Giusto o sbagliato.
<<Ma che fine hanno fatto? È il terzo patronus che mando>>.
<<Harry calmati, staranno per arrivare!>>
<<Come faccio a calmarmi eh? Me lo spieghi? Come se non tenessi in braccio il mio compagno e amico di una vita che rischia la morte! Ma tu che ne sai?>>
La voce di Scorpius uscì spezzata, rauca, sembrava fossere riaffiorano dolori atroci alla sua mente: <<Credimi Harry, ne so più di quanto pensi. Mio malgrado>>.
<<Harry smettila lui non c'entra proprio nulla!>>
<<Perché? È pur sempre figlio di suo padre no?!>>
<<Harry basta!>> Il ragazzo aveva ormai lasciato scivolare dolcemente il suo amico a terra, poggiandone la testa su di una giacchetta che aveva arrotolato a mo di cuscino, poi di scatto in maniera più che brusca e violenta, aveva portato la propria figura a meno d'un palmo da Scorpius.
<<No Ginny, nessun basta, niente fermo!>>
<<Scusa non ho capito bene! Figlio di suo padre? Ne vado fiero! Io almeno un padre...>>una voce profonda, a tratti inquietante, interruppe il giovane Scorpius: <<Signor Malfoy>> la voce arrivò chiara e decisa ai ragazzi nella stanza, seppur ancora non fosse chiaro di chi fosse, << la invito a non terminare quella frase. Se lei ha ancora un padre è solo per merito della persona che sta in piedi, con la fronte appoggiata sulla sua, e se non vuole che io la schianti, le consiglio vivamente di placare i suoi bollenti spiriti e fermare la sua lingua biforcuta, degna tanto di un Malfoy quanto di un serpeverde>>.
Le parole si udirono chiare arrivare dal corridoio adiacente alla stanza che si presentava completamente affogato nel buio e degrado del palazzo. La struttura si ergeva priva di qualsiasi forma di illuminazione e barricata per la totalità della sua finestre, oscurate da travi inchiodate alla bene e meglio. Dall'esterno, l'unica cosa che si notava era l'affissione del cartello indicante la via in cui era ubicato. Solo il bianco del segnale era in grado di rompere la monotonia del marrone-nerastro del palazzo stesso. Sul cartello, sbiadito e rovinato dall'usura e dalla non curanza dei babbani locali, si poteva intraleggere VIA MAZZINI.
La figura stava tardando a mostrarsi ma la sua voce era parsa familiare ad Harry, Ginny ed Hermione. L'unica cosa certa in quel momento, era che i due ragazzi dapprima vicini allo scontro, si allontanarono senza neanche guardarsi, un dettaglio però li accomunò in quell'istante: uno sguardo confuso, ma attento, fisso ad osservare l'uscio della porta, in attesa di vederne comparire la bocca da cui erano state pronunciate quelle parole.
Passò poco più che un giro di lancette, anche se per i ragazzi nella stanza sembrò fosse molto di più, ma loro malgrado, non si fece avanti nessuno. Il silenzio nuovamente calato nella stanza, fu interrotto da un rumore simile a quacosa che si spezzava per poi ripiombare rapidamente.
Un'intuizione di Harry lo portò a pensare fosse ancora il suo ex preside: <<Silente!>>
<<No Harry, non poteva essere lui, l'abbiamo sentito tutti, mentre quando si è presentato a te, qualche mese fa, l'hai visto e sentito solamente tu, quindi è improbabile per quanto la voce sembrasse proprio la sua>>.
<<Ah...Giusto...m-ma chi è allora?>>
<<Era Abeforth Silente, gli ho detto io di raggiungervi, così come ho fatto io, grazie a questi due giovanotti, e così come farà, a breve, anche il ministro ad interim della magia>>.
La voce della preside fu un tocca sana per tutti. La donna entrando pronunciò le parole mentre camminava a passo svelto e tenendo con le mani la propria gonna lunga che altrimenti avrebbe, come sempre, strisciato sul pavimento, portandosi accanto al povero Neville. Assieme a lei, Rose, Albus e l'infermiera Poppy Pomfrey che da Hogwarts era accorsa con la preside per prestare i primi soccorsi al ragazzo, in attesa di portarlo all'ospedale San Pietrus.
<<Ragazzi la situazione è più seria di quanto pensassi, devo correre con Neville all'ospedale!>>
Gli occhi appena illuminati alla vista della preside, si spensero in un battito di ciglio, giusto il tempo di ascoltare l'affermazione della Mcgrattin che li riportò allo stato di angoscia e questa volta anche di terrore sperando però, che tutto finisse per il meglio.
