Alla ricerca di un segno
Scrivo questo capitolo nel giorno in cui è morto uno degli attori più interessanti del mondo magico. Un tributo dovuto al mastro Ollivander, alziamo le nostre bacchette per te!!!
<<Per Merlino ma che ora sono?>>
Le 7:30? No, non puo essere vero. Cazzo non ho di nuovo sentito la sveglia.
Harry corse in bagno a lavarsi e prepararsi, nel giro di qualche minuto uscì e si fiondò giù per le scale.
<<Amore scappo, è tardissimo!>>in realtà non ricevette risposta dalla compagna, che al contrario, quel giorno non avendo gli allenamenti di mattina, ma solo la seduta pomeridiana, non aveva neanche provato a svegliarsi, anzi, la sera prima non aveva nemmeno programmato la sveglia.
Crack!!!!
Dopo un aver portato i propri occhi all'orologio appeso sulla parete alla sua sinistra Harry notò di essere riuscito a non fare tardi, sospirò in un misto tra sollievo e soddisfazione, dopodiché girò la maniglia della porta. Era la stanza in cui vi era la riunione con la squadra di auror designata al lavoro di ricerca.
<<Potter sempre in ritardo eh? Ministero invece di Hogwarts, ma le abitudini non cambiano>>.
Il cuore di Harry si fermò, inquadrò da capo a piedi Malfoy Junior. Il solito nero perenne, giacca, camicia, pantalone, solo la cravatta ed un fazzoletto nel taschino sinistro della giaccia, di un verde molto scuro, a spezzare le tinte sulla sua figura.
<<E le lingue lunghe non si fermano mai, giusto Draco?>> Il sorriso che si scalfì sulla faccia di Malfoy, subito dopo la risposta di Harry, gli fece intuire che nel biondo non vi fosse malignità, tanto che il cuore si sciolse in un attimo, proprio dopo essersi pietrificato alla vista del ragazzo dai capelli platino e la sue affermazioni.
<<Allora! Dobbiamo continuare ancora per molto? O posso iniziare a distribuire i compiti e suddividervi nelle coppie di lavoro?>>
La voce del ministro della magia tuonò e i ragazzi si zittirono all'istante.
<<Bene, allora data la segretezza dell'operazione, ho pensato che meno persone fossero a conoscenza della cosa meglio fosse, quindi, io sarò il sesto partecipante. Di fatto le coppie saranno queste:
Arthur e Draco a voi il settore Nord-ovest>>.
<<D'accordo ministro>>.
La voce del signor Weasley incalzò quella di Kingsley mentre lo sguardo di Draco lasciava intendere un pizzico di disagio e disturbo. Ma il tutto passò inosservato o quantomeno nessuno diede peso alla cosa.
<<Dawlish e Ron il settore Nord-est.
Io e Potter perlustreremo il settore sud-ovest>>.
<<M-ma non potremmo stare in coppia io e Harry?>>
<<Ron!!??>>
Il padre tentò di interrompere l'uscita poco felice del figlio, colpendolo con un calcio, per il quale il rosso si lamentò palesemente, ma il suo gemito fu bruscamente interrotto dal ministro della magia.
<<Cosa pensi che siamo ancora ad Hogwarts? Credo proprio di aver sbagliato a passare sopra al fatto che voi due non avevate finito la scuola! Forse non siete pronti ancora per certe cose, eppure sono passati due anni da quando fate questo lavoro ormai!
Non avete notato che le coppie sono ben divise anche e soprattutto per esperienza?>>
<<No signore chiedo scusa, la domanda era del tutto inutile e fuori luogo>>.
Ron guardò l'amico lontano da lui un paio di metri, mentre Harry lo guardava con fare stupito, la sua espressione lasciava trasparire, senza remore, il suo disappunto.
<<Comunque torniamo alle cose serie, ah già, quasi mi facevi dimenticare. Una volta giunti sul posto dovremmo incontrare anche Abeforth Silente, con un suo amico. Ci dovrebbe aiutare nella ricerca nel settore sud-est. Ci sono altre domande?>>. Nel pronunciare il nome di Abeforth la voce del ministro cambiò di tono, parendo più speranzosa che decisa ed in cui si poté percepire anche un pizzico di rassegnazione. Dopo qualche secondo di silenzio, dato più per assimilare le nozioni appena date, che realmente per riceve domande di qualsiasi tipo, proseguì:
<<Bene! Ok ora che sappiamo cosa fare, possiamo andare, e mi raccomando discrezione massima, ricordate che se si dovesse spargere la voce, gli allarmismi sarebbero troppi per gestirli, forse sarebbe anche peggio di ciò che cerchiamo>>.
Poco prima di andare Shacklebolt prese in disparte Arthur e Danwlish, disse loro qualcosa poi fece un cenno ad Harry, Ron e Draco.
Uno sguardo condiviso tra tutti i presenti anticipò la smaterializzazione.
