Le reali intenzioni
Passata la notte, la prima da sposati, i ragazzi si svegliarono alle prime luci del mattino, pur non avendo dormito molto. Harry accarezzò il braccio della ragazza, poggiata sul suo petto e dopo averle dato un bacio ed il buongiorno, si alzò, diretto alla cucina. Le aveva promesso la colazione a letto, e così sarebbe stato.
Quando fu fuori dalla stanza, Ginny si stiracchiò profondamente, con un sorriso stampato in volto, grande quanto tutto il viso. Era ancora assopita quando uno strano ticchettio la fece voltare. Alla finestra, con il becco poggiato sul vetro, un gufo stava là, aspettando che la ragazza le aprisse.
Quando finalmente si alzò per andare ad aprire, l'animale spiccò in volo, staccandosi dal davanzale. La ragazza lo fece entrare, e solo in quel momento riconobbe per essere il messaggero del ministero, lasciandola perplessa e preoccupata.
<<Harry, veloce, sali! È importante!>> la ragazza aveva staccato e letto il rotolino legato alla zampa del pennuto, ma solo dopo avergli dato un biscotto e averlo salutato con una carezza.
Harry arrivò alla stanza di corsa, con un bicchiere mezzo vuoto di succo di zucca in una mano, ed un piatto, con un panino condito con burro e marmellata, nell'altra.
Ginny diede la pergamena ad Harry che, pur essendo sveglio da un po', sembrava ancora intontito. Il ragazzo non disse molto, si limito a tirare un sospiro di sollievo, data la preoccupazione con cui era salito, poi si aggiustò occhiali, posò sul letto il piatto e cominciò a leggere.
Harry mi dispiace rovinare questa giornata, sono certo che avresti, avreste, voluto viverla diversamente. Irrompo così, solo perché davvero importante. Intento a leggere, Harry prese a sorseggiare il bicchiere che aveva in mano, e dopo averlo posato addentò il panino preso dal piatto.
<<Grazie eh! Ma quelli non erano per me?>> esclamò Ginny con aria controversa.
Istintivamente Harry sputò il pezzo di panino che aveva appena addentato e con la bocca ancora impastata disse: <<Oh Merlino, è vero, scusami amore, ero sovrappensiero, ti prego perdonami>>
La ragazza si mise a ridere animatamente stemperando l'atmosfera e Harry, dopo averle dato un bacio ed essersi scusato ancora tornò alla lettera:
Una delle squadre spia ha scovato il nascondiglio di Veronica, credo sia necessaria la tua presenza ora. Abbiamo intenzione di procedere, l'intero Ordine è stato contattato. Vi prego di raggiungerci non appena possibile.
P.S.
Scusami con la signora Potter, sono sicuro che capirà l'urgenza.
Vi aspetto a breve.
Kingsley Shackebolt
I ragazzi, nonostante l'urgenza, si preparano con non troppa fretta, <<hanno aspettato fino ad ora, qualche minuto in più non creerà problemi>> disse Harry, con un gigno malefico, mentre stringeva fra le braccia Ginny.
Con un po' di remore e qualche rallentamento, dovuto al fatto che Harry continuava a spogliare Ginny, riuscirono ad uscire di casa. Oggi era il loro giorno, nessuno avrebbe dovuto rovinarlo, eppure... Decisero che non importava, che l'importante era essere assieme e nessuno, per niente al mondo, li avrebbe separati.
Giunti al ministero, tramite materializzazione congiunta, si recarono, mano nella mano, al piano dove si trovava l'ufficio di Shackebolt. Quando arrivarono, si trovarono davanti l'Ordine al completo. C'erano proprio tutti, da Neville alla Mcgranitt, passando per Luna al fianco di Fleur e Bill, per l'occasione era presente anche Percy. Poi, non potevano mancare, Molly ed Arthur Weasley, i nuovo entrati Scipius e Seamus Finnigan, che era intento a provare una carriera ambiziosa da giornalista alla gazzetta del profeta: giornale nel quale sosteneva costantemente l'Ordine. Mentre, più avanti, intenti a parlare con Kingsley, Hermione e Draco.
Harry vagò ovunque con lo sguardo, indugiando, a volte con un cenno di capo, altre alzando la mano libera in un saluto. In realtà, per qualche assurda, inattesa ed insulsa ragione, sperava di incrociare lo sguardo di una sola persona. Ma questa, non c'era, non poteva esserci.
Lui... Lui ha fatto altre scelte, ha preso la strada opposta alla mia... Che mi aspettavo? Che comparisse dal nulla, chiedendo scusa!
Ginny notò lo sguardo perso del ragazzo, strinse forte la mano alla sua, e lo riportò alla realtà.
Solo in quel momento il ministro si accorse dell'arrivo dei due novelli sposi. A quel punto si congedò velocemente da Hermione e Draco e li raggiuse a grandi passi.