<<Andiamo!>>la voce di Minerva Mcgranitt arrivò dritta ai ragazzi facendone aumentare la preoccupazione e perplessità: <<Ma ci vorrà un sacco di tempo!>>
<<Ragazzi miei, e cito: essere il preside di Hogwarts ha i suoi vantaggi>>.
Finita la frase la preside si smaterializzò provocando il solito rumore che preannuncia l'arrivo o la partenza di qualcuno, portando via con sé, il ragazzo sdraiato a terra, Madam Poppy Pomfrey e Luna, che si fiondò sulla preside quando questa stava per smaterializzarsi. Fu il primo cenno di lucidità della ragazza, da quando il suo Neville si era spento, così come fa la fiamma di una candela su di una scrivania, aprendo le finestre alle brezza di una giornata primaverile.
Non appena lei scomparve, si sentì lo stesso rumore udito poco prima e si presentò, all'improvviso dinanzi a loro, un uomo alto non poco più di Harry, con una barba molto lunga e bianca, con indosso un qualcosa di simile ad una tunica bicolore, giallo-nerastra.
<<Abeforth! la preside non è più qui, è appena andata via con Neville>>.
<<Sono qui per voi, o meglio, sono qui per capire meglio perché, VOI, siete qui. Il ministero non è per nulla contento, e badate bene, questo mi fa piacere, ma se il ministero si allarma io vengo contattato da quel romp... da Kingsley Shacklebolt che ormai, da quando sono intervenuto nella grande guerra al vostro fianco, mi chiama ogni minimo sospetto di combattimento. Arhhh... è una gran scocciatura quell'uomo sapete? Fatto sta!>>
L'uomo, dopo il monologo tenuto, come fosse ad arringare una platea ad un comizio politico babbano, cominciò a guardare i ragazzi: si fissò a scrutare prima le due ragazze alla sua sinistra che in quel momento si erano appena risedute a terra, schiena al muro. Una delle due la riconobbe immediatamente. Il particolare che gli permise di farlo fu la testa china su di un libro, "segreti e storia della città più antiche d'Italia, l'altra dal colore dei capelli doveva essere la figlia di quel Amo-i-babbani Weasley. Finito di esaminare le ragazze, la concentrazione ricadde sul biondo platino che stava con loro.
<<Ma con voi non stava sempre l'altro? quello con i capelli rossi e un po' tonto? E perché in sua sostituzione ora ve la fate con il figlio di Malfoy?>> all'affermazione di Abeforth Scorpius abbasso gli occhi, cercando di evitare ogni tipo di contatto visivo con l'uomo che lo intimoriva anche solo guardandolo, <<ma sopratutto da quando i viaggi nel passato sono legali?>>
Questa volta gli occhi del fratello di Silente, il tanto amato preside di Hogwarts, erano puntati su Rose ed Albus.
<<Eeeehmmm...veramenteeee...>>
<<Primo, è Ron che si è rifiutato di seguirci, secondo...beh non lo sono ancora ma dillo a loro...>>
<<Papà ma che?>>
<<Beh che c'è? È vero no? Mica vi abbiamo chiamato noi?>>
<<Mamma, per favore dici qualcosa?
<<Ooo no, non posso che dare ragione a papà Albus caro>>.
<<Albus?>>
<<Ebbene si, il mio nome è Albus Severus Potter signore, quindi lei è il fratello della persona da cui ho preso il nome? Onorato di conoscerla>>
<<Non posso dire altrettanto ma, Salve. A quanto vedo siete le fotocopie dei vostri genitori! Che cosa fastidiosa! Non bastavano loro?>>
L'uomo ora aveva preso a fissare Scorpius che prontamente, percepiti gli occhi fissanti, tentò di girarsi per non esserne vittima.
<<Ancora però non so cosa stia succedendo! Volete dirmelo o devo provvedere da solo? È sapete che lo farei>>.
I ragazzi si misero comodi, così come fece anche l'uomo più anziano. Gli spiegarono il tutto, senza omettere nulla o almeno provando a non farlo.
Quando arrivarono al momento del ritrovamento delle pergamene Abeforth sussultò.
<<Leggi? Avete detto leggi?
Per la barba di Merlino allora esistono sul serio>>.
I volti dei ragazzi erano palesemente ambigui, erano in una via di mezzo fra il confuso e lo spaesato.
