Occhiate e silenzi

La lezione di incantesimi fu una passeggiata, cose abbastanza facili per essere già al terzo anno di scuola. Ora il sole riusciva ad affacciarsi tra le nuvole e gli studenti si sentivano più liberi di uscire fuori all'aperto. Anche se erano gli inizi di dicembre nell'aria si sentiva già l'odore della prima nevicata. Era un'aria pungente che riusciva a darti i brividi soltanto respirandola, probabilmente avrebbe nevicato la sera stessa se le nuvole fossero tornate ad oscurare il sole. Silva era uscita fuori, nel corridoio esterno che affacciava in quel piccolo cortile dove gli altri studenti di solito si riunivano tra una lezione e l'altra. Valery intanto era tornata velocemente ai dormitori perché aveva dimenticato il suo libro sulle creature magiche. Silva avrebbe voluto accompagnarla, sapeva bene che quel libro non era facile da gestire, ma Valery aveva insistito per andare da sola.

"Spero non ci metta molto ..." – pensò poggiandosi contro una parete all'interno del piccolo cortile.

Il vento era basso e freddo, ogni tanto i capelli di Silva ondeggiavano nell'aria mentre rivolgeva lo sguardo alle nuvole che si spostavano nel cielo. Per qualche ragione le aveva sempre trovate ... curiose. Non hanno mai la stessa forma e non puoi mai sapere cosa può esserci dietro.

"Quella è carina ..." – pensò improvvisamente, aguzzando lo sguardo verso una nuvola con la sospetta forma di ombrello. Immediatamente si mise seduta sul terreno e prese il suo fidato quaderno che portava sempre con sé. Lo aprì con fare rilassato poggiandolo sulle sue gambe leggermente piegate verso di lei, in modo che potessero farle da leggio, e iniziò a disegnare. Altri studenti passavano dietro di lei, ma in certi momenti non se ne accorgeva nemmeno, si limitava ad alternare lo sguardo tra il quaderno e la nuvola che presto sarebbe sfuggita alla sua vista. Con la matita inclinata tracciava la sagoma della soffice figura bianca e ne imitava ogni sfumatura con una precisione sbalorditiva, troppa per star raffigurando solo una semplice nuvola, eppure era l'unica cosa che riusciva a disegnare decentemente. Il perché lo facesse e perché la divertiva così tanto non era mai riuscito a capirlo, ma la rilassava e distraeva quanto bastava per non accorgersi del vociare delle ragazze alle sue spalle: delle Serpeverde, le sue altre compagne di stanza. Erano in tre, tutte strette tra di loro a guardarla da lontano. Silva si accorse della loro presenza solo dopo aver finito di disegnare la nuvola che ormai era svanita mischiandosi alle altre. Le squadrò da lontano, con la sicurezza che stessero parlando proprio di lei. Le fissava e loro fissavano lei, stavano architettando qualcosa.

"Cosa vi state dicendo? ... " – mormorò a sé stessa.

Tra quelle tre ragazze c'era Larissa Kraggle, il "capo" del gruppetto, ovunque lei andasse, le altre due la seguivano ed era snervante come le loro attenzioni fossero sempre focalizzate sul dar fastidio a chiunque gli capitassero a tiro. Quasi sembrava un Draco Malfoy al femminile. Mentre Silva si decideva ogni secondo di più a raggiungerle e chiederle in modo inquietante (sapeva che quel lato del suo atteggiamento le faceva tremare dalla paura) come stavano quel giorno e cosa avessero mangiato a colazione, quest'ultima fu letteralmente travolta da Valery ed il suo libro indemoniato che non faceva altro che sputare pezzetti di carta.

"Silvaaa!! Aiutami!!! Fallo smettere!!!" – il libro saltò via dalle sue mani e finì per terra, ma questo non bastò a calmarlo.

Silva fu colta alla sprovvista, ma la prima cosa che fece fu quella di mettere al sicuro il suo quaderno lanciandolo lontano da loro – "Perché lo hai portato fin qui?!" – esclamò lei cercando di tenerlo chiuso con tutte le sue forze, spingendolo con le mani sul terreno umido del cortile.

