Seconda Prova

Sei legata ad una sedia immersa nel buio.
Presumi di essere a Villa Malfoy, vista la cattura da parte dei mangiamorte, ma non ci metteresti la mano sul fuoco.
Sei stata catturata insieme al resto dell'Ordine, o almeno la parte ancora in vita.
Digrigni i denti. Odi essere impossibilitata a fare qualsiasi cosa. La tua bacchetta è stata spezzata e non hai abbastanza poter magico per poterti trasformare.
Sei stata la prima ad essere portata lontano dagli altri prigionieri di guerra, forse ti aspetta un destino diverso.
Non temi più la morte, anzi, per te sarebbe quasi una grazia dopotutto. Grazia che sai non ti spetterà così presto. Dovrai combattere persino per lasciare la vita funesta, ridicolo.
Da una parte, però, non vedi l'ora di scoprire cosa ti aspetta. Speri in gran parte di poter vedere in faccia il mostro che è diventato, fargli sapere quanto lo disprezzi.
Ora come ora, se ti sfidasse a duello, riusciresti ad ucciderlo. La tua sete di vendetta è troppo alta per lasciare spazio alla tua coscienza. Lo faresti a pezzi nonostante la stanchezza, nonostante tutto.
"Harry Potter è morto!" Le uniche parole che riecheggiano nella tua mente provata. Sei rimasta pietrificata a quelle poche sillabe che segnavano la vostra disfatta, forse la vostra morte. E poi si è scatenato l'inferno.
Non avete mollato neppure per un attimo, avete scagliato maledizioni senza battere ciglio e devi ammettere che sei fiera dei tuoi ragazzi. Si sono comportati da adulti e da guerrieri, nonostante quel posto non fosse per loro.
Avete avuto troppe perdite, la sconfitta era quasi certa. Loro erano troppi e voi avete fatto quello che avete potuto fare.
Una voce simile ad un sibilo ti fa accartocciare i pensieri. Ti volti rapidamente e noti che non sei più sola.
"Oh, ma chi abbiamo qui! Minerva McGranitt... Era parecchio che non facevamo una conversazione, non credi?"
Socchiudi gli occhi cercando un modo adeguato per rispondergli. Potresti tranquillamente agire di istinto, ma è meglio tenerselo buono, per quanto la situazione lo permetta, fino a che le sue intenzioni sulla tua esistenza non saranno ben definite.
"Parecchio è un concetto molto relativo, Tom. Per quanto mi riguarda avrei preferito prolungare il parecchio fino alla tua morte, ma a quanto pare non è possibile."
Si avvicina e si posiziona davanti a te, guardandoti sdegnato. Forse avresti potuto trattenerti di più..
"Potrebbe essere la tua ultima discussione della tua vita, ti consiglierei di stare molto attenta."
Vedi che si sta trattenendo e non ne capisci il motivo.
Potrebbe semplicemente ucciderti e tutto sarebbe più semplice...
"Tranquilla Minerva, la morte ti raggiungerà presto, non disperare. Prima però voglio divertirmi un po'"
"Non leggermi la mente."
"Non lo sto facendo. I tuoi occhi trasudano i tuoi desideri"
Rimani per un attimo intontita. Non può averlo detto. E soprattutto tu non puoi lasciarti andare ai ricordi. Non ora, non quei ricordi...
Entri nello studio del preside, nonostante tu abbia iniziato ad odiare quel posto ancor più della torre di astronomia.
Tutto è più cupo, più carico di malvagità. Neppure il camino è acceso.
Sei andata fin lì per protestare per le punizioni che sono state date ai tuoi studenti, portando persino uno scritto tratto dal regolamento scolastico.
Piton ti sta osservando da quando sei entrata, quasi come sapesse già per quale ragione sei lì.
Gli butti sullo scrittoio il pezzo di carta e lui lo prende, alzandolo leggermente.
I suoi occhi scuri si muovono velocemente sulla pergamena e nel frattempo tu accendi il fuoco nel camino.
