Verità o supposizione

Tutto lasciava pensare ciò che i due fidanzati supponessero, ma non poteva essere possibile; era mai possibile che la Giratempo fosse stata modificata da Hermione così tanto bene?

<<Hermione, Ron ma abbiamo capito bene?>>
<<Lui non ha neanche capito>>.
Rispose la riccia con un tono tra l'infastidito e l'arreso.

<<Ehi non è mica colpa mia se non ci arrivò!>>

<<E forse è meglio così Ron!!! Comunque si ragazzi, pensò che abbiate fatto lo stesso pensiero che ho fatto io, e che sia corretto, ma in tal caso dobbiamo capire il perché sia in questo tempo e chi siano quei due ragazzi che la accompagnavano>>.

<<Sempre che siano ancora qua>>.

Lo sguardo di Hermione faceva trasparire molta ansia ed era raro vederla così preoccupata.
<<Il tutto si fa molto più complicato del previsto e la cosa comincia a spaventarmi>>.
<<Ginny non preoccuparti ci sono io qua con te!>>
<<Ed è proprio questo che mi preoccupa!>>
Esclamò Ginny mentre rideva guardando Harry.
<<Sei una calamita per i guai!>>

<<Ehi!>>
I ragazzi parlavano ed erano intenti a godersi quello che sembrava nascere come un momento spensierato di sorriso e gioia, come molti altri in quel periodo finalmente tranquillo. Poi, d'improvviso, uno rumore sordo, seguito immediatamente da un lampo di luce rosso intenso. Il rimbombare dello scoppio destò i ragazzi, come anche tutti i presenti ad Hogsmade.

Cenere e polvere ricoprivano ormai la quasi totalità dei loro corpi, distesi a terra e con le mani a coprire gli occhi.
Fiamme di un arancione acceso, si alzavano lungo tutta Hogsmeade.
Intanto i quattro si alzarono lentamente, increduli, dinanzi al fumo che li aveva completamente avvolti.
Tutto era ovattato e la fuligine, mischiata al fumo, rendeva i loro sensi ancora più confusi ed inefficaci. Non sapevano cosa succedesse e chi avesse provocato quel inferno in terra. Una volta in piedi, ancora barcollanti, si trovarono un scenario terrificante davanti agli occhi, allora volsero lo sguardo poco più a destra, e lì ci fu qualcos'altro che ghiacciò loro l'animo e portò grida di orrore e terrore nelle persone ancora presenti. Ormai erano rimasti in pochi infatti, non appena sentito il primo scoppio, quasi tutti si allontanarono. Tra smaterializzazioni e passaporte erano rimasti davvero in pochi.

HARRY POTTER DEVE MORIRE!!!
La voce echeggiò nel grigio che avvolgeva tutto il circondario.
Qualcos'altro però, spostò l'attenzione dei ragazzi. Una massa, che sembrava infinita, di dissennatori si avvicinava rapidamente a loro.
I quattro levarono le loro bacchetta e quasi fossero in coro pronunciarono un incantesimo:
<<Expecto Patronum!>>

La massa informe di dissennatori si ritirò e volo via, ma a seguirla ci fu una nube molto particolare. Su di essa pareva vi fosse, come incisa, una frase che lasciò i ragazzi senza fiato:

NON PUOI UCCIDERE CHI LO È GIÀ, PER MANO DELLA MORTE STESSA.

Non appena finirono di leggere, la nube sparì. Non fecero in tempo a capire cosa stesse succedendo, che un urlo squarciò anche le fiamme che li circondavano, quando si girarono nella direzione da qui proveniva,videro una figura a terra; corsero verso la figura e man mano che correvano gli occhi dei ragazzi si riempivano sempre più di lacrime. Più si avvicinavano più il corpo a terra perdeva le sembianze di chi mai avrebbero voluto.
<<C-Cho Chang...>>
I quattro arrivarono sul corpo che giaceva ormai immobile.
<<È morta?>>
<<Si, maledizione! Un'altra volta! Un'altra morte per colpa mia!>>
Rispose Harry alla propria ragazza chiudendo gli occhi ormai sommersi dalle lacrime.

<<Ma chi? Chi l'ha uccisa?>>

Harry si alzò lentamente senza però distogliere lo sguardo dal corpo a terra. Era come controllato dalla rabbia stessa, che non gli permetteva di essere il solito Harry, quello che ovunque si trovasse era pronto a combattere, quello che nonostante mille avventure, una più avversa dell'altra era stato sempre positivo, quello che credeva ciecamente nell'amicizia, quello che credeva ciecamente nell'amore.
Poi d'improvviso, cominciò a correre, senza una meta, almeno così sembrava a guardarlo, fece almeno cinquecento metri, poi fermò la sua corsa davanti ad un albero che gli sbarrava la strada, su cui battè i pugni più volte, da lontano i tre compagni di viaggio non fecero nulla, tranne osservare la scena, rimasero immobili, forse anche in apnea, senza aprire bocca, o almeno provarci. Neanche Ginny si mosse per seguirlo, sapeva bene che non sarebbe servito. Videro Harry fermarsi davanti all'albero e pensarono che di lì a poco sarebbe tornato indietro, da loro, magari in lacrime, ma sarebbe tornato, ed invece questo prese la bacchetta in mano pronunciò un Wingardium Leviosa e spostò l'albero, non lo aggirò, lo fece levitare e poi lo lanciò lontano e si rimise a correre.

