Recenti...Segreti!!!
Passarono cinque giorni, era l'otto maggio quando, a casa di Ron, dove ormai viveva anche la sua ragazza, Hermione, si smaterializzò Harry. Cercava proprio loro due, ma non solo, voleva Ginny. Doveva parlare con lei, spiegarle tutto, chiederle scusa per essere sparito. Aveva bisogno di lei più che mai, ma sapeva che gli sarebbe servito anche, e soprattutto, l'aiuto della mente geniale di Hermione.
‹‹Harry, finalmente! Ma dove sei stato? Ginny stava per impazzire, e sia io che Ron eravamo preoccupati!››
Proprio mentre la riccia pronunciava queste parole, una luce si accese su gli occhi di Harry che aveva voltato lo sguardo alla sua sinistra. Ginny era entrata nella stanza. Era stupenda, come sempre. Harry per un attimo assunse un'espressione da pesce lesso, poi si riprese e le corse incontro prendendola in braccio. Lei era entrata nella stanza sentito il baccano, ma in viso era cupa. Quando lo vide, appena poco dopo essersi smaterializzato, l'espressione diventò rabbiosa, ma non appena Harry la prese in braccio, sollevandola dai fianchi e facendola roteare, non seppe trattenersi e scoppiò in delle lacrime dalla gioia.
Salutata come dovuto la propria ragazza e i suoi amici, e raccontato approssimativamente quei 5 giorni, il ragazzo ritrovò la cupezza che lo aveva accompagnato nella sua assenza.
‹‹Ragazzi la situazione credo sia seria. So che sembrerà assurdo, ma ho una cosa che mi assilla e mi serve il vostro aiuto per capire, da solo non ci sono riuscito, è strano, è confusionario››.
‹‹Harry, comincia dall'inizio››. Dissero Ginny ed Hermione all'unisono con tono pacato e preoccupato allo stesso tempo.
‹‹Allora, mentre spezzavo la bacchetta di Sambuco, mi sono sentito strano, ma non vi feci caso. Poi, però, mentre entravamo ad Hogwarts, se avete notato, mi sono fermato per un attimo, fissando un punto davanti a me. Lì c'erano Neville e Luna, ma io non stavo guardando loro. Pur non credendoci neppure io, dinnanzi ai miei occhi, Silente››.
‹‹Chi?!?›› La voce di Ron rimbombò nella stanza.
Harry continuò come nulla fosse:
‹‹Sì, Silente. A quel punto mi sono guardato attorno per capire se lo vedevo solo io e lui ha annuito, lì ho capito che non mi serviva parlare, mi leggeva nella mente. "Fidati del tuo istinto e segui i tuoi pensieri più "remoti" e " segreti" loro hanno sempre ragione mio caro Harry"››. Ricostruì ciò che aveva voluto comunicargli in quel breve attimo.
‹‹Io lì per lì non capii, ma quando la visione di Silente svanì, mi resi conto che, mentre spezzavo la bacchetta di Sambuco, avevo acquisito un suo ricordo e questo, ragazzi, è il reale problema. Proprio quel ricordo è il problema››.
Continuò, poi, senza fermarsi.
‹‹Nei giorni scorsi sono riuscito a metterlo a fuoco e, immediatamente, sono venuto qui››.
I ragazzi lo fissavano era chiaro volessero parlare, ma la paura di interromperlo era più forte della voglia di fare domande.
‹‹Nel ricordo era come stessi usando il pensatoio, praticamente ero Silente, seduto alla scrivania del suo ufficio di Hogwarts, e leggevo una lettera. C'era scritto:
Caro Silente, ho una notizia non molto lieta da darti; nei giorni scorsi, nell'ambito di un inseguimento, un mio caro amico Auror si è imbattuto in una pergamena molto particolare, era accartocciata all'interno di un cassetto di una scrivania rotta in molti pezzi, e si trovava in una casa abbandonata nei pressi delle campagne di Birmingham. La lettera parla di leggi, ma, soprattutto, dei DONI DELLA MORTE. Caro Silente, dobbiamo vederci, devi leggerla .
A presto, D.F.››
Il ragazzo si fermò, la storia era finita.
‹‹Ahhhh, miseriaccia Harry, è una cosa successa chissà quanto tempo fa, scritta da qualcuno che non sappiamo chi è e riguarda chi sa cosa sui doni della morte che ormai sono stati separati, anzi la bacchetta è stata distrutta, che può esserci di pericoloso?››
‹‹Ron, parli sul serio? Come fai a non capire che Silente ha praticamente detto a Harry il contrario di quello che stai dicendo?››
Vedendo Ron ed Hermione bisticciare Harry e Ginny sorrisero, ma poi li fermarono prima che si uccidessero.
