Variabili inaspettate...
Harry, unico a notare quel bagliore, sentì una fitta al cuore, un qualcosa di molto simile ad un coltello lo aveva perforato, senza avere però ferite apparenti. Non ne era convinto, ma era come se qualcosa dentro di lui si fosse spento, fosse volato via, lasciando un vuoto abissale.
Istintivamente si scrollò di dosso la mano di Scipius, ancora stretta sul suo avambraccio e con una velocità disarmante, anche a lui incomprensibile, riuscì a superare i seguaci che gli si ponevano davanti, giungendo al corpo steso a terra dell'amica.
La battaglia intorno a loro due continuava ad imperversare e Harry si guardò attorno, nessuno aveva notato ciò che era successo. Fissò per parecchi secondi tutto intorno a sé. Scipius era ora impegnato a spalleggiare il ministro in uno scontro all'ultimo incantesimo con i fratelli Lestrange, mentre Arthur e Molly, così come George, Bill e Pearcy cercavano di liberarsi dall'attacco di alcuni seguaci particolarmente insistenti.
<<Hermione non puoi farlo, non puoi farmi questo! Né ora, né mai>> Harry continuava a strattonare vistosamente il corpo dell'amica, ormai immobile. Preso da uno scatto di ira balzò in piedi e con una frenesia degna di un troll furioso, prima si guardò intorno, alla ricerca del bersaglio, e dopo averlo individuato, vi si scaglio contro.
Corse, lo fece con la massima velocita che le gambe gli permettevano e quando fu definitivamente giunto a pochi passi da Ron, si lanciò in un salto.
Non voleva usare la magia, non voleva sconfiggere quello che per anni era stato il suo migliore amico con degli incantesimi, no! Voleva farlo con le sue stesse mani. Voleva vedere il sangue colare dal suo corpo. Voleva essere il leone che sbrana la gazzella. Voleva vederlo imprecare pietà.
Fu solo allora che dal nulla, dal centro della stanza, un grido giunto quasi disperato, lo fermò.
Harry aveva il collo di Ron stretto nelle sue mani e queste stringevano, stringevano tanto forte da fargli male.
Il rosso aveva provato a divincolarsi, a scappare, ma senza risultati. Harry, ogni volta che Ron provava a liberarsi, lo prendeva a pugni e calci in maniera più prepotente. Era ad un passo dal compiere la sua missione, ma quella voce, che per quanto assurdo, gli parve famigliare, lo fece fermare:
<<No! Fermati, ti prego!>> Harry con ancora Ron sotto di lui, si fermò, si voltò e con gli occhi ancora pieni di rabbia, cercò di focalizzare l'immagine davanti a lui. I tre ragazzi venuti dal futuro qualche anno prima, erano davanti a lui, a pochi centimetri dal corpo di Hermione.
Albus invocava il nome del padre perché lasciasse quello che sarebbe dovuto essere suo zio, mentre Scorpius reggeva Rose, piegata sulla madre, che giaceva esamine sul pavimento.
Ron, a quel punto, approfittando della distrazione di Harry, si divincolò dalla presa e fuggì correndo, lasciandolo fermo a contemplare i tre ragazzi.
L'istante successivo fu il momento più importante di tutti in quella guerra. Albus supplicò il padre di abbassarsi e contemporaneamente Scorpius evocò un incantesimo di protezione su Ginny, distante da loro diversi metri.
Harry, che sebbene non sapesse perché, ascoltò la supplica del figlio e fu il gesto più sensato che potesse fare: un incantesimo lo superò di qualche centimetro e nello stesso momento, dall'altra parte della stanza, la protezione lanciata su Ginny evitò che questa venisse colpita alle spalle.
Harry capì, in quel momento, che la guerra stava per cambiare. Capì che i tre ragazzi avevano qualcosa che Veronica non aveva considerato: loro conoscevano le sue mosse e quelle dei suoi seguaci. Non sapeva come e, ad essere onesti, non gli interessava. Ora voleva solo che tutto finisse.
In quel momento dimenticò anche la morte della sua più cara amica, forse l'unica che gli era rimasta.
Si avvicinò a grandi passi ai tre ragazzi e con decisione li tirò a se verso il lato destro della stanza. In quel momento nessuno stava lottando in quel punto. I quattro si sdraiarono a terra fingendo di essere dei cadaveri, mischiandosi a quelli di molti seguaci, uccisi da Abeforth stesso.