Il libro si dimenava senza sosta e Valery si precipitò in aiuto della sua amica, spingendo insieme all'altra con le mani sulla copertina del libro – "Dovevo portarlo a lezione o no?!".

"Si! Ma si suppone che tu non lo apra prima di allora!" – pochi istanti e il libro balzò per aria con uno scatto di energia uscita fuori da chissà dove, spingendo a terra le due studentesse. Saltellò verso di loro pronto a prenderle a morsi, era più che chiaro, mentre quelle tre erano lì a farsi delle grasse risate su quella piccola faida e ovviamente non erano intenzionate a dare una mano. Altri studenti passavano di lì ma facevano finta di nulla, alcuni invece restavano a guardare la scena troppo intimoriti dal tomo vivente.

Il libro saltò in direzione di Silva con i dentini affilati pronti ad affondare nella sua carne, ma un fascio di luce lo spinse via facendolo chiudere ed addormentare all'istante. Qualcuno aveva lanciato un incantesimo. Entrambe le ragazze si voltarono nella direzione da cui provenne la loro salvezza: colui che aveva lanciato la magia non era altri che il Professor Piton. Valery si alzò subito vedendo quelle tre oche che si facevano beffe di lei e della povera Silva che era spesso vittima dei suoi guai.

Il Professore si avvicinò alle due lanciando prima un'occhiata a Valery e poi a Silva, che era ancora seduta a terra con lo sguardo rivolto sul libro che giaceva tranquillo sull'erba.

"Cosa ... stavate ... facendo?" – domandò con il suo solito tono di voce serio e profondo, ogni parola pronunciata con una calma e un'impassibilità sovrumane, tanto che le labbra sembrarono non muoversi mai.

Lo sguardo di Silva si alzò verso quello del Professore e passarono vari istanti prima che lei rispondesse – "Cercavamo di chiudere il libro" – affermò lei rialzandosi e pulendosi la divisa.

Piton alzò un ciglio, scettico alla situazione – "Tutti sanno ... che per tenere a bada un libro irrequieto come questo, basta accarezzarne il dorso ...".

Valery si intromise cercando di non lasciare da sola Silva nella conversazione – "È la prima volta che usiamo questo libro Professore, non lo sapevamo ... ed è il mio libro tra l'altro" – e di fatto ottenne la piena attenzione dell'uomo, che spostò lo sguardo su di lei.

Silva conosceva bene la fama del suo prefetto: un uomo serio e cinico che esigeva il meglio dai suoi studenti, un vero esperto di pozioni, anche se girava voce che avesse sempre ambito alla cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. La ragazza dai capelli scuri aveva ancora lo sguardo impuntato negli occhi di Piton, il quale era impegnato a rispondere all'argomentazione della giovane dai ricci ribelli e che non aveva ancora fatto caso a quegli occhi grigi che lo osservavano da così vicino.

"Ma non è la prima volta che partecipate alla lezione di Cura alle Creature Magiche, mi pare" – fece notare lui guardandola nuovamente con quel ciglio indifferente, Valery di rimando abbassò lo sguardo, intimidita – "Mi auguro che non accada di nuovo, signorina Hilton ..." – Piton ricordava bene il cognome di quella ragazzina, era difficile dimenticare un'alunna così vivace e ... colorata, specialmente se una Serpeverde.

"Sissignore ..." - mormorò timida lei senza alzare il capo. I suoi ricci sembravano rosse spirali di fuoco che cerchiavano quel viso ricoperto qua e là di lentiggini, i suoi occhi verdi splendevano sempre come muschio vivo sotto al sole. Intanto, l'attenzione del Professore vagò dietro il corpicino della sua alunna e adocchiarono Silva che, non si sa quando, era andata a recuperare il suo quaderno che poco prima aveva lanciato via per proteggerlo dalla furia del libro incantato. Una volta chinatasi a prenderlo, si alzò e tenne stretto il quaderno sul suo petto, rivolgendo ancora lo sguardo dritto negli occhi del Professore che stavolta non distolse l'attenzione da quelle curiose iridi color ghiaccio. Valery percepì un certo silenzio e alzò la testa, si voltò e alternò un'occhiata confusa tra i due ... che guardandoli attentamente, in quel momento, sembravano alquanto simili. Entrambi erano molto taciturni, stessi sguardi misteriosi e pungenti, vestivano spesso di colori spenti, un taglio di capelli quasi uguale ... solo gli occhi erano diversi. Quelli dell'uomo di un castano scuro, quelli di lei un azzurro pallido.

