Ritorno alla paura
Passarono un paio di giorni dopo la "sorpresa" che Ron presentò agli amici, ma la cosa, passò ben presto in secondo piano. Ginny ed Harry ne discussero per tutto il viaggio di ritorno ed il giorno successivo. Cercarono di trovare le parole giuste per sostenere ed incoraggiare Hermione, palesemente a terra dopo quella sera. Seppur si fossero lasciati, lei, era ancora profondamente innamorata del rosso.
La loro attenzione però fu subito destata. Il nuovo gufo di casa Potter-Weasley, Nunzio, le cui piume erano di un grigio tanto chiaro che al buio pareva bianco e sul cui dorso, per qualche motivo a loro sconosciuto, avevava una macchia che formava una grande "E", portò loro una lettera proveniente da Hogwarts. Quando aprirono la lettera, quella mattina, rimasero particolarmente sorpresi.
Caro Harry e cara Ginny,
Vi scrivo per invitarvi a prendere un thè, qui al mio capanno. Spero voi stiate bene. In attesa di vostra risposta, vi mando un po' delle mie caramelle al mou.
Con affetto, il vostro Hagrid.
Harry afferrò al volo una pergamena, scrivendo subito al mezzo gigante che quel giorno stesso sarebbero andati a fargli visita. Ginny continuò, per tutta la giornata, a cercare di convincere il ragazzo di partecipare al ballo organizzato per festeggiare Hogwarts, scelta come scuola organizzatrice del "Primo convegno mondiale dei maghi contro la discriminazioni razziali" nell'anno successivo.
L'idea del convegno piaceva molto ad Harry ma il ballo, quello proprio no. Odiava anche solo il pensiero.
Nel pomeriggio, così come avevano detto, andarono a trovare Hagrid al suo capanno. Furono accolti con un gran sorriso ed un abbraccio del mezzo gigante che, così come il primo giorno in cui si presentò ad Harry, indossava il solito pastrano, stracolmo di vari oggetti al suo interno.
<<Oh Harry...>> cominciò Hagrid con tono commosso, <<ricordo ancora il primo giorno in cui ti ho incontrato, ti ho sollevato dalla culla... piccolo, indifeso, con i capelli scompigliati, non che sia una cosa strana>> bofonchiò Hagrid.
Il ragazzo si fece paonazzo in volto mentre Ginny se la rideva, neanche tanto di nascosto.
<<Hagrid, come mai hai voluto vederci?>> chiese Harry serrando gli occhi e facendosi d'un tratto serio. <<Così, n-non posso voler prendere un thè con la persona che ha mi fatto scagionare da Azkaban, con quel batuffolo che ho scortato, io stesso, sotto la porta di Privet Drive 4 avvolto in una coperta. Quell'ometto che giorno dopo giorno per anni, mi ha tenuto in considerazione nonostante agli occhi di tutti fossi solo un semplice burbero guardiacaccia?>> lo sguardo di Harry si fece ancor più serio e curioso: <<Hagrid, amici mio, dopo tanto anni ho imparato a leggere i tuoi gesti, le tue espressioni. Da quel giorno, quando poco più che dodicenne, in cui mi invitasti a "seguire i ragni", ho capito che saresti stato una persona troppo importante per me, in quel momento la paura di perdere uno dei più cari amici che avevo, mi portò a fare cose, che mai avrei pensato anche solo di essere un grado di fare, e da quel preciso istante mi sono ripromesso che non avrei mai permesso che ti succedesse qualcosa. Ora detto questo, mi è impossibile non notare quel movimento che fai con il labbro quando menti, e come ti agiti urtando, come hai fatto un istante fa, qualsiasi cosa non sia distante da te almeno un metro e mezzo, quindi per piacere, dimmi che succede. Non costringermi a scoprirlo da solo>>.
Hagrid era lì, fermo, a bocca aperta. Inebetito e inerme, pensava a ciò che il ragazzo aveva detto. Si ricordò tutte le scene descritte da Harry, e anche di molte altre in cui era stato affianco al giovane uomo, che ora aveva dinanzi.
Ginny nel frattempo fissava i due come si guarda una partita di tennis, volgeva lo sguardo dal fidanzato al mezzo gigante e ritorno, aspettando che uno dei due cedesse.
<<Ohh, per la barba di Merlino, a quegli occhi proprio non resisto!
Quando inizi a guardarmi così, ripenso a Silente, a quello che mi diceva su di te e vado in confusione. Ok ti dirò tutto ma non partire in quarta al tuo solito>>
Il ragazzo si fece più avanti con il busto, come a cercare di sentire meglio, e lo stesso fece Ginny. La sensazione di Harry in merito ad Hagrid era più che giusta. Non dissero niente, rimasero lì, in attesa, aspettando che il mezzo gigante iniziasse a parlare.