Harry fece roteare la bacchetta sinuosamente e dal pezzetto di legno balzò fuori uno dei patroni più belli da lui eseguiti. Il cervo, galoppando a mezzaria si avvicinò a Ginny catturandone l'attenzione. La ragazza, intenta a non farsi colpire, cercò di seguire per un attimo l'animale ed in lontananza vide la mano del marito farle cenno di raggiungerlo.
Ginny scagliò diversi schiantesimi sui seguaci che le stavano alle calcagna, aiutata da Draco che era appena sopraggiunto. Una volta riuscita ad uscire dalla linea di tiro, raggiunse i quattro ragazzi sdraiati a terra.
<<Amore non mi sembra proprio il momento del riposino sai? Se non te ne sei accorto stiamo combattendo una guerra!>>
<<Ehm... Mamma?>> Albus la chiamò cercando di far notare la sua presenza.
<<Albus? Rose? Scor... ? Ma! Ma che ci fate qui? Andate via. È pericoloso>>
<<Non ci pensiamo proprio zia!>> ribattè decisa Rose, <<Siamo qui proprio per combattere. E non sarai certo tu a farci cambiare idea, non ora che... Che...>>
<<Dannazione! solo qualche istante prima e l'avremmo evitato>> intervenne Scorpius con aria infuriata e amareggiata.
<<Qualche istante? Avremmo evitato? Ma di cosa state parlando?>> Ginny era troppo lontana per sapere cosa fosse successo, né tanto meno aveva avuto la notizia da nessuno.
La risposta arrivò da Harry che cercò di usare le parole migliori, ma la notizia fu ugualmente un pugno nello stomaco per la rossa. Ginny iniziò a piangere l'amica, ma per quanto il marito cercasse di consolarla, facendo in modo che nessuno li vedesse, fu del tutto inutile.
Il pianto della rossa riportò anche i quattro alla tristezza, ma il tempo era poco, a breve li avrebbero scoperti e allora Harry, cercando di nascondere le lacrime, si rivolse al figlio chiedendo spiegazioni su quello che era successo poco prima, sperando di poter sfruttare questa novità a loro favore.
<<Quando siamo tornati nel nostro tempo, abbiamo scoperto che il nostro viaggio nel passato aveva cambiato tutto. Così abbiamo deciso di intervenire diversamente: abbiamo viaggiato più volte, tornando sempre a questa giornata; l'obbiettivo era quello di salvare quanti più membri dell'Ordine possibile. Nostro malgrado non siamo mai riusciti a evitare tutte le morti, come in questo caso. Ora però abbiamo i secondi contati, se tutto va come abbiamo visto, tra pochi istanti Scipius dovrebbe essere colpito da uno schiantesimo>>
Non appena il ragazzo finì di parlare uno dei seguaci colpì lo stratega sulla schiena facendolo volare di qualche metro.
<<Ottimo!>> intervenne Rose. Aveva la stessa voce di Hermione. Praticamente identica.
<<Ora zio, vai con Albus, seguilo e fai quello che ti dice senza replicare. Zia Ginny, tu verrai con me. Scorpius invece, tu rintraccia Neville, lui ti conosce non avrà troppi problemi a seguirti!>>
I cinque si alzarono da terra, pronti a muoversi.
Prima di dividersi Rose afferrò Scorpius per il braccio, lo tirò a se e gli diede un bacio, poi gli bisbigliò qualcosa all'orecchio: <<Non farti ammazzare! In questo tempo ho già perso una madre e ho un padre che è schierato nella fazione sbagliata!Mancheresti solo tu all'appello delle coae senza senso!>>
<<Tranquilla amore, stai parlando con un Malfoy, noi non ci facciamo ammazzare!>> il biondo le diede un altro bacio fugace e si allontanò.
Harry e Ginny rimasero a bocca aperta, ma senza dire nulla, poi seguirono rispettivamente Albus e Rose, salutandosi con un bacio volante.
Le due donne, per prima cosa, andarono a recuperare il corpo di Hermione. Lo portarono il più lontano possibile dagli scontri, poi iniziarono a uccidere seguaci uno dopo l'altro. Lo stesso fecero Albus ed Harry, così come Scorpius e Neville, che, una volta raggiunto dal biondo, non esitò un attimo a seguirlo.
La battaglia ora aveva realmente cambiato faccia. Adesso erano i seguaci a cadere uno dopo l'altro, in tutta la villa.
