Mal comune, mezzo gaudio

Durante tutto il tempo in cui Scipius e Kingsley spiegarono il piano ai membri dell'Ordine, Harry rimase con lo sguardo fisso su Barrius, l'uomo appena arrivato, conosciuto anni prima da Hermione in Italia, che per qualche ragione lo incuriosiva tanto da non staccargli gli occhio di dosso, neanche per un istante.

L'uomo non disse una parola, solo una volta bisbigliò qualcosa ad Hermione, per poi tornare ad ascoltare in silenzio lo stratega.
Al termine della riunione si scoprì che era stato contattato da Arthur e Molly Weasley, nel corso del loro viaggio, su suggerimento di Hermione.

Quando finalmente ne ebbe la possibilità, Harry si avvicinò all'uomo.

<<Le chiedo scusa, possiamo parlare un secondo da soli?>> Harry era deciso a capire perché il suo istinto gli dicesse di indagare su quell'uomo.
<<Ma certo, mi faccia strada!>> gli rispose Barrius.

Harry lo fece accomodare in cucina, chiuse la porta dietro di sé e si accomodò davanti a lui. Non ebbe il tempo di fare alcuna domanda perché Barrius subito lo anticipò:

<<Posso darti del tu, vero?>> chiese con cortesia l'uomo che, effettivamente, come diceva Hermione, ricordava molto Silente; tanto nei modi di fare quanto fisicamente. Per un istante Harry si chiese addirittura, quasi fosse una speranza, se avesse anche le stesse capacità magiche del suo vecchio preside. In quel caso, molti dei suoi problemi sarebbero potuti essere risolti.

Certo era che se fosse stato vivo Silente, così come era stato con Voldemort, per chiunque sarebbe stato più difficile avvicinarlo.

<<C-certo... Voglio dire, si senta libero di farlo!>>

<<Sono sicuro che hai molte cose da chiedermi, però ti avviso fin da ora, ad alcune delle tue domande, purtroppo, non saprò rispondere. Per tutte le altre, se saprai porle nella maniera giusta sarò felice di fare un tentativo>> Terminato di parlare, Barrius incrociò le mani, accavallò la gamba destra sulla sinistra, e si mise comodo sulla sedia.

<<Ok... Vediamo... Sì!
Come mai ha deciso di venire fin qui dall'Italia? Perché ha accettato di venire ad aiutarci? E soprattutto, perché ho l'impressione che qualcosa in lei mi sia familiare?>>

<<Oh... dritto al punto, proprio come ti ha descritto! Comunque le domande che mi hai posto sono tre ma le prime due hanno la stessa risposta!>> un sorriso fece comparsa sul viso di Barrius, palesemente segnato dalla stanchezza e dall'età, proprio mentre una ruga di nervosismo assaliva la fronte di Harry.
<<Che significa? Chi mi avrebbe descritto, e perché lei sa così tanto su di me?>> la ruga ora si era tramutata in vera e propria rabbia e le mani erano strette sulle proprie gambe, come se si stesse trattenendo dall'assalire il suo interlocutore.

<<Ok ok... Una cosa alla volta. Partirò dal principio, però sii gentile, non interrompere questo vecchio, stanco e malandato. Sarebbe davvero complicato spiegare tutto, dovendo contemporaneamente rispondere ad un interrogatorio. Per te va bene?>>
Harry, le cui mani fremevano dalla voglia di afferrare la bacchetta, si limitò ad annuire con il capo, cercando però, di non perdere mai il contatto con gli occhi dell'uomo.

