chapter three
«Adesso è ora di andare a letto, forza» dice Silente guardando i piatti vuoti degli studenti. Quindi i ragazzi dei grifondoro, seguiti dai serpeverde e dai corvonero, e per ultimi i tassorosso, si dirigono verso una scala di marmo bianco. I ritratti appesi alle pareti fanno quasi più chiasso dei ragazzi e, quando Harry se ne accorge, sussulta di stupore, solo dopo si ricorda della promessa che si era fatto.
«Parlano...» dice lui a Draco.
«Sì» risponde scocciato il biondino. Seguono molti gradini e lamenti da parte di tutti. Le scale si interrompono davanti una grande parete di pietra grigia. "E adesso?" pensa Harry. Poi un mago dell'ultimo anno fa uscire una combinazione di suoni dalla sua bocca con voce troppo bassa perché Harry possa sentirla. La parete scivola a lato aprendo un nuovo spazio davanti a numerosi occhi curiosi.
«La parola d'ordine serve per accedere ai sotterranei dei serpeverde, è fondamentale che nessuno la sveli ai membri delle altre case, solo voi potete accedere a questa sala»
"Fantastico, io non l'ho nemmeno capita" pensa lui.
Harry osserva la stanza che ha difronte. Le strette e ampie finestre si affacciano sulla profondità del lago e la luce color smeraldo che penetra da esse e che viene diffusa dalle lampade rende l'atmosfera magica. La sala è arredata con dei divani in pelle neri dall'aria comoda e con dei tappeti argentati e verdi che percorrono tutto il pavimento. Un grande camino è situato nella parete centrale e riporta il simbolo dei Serpeverde scolpito in alto. Il soffitto è basso e le pareti sono di pietra grezza. Un tavolo rotondo in legno per studiare è posto affianco ai divani. I ragazzi vengono guidati verso una scala a chiocciola in mogano dove vi sono serpenti intarsiati nel legno. Harry percorre poi un corridoio fino ad arrivare al suo dormitorio che è molto elegante e accogliente. Si siede sul suo letto a baldacchino e ammira i copriletti ricamati con fili d'argento. L'illuminazione è data da lanterne, anch'esse color argento, che pendono dai soffitti.
«Sai Harry» dice Draco «Questo è il dormitorio migliore, senti il suono dell'acqua?»
Il ragazzo annuisce piano e si sdraia, poi cullato dalle onde che sbattono contro le finestre si addormenta. E sogna.
Sogna il buio e una voce. In principio le parole sono solo un sibilare sconnesso, poi però si fanno più chiare.
«Liberami» dice la voce
«Dai Harry liberami» lo esorta. Lui vaga per il buio alla ricerca della provenienza di questa voce. Poi, di scatto,appare un serpente davanti a lui. Il ragazzo sussulta ma poi rimane abbagliato da quella creatura e la osserva negli occhi. Lei intanto continua a ripetere «Liberami, su Harry, forza»
Lui avvicina lentamente la mano, quasi ipnotizzato, alla testa del serpente e quando lo tocca si sveglia di soprassalto, tutto sudato e con i capelli appiccicati alla fronte. Si guarda intorno e nota che tutti stanno ancora dormendo. Si nasconde sotto le coperte, quasi per paura che quel sogno inquietante tornasse, e chiude gli occhi cercando di dormire. La mattina seguente Harry non si ricorda più ciò che era accaduto la notte passata.
***
Harry disorientato segue Draco e i suoi amici (vale a dire Crabbe e Goyle) per i corridoi di Hogwarts mentre il resto degli studenti bisbigliano al suo passaggio, o interrompono ciò che stavano facendo per osservarlo meglio. Harry pensa sia uno strazio e che vorrebbe non essere mai nato con quella cosa sulla fronte, le persone lo guardano come se si aspettassero qualcosa da lui mentre Harry vorrebbe solo essere lasciato un po' in pace, essere un ragazzo normale come tutti gli altri e, sopratutto, non avere una moltitudine di teste che si girano verso di lui al suo passaggio. Mentre tutti questi pensieri gli spuntano in testa come una di quelle pubblicità che non riesci a chiudere stringe forte nel pugno della mano l'orario delle lezioni, che gli era stato dato quella mattina a colazione.
Hogwarts è una scuola davvero strana. È quasi impossibile raggiungere le classi senza perdersi, almeno per Harry. Tutto si sposta: porte, scale, corridoi, un attimo prima sei da una parte, quello dopo da tutt'altra. Per questo il ragazzo segue, come un cagnolino col suo padrone, Draco che sembra, al contrario di lui, sicuro sulla strada da percorrere. I ragazzi passano davanti alla gatta del custode che, Harry lo avrebbe giurato, li guarda in malo modo. Giunti in classe inizia la lezione. Harry capisce che non era tutto così semplice come sembrava, e che pronunciare parole a caso scuotendo la bacchetta non equivale a svolgere un incantesimo.
A circa metà giornata i ragazzi si trovano in una stanza illuminata solo da qualche finestra posta in alto. Harry si accomoda affianco a Draco. Entra un professore tutto accigliato e, appena messo piede nell'aula, inizia a bofonchiare:
«Non ci saranno sventolii di bacchette o stupide parola da pronunciare in questo corso, non mi aspetto certo che tutti apprezzino l'arte delle pozioni ma, a coloro che saranno predisposti, potrò insegnare cose strabilianti. Esigo rispetto e, sopratutto, silenzio durante la mia lezione» Passa lo sguardo tra tutti i ragazzi e si sofferma su quello di Harry. "Ci siamo" pensa il ragazzo "anche lui fissato con la mia stupida cicatrice". Poi si volta verso Draco. Il biondino sembra incantato dal professore dai capelli neri che a Harry incute invece molto timore.
«Signor Potter» dice l'uomo a un certo punto.
«Dimmi cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere in un infuso di artemisia»
Una ragazzina seduta dall'altra parte della stanza alza la mano velocemente.
«Non lo so, signore»
«Peccato... Weasley, lei lo sa?»
Dice il professor Piton rivolgendosi a un ragazzino dai capelli rossi. Lui alza lo sguardo di scatto dal suo quaderno ma rimane in silenzio. È chiaro che non stava ascoltando.
«dieci punti in meno ai grifondoro, il signor Weasley non stava seguendo. Signorina Granger, abbassi la mano per piacere» Il professore va alla cattedra e segna qualcosa su un foglio, poi continua la lezione. Divide a coppie i ragazzi per fargli preparare una pozione anti brufoli. Harry fa coppia con Draco che sembra essere l'unico ad andare a genio all'uomo corrucciato che intanto gira per i banchi avvolto dal suo mantello nero giudicando ogni minima cosa che vede di sbagliato, in particolare nei Grifondoro.
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