Dopo qualche istante, continuando a lisciare la sua folta barba, ora quasi totalmente argentea, iniziò a raccontare:
<<Harry, la foresta, come ben sai, pullula di creature. Molte sono affascinanti, altre magari un po' meno, ma in ogni caso tutte a loro modo stupende. Bene, nell'ultimo periodo, o meglio negli ultimi giorni, molte di loro sono in crisi, spaesate e spaventate. Molte fuggono, senza badare minimamente ai miei tentativi di capire cosa stia succedendo.
<<Ma tu hai capito cosa li spinge a comportarsi così vero?>>
<<No Harry, ancora no, sto cercando di capire, ma ancora non sono riuscito a trovare una risposta>>
I tre iniziarono a discutere, cercando di trovare una spiegazione logica a tutti ciò, Hagrid spiegò che anche gli stessi centauri, così come già successo durante il primo anno di Harry ad Hogwarts, erano perplessi, irrequieti. Convinti che qualcosa di molto brutto stesse per accadere.
I tre dopo un'oretta abbondante, una tazza di thè e qualche preoccupazione in più, si avviarono alla porta del capanno del guardiacaccia. Proprio mentre si stavano salutando videro uscire, dal grande portone di ingresso della scuola, una massa informe di ragazzi di diverse età. Guidati, in testa al gruppo, dell'insegnante di Pozioni, Neville. Le urla sovrastavano qualsiasi altro rumore.
I tre corsero incontro al gruppo. Una volta giunti, si affrettarono a chiedere spiegazioni. Neville, con viso palesemente provato, spiegò loro la situazione. <<Un attacco!>> disse, ancora affannato, <<Non abbiamo fatto a tempo a capire da dove arrivassero che già erano andati via>>.
Il ragazzo, la cui voce era ancora ansimante, sembrava terrorizzato. Dava l'idea di essere tornato il piccolo imbranato, arrivato ad Hogwarts qualche anno prima, con il suo rospo in mano, incapace di passare una giornata indenne, senza apparire ridicolo o combinare qualche pasticcio. Pareva proprio essere tornato il ragazzotto, così maldestro, da rompere la tazza da thè, alla prima lezione di Divinazione al terzo anno.
<<N-non so, è stato tutto così...>> Neville non riuscì a terminare la frase perché interrotto dal vocione, grave e preoccupato, di Hagrid: <<Perché siete fuori? Cosa è successo?>>
<<L'hanno uccisa>> sussurrò. <<È morta>> continuò prima di fare una pausa un po' più lunga. <<Erano mesi che vagava per la scuola guardinga, evidentemente sapeva>>.
A questa frase Hagrid non poté non capire, collegò immediatamente. <<Harry è gravissimo bisogna contattare il ministero. Oh Merlino, se ci fosse quel sant'uomo di Silente, ora saprebbe che fare>>
In tutta risposta Neville disse loro che ci aveva già pensato la Mcgranitt. Harry disse a Ginny di aiutare Hagrid e Neville con gli alunni, poi corse immediatamente nel Castello. Varcò il portone e si trovò davanti la preside indaffarata a parlare con Hermione. La cosa lo stupì particolarmente. Perché Hermione era lì? E soprattutto, si resa conto d'un tratto , che ancora non sapeva "chi" era morto.
Proprio mentre stava per avvicinarsi si sentì chiamare. La voce era famigliare, girandosi notò che era Draco Malfoy. Il biondo lo avvicinò e gli disse di essere stato mandato lì dal Ministro per capire cosa fosse successo: <<Mi ha detto che ti avrei trovato qua>>. Harry lo guardò e di sfuggita, prima di rigirarsi verso la preside spiegò di aver chiesto il pomeriggio per poter venire a trovare Hagrid.
<<Harry, Signor Malfoy, siete già qui, per fortuna!>>
La preside era chiaramente sconvolta e gli occhi che per anni avevano terrorizzato Harry, così fini e sottili, ora, erano abbattuti, gonfi, e visibilmente umidi.
<<Preside, posso sapere bene cosa è successo? Non ci sto capendo molto. Ero sul punto di andare via quando mi sono trovato davanti una marea di ragazzi che correvano fuori dal castello, spaventati>>
Dopo qualche secondo di tentennamento, con la voce rotta, e quasi bisbigliando la preside esclamò: <<La professoressa Cooman>> bisbigliò mordendosi avidamente le labbra. <<L'hanno uccisa. Oh, da tempo non andava più in giro per il castello. Solo oggi, dopo diversi giorni è uscita dalla sua stanza, in un orario che non fosse quello di pranzo o cena. Era in biblioteca. Era praticamente solo, tre o quattro ragazzi del sesto anno, e Neville>>
<<E io!>> La voce di Hermione, interruppe quella della preside.