<<Ah giusto, queste cose ad Hogwarts non le spiegano. Beh vedete piccoli insetti fastidiosi, esiste una leggenda, che...a questo punto narra la verità, dove una donna di nome Dathe Frost, terzogenita della sua famiglia, che odiava il proprio nome tanto da farsi chiamare Veronica, scrisse su di una pergamena, controfirmata dai suoi fratelli, i cui nomi erano rispettivamente dal più grande al più piccolo, Doow, Eston e Klaoc, le tre leggi che avrebbero dovuto dettare il corretto comportamento dei maghi nel mondo. Questa è considerata una leggenda perché in pochi ebbero la possibilità di vedere con i proprio occhi, tale pergamena>>.
<<Beh allora vorrai leggere entrambe le lettere suppongo? Prendi pure!>>
Il vecchio quasi si gettò sulle mani di Harry che stavano porgendo lui le pergamene.
Abeforth si chiuse per qualche momento in se stesso intento a leggere, poi esclamò:
<<L'avete davvero trovato?>>
<<Ohh si, l'hanno trovato!
E ora lo consegneranno al ministero.
Giusto Harry?!>>
<<Kingsley? Ma lei qua-quando è arrivato?>>
<<Ehm...vediamo, più o meno da abbastanza tempo da sapere, che qui, c'è qualcuno che non gradisce i miei gufi o patronus>>.
Ginny, Hermione ed Harry provarono inutilmente a trattenere una risata che, loro malgrado, uscì spontanea.
Il ministro schiarì la voce, cercando di attirare nuovamente l'attenzione dei presenti. <<Dicevo, il "dono", va consegnato al ministero, perché lo esamini e lo tenga al sicuro da mani ed occhi pericolosi! Del resto occhio non vede, cuore non duole miei cari amici. Giusto Signor Abeforth?>>
<<Beh si m-ma, dove lo dovrebbe custodire il ministero? Quattro mocciosi lo hanno ritrovato dopo centinaia di anni, chiunque lo stia cercando saprà che lo stanno consegnando a voi no?>>
<<Scusate se mi intrometto!>>. Harry prese la parola, cercando di non mancare di rispetto a nessuno dei due. <<Io non credo sia una buona idea. Oltre a noi, che per inciso siamo già troppi, non penso che altre persone debbano sapere dell'esistenza del quarto dono. Portarlo al ministero allungherebbe di molto la lista delle persone a conoscenza dell'oggetto e penso proprio sia un errore. Inoltre, se posso permettermi, chi mi assicura che nessuno, compresi voi, non crollerebbe dinanzi al peso e la magnifica potenza di questo piccolo oggetto. In se, possederlo, equivale ad essere la morte. Nella mani di un mago già potente di suo, potrebbe essere un richiamo troppo forte da cui desistere>>.
<<Io però continuo a non capire>>.
Questa volta fu la riccia a parlare, guardando con occhi di complicità la figlia, poco distante da lei.
<<Sia io che Rose mentre eravamo al Pantheon, abbiamo intuito che chi possiede il quarto dono, possiede in se i poteri della morte stessa, ma se così fosse perché Veronica, Dathe o come diavolo si chiama lei non ne ha approfittato per sfuggire ad una fine così prematura? Credo che questo sia molto più importante come argomento, piuttosto che concentrarsi su chi e dove tenere quel dannato ciondolo>>.
<<Signorina Granger, tutto ha un suo tempo! Questo è quello di nascondere il dono, la riflessioni avranno spazio più avanti>>. Il tono pacato e gentile di Kingsley non soddisfò la brama di sapere di madre e figlia che prontamente, ignorarono le parole del ministro. La decisione fu presa, malgrado nessuno dei giovani presenti fosse convinto. Si optò per seguire le scelte dell'uomo dalla pelle scura e saggio, amico di Silente, nonché fautore di grandi battaglie contro i mangiamorte e contro Voldemort nella guerra finita pochi mesi prima, anche se ormai sembrava passata un'eternità. Sul punto di smaterializzarsi poi si fermò:
<<Ah ancora una cosa...I viaggi con la giratempo, tra parentesi sparita dalla Gringott, non sono così ben visti, e neanche possono essere così lunghi nel tempo, signorina Granger è opera sua?>>
Hermione abbassò prima gli occhi poi il volto per intero cercando di evitare ogni possibile contatto visivo e sperando bastasse ad evitare l'argomento, per sua fortuna così fu.
Il ministro sorrise, poi si smarerializzò con al suo seguito Abeforth. Andarono via dicendo di aspettare i ragazzi il prima possibile al ministero di Londra perché facessero ciò che era giusto.
Ragazzi scusate se questo capitolo è stato un po più lungo ma tra dialoghi e descrizioni non potevo ridurre o spezzare👍👍👍👍
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top