Mani legate

Non mi cruciate ve ne prego. Buona lettura❤️

- Ho detto di tenere giù le mani! - esclamò irritata Hlin per l'ennesima volta contro gli Auror.

- Calma White non ti stanno portando dietro le sbarre a vita - la punzecchiò Lucius Malfoy.

- Se non sta zitto correrò realmente questo rischio - disse Hlin fulminandolo con lo sguardo.

- Salutami Black - continuò Malfoy.

- Salutami sua cugina Narcissa o forse ti da fastidio aver sposato una Black? - rispose a tono Hlin.

Lucius rimase impassibile.

- Prega piuttosto che il tuo figlioccio non mi capiti fra le mani White - riprese per poi andarsene materializzandosi.

Hlin tirò un profondo sospiro, come se non avesse respirato fino a quell'istante, così fu accompagnata dai due Auror davanti al portone di Azkaban.
I due maghi scortarono la strega al suo interno per una strada che Hlin aveva percorso tante volte in forma di Animagus.
Quella strada conduceva alla cella di Sirius Black, o, per meglio dire, a quella affianco.

- Non capisco... Come mai mi avete portato a questo piano? - chiese lei ignorando le grida disperate degli altri detenuti.

- Richiesta del Consigliere Malfoy - rispose atono uno dei due uomini.

Hlin inarcò un sopracciglio non capendo il motivo di tale richiesta poi, dopo una breve riflessione, capì: poteva stare accanto a Sirius, ma non avrebbe potuto avere nessun contatto fisico con lui, nemmeno tenersi per mano attraverso le sbarre; avrebbe potuto stare con lui, ma sarebbe riuscita solamente a sentire la sua voce.

- D'accordo... È peggio di qualsiasi maledizione, questa volta ha davvero toccato il fondo quell'uomo - borbottò fra sé, quando venne distratta da una voce fin troppo familiare.

- Hlin! - la chiamò Sirius Black.

- Sirius! - esclamò la ragazza liberandosi dalla presa degli Auror e inginocchiandosi davanti alle sbarre della cella e prendendo le mani del mago fra le sue.

- Sono una pessima madrina - sorrise amaramente.

- No, è colpa mia, sono io ad essere un pessimo padrino - ribatté a lui.

- Te l'ho sempre detto che abbiamo molte cose in comune - continuò lei prima che gli Auror la portassero di peso dentro la cella affianco.

- Sapevo che era una pessima idea continuare a venirmi a trovare - disse Sirius una volta che gli Auror se ne furono andati.

- Faticavo a non vedere il tuo brutto muso per più di un mese - rispose Hlin.

- Brutto muso? Quando eravamo soli dicevi il contrario - rise lui, ma smise subito quando cominciò a sentire un freddo glaciale penetrargli il corpo sino al centro delle ossa - Hlin... trasformati in gatta -

- Cosa? -

Ricevette un guaito come sola risposta, quindi si trasfigurò in Bengala per avere spiegazioni; avrebbe dovuto baciare i piedi ad Albus Silente per averle fatto mantenere quel tipo di magia.

- Perché hai voluto che mi trasformassi? - miagolò.

- I dissennatori percepiscono solamente i ricordi umani... - il mago stette in silenzio qualche secondo, un'idea gli stava balenando per la mente - Saresti tentata di fare una idiozia? -

Hlin puntò il muso verso la cella di Sirius e arricciò i baffi, l'ultima volta che le aveva fatto una domanda simile si era ritrovata con il viso sfigurato in quello di un lupo grazie all'idea di Sirius e James di voler vedere che cosa potesse accadere se un Metamorfomagus veniva  pietrificato.
La pecca di pietrificare un Metamorfomagus? Il povero mago o la povera strega a cui toccava questa sorte si ritrovava con qualche parte del corpo trasfigurata in una parte animale o umana, a seconda della trasfigurazione che aveva fatto in precedenza,  per ben tre settimane; non era mai stato chiarito il perché di questa intolleranza al pietrificus totalus, ma era meglio tenere alla larga un Metamorfomagus da questo incantesimo.

- Che non sia nulla di pericoloso - raccomandò la gattina.

- Tranquilla, è tutto a fine di bene, sia mio che tuo...- abbaiò Sirius.

Hlin non riusciva a seguire il fidanzato.

-...il tuo Animagus è piccolo, riesci a passare attraverso le sbarre? - continuò il mago attendendo una risposta.

- Dovrei evadere? -

- Non evadere, solo venire di qua -

La gattina fece le fusa e procedette come richiesto passando con grande agilità tra le sbarre nonostante esse fossero antimagia.
Antimagia, ma non anti-animagus.
Quindi fece la stessa cosa per entrare nella cella di Sirius per poi ritrasformarsi e abbracciare il mago, che ricambiò debolmente.

- Stai diventando sempre più magro, ma il luccichio nei tuoi occhi è sempre lo stesso - sorrise Hlin accarezzandogli lo zigomo incavato.

- Tu sei fortunata a poter vedere Harry almeno una volta al mese e a doverne passare solamente quattro qui dentro, io sono dodici anni che non lo vedo e nemmeno so che faccia abbia - cambiò discorso Sirius incupendosi, cercando di mantenere, in qualsiasi caso, quel luccichio che piaceva alla strega.

- Te ne posso procurare una - propose lei.