Fu a quel punto che Veronica si rese conto della situazione. Era rimasta in disparte, godensosi lo spettacolo. Quando però si accorse del cambiamento radicale, decise di intervenire:
<<Adesso basta!>> gridò, con voce infuriata. Il tono era amplificato, così che giungesse ovunque e fosse il più perentorio e terrificante possibile.
<<Pensavate davvero di poter sconfiggere il mio esercito così facilmente?>> per quanto la voce fosse decisa e diretta, nella sua mente continuava a chiedersi come facessero a conoscere le loro mosse, come fosse possibile che i suoi seguaci, assassini, ladri, maghi della peggior specie, non riuscissero a sconfiggere una quarantina di ragazzini e vecchietti.
<<Se non volete che scateni la mia vera potenza, cessate le ostilità e consegnatemi Harry Potter!>>
<<Lei Bluffa signorina!>> si udì una voce da lontano.
<<Chi ha parlato? Chi osa dubitare delle mie parole?>> Veronica continuava a guardarsi intorno, cercando ovunque la persona che aveva parlato.
Da dietro le spalle di Harry ed Albus comparve la figura di Barrius. L'uomo si avvicinò al ragazzo e prima di parlare ancora, gli bisbigliò all'orecchio: <<È giunto il momento di mettere in atto il piano della povera Hermione>>
Poi si allontanò ed alzò la mano per farsi vedere da Veronica: <<Sono stato io!>> disse continuando ad avanzare verso di lei, <<sappiamo bene che lei sta bluffando, questi ragazzi l'hanno messa sotto scacco signorina Frost. Lo ammetta e forse saranno loro ad avere pietà di lei!>>
<<Ahahaha, davvero molto divertente! Tu chi saresti? E sulla base di che cosa pensi ciò?>>
<<Mi sembra un dato oggettivo. E a meno che lei non possa portare qui un nuovo esercito, beh... Per voi è finita!>> Le parole di Barrius rinvigorirono le speranze dei membri dell'Ordine, lasciando senza parole tanto i seguaci, quanto Abeforth e Ron. L'unica che non sembrava minimamente toccata da Barrius era proprio Veronica che non esitò a sorridere alle parole del vecchio, per poi rispondergli.
Battendo le mani, fece dei passi voltandosi di spalle, dirigendosi nuovamente al suo trono. Una volta seduta comodamente, prese a parlare: <<Io ve l'ho già detto, siete troppo sicuri di voi stessi, certi di agire nel giusto. È questo il vostro problema. Ora... Io vi avevo avvisati, vi ho chiesto di arrendervi e consegnarmi Harry Potter, non l'avete fatto! Pagatene le conseguenze>> fece battere le mani due volte e poi, poggiandosi allo schienale, esclamò: <<Vediamo se anche con loro farete i gradassi!>>
Dal soffitto della stanza comparirono tre figure volanti. Davano l'impressione di essere dei fantasmi, ma senza averne le caratteristiche tipiche: non avevano quella trasparenza tipica, non sembravano essere inconsistenti, avevano però la capacità di volare e spostarsi con la stessa facilità del Barone o di nick-quasi-senza-testa.
<<Fate quello per cui siete stati chiamati!>>La voce di Veronica risuonò nel silenzio, a tratti stordente, calato nella stanza. Chiunque fossero, Veronica contava molto su di loro, ergo, dovevano necessariamente essere molto pericolosi.
Quando Veronica ebbe finito di parlare, i tre si lanciarono a in picchiata verso Luna, Rolf e la Mcgranitt, ora riuniti ad ascoltare le parole di Barrius e Veronica.
Lo scontro riprese in tutta la tenuta, ormai quasi completamente distrutta: le pareti erano piene di fratture e buchi, le porte ormai erano divelte e sul pavimento si stagliavano crateri ovunque. La vetrata, difesa con tanta foga da Arthur e Molly, oramai era completamente disintegrata.
Quadri e suppellettili della casa, erano sparsi in ogni dove. Anche il lampadario, posto sopra al trono su cui si trovava Veronica, penzolava pericolosamente, pronto a subire la forza di gravità.
