Cap. 6---Buttare giù una stazione
I giorni passarono.
Harry si ritrovò ad essere più asociale di prima, se possibile. Stava sempre chiuso nel ripostiglio, con la sola compagnia dei ragni (Se ron sapess...NO! NIENTE! VOI NON AVETE LETTO NIENTE!) e della sua nuova civetta, Edvige.
Aveva trovato il nome in un libro di testo. HARRY PERÒ SI' SECCHIONE PURE TE! DIMO DIMO HERMIONE, E INVECE TU TE SFOGLI GIÀ TUTTI I LIBRI.
Eh, chi è Hermione?
Ehm...nessuno nessuno.
Don't worry (BE HAPPY! TURUTTUTU! TUTTUTU!)
Vabbè, Harry fa il secchione cercando nomi per animali, rovinandogli la vita.
Una sera, precisamente la sera del trendordici agiugno, comunemente chiamato trentuno agosto, Harry decise che era ora di avvertire gli zii che l'indomani gli sarebbe toccato andare alla scuola per disagiati consigliatagli da Cannavacciuolo munito di ombrello rosa. Toccava annacce in treno, pijanne uno dal binario nove e tre quarti (CONOSCIUTISSIMO DA TUTTI (sì)).
Fratè, te si' svegliato presto. METTI CHE QUELLI VOLEVANO ANDARE CHE NE SO, IN LOMBARDIA (così se pijavano pure il Coronavirus, daje 'n po') IL GIORNO DOPO, E POI SPUNTI TU, A CAVOLO DI BRUXELLES, CHE FAI: "Eh, domani mi dovete portare in stazione!1!1!1" , POI NUN TE LAMENTÀ SE TE FANNO: "Tiè, cazzi tuoi!" BUON GIORNO FIORELLINOOOOOOO!
Ma ora, calma e serenità (e io con questi sbalzi di umore potrei benissimo avere il ciclo)
Harry dice le cose burocratiche agli zii, quelli je dicono de sì, arrivederci e grazie. Il giorno dopooooooo ('nnamo veloci che se no finimo quando si prenderanno la laurea perfino i miei gatti) Harry si sveglia alle 5.
TUTTO NORMALEEEEEEE
HARRY
MA SE IL TRENO È ALLE 11
FAI L'ADOLESCENTE MEDIO E DORMI FINO A L'UNA, POI PRENDI UNA GIRA(spoilerrrr) E PRENDI IL TRENO NO?!?!?!?
Niente, Harry soffre d'insonnia.
Si sveglia alle 5 e si mette i jeans. UN NEURONE CHE FUNZIONA SIGNORI.
Harry, che avrà pure il cervello che funziona con la ruota di un cricetino che corre, ma ogni tanto qualcosa l'azzecca.
Lui, intelligentemente (più o meno) (non ci credo, l'ho detto. Segnatelo sul calendario, potrebbe non capitare più), pensa: "Ma se io arrivo in stazione con gli abiti da mago, poi mi pijano per decelebrato più di quello che sono, e allora io faccio il babbano medio".
FRATÈ, MA PURE TU, C'HAI NA CIVETTA CHE SI VEDE A DUE CHILOMETRI DI DISTANZA, NON PENSI CHE TI PIJANO PER COJONE UGUALE?
Niente, i neuroni erano in saldo, funzionavano solo a metà.
Lily, SE DEVI FARE UN REGAZZINO, FALLO BENE, PERDIANA.
Ritornando a noi (che ci stiamo perdendo sul Raccordo Anulare per quanto sto a divaga') , Harry si sveglia alle 5 e si fa i cazzi suoi fino a 'na cert'ora che nun m'arricordo, poi se svegliano li zii, Didino Piccino non più tanto piccino, saltano in macchina (Ferma, ferma ferma (così caverai l'occhio a qualcun...NIENTE). MA COME FANNO A ENTRÀ. Saranno pure 2, ma Didino è 'na botte. FIO MIO, MANGIA A NONNA MANGIA A NONNA HAI MANGIATO TROPPO A NONNA. DIMAGRISCI E FAI ENTRARE STO PORACCIO) e si dirigono tutti allegramente verso la stazione di *tono professionale* King's Cross St. Pancreas.
