Una riunione dal duplice significato.
Con la presente, la invitiamo a presentarsi presso il Ministero della magia, alla ore 9,00 del 03/04, per un colloquio nell'ufficio del Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt, il quale desidera avere conferma della sua presenza.
<<Harry, io e Neville abbiamo ricevuto la stessa lettera, sai di cosa vuole parlarci Kingsley?>>
Ginny con un tono fra il preoccupato e lo stupito, si rivolse al proprio compagno sperando di avere una risposta. Del resto ormai lavorava a stretto contatto con il ministro, qualcosa doveva saperla.
<<Amore, non so nulla di questa storia, oggi chiedo, non saprei proprio perché siete stati convocati. Anzi sai che facciamo? Andiamo a fare un salto ad Hogwarts, chiediamo a Neville se ne sa qualcosa, così ne approfittiamo per salutarlo. Tanto lo troviamo sicuramente là, da quando la Mcgranitt lo ha assunto come insegnante di pozioni, non si muove più dal castello>>
I due si presero per mano e si incamminarono. Arrivati a Castello, entrarono muovendosi liberamente ed in scioltezza, in quella che era stata la loro casa negli anni passati. Decisero di passare a fare un saluto alla preside, prima di andare a trovare l'amico, neo-insegnante. Camminando per i corridoi del castello si divertirono a ricordare, con un po' di nostalgia, la avventure passate. Nonostante Ginny fosse stata anche più di Harry all'intero di quella scuola, dato che lei, al contrario del moro, suo promesso sposo ormai da tempo, aveva frequentato tutti e sette gli anni previsti, la piaceva stare ad ascoltare il proprio ragazzo farle da Cicerone. Ad ogni passo, una storia, un accaduto, un racconto speciale, anche se spesso, erano aneddoti raccontati a lui da Silente, Sirius o Hermione.
Così facendo, in poco tempo, arrivarono all'ufficio della preside, la quale li accolse sull'uscio della porta.
<<Harry Potter e Ginny Weasley, le voci della vostra presenza qui, vi hanno preceduto, quale onore!
Ma ditemi, cosa vi porta ad Hogwarts?>>
<<Preside>> incalzò subito Harry, <<che bello rivederla, siamo passati a salutarla prima di andare da Neville. Ma piuttosto, lei come sta? Come procede qui al Castello?>>
<<oh beh, devo essere sincera, fin troppo bene, manca di movimento. Caro Harry, mio malgrado devo ammettere che senza di te questa scuola è un mortorio. Certo, questo facilita notevolmente il mio compito, ma... spesso mi annoio>>. Tutto d'un tratto abbassò la voce fino a che i ragazzi fecero fatita a sentirla, si avvicinò a loro ed iniziò a parlare: <<Pensate che, per tirarmi un po' su, sono costretta ad organizzare finte sparizioni di oggetti, per poi poter far finta di incolpare qualcuno...dovreste vedere, è davvero divertente vedere gli alunni fare di tutto per dimostrare la loro innocenza!>>.
<<Preside, ma lei è sadica!>> L'urlo di Ginny fece girare un Corvonero che si trovò a passare da quelle parti.
<<Ma no Amore, in fondo la capisco, dopo essersi abituati a basilischi, cani a tre teste, ragni giganti, diari contenenti l'anima di signori oscuri e molto altro ancora, non è facile riadattarsi al mortorio della vita quotidiana del castello. Comunque, ora noi dovremmo andare, ma è stato bellissimo rivederla>>. Harry e Ginny abbracciarono calorosamente la loro ex preside e si allontanarono alla volta dell'ufficio di Neville, mentre la donna, guardandoli sparire dietro al corridoio, ripensò con affetto agli anni in cui li aveva visti crescere, e pian piano innamorarsi.
<<Si può?>>, disse Ginny bussando delicatamente alla porta.
<<Ginny? Harry, Ginny, che bello vedervi, come state? Ma che ci fate qui?>>. Neville non parve però troppo sorpreso dalla presenza dei due ragazzi ad Hogwarts, prese subito due sedie da sotto la finestra e le avvicinò alla sua, invitandoli a sedersi e chiedendo se gradissero qualcosa. I due accettarono e sorseggiando entrambi un succo di zucca, spiegarono il perché della loro visita. Oltre a volerlo incontrare per sapere come stesse, il reale obbiettivo del loro incontro era proprio quello di sapere se il neo-insegnante sapesse il perché dell'incontro con il ministro.
<<No ragazzi l'unica cosa che so è che alla riunione qualcuno, e sottolineo prima che me lo chiediate ripetutamente, non so chi sia, ha delle novità sulla storia del Dono ritrovato. Chiunque sia, se Kingsley ci ha convocato, realmente sa qualcosa di utile. Ma se vi può interessare, so che saremo in parecchi, la lettera è arrivata a molte persone, tra cui anche la preside>>. Alle parole dell'amico, Harry fece una smorfia, gli occhi si sgranarono, impulsivamente si alzò in piedi e le mani si mossero da sole, il gesto istintivo fu seguito da un rumore secco, acuto, e quando alzò i palmi delle mani dal tavolo dopo aver provocato un sussulto in Ginny e Neville, cominciò ad inveire contro l'amico:
<<ma come in parecchi? Neville se stai scherzando dillo subito! Nessuno, ripeto nessuno, dovrebbe sapere di questa storia, perché ha sparso così la voce?
