Riposo... "Eterno"

<<Benvenuti! Vi piace la mia umile dimora?>> disse Veronica con tono sarcastico. Nessuno osò replicare, anzi, fu quasi come se nessuno avesse realmente sentito le parole della donna che parlava dall'alto del suo trono. <<Abeforth, ti sembra questo il modo di fare gli onori di casa in mia vece? Non sai quanto ci tengo a queste cose?>>

<<Le chiedo scusa mia signora, non era mia intenzione renderle un disagio tanto grande. Mi sono fatto prendere dall'euforia di averle portato il ragazzo, così come mi aveva chiesto>>.

<<Di questo ne discuteremo dopo Silente, dopo. Ora fatevi pure avanti, facciamo pure le presentazioni>>
Nessuno voleva credere a ciò che stava succedendo, tanto da rimanere immobili ed in un silenzio surreale. In una qualunque altra situazione, chiunque avrebbe parlato, sbraitato, gridato, avrebbe tentato un attacco. Ma in quella, il nulla. Niente, da parte di nessuno.
Molly ed Arthur, alla vista di Ron crollarono in uno stato quasi catatonico, Kingsley ancora non riusciva a credere che il fratello di uno dei suoi più cari amici l'avesse tradito, facendosi svelare ogni sua mossa, per poi utilizzarla contro di loro. Gli unici che realmente non sembravano troppo scossi erano i nuovi entrati nell'Ordine, come Scipius, Rolf e i membri della squadra d'assalto, che né con Ron, né con Abeforth, avevano avuto a che fare più di tanto.

Poi, dal nulla, una voce femminile risuonò secca e decisa nel silenzio della stanza: <<Tu! Tu hai anche avuto il coraggio di venire al funerale di Hagrid, sei stata acconto a noi... Hai anche pianto lacrime finte! Perché? Perché mostrarti solo ora? Perché non agire quando era piu facile?>>
Le domande che pose la Mcgranitt erano le stesse che avrebbero voluto porre i tre ragazzi in ginocchio davanti al gruppo.
Fatto sta che quando udirono la voce della loro ex professoressa di Trasfigurazione, i tre, aiutati da un rinvigorito Neville, si alzarono. Era come se quelle parole li avesse ricaricati di una nuova e più potente energia. Gli occhi di Harry si fecero rossi di rabbia ed i denti iniziarono a digrignare come se fosse sul punto di ringhiare.
Il volto di Ginny si colorò di un rosso intenso e nei suoi occhi, per quanto fossero ricolmi di lacrime, si leggeva una determinazione insolita. L'unica che parve rimanere impassibile, una volta tornata in piedi, fu Hermione.

Il muro di seguaci che si frapponeva tra i membri dell'Ordine e Veronica era spropositato. Saranno stati un centinaio ad occhio e croce ed erano collocati in ogni punto della stanza. La feccia della feccia del mondo magico, rinchiusa in una sola villa.

Ad ogni affermazione o movimento del gruppetto appena giunto in casa, questo muro di cinta, erto a difesa della donna, sembrava pronto a scattare.

<<Sapete, non è stato facile>> disse Veronica, in risposta alla preside di Hogwarts, <<Per niente. Ho provato in diversi modi a dissuadere ognuno di voi, nei modi più disparati, ma la vostra fedeltà a questo essere insulso e fastidioso,>> disse indicando Harry con la mano, <<beh, diciamo che mi ha costretta a varare verso una linea più drastica. Io inizialmente ho provato col diciamo "persuadere" ... Harry stesso e i suoi amichetti. Ma... È stato inutile, quindi, dopo Roma, anche grazie all'aiuto del mio caro e fedele Abeforth, che sì, avete sentito bene, sono anni che fa da spia all'interno dell'Ordine, ho iniziato la mia opera di persuasione su chi circondava Harry. Ho provato invano con uno su cui ero andata a colpo sicuro, Draco Malfoy, acerrimo rivale da sempre del "ragazzo-che-è-sopravvissuto"... Pff... Ma niente, anche lui, integerrimo. Allora mi sono detta, perché non provare con chi gli sta veramente vicino, ma prova dei reali rancori nei suoi confronti? Le alternative erano poche, solo una soddisfava a pieno le mie... Come chiamarle, richieste... Si direi che è il termine esatto! Ho provveduto ad approfondire questi rancori, per trovare qualcosa con cui divertirmi. E così,>> ora era ferma, non parlava più, guardava solo fisso alla sua sinistra, andando poi ad accarezzare il capo di Ron, senza però alzarsi dal suo trono, <<non ho resistito! La voglia di divertirmi a vederti soffrire, mio caro Harry, è stata troppo forte. Al punto che ho voluto esserti proprio vicina mentre succedeva. E così, anche se con un po' di dubbi a priori, ho deciso di venire ha fare un salto fra di voi. Bherenike era il nome della mia nonna materna, l'ho fatto mio e... puf! Ero in mezzo a voi, a piangere il povero, tenero, innocente Hagrid...>>

