Devastanti notizie...
<<Oddio... scusate, ho fatto tardi, lo so ma non è suonata la sveglia. Ministro la prego... mi scusi!>> Draco entrò nella stanza. Era in ritardo sul lavoro per la prima volta, e aveva fatto le cose per bene. Ben due ore.
Aprì la porta all'improvviso. Una volta dentro, con la mano destra sul fianco e la sinistra poggiata sul ginocchio, ancora con il fiatone, riuscì a stento a rivolgersi al Ministro.
Cercando di far cessare il respiro affannato, si mise retto. Solo a quel punto vide le facce dei presenti. Nessuno però lo degno di uno sguardo. Il signor Weasley, scuro in volto e con gli occhi umidi, teneva poggiata la sua mano sulla spalla del figlio Ron, seduto, in lacrime davanti alla scrivania di Kingsley, che a sua volta si tratteneva a stento dal piangere. Nell'angolo sotto la finestra invece, piegato su se stesso, con la ginocchia al petto, il viso di Harry si distingueva a malapena fra i rivoli che sgorgavano dai suoi occhi. Singhiozzava, borbottando qualcosa, fra un gemito e l'altro.
Nel frastuno del momento, un grido tanto forte da far vibrare le finestre dell'enorme stanzone, in cui Shaklebolt aveva il suo ufficio, zittì tutti.
Harry non era riuscito a trattenere il suo dolore, sbocciato così in un urlo che tolse il fiato a tutti.
Inutilmente il biondo cercò di chiedere cosa fosse successo.
Solo dopo che il signor Weasley e Ron accompagnarono il moro fuori, il ministro assieme ad Hermione, che solo ora si era staccata dall'amico, spiegarono cosa era successo.
*******
Due ore prima:
<<Minerva, gli alunni sono tutti nei loro dormitori. I professori stanno mettendo sotto sopra il castello, lo troveranno Minerva, lo troveranno!>>
<<Hagrid, dobbiamo assolutamente. Non abbiamo scelta. Ho mandato un gufo al Ministero, ora però vai, il protocollo lo conosci>>
Il mezzo gigante si diresse verso la Torre Nord del Castello, unica zona ancora non perlustrata dagli altri insegnanti. Attraversando i vari corridoi, notò i vari personaggi che occupavano i quadri sparire, vide i fantasmi correre, Nick quasi-senza-testa gli sfrecciò incontro senza degnarlo di una parola. Rabbrividì, ma tutto ciò gli fece pensare di essere nella direzione giusta.
Ti troverò, troverò chi ha ucciso quella povera ragazza. Lasciare un biglietto poi:
Pulizia sarà fatta, il lerciume verrà spazzato come polvere al vento.
Inizi a tremare chi il sangue puro non possiede, la magia non è affare per i mezzosangue...
Dev'essere questo ora il suo obbiettivo...
Vi troverò...Luridi...
Svoltò un corridoio quando si sentì chiamare.
<<Hagrid il castello è stato perlustrato quasi tutto, e purtroppo dell'aggressore neanche l'ombra, ma non può essere scappato, la sentinelle che ho fatto mettere a guardia di Hogwarts dopo la morte di Sibilla l'avrebbero visto, deve essere in questo settore del Castello, ho mandato alcuni insegnanti nei dormitori, tutti coloro che non sono purosangue, sono sotto stretta sorveglianza. Dobbiamo scovarlo Hagrid, prima che scappi o ancor peggio, colpisca nuovamente>>
I due proseguirono insieme, dandosi man forte l'un l'altra, brandendo le bacchette come fossero "fiorini".
Salirono per le scale fino a quando, nel silenzio, un rumore debole, ma quanto mai anomalo in quel momento, li fece fermare. A poca distanza da loro una porta si era chiusa, il suono ferreo della serratura era giunto a loro. I due, seppur decisi, erano visibilmente agitati. Dalla fronte di Hagrid scorrevano giocce di sudore, mentre la Mcgranitt, teneva nella mano libera il vestito, cercando di non inciampare. Dopo uno sguardo tra i due, lentamente si avvicinano alla porta incriminata.
<<Minerva, qualunque cosa succeda, resti dietro di me, un guardia caccia o un professore si sostituiscono facilmente...>> Il viso del mezzo gigante era teso, ma convinto.
<<Hagrid, non dire fesserie, non succederà proprio nulla, e anche se fosse, in quanto Preside, ti vieto di dirmi cosa fare!>>
Bisbigliarono davanti alla porta, poi, quando finalmente erano pronti ad aprirla, si fermarono; dentro la stanza non vi era una sola persona. Sentirono distintamente tre diverse voci parlare fra loro.