Harry ed Albus cominciarono a correre, diretti verso Abeforth. Albus disse al padre di lanciare un incantesimo di disarmo precisamente a venti centimetri a destra del barista del "testa di porco" quando lui gli avrebbe dato il via, quello che non poteva sapere, così come Scorpius e Rose era che il continuum spazio temporale era stato nuovamente modificato dal loro viaggio e questo significava, così come realmente era, che la loro idea di base non poteva essere valida. Al via del figlio, Harry scagliò l'incantesimo come previsto ma, loro malgrado, Abeforth non si spostò così come aveva fatto nel tempo da cui venivano i tre ragazzi. La situazione si era nuovamente capovolta. E ora, le speranze di Harry, cominciavano a diminuire notevolmente.
Dall'altra parte della stanza, Rose e Ginny si trovarono difronte l'unico che non avrebbero mai voluto incontrare. Ron stava lì, in piedi, davanti a loro, con un sorriso stampato sul volto. <<Bene, bene, bene, la mia sorellina con? Una nuova amichetta? Non importa, non mi interessa. Vi siete opposti alla mia signora? Dovete morire!>>
<<Ron, sono tua sorella, non puoi parlare sul serio! Non uccideresti la tua sorellina. Non lo faresti mai>>
<<È qui che ti sbagli... Avada Ke...>>
Non riuscì a terminare la formula perché colpito alla schiena da uno schiantesimo lanciato da Scorpius, ma altrimenti non avrebbe avuto remore.
Io non capisco, è tutto diverso, chi sono quei tre? E perché in questo tempo mia madre è morta? Devo pensare! Ho bisogno di tempo!
Rose era frastornata da tutto ciò che stava succedendo attorno a lei, i pezzi del puzzle che aveva cercato di ricomporre stavano sparendo uno dopo l'altro, sanza darle la possibilità di finire il quadro.
Ron nel frattempo si rialzò, ancora più deciso a compiere la sua missione: uccidere tutte le persone care ad Harry.
<<Sapete cosa mi ha convinto a seguire Veronica? Lei mi ha aperto gli occhi su tutti voi, mi ha fatto capire quanto sbagliato sia il vostro atteggiamento. Mi ha dato i mezzi per elevarmi oltre i criteri che voi usate per giudicare le persone. Hermione è stata la prima, ora toccherà a voi! Voglio vedervi soffrire come ho sofferto io. E poi... Poi vi ucciderò, guardandovi negli occhi, fissando le vostre paure e le vostre ansie scorrere nelle lacrime che verserete, perché ne verserete tante. Sappiatelo!>>
<<Tu... tu non puoi essere mio fratello, non puoi essere la stessa persona che anni fa si ingelosiva per i miei fidanzati>>
<<È vero non sono la stessa persona, ora, grazie a Veronica, sono molto meglio, sotto tutti i punti di vista. E te lo dimostro!>>
Il ragazzo alzò nuovamente la bacchetta, questa volta non ebbe problemi a terminare la formula di evocazione.
Ginny era convinta di essere lei il bersaglio, ma il rosso non punto lei.
L'incantesimo senza perdono finì a pochi passi da lei, colpendo Neville, intento a combattere contro uno dei fratelli Lestrange. Il ragazzo iniziò a gridare, senza poter far nulla.
<<Smettila, ti prego>> Ginny supplicò il fratello di cessare la tortura, ma senza risultato, anzi. Le sue suppliche animarono ancor di più la voglia di dolore nel rosso, che a quel punto cambiò obbiettivo. Indirizzò la bacchetta verso Rose, ma quando la scia fuoriuscì si andò a scagliare su Scorpius.
Il biondo crollò a terra, divincolandosi per il dolore. Fu solo allora che Rose tornò realmente lucida. Con una prontezza degna di una Granger afferrò la bacchetta e nonostante quello davanti a lei fosse suo padre, non esitò.
Nel corso dei viaggi nel tempo aveva avuto modo di allenarsi con Harry e da lui aveva imparato un incantesimo più che utile in questo frangente.
<<Sectusempra!>> gridò la ragazza, prendendo alla sprovvista tanto Ron, costretto a mollare la presa su Scorpius, quanto Ginny che rimase paralizzata.
Ron volò in aria e sul suo corpo comparirono ferite e tagli di ogni genere. Rose rimase impassibile a guardare il padre a mezzaria, imprecare e gridare dal dolore. Scorpius, appena ripresosi chiamò la ragazza, facendola riprendere dallo stato di trans. Il rosso cadde a terra, pieno di sangue e svenuto per il troppo dolore.
A ragazza fece due passi indietro, portandosi le mani alla bocca, sorpresa lei stessa di quello che aveva fatto, senza rendersene effettivamente conto.
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