Riguardo a questa studentessa, Piton non sapeva molto, anzi, forse non sapeva davvero nulla riguardo Silva Shiverspine. Rimase colpito da quegli occhi così chiari e limpidi, uno sguardo freddo quanto il vento che soffiava quel giorno. Nonostante questo, gli sembrava mancasse qualcosa in quegli occhi tanto giovani.

"Faremo tardi a lezione" – disse improvvisamente Silva avvicinandosi agli altri due, spezzando il silenzio che si era creato in quei pochi ma intensi secondi.

"O-Oh già!" – esclamò Valery facendo finta di essere improvvisamente di fretta – "Sarà meglio andare!" – la ragazzina dai ricci voluminosi corse a recuperare il suo libro che dormiva beatamente sull'erba e tornò per afferrare Silva per una mano. Quasi sobbalzò sentendo la mano della sua amica fredda come quella di un morto, era davvero ghiacciata, ma in un primo momento fece finta di nulla – "Domani abbiamo lezione con lei, v-vero Professore? C-Ci vediamo domani a-ahahah! Arrivederci!" – e dopo questa pessima figura col professore più serio e severo (non solo di nome) in tutta la scuola, trascinò con sé Silva dentro un corridoio del castello, in direzione opposta a quelle tre arpie che erano ancora lì a spiarle. Non si voltarono nemmeno per ascoltare una possibile risposta dal loro Professore, il giorno dopo le avrebbe sicuramente interrogate.

"Phew! Scampata per poco!" – sospirò Valery decisamente meno tesa.

Silva le lanciò un'occhiata alquanto sorpresa dal suo modo di "sfuggire alla situazione", accompagnata da un piccolo sorriso sulle labbra  – "Guarda che il Professore non mangia le persone".

"Se ti sentisse credo inizierebbe proprio con te!".

"Vuol dire che conterò su di te per fare da dessert" - e Valery rispose vivacemente – "Okay, ci sto, ahaha!!" – per poi diventare un po' seria - "Oh, a proposito, ma non hai freddo Silva?".

Il piccolo sorriso di Silva scomparve improvvisamente.

"Hai la mano ghiacciata! Sai cos'è questo, vero???" – continuò Valery indicando il suo cappottino che indossava da sopra la divisa – "Fa freddo! E tanto anche! Adesso tu sali di sopra e vai a metterti qualcosa di più caldo!" – Valery era sinceramente preoccupata per lei a volte. Spesso usciva fuori senza la giacca, a volte girava scalza senza problemi per il dormitorio e non l'aveva mai vista tremare dal freddo, nemmeno durante le nevicate degli anni precedenti. A volte aveva davvero la sensazione di star parlando con un morto.

"Okay Valery ... scusa" – ammise l'altra, abbassando lo sguardo.

"Per questo Natale ti regalerò dei guanti!" – ammise contenta l'altra iniziando ad incamminarsi verso il dormitorio, seguita da Silva.

"Ora che so il regalo, non c'è più sorpresa ..." - Silva si guardò di sfuggita le mani, e notò che in effetti erano un po' violacee. Forse dei guanti non erano una cattiva idea.

"Beh, non sai ancora come saranno fatti no? Hmhmhm!~" – fece una sorta di risolino mentre avanzava sui gradini di marmo per poi fermarsi all'improvviso e girarsi verso Silva, che era dietro di lei – "Oh cavolo! La lezione!!" – Valery si mise a correre giù per le scale - "Dobbiamo sbrigarci!!". Silva non poté far altro che seguirla cercando di salire due gradini alla volta - "A-Aspettami!".

Ed ancora, l'ombra strisciò via dal corridoio, in silenzio.

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