<<Dunque, per prima cosa risponderò alla tua prima domanda: sono qui perché è giusto così. Il male è comune, non riguarda solo Londra, né solo te. È un problema per tutto il mondo magico, e chi non l'ha capito, potrebbe pagarne le conseguenze.
Per il resto, è giusto che ti spieghi tutto partendo dall'inizio. Ora... Devi sapere che la mia dimora adesso è in Italia, così come ho accennato prima, e come ti avrà sicuramente detto la nostra amica comune Hermione, ma le mie origini sono tedesche, più precisamente provengo da un paesino vicino Amburgo. Da giovane, frequentai la versione tedesca di Hogwarts, e lì, entrai in contatto con un mago dalle grandissime doti e con una visione del mondo che mi affascinò fin da subito. Diventammo subito amici, molto amici. Tanto che negli anni a seguire passavamo addirittura le vacanze di Natale e Pasqua, uno a casa dell'altro. Col passare del tempo, nonostante avessimo visioni contrastanti su molte delle sue idee, mi convinsi che sarei riuscito a farlo ragionare. Purtroppo, e qui col senno di poi ammetto il mio sbaglio, non fu così. Quando arrivammo entrambi all'età di sedici anni, questo amico ormai era deciso ad agire secondo il suo credo e così, pur avendo io cercato di persuaderlo diverse volte, fu espulso dalla scuola. A distanza di qualche giorno, quello che era allora il preside della scuola, mi convocò nel suo ufficio con urgenza: il villaggio babbano dove abitavo con i miei genitori, era stato distrutto. Dopo diverse ore, quando ormai era sicuro per la mia incolumità, mi fu concesso finalmente di partire alla volta della mia città Natale. Lo spettacolo che mi ritrovai davanti fu impietoso. Tutto era stato bruciato, l'intera popolazione... Sterminata>>
Harry vide chiaramente gli occhi di Barrius riempirsi di lacrime, ma allo stesso tempo, notò la lotta interiore dell'uomo, che provava in tutti i modi a trattenersi. Solo a quel punto, un po' per soggezione, un po' per rispetto, Harry cessò il contatto visivo, dando al vecchio la possibilità di asciugarsi il volto. Fu un attimo, quando Harry rialzò lo sguardo l'uomo aveva ripreso la lucidità e serenità che aveva mostrato precedentemente, per ricominciare a parlare:
<<Fra tutti gli abitanti, solo in due eravamo rimasti in vita: io, che appunto ero a scuola, ed un ragazzino nato nel villaggio, che poi scoprii essere a sua volta un mago.
Preso dalla disperazione mi avviai alla casa dei miei genitori e quando la vidi, la rabbia e lo sconcerto si impossessarono di me. Sulle macerie di quella che era stata la mia dimora fino a quel giorno, un simbolo, lo stesso simbolo che poi, dai posteri, venne tramandato come il marchio dei "doni della morte".
E ora, caro Harry, in un certo qual modo, entri in gioco tu!
Negli anni a seguire, conobbi una persona che, come me, era stata molto vicina all'assassino dei miei genitori, e da lui venni a sapere che erano stati uccisi e torturati, che non erano semplicemente morti nella distruzione del villaggio. E sai perché? Semplicemente perché provarono ad opporsi a quello sterminio. Erano gli unici maghi e, come tali, si sentirono in dovere di provare a fermarlo. Erano passati molti anni da quel tragico avvenimento. Anni in cui mi dissi che erano stati uccisi perché maghi, uccisi perché deboli. Alla loro morte, mi ripromisi di diventare più potente, di accrescere le mie capacità, per vendicarli e per dimostrare al mondo che io non ero debole. Così imparai tanto. Mi allenai per avere la possibilità di sconfiggere quel ragazzo con cui ero cresciuto e che non aveva avuto nessun rimorso nell'uccidere le persone che lo avevano fatto entrare in casa loro, con tanto amore... Purtroppo, o forse per fortuna, non ebbi mai la possibilità di sfidarlo. A farlo fu la persona che poi, senza volerlo mi rivelò tutto quello che ora ti ho detto.
Lo scontro tra i due fu epico, tanto da essere definito il più grande e importante del secolo.
Silente contro Grindenwald. Chiunque abbia vissuto quel periodo, ricorda la gioia per la vittoria del tuo ex preside su quello che allora era il più pericoloso mago oscuro mai esistito. Io, invece, ricordo solo la rabbia di non essere stato al posto del buon vecchio Albus.
Negli anni in cui ebbi la fortuna di conoscerlo, imparai molte cose, ne scoprii altrettante, ma soprattutto, venni a conoscenza della tua storia. Di quella saetta sulla tua fronte abbiamo parlato molto, cercando le più disparate motivazioni.

L'unico al mondo a sopravvivere all'anatema che uccide.

Con fatica, impegno, e un pizzico di fantasia, arrivammo finalmente ad una conclusione: l'Amore di tua madre ti ha salvato la vita. Ha creato uno scudo che neanche Voldemort avrebbe potuto disintegrare, e così la tua storia mi fece pensare alla mia. Certo, io ero molto più grande quando rimasi orfano, ma le circostanze in cui tu hai perso i tuoi genitori, beh, mi fecero pensare alle mie. La voglia di vendetta di entrambi, ci ha accomunati.

Silente, prima di morire, mi scrisse una lettera che porto sempre con me. Non c'erano grandi parole, né grandi spiegazioni. Mi scrisse poche righe nelle quali si diceva convinto della tua riuscita su Voldemort e che un giorno, non troppo lontano, saresti stato nuovamente in pericolo. Si raccomandò, quando sarebbe venuto quel momento, di essere al tuo fianco, aiutandoti nell'impresa che avresti dovuto sostenere. Terminò la lettera con una frase che mi lasciò pensare molto negli anni a venire:

"Caro Barrius, non provare pietà per i morti. Provane per i vivi, soprattutto per chi vive senza amore, almeno finché non sarà la morte stessa a bussare alla tua porta".

Inizialmente non capii ovviamente, ma quando Hermione mi ha raccontato cosa stava succedendo, beh, fare due più due non è stato difficile...>>

<<Aspetti... quindi, lei... È stato amico e compagno di scuola di Grindenwald?>>

<<Oh Harry, ti prego di darmi del tu, ti ho appena raccontato la mia vita, per sommi capi sì, ma è tutta la mia vita. Dammi del tu!
Comunque non so se sia stata una fortuna o un fardello, ma sì! È stato un mio grande amico durante gli anni della scuola>>

<<Ma lei... Cioè, voglio dire, ma tu perché hai deciso di seguire le parole di Silente, cioè, saresti potuto rimanere in Italia, in tranquillità, senza rischiare la tua vita>>

<<No Harry, per prima cosa, come ho già detto prima, il problema non è solo tuo, o di Londra. Il problema è di tutti. E poi, Silente è stato un mio grande amico, una persona carissima per me. Seppur con distanze proibitive, la nostra amicizia è stata quasi fraterna. Mai, e ripeto mai, avrei potuto non accogliere una sua richiesta, tanto più se si trattava di aiutare te.
Ho seguito la tua storia a distanza, sono venuto più volte in questo anni a verificare con i miei occhi la tua situazione e quando sei venuto a Roma, beh, diciamo che qualche aiutino con i seguaci di Veronica, l'ho dato anch'io. Eravate in grado di cavarvela, ma... insomma, una mano non guasta; non ricordi che sono spariti molto velocemente>> disse mentre con la mano copriva la risata che gli scappò spontanea.

<<Ora direi che è il caso di andare da gli altri. Che ne dici? Tanto se avessi domande puoi farle tranquillamente quando sarà finito tutto, no?>>

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