Finalmente felice
Il professore si ritrovò nella sala comune dei Serpeverde in pochi minuti. Solo una decina di giovani maghi erano ancora in piedi, alcuni riuniti attorno al caminetto, altri a leggere sulle poltrone o a parlare del più e del meno. Quelle chiacchiere si attenuarono subito nel momento in cui Severus fece ingresso nella stanza e si mise a sondare ogni sguardo con i suoi occhi assottigliati. Divennero tutti bisbigli. Oh, eccoli lì, Valery e Literius erano seduti accanto ad un arazzo verde smeraldo; lui impegnato scrivere su una pergamena e lei intenta a far nulla, perché parlava continuamente col compagno.
"Quando torna?" - era una domanda che il professore riuscì a captare dalle labbra sottili della rossa.
Literius non dava a vederlo, ma era preoccupato per Silva. Era passato fin troppo tempo... nessuno va a prendere un libro dimenticato impiegandoci più di mezz'ora.
Il professore li avvicinò, ed entrambi scattarono con lo sguardo verso l'alto.
"Professore..." - Literius mormorò quell'appellativo, e l'uomo in nero dece solo cenno col capo di seguirli.
Oltre a scambiarsi uno sguardo preoccupato e complice, i due piccoli Serpeverde non fecero altro che lasciare lì le loro cose e seguire l'uomo fuori dalla sala.
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"Non dirmi che hai i sensi di colpa" - Larissa sussurò acidamente quelle parole al compagno biondo dagli occhi azzurri.
"Pensa agli affari tuoi, Kraggle" - la risposta di Draco arrivò con lo stesso tono, ma il suo sguardo era rivolto alle schiene dei tre individui che stavano lasciando la sala.
"Sta benissimo, fidati. Sono i suoi cocchi, ormai. Che t'importa?".
"Sono affari miei. Ed è solo tua la colpa, scema".
Una spintarella destabilizzò l'equilibrio del ragazzo da sopra il suo divanetto.
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Ancora non poteva crederci. Toccava il legno e ne sentiva la superficie fredda mista alla ruvidezza che fino a quel giorno aveva sempre e solo percepito. Si alzò e si avvicinò alla cattedra, sfiorando con la punta delle dita le gelide ampolle, di vetro sottile e a tratti colorati per il loro contenuto. Pensò a chi altro aveva maneggiato quegli strumenti, il proprietario di quel banco largo e polveroso... ed arrossì. Sentì di nuovo il calore sulla gote, ed alzò la mano per sfiorarsi anche la guancia. Calda.
E pensare che stava rischiando la vita... e ne era allo scuro. Come avesse fatto il professore a ricevere quelle informazioni, non lo sapeva. Ma si fidava di lui, ed il fatto che avesse per davvero riottenuto la sua percezione ne era la prova concreta. Silva era tornata.
"Silva!!" - la voce di Valery rimbombò nell'aula non appena la porta si aprì. Le corse incontro e l'abbracciò forte, seguita da Literius. Severus entrò per ultimo e chiuse la porta giusto in tempo per poter assistere alla scena.
Caldo. Un calore che da tempo aveva dimenticato e che le era mancato. Un tepore che l'avvolgeva sia dentro che fuori. Iniziò a piangere col sorriso.
Il professore aveva spiegato loro tutto ciò che c'era da sapere prima di arrivare da Silva, ed ora restavano solo i festeggiamenti. Solo il sorriso della piccola Shiverspine. La ragazzina un tempo di ghiaccio e sola. Le cose erano cambiate da quando si era avvicinato a lei, da quando aveva trovato degli amici fidati.
Ma forse nessuno ha mai conosciuto la vera Silva, se non Severus stesso.
"Professore..." - la vocina di Silva spezzò quell'incanto che era il perdersi nel suo umido sorriso - "Grazie".
Un sussurro che valeva come mille e più parole. Avrebbe voluto essere chiamato per nome, ma comprendeva la difficoltà del farlo davanti agli altri due alunni.
Sentiva di aver fatto la cosa giusta. Di aver protetto qualcuno, di esserci riuscito. Di aver creato un lieto fine per la piccola Silva Shiverspine, della quale si era inevitabilmente innamorato. E lo stesso valeva per lei.
Ma come già affermato prima da entrambi... il loro amore non era destinato a durare. Per quanto fosse puro, vero e sincero, prima o poi era destinato a spezzersi. Ne erano consapevoli entrambi, ma avevano paura di deludere l'altro. Ma proprio per il bene reciproco, erano decisi a parlarne prima o poi.
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