Tregua
Il silenzio regnava incontrastato fra le mura del castello, così come fra quelle di molti uffici del Ministero.
Da qualche anno ormai, quel luogo pullulava di ragazzi arrivati da Hogwarts, ai quali Hagrid era molto simpatico. Era un personaggio particolare, caratteristico, anche per i costumi dei maghi, non solo quelli babbani, risultava sopra le righe. Il suo modo di parlare, di vestirsi, quella spasmodica attenzione per il mondo animale, soprattutto per quelli grossi e pericolosi.
Tutto questo non ci sarebbe stato più.
Quella mattina, a Hogwarts, gli alunni vennero radunati nella sala grande, dove, ad accoglierli, ci fu la sola preside. I pochi rimasti, si guardavano spaesati, percependo la ventata di tristezza che accompagnò l'apertura del grande portone che dava alla sala, in cui durante i giorni addietro e da sempre, si consumavano ottimi banchetti.
Ad entrare nella stanza, Hermione, Harry, Ron e Ginny, vestiti per l'occasione. Come si confà a tali cerimonie, erano in abiti neri e cupi, che si adattavano benissimo ai loro stati d'animo. I quattro, fermi davanti all'ingresso, fecero un cenno con il capo alla preside, la quale dopo un sospiro, che pareva quello di chi si prepara a fare una cosa molto sgradita, annunciò alla platea di seguirla per raggiungere la cerimonia funebre.
I ragazzi rimasti, erano i pochi che gentilmente o sbraitando erano riusciti a convincere i propri genitori a lasciarli rimanere, almeno ancora per il funerale del loro professore. Chi non c'era, nella maggior parte dei casi, come in quello di Sam Lescott: Tassorosso del terzo anno, semplicemente, pur legandosi letteralmente alla sedia, non aveva convinto la propria madre a lasciarlo rimanere. Il terrore dei genitori che avevano portato via, tra la sera precedente e la mattina presto, i propri ragazzi, era stampato sui loro volti, la paura di un nuovo attacco li aveva spinti a portare via i propri figli, sperando che qualcuno risolvesse, al più presto, il tutto.
Il corteo si mosse dalla scuola alla volta del grande portone che portava all'uscita. Dietro la preside, i ragazzi, mai tanto silenziosi come in quel momento, seguiti in coda, da Harry, Ginny, Ron ed Hermione. Il percorso da seguire era segnato da delle fiaccole poste ai lati del sentiero che portava al Lago. Sì, al Lago.
Perché Hagrid, in una della sue lunghe chiacchierate con Harry, Hermione e Ron, aveva detto che quando sarebbe morto, anche se certo non pensava così presto, avrebbe tanto voluto essere seppellito accanto al vecchio preside e amico Silente.
I tre, dopo aver ricevuto la triste notizia, si preoccuparono di informare la Mcgranitt, che fu ben felice di accontentare la richiesta di colui, che poche ore prima, le aveva salvato la vita.
Al corteo, man mano si aggiunsero i vari professori, alcune personalità politiche del Ministero, e una serie di razze di animali diverse, fra cui: unicorni, ippogrifi, vermicoli e molti altri ancora.
Seguendo le fiaccole, il gruppo giunse sulla riva del lago, dove in occasione, come in passato per Silente, erano state posizionate una ottantina di sedie.
Seduti nelle prime file c'erano il Ministro Shackelbolt, con in volto un'espressione glaciale, Madama Maxime, visibilmente affranta, il fratello del preside defunto, Abeforth, come al solito dallo sguardo impassibile, e il signor Weasley che sorreggeva la moglie Molly, in lacrime. Seduti poco più dietro, i vari componenti della famiglia Weasley, Draco Malfoy con la compagna e varie altre persone, tra cui le consorti e fidanzate dei ragazzi, come Fleur e la stessa Bherenike, che Ron, si accinse a raggiungere, non appena fu arrivato.
La ragazza, con un velo nero davanti al viso, strinse il rosso forte a sé. Poi alzò leggermente la mano per salutare Harry, Ginny ed Hermione.
La cerimonia ebbe iniziò solo qualche minuto dopo, quando tutti furono seduti. Un uomo distinto, probabilmente sulla sessantina, si portò davanti all'enorme bara di marmo, color grigio chiaro, posta a pochi metri da quella bianca di Silente, che al confronto, sembrava minuscola. Parlò per svariati minuti, nei quali Harry non poté che dare libero spazio ai ricordi nella sua mente. Quel capanno fuori il castello, l'avventura al primo anno di Hogwarts con Norberto, Fierobecco, i biscotti duri più della pietra, Grop, Thor... Si lasciò andare anche in un accenno di sorriso, che per Hermione e Ginny, parve surreale; erano ormai molte ore che il moro non cambiava espressione. Da quando smise di piangere la mattina precedente, il suo volto si era come paralizzato, sembrava indossare una maschera. Non si vedevano rughe, la sopracciglia non si muovevano. L’unica cosa che faceva capire che era lui, che era vivo, era lo sbattere delle palpebre, seppure anche questo, molto più di rado del normale.
L'uomo, in nero, davanti al corpo immobile del mezzo gigante, continuò a parlare ancora per un po’, con quel tono mono-nota, irritabile e a tratti soporifero. Le parole furono d’un tratto interrotte da un canto, molto più simile ad un lamento, che proveniva dall'acqua del lago: anche la sirene stavano porgendo il loro ultimo saluto, al caro guardiacaccia e professore.