<<Ero nel reparto proibito, stavo facendo delle ricerche, quando, nel silenzio e tepore della biblioteca, ho udito delle grida>> spiegò la ragazza. <<Quando mi sono affacciata ho visto tre uomini incappucciati, con il simbolo che vedemmo sui maghi che ci attaccarono a Roma, rompere la finestra della biblioteca e lanciarsi. Neville li ha rincorsi, poi si è voltato e si è avvicinato a me. Ero china sulla Cooman, ma quando sono arrivata non c'era più nulla da fare...
Harry, come dicevo alla preside, non credo che ci sia più...un posto realmente...realmente sicuro>>.
<<Quello che non capisco è come hanno fatto ad entrare e sparire così facilmente>> ringhiò Harry, mentre Draco annuiva altrettanto perplesso.
I due si diressero verso la biblioteca, seguiti a ruota dalle due donne. Una volta giunti si trovarono davanti il corpo immobile. Harry ebbe un sussulto e per un momento, rimase paralizzato, finché la mano dell'amica, appena poggiata sulla sua spalla, lo destò. Draco, al contrario, spedito è di ghiaccio arrivò a ridosso del corpo. Ebbe la prontezza di chiuderla subito gli occhi; il corpo ancora caldo, non si ribellò più di tanto. Riuscì nel suo intento e, una volta nascosta la pupilla notò che la mano destra teneva stretto un libro, aperto. A quel punto intervenne nuovamente Hermione: <<Ho già visto di che libro si tratta, ho letto anche la pagina su cui era appoggiato il segnalibro. Però, proprio non capisco che cosa ci volesse fare lei, è un libro di incantesimi proibiti. Magia nera... Magia molto potente>>
<<Qualsiasi cosa volesse fare, ora non potrà più!>> Disse con tono fermo Draco, mentre tornava in piedi, senza staccare gli occhi dal corpo, <<dobbiamo portarla via, e avvisare il ministero. Aumenteremo la sorveglianza del Castello, non possiamo permettere che succeda di nuovo>>.
La preside, che ora era tornata la solita pragmatica e acuta donna, storse il naso ma poi annuì. <<Niente dissennatori però, così come Silente, neanche io sono favorevole. E io al contrario suo, non accetterò, mi opperrò con tutte le forze>>
Harry, che contrariamente a Draco non si era proprio avvicinato al corpo esamine della sua vecchia professoressa, si era portato vicino alla finestra rotta, da cui erano scappati gli aggressori.
<<No preside, non ci serviamo più dei dissennatori, ho sbattuto parecchio per questo, assieme a diversi membri dell'ordine, e così sono riuscito. Sono stati aboliti.
Quello che mi chiedevo però è: Come hai fatto a leggere il libro se era fra le sue mani?>> lo sguardo di Harry era rivolto verso Hermione.
<<Si, lo so, ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, ma è stato istintivo. Quando Neville ha portato gli alunni fuori dalla biblioteca beh...>>
I tre lanciarono un'occhiataccia ad Hermione, ma non insistettero più di tanto, l'aveva fatto sicuramente in buona fede. Quello che però non convinceva nessuno dei quattro, era il perché, una donna così titubante e insicura come la Cooman, avesse in mano quel libro. La domanda balenava nella testa di tutti ma solo Draco ebbe la schiettezza di fare quella domanda ad alta voce, si rivolse al collega ma era come se cercasse di essere smentito: << Harry, e se fosse una?>>
<<Non voglio pensarci, aspettiamo. Anche solo... no, mi sembra troppo surreale>>
Gli occhi del moro si fecero piccoli piccoli, mentre la voce arrivò dritta, secca. Era deciso a non infangare il buon nome della donna a tutti i costi.
In quel momento intervenne anche la preside, che altrettanto sicura presa a parlare con un tono di voce che rasentava il gridare: <<Nessuno, è dico nessuno, oserà mettere in dubbio la buona fede di Sibilla finché io sarò presente, nessuno potrà anche solo accennare al fatto che fosse una spia. Ci siamo capiti?>> poi abbassando il tono di voce, portandolo quasi ad un bisbigliio, continuò: <<e nemmeno finché sarete in questa scuola>>.
<<Preside una domanda! Ma perché ha fatto uscire tutti dal castello invece di far rientrare tutti nei loro dormitori?>>
<<Bella domanda Signor Malfoy. Mi è sembrato più opportuno. Non sapevo se fossero ancora nel Castello. Per il bene di tutti li ho fatti uscire assieme agli insegnanti, sperando nel meglio>>.
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