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Era ormai quasi metà settembre e non vi erano notizie di Harry. Gli auror avevano indagato a lungo sull'accaduto ad Hogsmeade, ma non seppero dare spiegazioni migliori di quelle che loro avevano già. I tre ragazzi si erano riuniti a Londra dove Hermione e Ron avevano preso casa, a Brixton, un'abitazione carina, in stile moderno con diveri utensili e marchingegni babbani che Hermione aveva desiderato e che manco a dirlo Ron aveva provveduto a procurarle prima che questa lo cacciasse di casa come spesso minacciava di fare, e lì, avevano invitato Ginny a stare con loro, in attesa del ritorno del proprio ragazzo che ogni tanto mandava loro sue notizie per non farli preoccupare, anche se l'ultima era ormai arrivata da troppo tempo; era il 25 agosto quando aveva detto loro di essere in Francia. Nelle sue lettere scriveva di stare bene e di non preoccuparsi troppo, ogni volta comunicava i suoi spostamenti più grossi, in poco meno di due mesi aveva girato mezza Europa ed era stato anche in America a Washington ma da quella data non si faceva sentire. Essendo il 12 settembre i ragazzi erano ormai in balia delle notizie della "Gazzetta del profeta" sulla quale pregavano giorno dopo giorno di non trovare in prima pagina, la morte del ragazzo-che-è-sopravvissuto.
La giornata, trascorse come tutte le altre fino all'ora di pranzo, quando al ritorno di Ron dal ministero, dove andava quasi tutti i giorni, ininterrotamente dal primo di settembre, cercando di prendere posto come Auror, ricevettero una pergamena da Harry.
Cari amici, cara Ginny,
vi scrivo solo ora, ma potendovi dare finalmente una buona notizia, il mio viaggio sembra essere giunto al termine, ho, dopo molto tempo e tanta fatica, soprattutto per esservi stato lontano, trovato ciò che ho iniziato a cercare quel dannato giorno ad Hogsmeade. Vi prego di raggiungermi appena possibile. Io nel pomeriggio vi scriverò precisamente dove sono appoggiato ora. Se avrete voglia di aiutarmi per l'ultima volta ve ne sarò grato, altrimenti capirò.
P.S.
Le pergamene sono due, la prima diretta tutti e tre, la seconda è solo per Ginny sarebbe gradito un po di discrezione. Ah quasi dimenticavo, se ne avete la possibilità cercate di convincere Neville e Luna a venire con voi è spiegate loro tutto quanto. Credo fermamente che la loro presenza possa rivelarsi di fondamentale importanza.
A PRESTO
Un bacio, il vostro HARRY.

A Ginny non sembrava vero, corse di sopra e in meno di quanto si potesse fare neanche con la magia, era già scesa, pronta a partire.
<<Pronti? Andiamo?>>
<<Ginny ma come diamine hai fatto? Noi non abbiamo neanche iniziato a pensare a come partire e poi, primo non sappiamo dove andare, e secondo Harry ci ha chiesto di contattare Neville e Luna>>.
Disse Hermione mentre guardava allibita la ragazza con le valige in mano, spegnendone gli entusiasmi.
Ron nel frattempo vagava per la stanza da pranzo in confusione, pensieroso.
<<Ron ma che stai facendo? Ma che c'è?>>

<<C'è che come al solito Harry non pensa a nessuno se non a se stesso. Io perché dovrei adesso lasciare tutto per andare chissà dove nel mondo e per aiutarlo a fare chissà cosa. Non ci penso proprio a mettere a rischio la mia vita per un altro dei suoi picci assur...>>
Un sonoro ceffone a destra ed un altro a sinistra fermarono il suo sproloquio. Il primo di Hermione e il secondo di Ginny, e fu la rossa poi a parlare:
<<Ma come ti permetti, anche solo di pensare una cosa simile su Harry.
Ti rendi conto di quello che ha fatto per te in tutto questo tempo?>>

<<Si mettermi nei guai!>>

<<No mio caro fratello, ti ha salvato la vita da morte certa, ti ha aiutato a trovare una ragazza, che ammettiamolo, senza di lui non ti avrebbe mai neanche guardato, e soprattutto ti ha voluto bene. Ma tu credo che non sia degno di lui, quindi sai che c'è? Rimani qua, a fare la tua vita squallida, magari in attesa che un giorno qualche Signore Oscuro di turno arrivi a mettervi fine.
Addio Ron>>.

Così Ginny uscì da casa lanciando un'occhiata ad Hermione.
Quest'ultima non degnò il ragazzo nemmeno di una parola poi piangendo salì le scale e chiuse la porta della camera da letto dietro di se appogiandovisi per qualche minuto, per poi iniziare a preparare la valigia. Ron le corse dietro sbraitando e chiedendole scusa allo stesso tempo. Si sedette di spalle alla porta cercando in qualsiasi modo di farsi perdonare, cercando di spiegarsi. Rimase lì fino a che Hermione non aprì lentamente la porta, aveva ancora gli occhi rossi ma ora lo sguardo era deciso e fermo, non faceva trasparire alcun tentennamento, poi lo guardò e disse:
<<Io vado, ho contattato Luna e Neville. Ah Ron ho preso solo alcune cose, quando tornerò, porterò via il resto>>.
Poi scese le scale ed uscì di casa senza voltarsi.

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