<<Oh Harry, Ginny, scusate davvero! Capirete però l'urgenza!>>
<<Altrimenti, le assicuro che non saremmo qui>> rispose in modo cordiale Ginny, seppur il tono di voce avesse dei toni vagamente aspri.
<<Bene, dato che siamo tutti, o quasi>> disse Kingsley, interrompendosi d'un tratto, alla ricerca di qualcuno nella stanza, <<direi che possiamo cominciare>>
Il gruppo, al completo, si girò più volte cercando di capire chi mancasse, ma quando, in seguito ad un colpo di bacchetta, comparvero sedie per ciascuno dei presenti, la folla si accomodò desistendo dalla ricerca.
Le sedie si disposero in forma circolare attorno alla scrivania. I primi ad accomodarsi furono i coniugi Weasley, la preside di Hogwarts, e Bill con accanto Fleur. A seguire, i vari Finnigan, Luna e Percy, mentre, per ultimi, si sedettero Draco, Hermione, Scipius. Proprio accanto alla sedia centrale, ovvero quella dedicata al ministro, si accomodarono Ginny ed Harry.
Il ministro, sedutosi in quell'istante, forzò un colpo di tosse particolarmente rumoroso, che placò il chiacchiericcio di sottofondo, a quel punto prese la parola:
<<Siamo qui, tutti noi, compresi i nuovi arrivati,>> disse indicando Seamus e Scipius, con un gesto della mano, <<perché, finalmente, dopo mesi e mesi di ricerche, tradimenti, rivelazioni, uccisioni, perdite e sconfitte, siamo riusciti a scovare il reale nascondiglio di Vera. Come voi tutti certamente saprete, è colei che si nasconde dietro a tutto questo. Lei vuole morti tutti coloro che non sono puri di sangue, quanto e come Voldemort, e come lui, voterebbe vedere morto Harry>> questa volta la sua mano, indugiò sul ragazzo seduto accanto a lui. Harry non disse nulla, ne mostrò un minimo mutamento di espressione. Si limitò ad annuire silenziosamente, e così Kingsley proseguì, <<ora, con la signorina Granger, avevamo messo a punto in piano per sconfiggere la donna che, secondo diverse fonti, sarebbe la personificazione della morte stessa. Purtroppo, a causa di eventi a noi estranei, la parte più importante del piano, è venuta meno. Questa prevedeva l'utilizzo dell'unica arma, che sicuramente era in grado di sconfiggerla: "il quarto dono">>
Una voce, a quel punto, interruppe l'uomo. Era stata Ginny a parlare, ed il suo tono era decisamente alterato. <<E dunque perche siamo qui? Se non abbiamo una reale soluzione, voglio dire, siamo qui per una rimpatriata?>>
<<Oh no! Assolutamente no signora Potter. Dovete sapere, tutti quanti voi, che il ministero, perlomeno da quando io ne sono a capo, non è solito stare con le mani in mano. Noi, non solo abbiamo scovato la reale ubicazione di Vera, ma abbiamo fatto di più, l'abbiamo studiata, abbiamo studiato le sue difese, i turni dei seguaci, gli incantesimi che ne sono a protezione. Insomma, abbiamo lavorato sodo per poter permettere un attacco a sorpresa>> finita la frase, una sequenza di schiamazzi, vociare, urla e battibecchi si impadronò della stanza.
I soli a non intervenire, rimanendo seduti in silenzio, furono Luna ed Harry. I due si guardarono, fra le gente in piedi che passava dinanzi a loro, scambiandosi una risata molto tenera.
La bionda provò invano a prendere la parola, ma non riuscendoci, fu sul punto di rinunciare, quando, dopo aver portato la bacchetta alla gola, con un urlo disumano, Harry, invocò il silenzio.
Tutti si bloccarono e zittirono, permettendo così al ragazzo di annunciare a tutti le parole dell'amica:
<<Scusate se mi intrometto, so per certo voi siate convinti che l'unica arma in grado di sconfiggere la morte sia il quarto dono, ma non è cosi!>>
Tutti si concentrarono molto di più ora, <<secondo molti, il quarto dono, è la sintesi di quelli che venivano conosciuti come i tre doni della morte, ossia bacchetta di sambuco, pietra della resurrezione e mantello dell'invisibilità. La storia racconta che questi siano stati riuniti in un solo oggetto, capace, non solo di renderne il proprietario un "padrone della morte" ma anche di poterne prendere il posto ed i poteri. In realtà, però, ci sono molti amici di mio padre, che fin da tempi non sospetti, indicavano il quarto dono, non come un oggetto fisico, bensì, come una virtù a cui la morte non può sfuggire>>
<<Luna, perdonami>> intervenne Hermione, <<ma sei stata tu stessa a trovare il quarto dono, a Roma, all'interno del Pantheon, l'hai dimenticato?>>
<<Oh! Quello! è vero, sì io ho visto quello che voi tutti cercavate, ma quello non era il quarto dono, era come dire, una raffigurazione fisica, un... un oggetto privo di valore!>>
<<Oh ma dai!> disse Ginny irrompendo nella discussione, <<se fosse così, quando pensavi di dircelo, sono le solite sciocchezze legate a tuo padre>>
<<No no aspetta Ginny, falla parlare!