<<Non nominarlo neanche! Non sei  degna di farlo, anche solo un'unghia di Hagrid era meglio di te>> Hermione era livida, dagli occhi cadevano a fiotti le lacrime e la voce era rotta dal dolore, ma questo non le impedì di interrompere il soliloquio iniziato poco prima da Veronica.
Per tutti, l'idea di aver avuto accanto, almeno una volta, la reale mente che si celava dietro a tutto quel trambusto era stato un trauma, ma mai quanto Harry ed Hermione, che a Bherenike non avevano più pensato dopo la scoperta del tradimento di Ron. Avevano dato per scontato che l'avesse seguito, o che si fossero lasciati, ma nulla li aveva indotti a pensare che potesse essere stato lui a seguire lei.

D'un tratto Veronica che ora, finalmente, aveva un volto sembrava ancor più cattiva, più malvagia. Riuscire a vedere i suoi occhi era la sola cosa che Harry avrebbe voluto, ma ora che se la trovava davanti era inerme.

Veronica si alzò finalmente dal suo trono, mostrandosi nella sua mostruosa bellezza. Draco, dalla sua posizione notò ogni minimo particolare. Con una certa attenzione per tutti i suoi movimenti, si concentrò dapprima sulle scarpe, tacco dodici, rigorosamente nero, su cui penzolava il tessuno della gonna lunga che indossava, dalla quale, grazie ad uno spacco vertiginoso, poteva vederne un'ampia parte di gambe, lunghe e sottili. Per un momento rimase senza fiato. Dalla cintola in sù, la pancia era scoperta, solo una fascia, anche questa nera, come la gonna e le scarpe, ne fasciava il seno e lasciava ben poco all'immaginazione. Quando finalmente gli occhi del biondo si posarono sul viso della donna, notò i capelli, castano scuro, raccolti in una coda, che oscillavano fliudi, mostrando così le spalle da cui saltava all'occhio un tatuaggio particolarmente grande. Se non fosse stata dal lato sbagliato dello schieramento, qualunque uomo del gruppo si sarebbe fiondato ai suoi piedi.

<<Io direi... bando alle ciance, giusto Harry?>> Veronica ora stava in piedi, accanto a Ron, con una mano stretta in quella del rosso, mentre con l'altra giocava con i capelli del ragazzo, <<sei qui per un motivo giusto? Allora che aspetti? Non vorrai dirmi che dopo tutte le morti che hai causato ora ti stai creando problemi?>>

<<Lui non ha causato nessuna morte, nessuno è mai morto a causa sua!>>

<<Ah, davvero preside? Né è convinta? Le faccio l'elenco se vuole? James, Lily, Sirius, Silente, Lupin, Tonks, Fred, Colin, anche la piccola... se non sbaglio si chiamava Edvige, per non parlare di Moody, o ancora della tua cara professoressa Sibilla, o ancora quel Piton, lui addirittura, come voi, pensava di potermi soggiogare! Ah, poi c'è il ciccione, quel mezzogigante, convinto di poter fare chissà cosa, Hagrid giusto? Se non sono morti tutti a causa sua, di chi?>>

<<Nessuno di loro è morto per colpa di Harry!>> ora era stata Hermione a rispondere con la rabbia nella voce, avanzando anche di qualche passo, con aria di sfida.

<<La piccola saccente. Mancava la sua visione utopistica del mondo in effetti!>> Veronica continuava a deridere le risposte alle sue affermazioni. Quello che però notò Scipius, rimanendone colpito, fu l'assenza di reazioni da parte dei seguaci di Veronica, la sensazione era di avere davanti agli occhi dei burattini. Qualunque altro esercito avrebbe almeno assecondato con delle risate i tentativi di schernire l'avversario, invece nulla. Tutti, tranne Ron e Abeforth, erano fermi, con i soli petti, a gonfiarsi e svuotarsi scandendone il respiro, ma senza avere nessuna espressione. Immobili, a capo chino verso il pavimento, senza il benché minimo segnale di essere presenti a loro stessi.

<<La mia non è utopia, la mia è la visione della realtà. Nessuno è mai morto per Harry. Loro sono morti per salvare il mondo da un pericolo enorme come Voldemort. Lui si che era un pericolo, lui, aveva il coraggio di mostrarsi da subito, non come te!>>

<<Ah, ah, ah, davvero simpatica. Peccato che quello che non sai, è che Voldemort agiva sotto il mio influsso. Ero io a muovere le fila dietro di lui, ero io a gestire il tutto. E se forse non lo sai, anzi sicuramente nessuno di voi lo sa, proprio perché siete troppo tronfi, se voi non vi foste opposti a lui, nessuno di quelli che voi consideravate "amici" sarebbe morto. Sicuramente sarebbe stato un clima di terrore, fantastico tra parentesi, ma non sarebbe morto quasi nessuno. Io non lo capisco, davvero non ci arrivate?
Davvero non avete compreso di essere voi il reale problema? Sul serio non avete compreso quanto la voglia di fama e di gloria, di quel ragazzino insulso che tutti spacciano per eroe, sia la vostra rovina? Vi rende suoi schiavi... dei burattini. Un esercito del male, ecco cosa siete!>>