<<Come al solito Abeforth è in ritardo! Quell'uomo mi farà diventare pazzo>>.
<<Si è questo l'effetto che faccio. È anche quello che spero sempre di ottenere!>>. Un ghigno soddisfatto si mostrò sul volto del vecchio, infastidendo Kingsley e portando sul viso degli altri un sorriso.
<<Però sei solo, come mai?>>
<<Ovvio no? Basto io!
Ora andiamo? Non ho mica tutta la giornata!>>
<<Abeforth mi raccomando! Discrezione!>>
<<Vuoi dirmelo un'altra volta?>>
Le coppie poi si divisero e si diressero verso i quadranti stabiliti.
Harry e Shacklebolt erano intenti a scrutare ogni angolo del settore a loro assegnato.
<<Kingsley la foresta proibita è gigantesca ed è un posto in cui chiunque voglia nascondersi certo non fa fatica. A parer mio, in sette, siamo troppo pochi per perlustrarla tutta! E lo sa benissimo anche lei. E poi a dire la verità ciò che cerchiamo in realtà potrebbe avere qualsiasi aspetto>>.
<<Harry, voglio essere chiaro. Non so neanche io cosa cercare>>.
Il ministro si accrucciò in volto ma proseguì a parlare.
<<Non abbiamo idea in che forma o aspetto si presenteranno, se lo faranno, ma una cosa è certa, come ho detto anche ad Arthur e Danwlish tu ci hai dato un riferimento su cui basarci!>>
<<Il segno?>>
<<Si il segno! quello che avete notato tu ed Hermione al Pantheon.
Quello è, come poi ha confermato il ministero, un simbolo mitologico legato all'oscurità. Sarà quello che ci permetterà di riconoscerli>>.
Nel frattempo, dall'altro lato della foresta proibita, Arthur cercava di instaurare un dialogo, almeno più lungo di un, si, no, forse, con Malfoy, senza però ottenere grandi risultati fino a che il primo non fece cadere il discorso su un tasto ancora dolente per Draco.
<<Prima ti sei alzato la manica della camicia, non ho potuto fare a meno di notare che il marchio sta svanendo! Mi sbaglio forse?>>
<<E tu che ne sai, paperella?>>
Le parole del biondo parvero saette di ghiaccio uscite dalla sua bocca, gli occhi si sgranarono e le mani si irrigidirono come fossero pietra.
<<Ti prego di perdonare la mia domanda, forse indiscreta, ma pensavo fosse una cosa a te gradita che il marchio stesse perdendo di efficacia, del resto, hai cambiato maglia, ora giochi con noi no?>>
<<Beh...si ho cambiato maglia ma ciò non significa che racconto i fatti miei ad un maghetto da quattro soldi con la passione per i babbani! I fatti miei, sono miei!>>.
Ancora una volta, il ragazzo dai capelli biondo platino sembrò sputare stalattiti al posto della parole, poi allungò il passo tanto da seminare Arthur.
<<Certo che quel ragazzo è strano tanto quanto il padre!>>.
Il signor Weasley camminò e camminò, proseguì a cercare qualsiasi cosa potesse essere sospetta fino a che non notò, in lontananza, un albero sul cui tronco vi era un contrassegno di colore giallo senape. Era quello il segnale che delimitava i confini dei settori da perlustrare. Era giunto a pochi passi dal quadrante in cui stavano agendo Ron e Dawlish.
Arthur si girò su se stesso, si tirò su i pantaloni, prese un fazzoletto dalla tasca posteriore destra e si soffiò il naso. << Assurdo, mi tocca pure lavorare da solo, viziato ed insopportabile come il padre>>. Riprese il cammino sperando di trovare qualche indizio, qualche traccia del passaggio di chiunque o qualsiasi cosa stessero cercando. Tutto questo, finché un grido proveniente dal settore presieduto dal figlio non né catturò l'attenzione.