Non appena se ne accorge ti guarda leggermente stizzito e ritorna a leggere.
Dopo qualche secondo alza lo sguardo su di te.
"Non è più la scuola di Albus, Minerva."
"Lo vedo."
Ti fissa negli occhi e aggira la scrivania, avvicinandosi e lasciando la bacchetta accanto alla pergamena.
Stai pensando a quanto rapido potrebbe essere il suo omicidio. Sarebbe facile, lui è disarmato e sono soltanto due parole. Due semplici parole che ti darebbero la vendetta che cerchi da quella maledetta sera.
Cerchi lo sguardo di Albus, o almeno quello che sembra Albus ma che in realtà è soltanto un dannatissimo quadro, ma noti che ha gli occhi chiusi. Sai che non sta dormendo, ma rispetti la sua decisione di fingersi dormiente.
Ritorni a guardare negli occhi colui che in questi anni hai accudito come un figlio. Nonostante tutto, sai quanto gli hai voluto bene in questi anni.
"Dillo... Mi vorresti uccidere ma non ne hai il coraggio, non è così?"
"Non leggermi la mente" sibili stizzita.
"Non lo sto facendo, infatti. I tuoi occhi riflettono i tuoi desideri e tu desideri la mia morte, non è così?"
"Ti interessa davvero ciò che penso di te? Forse avresti dovuto pensarci prima"
"Hai ragione, Minerva. Peccato che tu debba metterti in fila, molte altre persone desiderano la mia testa servita su un piatto d'argento"
Vieni quasi sbalzata indietro, fuori dai tuoi ricordi.
La risata sibilante dell'uomo davanti a te, ti fa accapponare la pelle.
"Non ti facevo così sentimentale!"
Stringi i denti fino a farti male, ma non apri bocca.
"Ora, veniamo al motivo per cui non sei ancora stata uccisa... Voglio sapere dove si trovano gli altri, i ribelli. Voglio sapere dove si trovano i ragazzini che non hanno partecipato alla battaglia e voglio conoscere i vostri piani."
"Non aspettarti collaborazione da parte mia. Non ho intenzione di darti le informazioni che richiedi"
"Come mi aspettavo. Vediamo se con le maniere forti imparerai a rispondere alle domande delle persone più potenti. Crucio!"
Non fai in tempo a veder scattare la sua bacchetta verso di te, che mille pugnali arrovellati sul fuoco ti invadono il corpo. Ti accasceresti se non fossi legata alla sedia, ma non riesci a soffocare i tuoi gemiti straziati.
"Ora hai intenzione di dirmelo?"
Per un attimo vacilli. Potresti rivelargli ciò che sai, che sarebbe comunque poco e niente, e far finire questa tortura, accettando la morte.
Poi, però, ti viene in mente il legame che Albus aveva con quelli che definiva i "suoi" ragazzi e capisci che non puoi lasciarti andare così.
La tua tortura va avanti per minuti, ore. Non hai idea di quanto tempo sia passato dalla prima cruciatus e sai che non rimarrai cosciente ancora per molto. Non sai neppure tu come hai fatto a resistere finora.
Alza la bacchetta e tu ringrazi il cielo, forse la tortura è quasi finita.
"Ah, Minerva.. Ti facevo più astuta di così. Sai, non avrei voluto arrivare a questo, ma mi hai costretto a farlo. Ti darò la morte" ti sorride sadico "ma non quella che desideri. Sectumsempra"
La maledizione ti prende in pieno petto e senti i tagli irradiarsi nel tuo corpo.
Il sangue defluisce violentemente, il respiro ti si mozza in gola.
La testa ti ciondola, non hai nemmeno la forza di alzarla.
La fine è sempre più vicina, la tua essenza sta lasciando il guscio vuoto che perde sempre più sangue.
Un'ultima lacrima scende sul tuo viso provato, ma non è una lacrima di tristezza o di dolore.
È soltanto il tuo modo per salutare questo mondo con la speranza di trovare chi ami dall'altra parte.

1188 parole

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