Dichiarazioni oscillanti
Severus stava già aspettando in cima alla torre, pensando a come raccontare tutta la situazione alla piccola Silva. Si era sicuramente accorta del messaggio che le aveva fatto scivolare in tasca, perché era riuscito a trattenersi con un suo studente appena fuori dalla sala, in modo da poter intravedere di sfuggita il momento in cui la ragazza si era messa la mano in tasca con atteggiamento confuso.
Il grande orologio rintoccò le dieci e solo quando smise di suonare, sentì il portone della torre aprirsi e richiudersi velocemente. Dalla postazione in cui era riuscì ad accertarsi che la persona appena entrata era la giovane ragazza dagli occhi di ghiaccio. Uscì allo scoperto ed il volto di Silva si illuminò mentre lo raggiungeva.
Una volta arrivatogli davanti non sapeva cosa dire o fare, ma il rossore che tempo prima le aveva inondato il viso stava tornando... solo che lei se ne accorgeva poco. Aveva ancora il quaderno con sé, e questo rasserenò e preoccupò allo stesso tempo l'adulto di fronte a lei. Per qualche ragione, Severus dimenticò momentaneamente ciò che aveva da dirle. Fu rapito da quegli occhi azzurri che sembravano luccicare sotto la fredda luna di gennaio, e da come risaltassero sul suo viso pallido che iniziava lentamente a colorarsi di rosa.
"Silva..." - Severus si avvicinò mosso dall'istinto, ma questo comportò la progressiva perdita di determinazione nella sua mente. Voleva raccontarle cosa aveva scoperto sul suo quaderno e che era in pericolo, ma allo stesso tempo sentiva il bisogno di confessarle qualcos'altro di altrettanto importante, importante per il suo cuore. Dal punto di vista di Silva, invece, la cosa aveva assunto una piega quasi... romantica. La cosa non le dispiaceva, anzi, le piaceva. Eppure percepiva una certa aria di inquietudine, dentro e fuori.
Severus non pensò molto negli attimi successivi, e ciò che fece lasciò sorpreso anche lui: si chinò su di lei e la baciò. Silva non si mosse di un centimetro, restò lì, ad occhi spalancati, con il professore che la stava baciando, le braccia lungo i fianchi e il quaderno che le era ormai caduto di mano. Tante sensazioni la investirono in un momento solo, che ai suoi occhi sembrava non finire mai. Tremante, si lasciò andare e chiuse gli occhi, insicura su cosa fare con il resto del suo fragile corpicino. Tutto ciò che sentiva era un lievissimo tepore alla bocca (e nel resto del suo corpo), insieme alle labbra sottili e a tratti morbide del professore. Durante quel bacio Severus la sentiva chiaramente tremare, e sapeva che non era per il freddo. Le prese entrambe le mani, pensando di poterla calmare a quel modo, ma avrebbe sentito solo la presa che avevano le sue grandi mani callose su quelle piccole, fredde e sottili di lei. Se ne posò una sul petto, come a volerla sentire più vicina. Grazie a quel gesto Silva riuscì a sentire qualcosa che le sue percezioni non potevano nasconderle: il battito del cuore di Severus. Era veloce, pesante, proprio come il suo. Anche lui stava provando le stesse cose che in quel momento la stavano travolgendo.
Il bacio si interruppe per la preoccupazione dell'uomo dagli occhi color nocciola, che si posarono su quello intimoriti e imbarazzati della ragazzina.
"Ho due cose importanti da dirti..." - mormorò lui, rischiando di perdersi in quei piccoli granelli di ghiaccio che erano le iridi di Silva.
"C-Cosa?..." - non sapeva cosa aspettarsi. O meglio, in parte un po' si aspettava qualcosa... ma allo stesso tempo aveva paura che non fosse così. Allo stesso tempo ancora, se fosse stato vero, avrebbe fatto male comunque.
Severus optò per rivelarle la cosa meno grave.
"La prima è... che credo di amarti. la seconda riguarda il tuo quaderno" - il tono dolce della prima affermazione fu spazzato via dalla voce preoccupata e seria della seconda, e lo sguardo di entrambi cadde ai loro piedi, dove giaceva il quaderno di Silva. In tutto questo, i loro cuori non smettevano di battere veloce.
Severus si chinò a prendere il quaderno e fece un grosso respiro per scrollarsi di dosso l'imbarazzo, per far spazio alla sua parte razionale.
"Questo quaderno" - e lo alzò davanti ai loro volti, per poterlo evidenziare meglio - "È maledetto".
Ora il viso della ragazza era cosparso di agitazione. Che cosa sta dicendo?!
"Ho saputo che ti è stato regalato il giorno del tuo compleanno da un parente che, probabilmente, aveva dimenticato di firmare il regalo... ma non è così" - disse serio - "Ti è stato recapitato perché dovevano punire qualcuno".
"C-Cosa... ma come... n-non capisco..." - Silva era confusa oltre ogni modo. E quel bacio intenso di prima l'aveva confusa e distratta ancora di più. Per non parlare della dichiarazione! Il professore si era dichiarato a lei!
Ciò che Severus stava per dirle era qualcosa di proibito. Non avrebbe dovuto. Ma doveva, se voleva che le cose si facessero più chiare. Avrebbe pensato poi a cosa fare. L'avrebbe protetta con tutto sé stesso.
"Silva" - annunciò con tono grave - "Tuo padre è un Mangiamorte".
"M-Ma è impossibile!!".
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