Ora o mai più...
‹‹Ora o mai più signora Mcgranitt››.
‹‹Le diamo la possibilità di spiegarci cosa sta succedendo, prima che Ron usi questa su di lei!››
Ron sentì la ragazza parlare e la vide indicare la boccetta che le sue mani stringevano tanto forte da avere la sensazione di spezzarla da un momento all'altro. Non aveva mai visto la propria ragazza così arrabbiata e decisa allo stesso tempo, si è sempre stata un peperino so-tutto-io, ma questa volta era diversa. I suoi occhi parlavano, gli sembrarono in fiamme, e la parole evidentemente false della preside non fecero che alimentare quell'inferno nei suoi occhi, aumentando a dismisura lo stato di nevrosi e isteria della riccia. Erano ormai due ore che facevano praticamente il terzo grado alla Mcgranitt, sotto gli occhi allibiti dei quadri raffiguranti Piton e Silente, ma non avevano cavato una solo parola sincera dalla donna.
‹‹Preside, il nostro prossimo appuntamento è tra tre giorni, quindi se non l'ha capito abbiamo tuuuutto il tempo›› esclamò il rosso battendo le mani sulla scrivania assumendo un'aria di sfida, poi calmandosi e sorridendo esclamò: ‹‹se lei però, non vuole fare una brutta fine per colpa della riccia qui affianco a me, le conviene parlare. Alla fine ci conosce, sa che io sono innocuo ,ma sa anche, che la signorina Granger lo è molto meno››.
‹‹Signor Weasley, crede davvero che giocare al poliziotto buono e la poliziotta cattiva possa spaventare una donna navigata come me?››
‹‹Beh io non direi proprio››. Un sorriso diabolico fece la comparsa sul viso della donna che continuò: ‹‹Questi giochetti li faccio io ai miei studenti da anni, prima con silente, ed io ero la buona, ora con il professor Lumacorno, ed in coppia con lui, io, sono la cattiva!››.
Ron deglutì, si passò la mano fra i capelli e aspettò una reazione di Hermione, che però tardava ad arrivare. Dopo diversi minuti di interdizione nel silenzio:
‹‹Ora basta! Incarceramus!››
Hermione abbassò la bacchetta ancora fumante.
‹‹Herm ma che hai fatto?››
‹‹Zitto Ron! Risponda solo a questa domanda: È un Incanto Fidelius?
‹‹Un che?›› Il volto di Ron si fece pallido, impaurito da quella parola che proprio non conosceva, ma che a sentirla gli fece battere il cuore per lo spavento.
‹‹Vede signor Weasley, la sua ragazza è un piccolo genietto e ha ben capito il perché io non parlassi. L'incanto Fidelius è un incantesimo molto complesso che permette ad un mago di trasferire un'informazione dentro una sola persona, che viene chiamata Custode Segreto; in nessun modo l'informazione può essere estorta al Custode Segreto, tanto meno con una Veritaserum, a meno che quest'ultimo non la riveli di sua spontanea volontà, quindi, quella boccetta che stringe fiero fra le mani, è inutile››. La preside, nonostante immobilizzata, ora sembrava diventare più grande agli occhi dei ragazzi. ‹‹Inoltre beh la mia volontà è chiara no? L'unica cosa che posso e voglio dirvi, è che dovreste essere fieri della persona che ha utilizzato questo incantesimo››.
‹‹Cioè vuole dirci che la conosciamo? Chi è? E perché se la conosciamo non ci aiuta?››
‹‹A meno che non sia quel viscido di Draco Malfoy. L'abbiamo vista mentre confabulava con lui prima! Ma anche se fosse perché dovremmo essere fieri di quel traditore?››
Una risata attraverso le loro orecchie fermando per un attimo il loro battiti, quando ripresero sentirono la preside continuare:
‹‹Mai intuizione fu più errata signor Weasley!››
‹‹Ron andiamo, credo sia inutile continuare, forse Harry avrà maggior fortuna››.
Ron abbassò lo sguardo, ancora dubbioso, ma sapeva di doversi fidare della propria ragazza, si incamminarono verso la porta. Giusto prima di uscire Hermione si voltò, fece due passi verso la preside alzò lo sguardo, le fiamme erano scomparse erano state spente dal mare che ora sembrava uscire dai suoi occhi:
‹‹Preside, un'ultima domanda!››
‹‹Ditemi signorina Granger!››
‹‹È buona o cattiva?›› Con la voce rotta e con una strana espressione in viso, tra il rassegnato ed il felice, tra il soddisfatto e lo spaventato, fece la domanda alla donna.