La commozione per quel gesto, risvegliò i presenti assopiti, portando così alla conclusione la cerimonia.
I presenti, seguendo il Ministro, portarono al cielo le loro bacchette e con enorme stupore di tutti, da celeste cristallino, in quella giornata di sole, che pareva stesse prendendo in giro l'umore dei partecipanti al funerale, fu tappezzato di centinaia di fiammelle di colori diversi, raggiunte ben presto da altrettante frecce, scagliate, all’unisono, dai centauri.
Bastarono pochi minuti, dopo quel gesto, e il prato risplendente accanto al lago, si svuotò.
Gli alunni furono subito scortati a scuola dai professori, per permettere ai genitori di portarli via. Harry, dopo aver dato un bacio a Ginny si allontanò, lasciandola con Hermione.
Aveva bisogno di stare da solo, di poter pensare in silenzio, da solo, con i suoi pensieri.
Ben presto, scoprì che non era possibile: <<Harry, perdonami, hai pensato a ciò che ti ho detto? So che il momento non è dei migliori ma abbiamo bisogno di sapere… il mondo magico non può fermarsi, loro non lo faranno!>> Kingsley si era avvicinato a lui portandogli la mano sulla spalla per fermarlo.
<<Lo so… ma… No, no, voglio parlarne con gli altri, Ron, Hermione. È sempre stato così, mi hanno accompagnato in passato e lo faranno ora. Decideremo assieme a loro. La squadra spia può anche aver trovato alcuni di loro, ma io, è lei che voglio! Deve pagare, deve soffrire come sto soffrendo io ora!>> ringhiò il ragazzo a denti stretti, stringendo le due mani fino a formare due pugni. <<È lo farà, ah se lo farà!>> Gli occhi di Harry si sgranarono, e una luce strana si impossessò di quel verde che li distingueva da sempre. La rabbia stava avendo il sopravvento sulla ragione, e niente in quel momento, lo avrebbe calmato.
Le due ragazze, poco prima lasciate indietro, assistendo alla scena, si avvicinarono, e Shackebolt, si congedò rimandano il discorso all'indomani.
<<Harry? Tutto bene? Perché ti stavi innervosendo con il Ministro? >> Ginny era impaziente, voleva sapere. Vedere così il proprio ragazzo la mortificava. Sapeva di non poter far nulla per farlo stare meglio, ma non sopportava l'idea che qualcuno lo facesse agitare ancor di più.
<<Si si, tranquille, sto bene, solo voleva parlare di cose che ora non potevano essere trattate>>
I tre furono poi interrotti dal sopraggiungere di Ron, accompagnato dalla ragazza. <<Ragazzi con George e papà, stavamo pensando di andare ad Hogsmaede, a farci un bicchiere. Credo che non ci sia modo migliore di ricordarlo, voi venite?>>
Harry ancora preso dalla rabbia sbuffò, poi però, annuì, senza parlare. <<Cominciate ad andare, vi raggiungiamo subito>> disse rivolgendosi a Ron ed Hermione tenendo per mano Ginny.
<<Quando fa così, non lo sopporto. Un bicchiere… da pazzi, lo assecondo solo perché così avrò modo di parlare con lui ed Hermione in pace… un bicchiere... ma veramente?>> Ginny ascoltò lo sfogo, non chiese di cosa voleva parlare con loro, poi rispose in tono pacato: <<Comprendilo Harry, fa così, è questo il suo modo di… non pensarci>>
I due raggiunsero gli altri, entrarono e si misero a sedere. Avevano già ordinato quasi tutti, mancavano loro due, Hermione e Bherenike. Dopo aver chiesto a madame Rosmerta le loro bevande, che poco dopo arrivarono, si misero a ricordare vari aneddoti legati al caro amico. Passati una ventina di minuti, Harry chiese agli amici se potevano allontanarsi con lui a parlare ed i tre, uscirono dal pub.
<<Ragazzi, Shackebolt mi ha chiesto se… se siamo pronti per un attacco. Dice che la squadra spia, ha scoperto diversi luoghi in cui si nascondono i seguaci. Secondo voi? Ho detto che avremmo preso questa decisione assieme!>> La rabbia ora, era svanita, ma aveva una decisione negli occhi che era tipica dei momenti chiave della sua vita. Lo stesso sguardo lo aveva avuto anni prima, quando aveva deciso di fondare l'esercito di Silente, quando decise di ritrovare tutti gli Horcrux, e quando, capito che la sua morte era l’unico modo di uccidere Lord Voldemort, aveva scelto di sacrificarsi.
<<Harry>> cominciò a parlare Hermione, <<questa, è una decisione difficile, ma qualsiasi cosa deciderai di fare, io ti seguirò! Che tu voglia attaccare, o aspettare>>
<<Io sono con te amico, facciamo vedere a quella pazza chi è L’ordine della Fenice>> disse Ron con quel tono che solo lui sapeva avere. Lui sì che aveva sempre saputo far stare meglio Harry, lo faceva ridere, o meglio si faceva deridere, era ormai da sempre, l'unico vero amico che avesse mai avuto.
<<Ok ragazzi, stasera scriverò a Shackelbolt, tenetevi pronti a combattere>>
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