina Hilton, domani faremo l'ultima lezione, visto che dopodomani sarà la Vigilia" - la voce del professore era nasale e roca, la febbre poteva anche essersi abbassata, ma era ancora raffreddato.
Literius intervenne e chiese con aria preoccupata - "È sicuro di star bene professore?".
Per qualche ragione l'uomo si sentì di rispondergli con una certa arroganza, dalla serie "sono fatti miei se sto bene, non ti riguarda" e ribatté - "Sono certo di saper badare a me stesso, signor Rastamarvious, pensi alla sua di salute, piuttosto".
Il ragazzino non rispose ed abbassò lo sguardo, al contrario di Silva invece che guardò male Severus, come a rimproverarlo. La reazione di Silva gli fece cambiare velocemente idea e continuò - "Ma grazie dell'interessamento".
Quel visino corrucciato di Silva era riuscito ad addolcirlo e non gli sembrava vero. Sembrava più vivace ultimamente e quelle mollettine nere e consumate gli davano un'aria diversa.
Valery, vedendo l'atmosfera un po' tesa tra i tre, si intromise - "Dovremmo andare, o faremo tardi a lezione di incantesimi ...".
"Si ... hai ragione" - Silva sospirò, facendosi passare la leggera arrabbiatura - "Andiamo".
Si rivolse poi al professore, scostandosi per bene i capelli e sistemandoli per l'ennesima volta tra le forcine - "Buona giornata, professore ...".
Seguirono i saluti di Valery e Literius e il trio si allontanò, con l'unica eccezione di Silva che non appena prima di sparire dalla vista dell'uomo in nero, si voltò e gli rivolse in piccolo sorriso.
Forse gli era venuta un'idea.
La passeggiata proseguì tranquilla. Tra una svolta di corridoio e una salita di scale con la lentezza di un bradipo, si fece ora di pranzo e Severus si diresse verso la sala grande. Si andò a sedere al suo solito posto in fondo alla sala e da lì guardò arrivare gli studenti, desiderosi di cibarsi con qualsiasi pietanza. Ad un certo punto arrivò anche Silente, che salutò il suo suo vicino di tavolo con un sorriso gentile.
"Si è ripreso, Severus?" - domandò l'anziano sistemandosi a tavola.
"Sì preside ... domani potrò fare lezione".
"Molto bene" - gli rivolse un altro sorriso e gli diede una leggera pacca sulla spalla - "A proposito ... cosa mi dice di Shiverspine?".
Alla domanda, Severus ebbe un sobbalzo interiore ed esitò a rispondere - "A lei cosa le pare?".
Non lontano infatti, c'era Silva seduta al tavolo con i suoi due amici. Silente rivolse lo sguardo in quella direzione e la ragazza incredibilmente percepì di essere guardata: si voltò e vide i due uomini guardarla da lontano e, spontaneamente, li salutò con un veloce cenno della mano insieme agli altri due compagni.
Silente alternò lo sguardo tra quel gruppetto e Severus, dopodiché si soffermò sull'uomo accanto a sé - "Mi pare magnifico, Severus" - disse sentitamente felice - "È stato bravo".
"Bravo?" - domandò Piton, avendo come il presentimento che la frase fosse incompiuta.
Silente tornò a guardare Silva, la quale alzava lo sguardo giusto ogni tanto nella loro direzione - "L'ha mai vista sorridere come sta facendo ora? Personalmente, devo dire di no".
Severus era leggermente preso dal panico, che non riusciva a spiegarsi: al posto di una risposta, pose un'altra domanda con tono abbastanza schietto - "E allora?".
"Sta sorridendo in quel modo per lei, non per altro".
Un'altra strana fitta al cuore, insieme alla consapevolezza, prima sommersa e ora spuntata a galla come un pallone trattenuto in acqua, che l'altro aveva ragione.
Silente continuò il suo discorso, mormorato ad un discreto volume dato il chiasso presente nella sala e molte orecchie, forse indiscrete, pronte a captare qualsiasi cosa - "Nonostante le circostanze ... non mi sembra una cattiva cosa, non crede? Ogni fiamma va domata, dal piccolo lume di un fiammifero al più grande ed indomabile incendio. Bisogna solo sapere come fare".
Altre metafore. Santo cielo se non lo sopportava quando faceva così. Dopo quella frase filosofica i due non si parlarono per tutta la durata della cena. Mentre tutti parlavano e si divertivano Severus e Silva erano gli unici che da lontano si guardavano: a volte uno abbassava lo sguardo prima dell'altra e viceversa, ma non era un problema, perché sicuramente pico dopo sarebbero tornati a guardarsi. Arrivò poi il momento di sloggiare dalla grande sala per recarsi ai dormitori e Silva, tra un temporeggiamento e l'altro unito all'aiuto di Valery, si alzò poco dopo il professore, in modo da percorrere entrambi e da soli il percorso verso i dormitori, fino al punto in cui si sarebbero dovuti separare. Severus ci fece caso solo dopo essersi lasciato alle spalle il portone della sala, quando si ritrovò accanto Silva.