Arthur si voltò, sguainò la bacchetta come fosse una spada, cominciò a invocare il nome del figlio, e corse. Corse veloce, tenendo stretta la bacchetta. Seguì l'eco della voce di Ron e correndo capì di avvicinarsi, le grida erano più forte ed intense e scandì, nel frastuono del momento, un'altra voce evocare un incantesimo senza perdono. La voce non era famigliare e la cosa lo stravolse, ma non si fermò, neanche per un istante. Scansò, a volte a destra, a volte a sinistra, alberi, rami ad altezza d'uomo e tutto ciò che ne ostacolasse la disperata corsa. Si passò la mano sulla fronte per asciugare il sudore, che grondando stava finendo sugl'occhi. Nel suo campo visivo entrò finalmente la figura di Ron. Era in piedi, davanti ad un corpo steso immobile, la bacchetta in mano, usata a mo' di sciabola in difesa sua e del corpo a terra. Con estrema freddezza analizzò la situazione, cercò di vedere da dove provenissero gli incantesimi da cui il figlio si stava difendendo, continuando a correre verso il figlio che gli stava proprio di fronte, indirizzò i suoi occhi a destra: due figure si allontanavano velocemente. Quella di destra era gigantesca, sembrava alta quanto gli alberi che l'affiancavano, la sua pelle era verdognola e fra le labbra serrate si potevano notare degli incisivi marci e sporgenti, grandi forse quanto un dito umano, da cui pendeva una scia di bava giallognola. Indossava un paio di pantaloni strappati, che non arrivavano alle caviglie, un fascione bianco, messo a mo' di cintura a coprirne il pancione, tanto grande da sembrare sotto l'effetto di un "Engorgio", ed un gillet marrone, lasciato aperto, da cui riusci ad intravedere una serie di chiazze nerastre pelose. Nonostante fosse ancora lontano, sul gillet notò bene un simbolo uguale a quello descritto da Kingsley. La figura sulla sinistra, al contrario, non gli fu ben chiara; vide solo una massa nera, di dimensioni molto più ridotte, correre fra gli alberi e seppur sforzandosi, non riuscì a notare altro. In quei pochi istanti, passati rapidamente, arrivarono anche Harry e Shacklebolt, che non ebbero il tempo di capire cosa fosse successo.
<< Ron come stai? Sei ferito? >>
<<No papà, ma Danwlish si, io sono riuscito a schivare il primo attacco, lui beh...>>
<<Cosa è successo?>> Arthur udì chiara la voce di Kingsley, ma non fece a tempo a rispondere perché anticipato da Harry.
<<dov'è Malfoy? perché non è qui?>>
<<non ne ho idea, è sparito qualche minuto prima che Ron iniziasse a gridare!>>
<<che cosa? E dove è andato? Ministro io l'avevo detto che non potevamo fidarci>>.
<<Signor Potter, non giungiamo a conclusioni affrettate, al ministero finché non abbiamo prove, non accusiamo nessuno, ripeto nessuno. Neppure un ex mangiamorte>>.
<<Ma?!>>
<<nessun ma, anzi, ora lei e Ron rimarrete a cercare Draco, mentre io ed Arthur porteremo al San Mungo il povero Danwlish>>.
Prima di andare via con il ferito, Kingsley fece roteare la bacchetta ed evocò un patronus, l'animale scattò senza però toccare mai terrà. In Men che non si dica, scomparve fra gli alberi della foresta proibita.
Ron ed Harry, con gli occhi incollati sulla scia luminosa, non notarono che i colleghi erano già andati.
Il rosso era ancora sudato ma in viso, i solchi che fino a qualche minuto prima né scalfivano la fronte erano scomparsi, ora la sua espressione era spossata, ma molto più rilassata. Il pugno chiuso stringeva ancora la bacchetta fino a segnarne il palmo. Lo scontro lo aveva sfiancato ed ora cominciava a sentirne le conseguenze. Harry continuò a parlargli, insistendo con le accuse a Draco, ma Ron non lo ascoltò, o meglio, sentiva la sua voce, era un sottofondo, distorta, metallica. Di colpo, la mano del rosso si rilassò, la bacchetta cadde per terra e le ginocchia gli cedettero. Il tonfo che si udì quando toccarono terra, fece sussultare l'amico, solo qualche passo più in là. Harry si girò e fece un balzo per raggiungerlo. Provò ripetutamente a chiamarlo e scuorterlo speranzoso. Non vi fu reazione. L'unica cosa che notò, furono le lacrime cadere intense dal viso, rivolto sul terriccio già umido di suo.
Harry si rese conto che non era un malanno fisico, l'amico era sconvolto. Ciò che era avvenuto poco prima non era una cosa facile da affrontare. Erano poche le speranze di poter rivedere Danwlish, e se ci fossero state, non sarebbe stato più lo stesso e Ron questo, l'aveva compreso.
<<Amico mio, non è colpa tua, vi hanno preso alla sprovvista, non avresti potuto fare niente di più di quello che hai fatto! Anzi, sei stato grande. Hai combattuto per te e per lui! Due contro uno, tuo padre ma l'ha detto>>.
Harry sapeva bene come ci si sentisse a pensare di non aver fatto abbastanza, di non essere all'altezza. Mai avrebbe voluto che il suo migliore amico provasse tutto questo. Cercò di distrarlo volgendo la sua attenzione altrove. << Ron ti prego, alzati, dobbiamo cercare quel viscido di Malfoy, qualcosa mi dice che lui c'entra più di quanto voglia ammettere>>.
Il rosso non rispose. Poggiò le mani a terra, i muscoli delle braccia si irrigidirono, fece leva sugli arti superiori e si alzò, poi, ancora in silenzio, prese a camminare. Harry lo seguì con lo sguardo per poi raggiungerlo e poggiargli il braccio sulla spalla. Il rosso, che continuò con la testa fissa al terreno, alzò solo gli occhi, giusto per un istante, prima di riabbassarli al passo successivo.
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