<<Staranno per arrivare, come usciamo?>>
<<L'ultima volta è stato più facile, quando abbiamo ucciso quella tonta della Cooman ancora non c'erano tutte queste protezioni, e non erano state ripristinate le difese originarie>>
<<Già è vero, non possiamo smaterializzarci, ma tanto meno volare via, quelle dannate sentinelle sono ovunque!>>
<<Argh...>> una voce arcignia, intervenne, prendendo il controllo della discussione <<Quando avete finito di lamentarvi...
Credete sul serio che non ci abbia pensato?
Ora, io purtroppo non posso proprio farmi vedere qui, voi invece non avete problemi. Uscite dalla stanza, e prendere le scale, stanno venendo a prendervi da in cima alla Torre, fatevi trovare lì, tra dieci minuti. Tutto chiaro razza di idioti?>>
<<M-ma lei?... E poi...se incontriamo qualcuno?>>
<<Io, so cavarmela da solo. E se incontrate qualcuno, uccidetelo. Uno più, uno meno, non fa differenza, ora andate!>>
<<Si, capo!>> I due si avviarono alla porta, pronti ad aprirla.
Poco prima che l'uomo la voce di quello che doveva essere il capo si fermasse, la preside prese Hagrid e lo tirò dietro l'angolo del corridoio.
<<Minerva, ma che fai? Dobbiamo catturarli!>>Hagrid parve parecchio confuso e si distingueva anche un pizzico di frustrazione in lui.
<<Shhh...Hagrid, usa il cervello, saremmo tre contro due, praticamente sconfitti in partenza. Aspettiamo che salgano a li prenderemo lì, sul tetto, in questo modo forse ci faremo dire tutto>>
Il mezzo gigante annuì, seppur ancora perplessi. Aspettarono qualche istante e due uomini incappucciati uscirono dalla stanza, diretti verso la cima della Torre. Una volta sicuri di non essere sentiti, si avviarono al loro inseguimento. Prima di continuare, entrarono nella stanza, nella speranza di trovare quello che doveva essere il capo, ma loro malgrado, videro solo una finestra aperta e la tenda che si sbatteva al vento. Non sembrarono molto sorpresi, dalle parole di quell'uomo, si era capito che sapeva il fatto suo.
I due presero a salire nuovamente la scale, ora con passo molto più spedito. Una volta giunti in cima, Hagrid volse per un istante lo sguardo verso la donna, vi si mise davanti, e aprì la porta che dava accesso all'esterno.
Di soppiatto, cercarono di fare meno rumore possibile. Il fattore sorpresa li avrebbe di certo agevolati. Loro malgrado, non fu così. I due uomini, ora non più incappucciati, avevano sentito qualcuno salire e si erano preparati. Ora erano davanti a loro con le bacchette puntate, pronti a colpire.
<<Bene, bene, bene, quindi è questo il meglio della difesa che può offrire la grande scuola di Hogwarts? Un mezzo gigante dall'aria alquanto tonta, e una donna tanto navigata da poterne essere forse la fondatrice? Ahaha! Siete proprio ridicoli, la nostra signora ha ragione a volervi chiusi, o meglio... Morti...>>
<<Tra la feccia, proprio voi dovevate capitare qui? Io vi conosco, stavate assieme ad Azkaban, nella stessa cella. Vi ho visto, quando mi ci hanno rinchiuso ingiustamente. Rodolphus e Rabastan Lestrange. E così...>>
<<Stupeficium>> grido uno dei due uomini, ma Hagrid reagì subito: <<Protego>>
<<Non parlare!>> ringhiò ferocemente Rabastan rivolto ad Hagrid <<Non sei degno... Devi stare zitto, o giuro che ti uccido!>> Minerva continuava a tenere sotto tiro Rodolphus che, al contrario del fratello, sembrava intimorito. Ora c'era solo silenzio, i quattro si guardavano senza parlare, pronti alla difesa o a sferrare un attacco.
I due Lestrange stavano dando le spalle al cordolo della Torre, mentre Hagrid e la preside Mcgranitt erano ancora fermi davanti alla porta.
<<Che cosa volete? Perché avete ucciso un'allieva della mia scuola?
E perché quel biglietto?
Cosa avete contro i mezzosangue?