Di che virtù si tratterebbe? Magari potrebbe aiutarci nell'attacco che vogliamo sferrare a breve!>> nonostante sapesse di tirare a sé le ire della moglie, Harry la interruppe, dando nuovamente la parola a Luna.
<<La risposta risiede nella domanda Harry>>. Ora sembrava quasi ci fossero solo loro nella stanza, nessuno osava più intervenire, ne interferire, pareva che tutto si fosse fermato ad ascoltarli, anche e soprattutto, dopo la risposta alla domanda di Harry. <<Come nella domanda? Quale domanda?>>
Fu in quel momento che un borbottio, seguito dal rumore classico dello sfogliare delle pergamene, giunse alle orecchie di tutti.
Quasi in silenzio, Hermione, sfogliava e borbottava: <<Ma certo, ha ragione! Si trova nel l'unico luogo in cui chi più ha meno possiede, chi più possiede, meno ha! È ovvio!>> disse sbattendo la mano su una pergamena, <<Luna, sei...>>
<<Oh grazie!>> disse Luna, mettendo gli occhiali da sole a forma di melanzane, che fino a quel momento erano parte integrante della sua acconciatura, facendola rimanere a capelli sciolti.
*
<<Allora? Abbiamo finalmente raggiunto il numero richiesto?>> Veronica era seduta, al suo solito posto, nel salone della sua enorme villa. Lo sguardo era rivolto nel nulla, e la domanda sembrava fosse stata buttata lì, come una pallina per un cane, in attesa che qualcuno, nella stanza, si decidesse a rispondere.
<<Oh sì, mia signora, tutto è pronto!
Se lei lo desidera, possiamo essere pronti in trenta minuti massimo>> rispose una voce, nascosta nell'ombra, con tono deciso ma servizievole.
<<Per quanto,>> aggiunse in seguito, <<l'Ordine, come mi ha riferito Kingsley, è pronto ad attaccare! Pare abbiano individuato questo posto>> per un momento, il rumore vuoto del silenzio si impossessò della tenuta. Pareva che anche il vento, che quel giorno soffiava insistente, avesse timore per quella che sarebbe stata la reazione della donna alla notizia. Al contrario, forse per gioia, o solo perché indecisa sul da farsi, la donna ebbe solo un impercettibile sussulto, che sfociò in una grassa risata.
<<Mia signora,>> intervenne una altra voce, più giovanile, di ragazzo, <<non dovremmo forse approfittare di questo a nostro vantaggio? Perché non attaccare ora che non se lo aspettano?>>
La donna smorzò la risata, ed a denti stretti rispose, <<Ecco perché tu, Ron Weasley, sei a capo dei Muri, e non della squadra d'assalto!>>
<<Ma, mia Signora, io...>>
<<Vedi Ron, il mio intento, è diverso dal semplice uccidere. Io non voglio solo morto Harry Potter, io, voglio che loro implorino clemenza, bramo, più di ogni altra cosa, che ammettano la mia supremazia assoluta. Loro, e quelle storielle da Quattro soldi sulla mia mortalità!>> la donna a questo punto balzò in piedi, e cominciò a vagare per la stanza fissando il soffitto. Dopo una decina di passi, gli ultimi dei quali parevano essere più tentennanti, si fermò. <<Vedete?>> disse indicando con il dito, alzando il braccio, un punto preciso sopra la sua testa, <<Vedete quella linea? Quella indica precisamente il momento nella storia, in cui è iniziato il mio regno, vi sembra piccola? Vi sembra che un insulso maghetto possa preoccupare la Morte? No! Appunto.
La cosa importante per me, è che capiscano che nessuno può sfidarmi, senza pagarne le conseguenze.
Li voglio qua, voglio che siano loro ad attaccare, dimostrerò che quella combriccola da quattro soldi ha causato tante morti quante Voldemort Grindenwald o chi che sia. Anzi, devono capire che se non si fossero opposti a colui il quale avevo dato la mia piena fiducia, i numeri delle morti sarebbero stati notevolmente inferiori.
Se ci pensate, è così evidente, Voldemort, che io stesso ho designato come mio esecutore, avrebbe solo soggiogato l'intero mondo magico, schiavizzato tutti, ma non era nei suoi interessi uccidere, se non quell'insulso, fastidioso, insopportabile ficcanaso. Per questo, devono essere loro ad attaccare per primi, faranno loro la prima mossa.
Quando saranno qui, io voglio lui, del resto, fate quello che ritenete opportuno>>
<<Ma ricordate,>> riprese dopo essere giunta nuovamente sul trono, ma prima di sedersi, <<non muovete un dito, fino a che non avranno fatto loro il primo attacco. E soprattutto, cessate ogni azione offensiva, li voglio qui! Ora! Non devono distrarsi!
E adesso lasciatemi sola, devo fare una cosa molto importante!>>
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