Agghiaccianti verità
"È così, te lo assicuro" - spiegò il professore, afferrandola saldamente per una spalla - "Questo quaderno ti è stato recapitato col solo scopo di punire tuo padre. Sai chi sono i Mangiamorte... lo sai benissimo. Tutti lo sanno. Ebbene, tuo padre ha fatto qualcosa che ha infastidito il signore Oscuro, tempo fa. E ha pensato di punirlo così, utilizzando te come strumento. Questo quaderno" - e lo agitò ancora, facendosi sempre più serio - "È ciò che ti impedisce di percepire caldo e freddo. Ma non solo questo. Nel momento in cui tu ne avresti riempito ogni pagina... avresti perso anche qualcos'altro".
Tutte queste informazioni non erano state facili da ottenere. Almeno quelle riguardo al quaderno. Gli era bastato domandare in giro, al momento giusto, alle persone giuste nei posti giusti. Ma per il quaderno ha dovuto cercare a fondo. Percepire le temperature era solo l'inizio. Ogni pagina che riempiva era come aggiungere una lettera alla firma per la sua condanna a morte. Più le pagine venivano usate, più il soggetto ad esso legato si indeboliva, ma questo non poteva essere notato perché era la magia del sortilegio stesso a mantenere sano il suo ospite. Un inganno ben congegnato. E nel momento in cui avrebbe scritto sull'ultima pagina, il cuore della piccola Silva si sarebbe fermato per sempre. Ecco perché doveva avvisarla il prima possibile.
"Ricordi quando strappasti la pagina con sopra il mio ritratto? È stato allora che hai ricominciato a percepire - seppur lievemente - il caldo ed il freddo. È successo perché ne hai strappata via una pagina, Silva".
Quindi era stato questo a regalarle quelle deboli percezioni. Strapparne una pagina. La rivelazione la scosse del tutto, più della prima, e non sapeva come agire o muoversi.
"Cosa... cosa devo fare, quindi?" - stava rischiando la sua vita. Per tutto questo tempo, dal suo undicesimo compleanno, era (ed è) stata in balia dei piani di Tu-sai-Chi. Suo padre era un Mangiamorte... e questo spiegava l'improvvisa irruzione dei Dissennatore in casa sua, anni prima. Non era lì per caso. Il Dissennatore era venuto per suo padre.
"Dobbiamo distruggerlo, Silva. Ora. Prima che sia troppo tardi" - il tono di voce di Severus si manteneva basso, perché temeva di poter essere udito da qualcuno, o qualcosa - "In questi giorni che non ci siamo visti ho pensato a questo. Ho cercato la formula per distruggerlo. Strapparne tutte le pagine non servirebbe, peggiorerebbe le cose... darebbe l'effetto opposto".
Se avessero strappato tutte le pagine, una ad una, le percezioni della ragazza oltre al tornare normali si sarebbero amplificate notevolmente... sarebbe diventata una bambola di vetro. La sola fiammella di una candela l'avrebbe bruciata anche a metri di distanza. Un minimo raggio di sole l'avrebbe ferita, ed il più impercettibile dei soffi l'avrebbe fatta gelare dal freddo. Nessun essere umano, babbano o magico che fosse, sarebbe sopravvissuto. E lo sapeva per certo perché aveva indagato sui precedenti del maleficio.
Silva annuì, calando lo sguardo e stringendo gli occhi. Aveva una paura tremenda, un terrore inalienabile.
"Sta tranquilla, ci penserò io" - la rassicurò il professore, alzandole il mento con la mano libera - "Sono qui per te".
Il genere di frase che lui per primo, avrebbe voluto sentirsi dire da sempre.
La ragazza sentì la speranza distillarsi nel suo cuore... l'amore per quella che era stata la prima persona a capirla veramente, a non allontanarla e disprezzarla. Che l'aveva aiutata e che le stava salvando la vita. Sorrise, anche se dentro sentiva che presto o tardi sarebbero dovuti tornare alla prima rivelazione... stavolta però, avrebbero dovuto parlare per davvero.
[ • • • ]
Un rumore, muto alle orecchie dei due ospiti della torre, provenne dalla porta distante qualche metro da loro. Si era appena chiusa, e non con una chiave qualsiasi. Non da sola.
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