<<Ora basta, non accetterò altro, non ti permettero di infangare ancora il suo nome, la sua buona fede, né tanto meno la nostra, se è uno scontro che vuoi, è quello che avrai!>>
E così, con la stessa facilità con cui aveva parlato, Molly Weasley diede inizio allo scontro del secolo. La scia schizzò fuori dalla bacchetta, diretta verso Veronica, ma non giunse mai a destinazione: uno dei seguaci, che solo in quel momento, finalmente, avevano alzato il capo da terra, lanciò un incantesimo di protezione, facendo finire l'incantesimo di Molly sul soffitto.

Fu un attimo. La guerra prese subito piede, nel giro di secondi cominciarono scontri ovunque. Il salone, dapprima punto centrale dell'incontro-scontro, ora era solo uno dei tanti punti in cui incalzava il combattimento.

Harry fu afferrato dalla spalla da Scipius, seguito a ruota da Kingsley. Come era stabilito, il loro obbiettivo era di arrivare da Veronica per poterla affrontare. Davanti a loro Neville, Vitius e Seamus cercavano di aprire un varco fra i seguaci, benché la cosa risultasse tutto fuorché facile. I seguaci parevano moltiplicarsi ad ogni tentativo di attacco.

Nello stesso momento, dalla parte opposta, la preside Mcgranitt, affiancata da Rolf Scamander, Luna e Ginny, stavano affrontando a viso aperto un manipolo di seguaci. La scia degli incantesimi illuminava di verde, rosso e giallo l'intera stanza.
Abeforth ed i fratelli Lestrange erano i più attivi fra i loro, continuavano a ferire e far indietreggiare i vari membri dell'Ordine che si mettevano sulla loro strada.

Molly, Arthur, Fleur e Bill invece erano impegnati a cercare di arginare l'ingresso di nuovi seguaci nella stanza: piazzati davanti alla porta a vetri, facevano da muro. George, Charlie, Draco ed Astoria li stavano alle spalle, per evitare che venissero attaccati dall'interno.

La sola che, ad una prima vista era ferma, senza agire realmente, era Hermione. La ragazza stava lì, a pochi passi dal centro della stanza, senza muoversi.

In realtà era ferma a guardare dritta a sé: ad una decina di metri da lei, in piedi, con un ghigno di superiorità e spavalderia, c'era Ron. Tutto avrebbe potuto affrontare la ragazza, meno che quello. Lui, proprio non poteva.

Al contrario della ragazza, il rosso non pareva essere delle stesse vedute. Con una velocità disarmante alzò la bacchetta. Le labbra si mossero appena, ma era chiaro quale incantesimo avesse lanciato. Gli occhi di lei si sgranarono, ma era pietrificata, non riuscì a muoversi, rimanendo lì, in attesa che il ragazzo che da che aveva memoria, aveva sempre amato, la portasse al riposo eterno.

Per un istante, pensò che fosse anche meglio così. Finalmente avrebbe avuto il tempo di tirare i remi in barca e rilassarsi, da quando aveva scoperto di essere maga praticamente non era mai successo.

Dopo la ricerca di chi voleva rubare la pietra filosofale, dopo il diario di Tom Riddle e l'apertura della camera dei segreti. Dopo un anno intero a proteggere Harry da quello che poi scoprimmo essere il suo padrino...
Sono riuscita a sopportare anche il torneo tremaghi e la rinascita di Voldemort, la scoperta dell'esistenza dell'Ordine della Fenice e la lotta contro il ministero, la scoperta dell'esistenza principe mezzosangue e la morte di Silente. Ho cancellato la memoria dei miei genitori per portare a termine la ricerca dei doni della morte e affrontare la grande guerra e poi? Poi è cominciato il periodo delle ricerche del quarto dono. Ora me lo merito. Ora è il momento di fermarsi! È giunta finalmente la fine di tutto questo correre dietro a qualcosa o qualcuno. È finalmente la fine.

Un bagliore verde, seguito a ruota da uno giallo, illuminò il centro della stanza.

La ragazza cadde a terra, sdraiata sul fianco destro. Immobile. Gli occhi aperti, la bocca appena socchiusa, come se da un momento all'altro potesse uscirne qualche parola.

L'amore, quell'amore che tutti avevano proclamato come una virtù che poteva permettere la vittoria su tutto, aveva appena ucciso Hermione. Lasciando di lei, solo un corpo inerme, ancora caldo, ma destinato a diventare gelido come il cuore di chi l'aveva uccisa.

Ora il futuro, quello che tutti conoscevano grazie a Rose, Albus e Scorpius, era definivamente andato. Niente di quello che pensavano potesse accadere, sarebbe stato più possibile.

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