La fine di un nuovo inizio
3 maggio 1998
È passata solo qualche ora da quando è finito tutto, eppure ancora non riesco a fare bene mente locale su ciò che è successo.
I pensieri di Harry erano quasi leggibili agli occhi di chi lo osservava e non serviva certo essere un legilimens. Del resto, il-ragazzo-che-è-sopravvissuto, ne aveva passate di cotte e di crude senza mai mollare realmente. Ci aveva pensato, ma non l'aveva mai fatto, era stato sul punto di mollare, di cedere ma no, aveva continuato e ci era riuscito. Pensò la preside di Hogwarts dopo aver scrutato a lungo il ragazzo nel giorno successivo alla fine della seconda grande guerra.
Un pensiero, però, la attanagliava, come attanagliava le donne della vita di Harry. Sì, le sue donne. La sua migliore amica, la signorina Hermione Granger e la sua ragazza: Ginny, la sorella del suo migliore amico.
Harry aveva fatto di tutto per proteggerla in quel periodo, ora era salva, con lui, felice e sollevata per averla scampata e per aver con sé il suo ragazzo. La domanda che correva da destra a sinistra, come una scintilla, nella testa delle tre, era semplice, ma contorta allo stesso tempo.
Si guardarono.
Erano lì, ad Hogwarts, a ricostruire quel che era rimasto della scuola di magia dopo la grande guerra. Gli occhi delle tre si incrociarono. Erano confuse, tristi, sapevano che era come loro avevano intuito.
Harry sapeva, in cuor suo, che c'era ancora qualcosa di incompiuto, c'era ancora da fare. Forse si sbagliava, ma le sensazioni, fino a quel momento, non lo avevano mai deviato dalla realtà.
‹‹Harry, che cos'hai?›› Ginny era stata mandata dalla altre due che avevano indicato il suo ragazzo con un cenno della testa, alzando il mento.
‹‹Si capisce che c'è qualcosa che non va! Sono io, Ginny, la tua ragazza, a me puoi dirlo, anzi, a me devi dirlo! Confidati, ti prego. Sai benissimo che, ormai, sia io che Hermione ti capiamo con un solo sguardo››.
Harry spostò il viso sulla sua ragazza e fece per parlare, ma poi ci ripensò e abbassò lo sguardo incupendosi di nuovo, non prima di averle sorriso. Lui impazziva per i suoi occhi, i suoi capelli, impazziva per lei, sorrideva al solo vederla.
In quel momento, però, non ci riuscì. Si chiuse in se stesso portando le ginocchia al petto ed infilandovi la testa.
‹‹Beh, ho capito, non vuoi parlarne, ma prima o poi dovrai farlo, se non con me almeno con Hermione o con Ron ››. La ragazza si allontanò, ma proprio mentre girava le spalle si sentì afferrare per il braccio, girò lo sguardo e puntò gli occhi sul ragazzo che, sorprendendo Ginny, ma anche la Mcgranitt ed Hermione, intente a cercare di carpire il più insignificante dei dettagli, esclamò:
‹‹Non sono solo, Lo so! Ma prima di dirvi ciò che penso ho bisogno di essere sicuro!›› Tirò Ginny a se e dopo averle sorriso, la baciò. La baciò appassionatamente. In quel preciso istante capirono entrambi che, tra loro, non sarebbe mai finita. Ginny era ferma davanti a lui, vedeva in quegli occhi verdi, un'infinità di pensieri arrovellarsi, ma non riusciva a staccare lo sguardo.
Si soffermò tanto da pensare di riuscire a rivivere le avventure appena trascorse dal suo ragazzo attraverso i suoi occhi, poi scosse la testa e disse:
‹‹Essere sicuro? Di cosa? A cosa stai pensando?››
Lui la interruppe bruscamente.
‹‹Ginny! Ho detto no! Quando sarò pronto!››
Ginny si allontanò, questa volta senza essere fermata. Giunse da Hermione, che nel frattempo si era spostata affiancandosi a Ron e Neville, e lanciò uno sguardo disorientato e sconsolato alla preside. Le fece un cenno negativo con la testa, poi iniziò a parlare con Ron, Neville e la riccia. Spiegò di non essere riuscita a cavare neanche una parola al ragazzo con la cicatrice sulla fronte, ma sottolineò di aver assodato che un problema c'era, così come loro avevano temuto, e pure bello grosso.
‹‹Non so cosa sia, ma il problema c'è, e credo sia più grosso di quanto possiamo supporre››.
‹‹Miseriaccia, Ginny, di che parli? Fammi capire! Tu-sai-chi è morto e i Mangiamorte si sono dileguati. Che problema potrebbe mai esserci?›› esclamò Ron con il solito fare trasandato, scorbutico e distratto. Era quasi infastidito dall'eresia detta dalla sorella, ma proprio mentre sbuffava quelle parole, Hermione gli tirò un ceffone sul collo.
‹‹Ron Weasley, sei il solito cretino!››
Ron la guardò accigliato e imbronciato. ‹‹Che ho fatto?››
‹‹Ron, sai che Harry, quando sta così, ha qualcosa che non va!›› Esclamò la riccia.
‹‹Ragazzi, speravo fosse l'inizio di una nuova vita spensierata, tranquilla, piena di gioia, invece ho la sensazione che sia la fine di questo inizio››.
Le parole di Hermione risuonarono più come una profezia che come una semplice affermazione.
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