Rispondete! ORA!>>
In lontananza si avvertì un rumore assordante, qualcuno stava arrivando come aveva detto quell'uomo nella stanza, dovevano impedirgli di scappare. Hagrid notò che Rodolphus si era appena girato per vedere arrivare i rinforzi e non si fece attendere: <<Stupeficium!>> gridò, prima di tirare con se la Mcgranitt per nascondersi dietro la porta, ora spalancata verso il muro. <<Questo è per aver portato alla pazzia Frank e Alice Paciok, assieme a quel verme di tuo fratello e quella pazza di tua moglie Bellatrix>>
L'uomo era a terra e cercava di alzarsi. Ancora stordito, seguì il fratello a nascondersi fuori dalla portata delle bacchette di Hagrid e della Preside.
<<Crucio>>l'incantesimo era stato lanciato da Rabastan cercando di coprire la ritirata del fratello. La luce rossastra si scagliò sulla parete a pochi centimetri da Minerva.
<<Se lo sono meritato, e lo rifaremmo volentieri. È stato davvero divertente sapete?>>
Ora fu Minerva ad essere presa da una rabbia incontrollabile; si spostò da dietro al corpo del mezzo gigante, che la copriva completamente, con la bacchetta sguainata puntò dritta verso i Lestrange: <<Voi, voi la pagarete, Incarceramus!>>
Hagrid forse non aveva mai visto la Preside in quello stato, era furibonda, gli occhi, al contrario del solito, erano sgranati, con la mano libera aveva addirittura fatto ciò che forse solo in pochi avevano potuto vedere: sciolse lo chignon, facendo fluire i lunghi capelli sulle spalle. Sembrava un'altra persona.
Il mezzo gigante, una frazione di secondo dopo che la donna incatenò Rodolphus, attaccò con uno "stupeficium" il fratello, facendolo volare sul bordo della Torre.
L'uomo, a terra, acciaccato, tentò di afferrare la sua bacchetta, caduta poco lontano da lui. Nel girarsi vide, in lontananza, giungere un mago incappucciato, evidentemente loro compagno: <<Credere davvero di poterci sconfiggere?>> disse cercando di distrarre l'attenzione dei due maghi in modo da guadagnare tempo.
<<Codardi, ma finti coraggiosi, meglio non potrei descrivere i Lestarnge, giusto Minerva?>> ringhiò Hagrid fra i denti continuando a tener puntata la sua bacchetta su Rabadan.
Nel frattempo, la preside, ormai sorda e muta, puntava dritto verso l'uomo incatenato.
In quegli attimi nessuno tranne l'uomo a terra si accorse del sopraggiungere del mago in volo, e questo fu il reale problema. Cogliendo tutti all'improvviso, Rabadan, nel momento in cui Hagrid si rivolse alla preside, afferrò la bacchetta.
Fu un attimo. <<Avada Kevadra>> La scia verdastra fluttuò velocemente in direzione della preside, a cui ormai non restava più altro cge la morte. Quell'incantesimo, l'incantesimo senza perdono, non aveva contro-fatture. E così un'altra vita sarebbe stata spezzata da li a pochi istanti.
<<Minerva!>> il mezzo gigante gridò, urlò tanto forte che la sua voce echeggiò per diversi secondi, tutto intorno a loro. La donna, distratta dall'urlo straziante, perse il contatto con Rodolphus che si liberò. Quando si girò, era troppo tardi per qualsiasi cosa. Hagrid si era lanciato come fosse uno scudo, frapponendosi fra lei e l'anatema che uccide.
Con un balzo, i due fratelli raggiunsero il compagno arrivato per portarli via. Uno salì sulla scopa dell'uomo, l'altro montò quella che l'incapucciato gli aveva appena consegnato, e nel nulla, senza dire una parola, svanirono all'orizzonte.
Prima di esalare l'ultimo respiro, con voce rotta, affannata, tossendo poco prima di parlare, Hagrid tirò a sé la preside. La fece avvicinare il più possibile alla sua bocca e con uno sforzo immane disse: <<Difendilo, qualunque cosa succed...>>
<<Hagrid!>>busbigliò la donna strattonando a fatica il corpo del mezzo gigante <<Hagrid!>>ripeté, per poi perdersi in un pianto tanto silenzioso quanto struggente. Con gli occhi chiusi, il volto bagnato dalle lacrime e i capelli che le cadevano davanti al volto, sfiorò il viso del mezzo gigante, poggiò la guancia rossa sul petto dell'amico e in un sussurro chiamò l'amico un'ultima volta:<<H-ha...Hagrid...>>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top