"Mangiato bene?" - domandò per prima lei, seguendolo poco più dietro di lui.
Passò qualche secondo prima della risposta di Severus, che indugiava sul parlare a Silva davanti agli altri studenti che trafficavano nei corridoi - "Come al solito ... e lei?".
"Era tutto buono, devo dire" - la studentessa si faceva lo stesso problema ed aspettava che non ci fosse nessuno intorno a loro per rispondere.
"Vuole che l'accompagni ai dormitori?" - chiese lui.
Dopotutto, non gli sarebbe dispiaciuto.
Alla domanda, gli occhietti pallidi di Silva sembrarono illuminarsi - "S-Si, per favore!".
"Molto bene".
Giunsero davanti al dormitorio dei Serpeverde e i corridoi si erano completamente svuotati, non c'era più nessuno nei paraggi. I due si guardarono per poco negli occhi, prima che Silva per l'imbarazzo non distogliesse lo sguardo. Aveva un sorrisino timido sulle labbra e non era mai sembrata così contenta come in quel momento, il solo stargli davanti in quel modo le faceva battere il cuore. La cosa più sorprendente era che anche Severus si sentiva in quel modo, ma lo dava a vedere difficilmente.
La ragazzina raccolse tutto il coraggio che aveva in sé per porgli una domanda tanto semplice quanto inopportuna - "C-Cosa fa a Natale?".
" ... nulla di particolare, a dir la verità ..." - mormorò lentamente - "E lei?".
"Beh ... credo lo passerò con Valery e Literius ...".
"Buon per lei".
Quella frase sembrava abbastanza sincera, Severus era contento che finalmente la ragazzina avesse ripreso i rapporti con Valery e questo ... giovane belloccio. Okay, forse non troppo sul giovane belloccio. Ad ogni modo, Silva continuò dicendo - "Se vuole, può passare da noi a Natale ... lo trascorreremo in biblioteca, visto che lì non c'è mai nessuno durante le feste".
Silva, rossa in viso com'era, non si aspettava di certo una conferma, ma nemmeno un rifiuto. Ed infatti, l'uomo rispose solo dopo una piccola pausa - "Vedremo ...".
La giovane, invece di pensare al peggio come faceva di solito, già credeva di sapere la risposta celata dietro quella dubbiosa parola e, sistemandosi per almeno la tredicesima volta i capelli con le forcine (il professore le aveva contate da quando avevano lasciato la sala grande), sorrise - "Okay ... a-a domani!" - e fece per andarsene, tra fretta ed imbarazzo.
Severus non era intenzionato a lasciarla andare senza un saluto per bene e, per quanto fossero buone le sue intenzioni, nella fretta l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di trattenerla afferrandole la mano. I due si guardarono per istanti brevi ma intensi, così carichi di suspanse che anche i quadri circostanti si erano tesi nella loro direzione per vedere cosa sarebbe accaduto. Forse fu per colpa di tutti quegli sguardi che Piton non reagì a pieno delle sue volontà, ma si mosse comunque seguendo il suo desiderio: senza scostare lo sguardo dalle iridi color ghiaccio di Silva, portò lentamente il dorso della mano di lei alle proprie labbra e vi lasciò un gentile e leggero bacio, sussurrando poi - "Buonanotte".
Il gesto cavalleresco trasformò Silva in un miscuglio di palpitazioni e farfalle nello stomaco, quasi non badava al fatto che sentisse solo la metà di quelle sensazioni e che intorno avrebbe potuto esserci qualcuno. Proprio senza far caso a quest'ultimo dettaglio, aspettò qualche attimo e, più fugace e timida che mai, si avvicinò al professore. Piton, incuriosito in un primo momento, non fece nulla. Tutto ciò che Silva riuscì a fare fu quel balzo, quella presa di coraggio che la spinse a dare un veloce bacio sulle labbra al suo professore, rifugiandosi subito dopo nei dormitori dei Serpeverde.
I quadri assistettero alla scena completamente sorpresi, quasi quanto Severus. Immobili come dei quadri babbani. L'uomo tornò in posizione eretta con lo sguardo ancora verso la porta dietro la quale era scappata Silva.
Oltre all'infatuazione crescente per la sua alunna, ora aveva la certezza su che regalo farle per Natale.
{C.d.A.}
:33 < Uhm ... beh ... salve. Vi avevo avvisato che non sarei stata molto ... viva ... vero? Vi prego non picchiatemi ç_ç Ultimamente non sto scrivendo un tubo, voglia zero, tempo nullo ... ma non per questo ho intenzione di smettere di scrivere eh, sia chiaro u _u La storia è bella abbozzata sul mio quadernino e non appena la mia voglia di scrivere (e sopratutto il tempo materiale) tornerà in vita, mi metterò subito all'opera! e.e Quindi ricordate, Alaexiss non scompare ... si addormenta. Bye!! :'(
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