La scelta - parte 2
Un silenzio estremamente teso seguì queste parole.
Ludo Bagman, che sembrava davvero molto agitato, forse quasi quanto Hlin, saltellò nervosamente e disse: - Moody. vecchio mio... che cosa tremenda da dire! -
- Sappiamo tutti che il professor Moody considera sprecata la mattina, se non scopre sei complotti per ucciderlo prima dell'ora di pranzo - disse Karkaroff ad alta voce. - A quanto pare sta instillando la paura di essere assassinati anche nei suoi studenti. Una strana qualità in un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Silente, ma senza dubbio avrai avuto le tue buone
ragioni -
- Solo a vedere chi entra in questa scuola, non mi dispiace affatto questa sua qualità - intervenne Hlin con tono di sfida.
- Cosa vorresti insinuare? - disse Karkaroff facendo qualche passo verso Hlin, ma entrambi furono interrotti dal ringhio tuonante di Moody.
- Ah, io mi immagino le cose? - disse facendo indietreggiare di pochi passi Karkaroff, per allontanarlo da Hlin. - Io avrei delle visioni, eh? È stato un mago o una strega molto abile a mettere il nome del ragazzo
in quel Calice...-
- Ah, che prove ci sono? - intervenne Madame Maxime, le grosse mani alzate.
- Il calice di fuoco è un oggetto magico di potenzia eccezionale, solo un incantesimo Confundus di potenza eccezionale poteva raggirarlo! Magari inserendo il nome di Potter come rappresentante di un'altra scuola, per assicurarsi che fosse l'unico della sua categoria... magia al di là di uno del quarto anno. -
- A qvanto pare ci hai riflettuto parecchio, Moody - disse Karkaroff freddamente - ed è in effetti una teoria molto ingegnosa, anche se, naturalmente, ho sentito dire che di recente ti sei convinto che uno dei tuoi regali
di compleanno conteneva un uovo di basilisco abilmente camuffato, e lo hai fatto a pezzi prima di scoprire che era un orologio a cucù. Quindi ci
comprenderai se non ti prendiamo del tutto sul serio...-
- C'è gente che volge a proprio vantaggio occasioni innocue - ribatté Moody in tono minaccioso. - Il mio compito è di pensare come pensano i
maghi Oscuri, Karkaroff, magari te lo ricordi...-
- Alastor! - ammonì Silente.
- Non sappiamo come si è giunti a questa circostanza - disse Silente, rivolto a tutti i presenti. - Mi pare, comunque, che non abbiamo altra scelta
se non accettarla. Sia Harry che Cedric sono stati prescelti per gareggiare nel Torneo. E dunque è ciò che faranno...-
Ancora una volta Hlin dovette raccogliere tutte le forze che aveva in corpo per non svenire.
Ma, e questo fu il pensiero di Harry, sarebbe stato mille volte meglio di quello che sarebbe accaduto a breve. - Quindi l'opinione di un bicchiere sputafiamme vale molto di più della mia di madrina?? -
I presenti, o almeno, chi la conosceva bene capì che non era affatto calma, non dal tono della voce, che apparentemente risultava calmo, forse troppo. Bensì dai capelli: dal castano misto azzurrino che erano in un batter di ciglia si tinsero dei colori del fuoco.
Non fece chissà quale scenata davanti ai membri delle altre scuole, ma tornò sui propri passi uscendo dalla stanzetta, attraversando la Sala Grande mantenendo un'andatura quanto meno dignitosa (gli occhi di tutti, professori compresi, che la guardavano straniti) e quando fu finalmente fuori dal castello pensò solo a dirigersi al lago nero.
****
- Hlin? -
- Caro, sono qui - disse rispondendo alla chiamata di Harry, nacosta nel buio di quella sera nuvolosa e senza luna.
Era da più di un'ora che Harry la cercava e lei era rimasta lì, incurante del tempo e del gelido vento autunnale che soffiava attraverso gli alberi e increspava lo specchio d'acqua del lago.
Solo in quel momento comincia sentire il freddo penetrarle nelle ossa e solo in quel momento si ricordò di essere vestita in maniera piuttosto leggera per una serata del genere.
- Ti ho portato questa... - disse Harry porgendole una coperta di lana, che Hlin non esitò ad avvolgersi intorno alle spalle e ad invitare il suo figlio ciò a sedersi accanto a lei.
- Come hai fatto a capire che ero qui? - chiese cingendolo con un lato della coperta.
- Questa - disse Harry mostrandole una mappa che Hlin conosca a memoria come lei sue tasche.
- Degno figlio di un malandrino, il mio figlio ciò - constatò lei con un mezzo sorriso.
- Tutto bene? - chiese il ragazzo dopo un lungo istante di silenzio, guardandola negli occhi.
- Mi passerà, sono abituata a questo tipo di trattamento: essere messa da parte, non poter avere una propria opinione... ma tu hai vissuto per quattordici anni con i tuoi zii, quindi dovresti saperne qualcosa...-
Harry fece una leggero sorriso sconsolato.
- Sappi che ho apprezzato davvero tanto il modo in cui mi hai difeso, sul serio. Anche se non è contato a molto, ti ringrazio -
- In qualsiasi situazione pericolosa io ti difenderei senza pensarci due volte. Stare dalla tua parte, a quanto mi è parso di capire, è l'unica cosa che posso fare senza infierire con leggi magiche o stupidi flûte fiammeggianti -
- Quanti soprannomi gli darai ancora? - chiese Harry facendole notare l'ennesimo appellativo che aveva dato al Calice di Fuoco.
- Tanto quanti me ne verranno in mente ogni volta che ci penserò - rise Hlin stringendo a sé il figlioccio.
- E ora? - chiese Harry appoggiando la testa sulla spalla di Hlin.
- E ora ci si rimbocca le maniche, piccolo Ramoso. Più tu che io, questo è certo, ma ci scommetto venti galeoni che una crisi di nervi verrà sicuramente ad entrambi prima della fine di quest'anno. E a proposito di crisi di nervi: ti do il permesso di scrivere a Felpato, una notizia del genere lo farà andare fuori di testa, ma è sempre meglio che non dirglielo -
- Vieni con me in guferia? -
- Solo se dopo ci beviamo una buona cioccolata calda, ho più freddo di un Puffskein senza pelo -
Be' che dire.. aggiorno a quest'ora perché vi posso dare la buonanotte.
E chi lo leggera di giorno be': Buongiorno
Buon pomeriggio
Buonasera
Quuuindi buonanotte!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.❤
Adieu❤
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