Madò che nome sta stazione. Incrocio del Re San Pancrazio. I NOMI DECENTI, ROWLI...ah no, già esisteva. I NOMI DECENTI, TIZIO CHE È VENUTO PRIMA.
I Dursley, che se so' rotti i cojoni di avere Harry appresso, l'ammollano lì in mezzo alla stazione, come un cretino. E MO TE VOJO, FAI NA FDM CHE TE LA DIMENTICHI POPO MAI.
E 'infatti.
"Scusi signor capotreno, che mi saprebbe dire dove si trova il binario nove e tre quarti?"
"Ma me stai a pijà per culo?"
"Ellosò, PURE SECONDO ME QUA M'HANNO TRAVIATO!"
Harry inizia a fare veramente fdm in giro , cercando questo fantomatico binario nove e tre quarti. Alle 11 meno 5, quando ormai aveva perso le speranze a trovare sto binario, Harry sente una voce di donna:
"Babbani de merda ovunque, st'anno so' pure aumentati, ringraziamo Silente che Arthur non è venuto, se no faceva la figura del cocainomane".
Harry, dopo aver sentito la parola babbani (in gergo magico e fandomiano, gli individui non magici), capisce che quella donna è una strega pure lei, perciò si volta nella direzione della voce.
Vede una famiglina carotina, perchè hanno tutti i capelli roshi, con dei ragazzi che spingono un carrello ciascuno, simile a quello che aveva harry, con baule e animale. Decide perciò di avvicinarsi.
Senza manifestare la propria presenza, osserva tre ragazzi, i più grandi di quelli carrellomuniti, buttarsi contro 'na colonna che regge la stazione. NOOOOO, PERCHÈEEEEEE, AVETE TUTTA UNA VITA DAVAN....spariti. COME CAZZO HANNO FATTO TRE RAGAZZI A SPARIRE NEL MURO?
Harry, troppo curioso per rimanere zitto, si avvicina alla signora carotina.
"Scusi signora"
"Mi dica, giovanotto sfregiato supersfruttato. Sei per caso italiano?"
"Oh, che palle, BASTA. È UNA CICATRICE PUNTO. Vorrei sapere come arrivare...come arrivare....mo mi pija per decelebrato..."
"Come arrivare al Binario nove e tre quarti?"
"Ehm, sì"
"È 'na cazzata. Devi buttarti contro quel muro là davanti, con tutto 'o carrello. Ma te devi proprio BUTTÀ, ceh, sta stazione deve crollà 'n altro po' "
"Ah....ok, capisco"
Harry gira il carrello verso il punto indicatogli dalla signora, e attacca a correre.
"VADOOOOO! LA BUTTO GIÙ STA STAZIONE COR NOME DE MERDAAAAAAA! PREPARARSI ALL' IMPATT...uh, sono passato"
Harry si ritrova improvvisamente di fronte ad una grande locomotiva rossa e nera. La zona era invasa dal fumo, ma riusciva a distinguerla bene lo stesso. La banchina brulicava di gente, manco ci fossero i saldi da OVS.
Dopo poco, accanto a lui comparvero la signora carotina con un suo figlio carotino, che Harry prima non aveva notato. Gli altri ragazzi erano tutti tra la folla.
"Bene, ora mi sa che vi tocca salire" disse la signora carotina ai ragazzi.
"E allora, che salita sia!" disse Harry.
Lui e l'altro ragazzino carotino issarono a fatica i propri bauli su per le scalette del vagone del treno, manco fossero il Kilimangiaro.
"Che l'avventura inizi!" disse Harry euforico.
SPAZIO AUTRICE
Ok, non pubblico da due secoli. Perdonatemiiiii, ma non avevo nè tempo nè voglia a dira la verità. Spero di farmi perdonare con questo capitolo più lungo del solito, più ricco di scemenze e cringe.
Adios
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