‹‹Vedo che finalmente l'obbiettività ha ripreso il sopravvento, è buona Hermione, è buona!››
La donna sorrise, questa volta un sorriso angelico, quello che farebbe una mamma orgogliosa alla propria figlia, le spalle fecero come per muoversi, non riuscendovi. Voleva abbracciarla. Era chiaro che se non fosse stata ancora sotto l'effetto dell'Incarceramus certamente lo avrebbe fatto.
Un sapore salato arrivò al cervello della ragazza, solo in quel momento si rese conto che i suoi occhi erano annegati nelle lacrime, ma il suo viso era rilassato, niente rughe, le labbra non erano tese anzi disegnavano uno splendido sorriso, l'unica cosa a muoversi sul suo volto erano le gocce che cadevano dalla sue ciglia, erano lacrime di gioia. Lei, solo lei, aveva compreso ciò che sfuggiva a Ron, Harry e Ginny. La preside era ancora dalla loro parte.
Lo era, come lo era sempre stata.
‹‹Finite Incatatem››.
Si voltò nuovamente, camminando sospirò. Non era ancora in grado di accettare che lei la abbracciasse, era ancora arrabbiata con lei per non essersi spiegata prima. Quando uscirono dalla stanza e la porta si chiuse Hermione si chiuse in un silenzio ambiguo ma Ron non ebbe il coraggio di chiedere nulla. Era ancora troppo confuso e nonostante anche lui meritasse di sapere non voleva far nulla che ferisse la propria ragazza, la prese per mano cercando di farle capire tutto in un solo gesto: io ci sono, non sei sola, non chiederò nulla ma sappi che quando vuoi puoi palare.
L'unica cosa che disse, sperando di essersi espresso già abbastanza nel silenzio del suo gesto, fu quella che era sicuro la ragazza volesse sentire:
‹‹Andiamo a casa?››
‹‹Si amore, andiamo!››
‹‹Ah Ron...››. ‹‹grazie!››.
Le labbra del rosso si sollevarono da entrambi i lati, Hermione aveva capito e lo stava ringraziando.
I due si incamminarono verso la tana. Lì, trovarono la madre ed il padre di Ron, che corsero ad abbracciarli. Ormai era una consuetudine, loro correvano ad abbracciarli, Ron si scansava ed Hermione in maniera distaccata si prendeva l'abbraccio alzando gli occhi al cielo. Quella volta però i due non seppero resistere e si sciolsero tra le braccia dei signori Weasley.
‹‹Che dolci sono arrivati i piccioncini!››.
Molly ed Arthur furono seguiti da George, che non seppe astenersi dalla solita battuta idiota.
In pochi istanti a Ron si fece il collo cominciò a gonfiarsi così come le tempie, gli occhi si socchiusero e la lotta fra mascelle e mandibole fu chiara a tutti, la rabbia come sempre stava prendendo il sopravvento sul giovane, Hermione al contrario, rimase insolitamente impassibile, si aggiustò la magliettina rosa che indossava, si avvicinò a George e con un sorriso malefico:
SBAM!!!!!
‹‹Aiohhhhh!!! Ma sei pazza? Mi hai fatto male!››
‹‹Ah si? io non ho sentino niente! Beh, la prossima volta ti aspetta la stessa cosa, ma sull'orecchio monco››.
La minaccia della riccia arrivò chiara al fratello maggiore di Ron, che per un attimo, rimase paralizzato, in un silenzio che a lui poco si addiceva. Dopo essersi guardati Ron e genitori scoppiarono in una fragorosa risata, a cui si aggiunsero anche Hermione e lo stesso George, anche se fu Ron a godere di più nel vedere il fratello maggiore finalmente umiliato, se poi da Hermione, ancora meglio.
Il rosso prese coraggio, guardò la riccia ridere, le si avvicinò, la tirò a sé e la baciò. Per un secondo calò nuovamente il silenzio, ma come successo precedentemente questo durò poco, questa volta spezzato da un applauso. Nel frattempo si erano uniti allo spettacolo diverse persone presenti alla tana giusto in tempo per vedere il bacio e aumentare il numero della mani che applaudirono i due innamorati. Il bacio però durò tanto da portare gli spettatori ad applaudire ma poi anche stancarsi di farlo e ridirigersi alle attività che stavano svolgendo prima dell' avvenimento della giornata.
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