- Non sarebbe lo stesso, mi sentirei ancor più uno schifo ricordandomi di non essere un buon padrino -

- Smettila di rimproverarti, lo sai che non è colpa tua - lo riprese lei levandogli una ciocca di capelli dalla fronte.

- Si invece, avrei dovuto ammazzare quel dannato Codaliscia quando ne avevo l'occasione - ribatté lui reagendo meno aggressivamente del voluto per via della poca forza che aveva in corpo.

- No, Black! Questo avrebbe fatto di te un vero assassino! -

Chiamarlo per cognome aveva sempre funzionato come metodo per aiutare Sirius a ricordargli chi era,  cosa non avrebbe mai dovuto fare e chi non sarebbe mai dovuto diventare, ma in quel momento sembrava non funzionare, dato l'odio profondo che il mago nutriva nei confronti di colui che aveva tradito il suo gruppo.

- Cosa sarebbe cambiato?  - domandò comunque.

- Non sarebbe cambiato nulla agli occhi del Ministero, ma i miei sì, perché non ti avrebbero più visto come l'uomo che conosco e che so essere innocente - rispose lei con fermezza e convinzione.

Il mago  la squadrò da capo a miei e sorrise leggermente sussurrando:

- Meglio avere chi ti ama al tuo fianco che non avere nessuno che crede in te -

Hlin sorrise a sua volta e tornò ad abbracciarlo.

****

Due mesi dopo...

- Hlin, tutto bene? - domandò Severus Piton notando che l'amica era più pensierosa del solito.

- Cosa? Sì... Stavo... Stavo solo riflettendo...- rispose lei scuotendo il capo per riprendere lucidità di mente su quello che stava facendo in quel momento.

- Silente mi ha avvertito di quello che è successo...- continuò il mago.

- Anche tu vuoi farmi la predica Sev? -sbuffò la ragazza picchiettando la penna d'oca sulla pergamena.

- È solo che...-

Piton non fece in tempo a continuare la frase che la voce della professoressa McGranitt si sparse per tutta Hogwarts:

- Gli studenti tornino subito nel dormitorio della loro casa, gli insegnanti vadano nel corridoio del secondo piano immediatamente! -

I due amici si guardarono e corsero fuori dall'ufficio di Severus Piton raggiungendo il resto dei professori al secondo piano, come ordinato dalla professoressa McGranitt.

- Come potete vedere l'erede di Serpeverde ha lasciato un altro messaggio, il nostro peggior timore si è concretizzato, un'alunna è stata portata dal mostro nella camera... Gli studenti vanno mandati a casa... ho paura che questa sia la fine di Hogwarts - disse in un sussurrò non troppo basso, ma abbastanza alto perché i presenti potessero sentire.

- No! Harry non può tornare da quegli zotici dei suoi zii! - esclamò Hlin in disaccordo.

- Hlin ne abbiamo parlato undici anni fa, lo ha detto Albus che sarebbe stata la cosa migliore! - continuò la professoressa cercando di calmarla.

- Minerva tu non ti rendi conto di ciò che deve sopportare quel ragazzo! -

- Hlin ora risolviamo questo problema, poi penseremo al tuo figlioccio - disse invece Severus poggiandole una mano sulla spalla.

In quel momento, come a rovinare ancora di più l'instabilità emotiva della ragazza, arrivò Gilderoy Allock, allegro e pimpante, fermandosi a mo' di cadetto davanti al gruppetto di insegnanti.

- Scusate, mi ero appisolato, cosa è successo? - domandò con un sorriso che faceva venire voglia ad Hlin di prenderlo a schiaffi.

La giovane strega si infuriò ancora di più per quella sfrontatezza del mago e, pestato un piede a quest'ultimo e se ne andò.

- Una bambina è stata rapita dal mostro Allock, il suo momento è finalmente arrivato - rispose Severus seguendo l'amica con lo sguardo.

- Il mio m..momento? - impallidì Allock.

- Non diceva ieri sera di aver sempre saputo dov'è l'entrata della Camera dei segreti? - continuò Piton, con tono di scherno, portando lo sguardo sul professore.

- Dunque è deciso... Lasceremo che lei affronti il mostro Gilderoy, la sua abilità dopotutto è leggenda - proseguì la professoressa McGranitt con uguale tonalità di voce.

- Vediamo se è capace di pararsi il fondoschiena anche questa volta! - urlò Hlin da lontano.

- Molto bene... vado nel mio ufficio a... Prepararmi - farfugliò Allock tornando sui propri passi come a dirigersi verso il patibolo.

- Chi è che il mostro ha rapito Minerva? - domandò Madame Chips.

- Ginny Weasley - rispose rassegnata la professoressa.

In quel momento un forte schianto seguito da un'imprecazione li interruppe attirando la loro attenzione.
Il primo a correre in quella direzione fu Severus Piton che trovò Hlin saltellare tenendosi un ginocchio dopo aver dato un calcio contro il muro.

- Quando capirò cosa ti passa per la testa sarò già morto - disse ricevendo un'occhiataccia da parte dell'amica.

Capitolo più lungo del solito, ma d'altronde mi dovevo far perdonare per l'attesa; purtroppo l'ispirazione mi arriva soprattutto durante le lezioni scolastiche e stare in quarantena è un'agonia per la mia mente.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e se vi è piaciuto lasciate un commento e una 🌟. Sciao piccoli cricetini❤️

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