Oh, ma ora mi sente, ora davvero mi sente! Altro che ministro! Ministro o no ora dovrà darmi molte spiegazioni>> il moro occhialuto, già in piedi, si voltò verso la porta, pronto a scagliarsi contro il suo capo.
<<Harry aspetta, sapevo che avresti reagito così, per questo mi sono preoccupato di chiedere spiegazioni in merito. Tieni. Questa è la motivazione data. Mi ha spedito una seconda lettera, sia io che lui eravamo convinti che saresti venuto da me, abbiamo agito d'anticipo>>.
La mano di Neville aprì il cassetto della scrivania, ne uscì una lettera su cui, già ad uno sguardo poco attento, si poteva notare chiara l'intestazione: Ministero della Magia.
Ginny la strappò dalle mani del ragazzo per aprirla:
Signor Paciok, non posso svelare chi sia la persona che ci renderà participi delle sue scoperte, ma per quanto riguarda la sua domanda in merito alla numerosa presenza a questa riunione, le dico di essere convinto, in primo luogo, che sono persone fidate e per questo motivo invitate.
Secondo, sono certo che una grande partecipazione ora si renda necessaria. Al nostro caro e comune amico, che quasi certamente verrà a chiederle informazioni, può semplicemente dire che "riunione" deriva dalla parola "riunire", se c'è qualcuno o qualcosa da riunire, questo è il momento. Il mio "Ordine" è chiaro, una presenza di massa è fondamentale quando si capisce che il nemico è come la "Fenice", rinasce dalle sue ceneri. Quella di domani sarà una riunione fondamentale in questa ottica.
<<Ma è quello che penso? Cioè, voglio dire, ho intuito bene?>> con le pupille che sembravano le attrici protagoniste di una partita di ping pong, passando da Ginny a Neville e ritorno, Harry non riuscì a credere alle parole lette.
<<Una cosa è certa, se è vero, ciò che ci verrà detto deve essere di una gravità che posso solo a fatica, intuire. A questo punto una guerra non è da escludere amici miei>>.
<<Neville grazie mille, ma ora veramente dobbiamo andare. Anche se a questo punto, beh, ci vediamo domani mattina>>. Neville li accompagnò alla porta, mentre Harry tirava per il braccio Ginny, così come un bambino tira il vestito alla mamma quando vuole andare via, questo, proprio mentre lei cercava di abbracciare l'amico per ringraziarlo di tutto, anche e soprattutto di aver pensato al proprio ragazzo, prima che lo facesse lui stesso. Uno sguardo sconsolato, una smorfia di fastidio ed uno sbuffo, uscito senza essere nascosto, anticiparono le parole della rossa: <<ok ok, ho capito. Neville perdonalo, quando fa così non lo sopporto nemmeno io. Ma che possiamo farci? E fatto così!>>
I due fidanzati andarono via e si diressero verso casa. Harry non aprì bocca per tutta la sera. Rimase un silenzio, a stento rivolse la parola a Ginny, che al contrario provò più volte a dialogare, purtroppo per lei, con scarsi risultati.
<<Eh no eh! Basta! Ti lascio, è finita, così proprio non va! Non posso sopportare anche questo!>>
Il moro, sentite le parole della ragazza, si girò di scatto, si portò la mano al cuore e dopo un attimo di silenzio parlò:
<<Ginny, m-ma che dici? C-che ho fatto? N-Non puoi lasciarmi così>> la faccia di Harry cambiò colore così velocemente che la la ragazza, di fronte a lui, impallidì. <<Ma no amore che non ti lascio, era solo per attirare la tua attenzione. Praticamente eri diventato una meba, eri un tutt'uno con la poltrona. Parla con me, fra pochi mesi saremo marito e moglie. Confidati, coinvolgomi nei tuoi pensieri, magari dire ciò che pensi, ti aiuterebbe anche a schiarirti le idee>>.
<<Non lo so amore, in realtà non so bene neanche io a cosa sto pensando. Nella mia testa vagano parole su parole, slegate fra loro. Si ripetono, è come se la mia mente fosse un foglio nero e qualcuno ci stesse scrivendo su con un pennarello bianco, per poi cancellarle e ricominciare da capo. Io vorrei solo avere una vita tranquilla, riuscire finalmente a sposarti, avere dei figli, vivere spensierati. Ma ogni dannata volta che stiamo per definire il matrimonio, qualcosa legato a quel maledetto dono spunta fuori e ci costringe ad annullare tutto. Non ce la faccio proprio più>>.
Gli occhi verdi del ragazzo furono avvolti da una patina, umidi. Era sul punto di scoppiare, ma Ginny, che lo fissava attenta, si avvicinò, non disse niente, non provò a trovare parole di conforto, lo strinse solo forte a sé. Prese la mano sinistra del ragazzo, la portò sul suo cuore e disse solo cinque parole, quelle cinque parole che Harry, come chiunque altro avrebbe voluto sentire in quell'istante: <<questo, è tuo per sempre>>. I due si baciarono teneramente, continuarono per tutta la sera finché Ginny prendendo Harry per mano, con un'espressione più che malizioso, lo tirò: <<andiamo in camera?>>
Harry, decisamente preso dal momento non rispose, strattonò a se la ragazza, la prese in braccio e con tono divertito disse: <<andiamo a mettere in cantiere un un figlio?>>
<<no amore mio, prima ci sposiamo, ma se vuoi, in camera potremmo andarci lo stesso...>>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top