Harry, dopo averli divisi, spiegò a Ron per bene la situazione che capì solo dopo alcuni minuti, poi riprese a parlare con tutti i presenti. La lettera doveva essere da qualche parte in cui Silente sapeva che Harry avrebbe potuto trovarla, ma dove? I quattro sospirarono e si zittirono per istanti lunghi anni, finché ad Hermione si illuminarono gli occhi.
‹‹Ma certo... Hogwarts...Harry, ripeti ciò che ha detto Silente, parola per parola, più precisamente possibile!››
Harry tentenno un istante, poi parlò:
‹‹Ha detto “fidati del tuo istinto e seguì i tuoi pensieri più remoti e segreti”. Anzi no. “I tuoi pensieri più RECENTI E SEGRETI”. Certo Hermione! Sei un genio! La Camera dei Segreti! Con “recenti” voleva che io pensassi a qualcosa che avevo vissuto. Che cretino, non "remoti", ma "recenti">>.
Hermione lo abbracciò e disse:
‹‹Esatto Harry, la Camera dei segreti››.
A quel punto Ron, Hermione ed Harry erano in piedi già pronti a partire, ma si voltarono e videro Ginny ferma sulla sedia su cui si era seduta con le braccia incrociate e lo sguardo distaccato.
‹‹Che c'è? Non crederete che io venga con voi lì dentro? Proprio io? No grazie, io passo!››
Ginny non voleva saperne, ma a quel punto Harry le si avvicinò, le fece una carezza sul braccio e poi sul viso.
‹‹Se non te la senti ti capisco, ma nè io nè Ron permetteremmo mai che ti succedesse qualcosa. Piuttosto la morte, amore››.
Ci ripensò su e decise di andare con loro. Non riusciva a dire di no è quegli occhi verdi così intensi.
I tre si incamminarono e si indirizzarono verso Hogwarts. Arrivati si diressero correndo verso l'ufficio del preside. Una volta raggiunto, aprirono la porta senza preoccuparsi di bussare. Nell'ufficio trovarono la preside intenta a leggere un libro babbano sotto lo sguardo fiero dei quadri dei vecchi presidi di Hogwarts. Ogni tanto le piaceva dilettarsi in letture babbane che parlavano di magia e cosa simili, si faceva un sacco di risate. Quando alzando lo sguardo vide i quattro ragazzi fissarla, non fece un movimento, rimase impassibile, abbassò leggermente gli occhiali da lettura fin sulla punta del naso e prese a parlare cercando di capire cosa volessero.
‹‹Preside, avremmo il desiderio di visitare il castello. Vorremmo rivivere, con un po' di spensieratezza, i nostri anni qui prima di cominciare la nostra vita da adulti.
Harry sputò fuori le parole mentre allargava il collo della maglia che sentiva stringersi al collo. Sperava che la preside ci avesse creduto, non volevano raccontare a nessuno quello che stava succedendo.
‹‹E la signorina Weasley? Lei deve ancora finire gli studi! Potter, il fatto che lei, la signorina Granger e il signor Weasley abbiate saltato un anno di scuola, non vi autorizza a farlo fare anche alla signorina Weasley, ricordatelo!››
Dopo quell'affermazione, però, mosse la mano in sù un paio di volte indicando la porta.
‹‹Sù, sù! Andate prima che cambi idea!!››
I quattro uscirono correndo dalla stanza. ‹‹Chissà cos'hanno in mente stavolta››.
La voce della preside era rivolta ai due quadri alla sue spalle. Piton e Silente la scrutavano sorridendo. Il quadro del preside Serpeverde era stato proprio Harry a volerlo appeso là e alle preside era sembrato più che giusto.
‹‹Se la sarà bevuta?›› Chiese Ron col fiatone
‹‹Beh sembrerebbe di sì!›› risposero Ginny e Harry.
‹‹Speriamo bene!›› concluse Hermione.
Erano da poco in cammino quando giunsero all'entrata della Camera dei segreti. Dopo tanti anni, ormai, conoscevano il castello come le loro tasche, anche grazie alla Mappa del Malandrino e all'aiuto di Fred e George che avevano conosciuto ogni passaggio segreto del castello.
I quattro si strinsero la mano e si guardarono come a cercare di farsi forza l’un l’altro, poi Harry pronunciò le parole in serpentese necessarie ad aprire la porta e, quando questa si spalancò, entrarono.
Allora ragazzi la storia comincia a prendere piede e soprattutto forma spero vi piaccia. Se si una stellina ogni tanto è gradita come anche i commenti sia positivi che negativi. Magari più positivi😉😉😉
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